INFORMAZIONI UNIVERSITARIE
Luglio 2023
IN EVIDENZA
DECRETO PNRR. IL 20.04.23 APPROVATO IL DL 13 DEL 24.02.23 “DISPOSIZIONI URGENTI PER L’ATTUAZIONE DEL PNRR E DEL PIANO NAZIONALE DEGLI INVESTIMENTI COMPLEMENTARI AL PNRR”. EMENDAMENTI APPROVATI DALLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO RIGUARDANTI L’UNIVERSITÀ
Contratti di ricercatori a td
Ai soggetti che
sono stati, per almeno tre anni, titolari di contratti da ricercatore
universitario ai sensi dell'articolo 24, comma 3, lettera a), della legge n.
240 del 2010, nel testo precedente a quello del decreto legge 36/22, e che
stipulano un contratto di ricercatore a tempo determinato ai sensi
dell'articolo 24 nel testo attualmente vigente è riconosciuto fino al 31
dicembre 2026 (in precedenza aprile 2025), a richiesta, ai fini dell'inquadramento,
un periodo di servizio pari a 3 anni. In questo caso, la valutazione per
l'inquadramento nel ruolo dei professori di II fascia (articolo 24, comma 5,
della legge n. 240/10, avviene non prima di 12 mesi dalla presa di servizio).
(emendamento 26.1 (testo 2). F: FlcCgil.
Assegni di Ricerca
Ai soggetti che
sono stati titolari, per un periodo non inferiore a tre anni, di assegni di
ricerca ai sensi dell'articolo 22 della legge n. 240, nel testo a quello del
decreto legge 36/22, e che stipulano un contratto di ricercatore a tempo
determinato ai sensi dell'articolo 24 della legge n. 240, come modificato dal
DL 36/22, è riconosciuto fino al 31 dicembre 2026 (in precedenza aprile 2025),
a richiesta, ai fini dell'inquadramento, un periodo di servizio pari a due
anni. (emendamento 26.1 (testo 2). F: FlcCgil.
Tempo definito ricercatori a tempo
determinato
Il regime di
impegno a tempo pieno o a tempo definito si applica anche ai ricercatori a
tempo determinato di cui alla legge 240/10 assunti con regime di tempo pieno, i
quali possono transitare, per gli anni accademici successivi a quello della
presa di servizio, al regime a tempo definito, previa domanda da presentare al
Rettore sei mesi prima dell'inizio dell'anno accademico dal quale far decorrere
l'opzione, e con obbligo di mantenere il regime prescelto per almeno un anno
accademico. (emendamento 26.3 (testo 2). F: FlcCgil.
Chiamata docenti di i fascia
Le università
vincolano le risorse corrispondenti ad almeno un quinto dei posti disponibili
di professore di prima fascia alla chiamata di studiosi in possesso
dell'abilitazione per il gruppo scientifico-disciplinare (eliminato il
riferimento alle “funzioni oggetto del procedimento”).
Non possono
partecipare a queste procedure i docenti di prima fascia già in servizio.
Queste norme non
si applicano alle Scuole Superiori a Ordinamento Speciale (norma introdotta
dall’emendamento approvato). (emendamento 26.4 (testo 2). F: FlcCgil.
Università e polizze sanitarie integrative
nell’ambito dei progetti di ricerca relativi a bandi competitivi
Le università
statali, possono destinare una quota delle risorse derivanti da progetti di
ricerca, europei o internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi
competitivi, limitatamente alla parte riconosciuta a tassi forfettari, o
comunque non destinata a puntuale rendicontazione, per la stipula di polizze
sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario
Nazionale in favore di personale docente e della ricerca. L’importo di tali
polizze non può essere superiore al due per cento della spesa sostenuta
annualmente per tale personale e, comunque, nel limite massimo delle risorse
rimborsate. Le modalità applicative di tale disposizione saranno stabilite con
decreto del Ministro dell'università e della ricerca. (emendamento 26.4, testo
2). F: FlcCgil.
UNIVERSITÀ. DEFINITI NUOVI GRUPPI
SCIENTIFICO-DISCIPLINARI
Sono stati
definiti nuovi gruppi scientifico-disciplinari in relazione all’abilitazione,
alle chiamate e all’attività didattica dei docenti. L’emendamento Verducci al
DL 36/2022 sostituisce l’art. 15 della L 240/10 (quello che istituisce SSD,
settori e macrosettori concorsuali) definendo nuovi gruppi scientifico
disciplinari. I nuovi raggruppamenti scientifici disciplinari sono stati
definiti con un decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca del 27 aprile 2023.
Art. 14 Disposizioni in materia di Università e
ricerca
6-bis. Al fine
di garantire la corretta attuazione del PNRR, nell'ambito della Missione 4,
Componente 1, Riforma 1.5, del suddetto Piano, l'articolo 15 della legge 30
dicembre 2010, n. 240, e' sostituito dal seguente:
«Art. 15. (Gruppi e settori scientifico-disciplinari).
-
1. Entro novanta
giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione il Ministro,
con proprio decreto di natura non
regolamentare, su proposta del Consiglio universitario nazionale (CUN),
definisce, secondo criteri di affinità e attinenza scientifica, formativa e
culturale, i gruppi scientifico-disciplinari e le relative declaratorie.
2. I
gruppi scientifico-disciplinari:
a) sono utilizzati ai fini delle procedure
per il conseguimento dell'abilitazione di cui all'articolo 16 e delle procedure di cui agli articoli 18 e 24;
b) sono il riferimento per l'inquadramento
dei professori di prima e seconda fascia
e dei ricercatori;
c) possono essere articolati in settori scientifico-disciplinari che
concorrono alla definizione degli ordinamenti didattici di cui all'articolo 17,
commi 95 e seguenti, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e all'indicazione della relativa
afferenza dei professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori;
d) sono il riferimento per l'adempimento
degli obblighi didattici da parte del docente.
3. Il numero dei gruppi scientifico-disciplinari
non può essere superiore a quello dei settori concorsuali di cui al decreto del Ministro
dell'istruzione, dell'università' e della ricerca n. 855 del
30 ottobre 2015,
pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 271 del 20
novembre 2015.
CUN: PROPOSTA SU ABILITAZIONE SCIENTIFICA
NAZIONALE
L’imminente
introduzione dei Gruppi Scientifico Disciplinari (GSD) previsti dalla Legge
79/29.06.22, in combinato disposto con il DPR 95/04.04.16 che prevede per
l’abilitazione scientifica nazionale (ASN) ogni 5 anni la verifica
dell’adeguatezza e congruità dei criteri, dei parametri, degli indicatori e dei
valori soglia, rende opportuno ...un possibile riordino delle procedure in
vigore. Nel corso degli anni sono state evidenziate rilevanti criticità
riconducibili al modello e alle conseguenti procedure di abilitazione.
L’ASN ha
provocato nel sistema universitario fratture artificiose, con la distinzione
fra settori che utilizzano criteri bibliometrici e settori che utilizzano
criteri non bibliometrici. - L’introduzione di rigidi indicatori numerici, con
le soglie calcolate su un limitato arco temporale e caratterizzate da una
marcata volatilità, ha poi di fatto concentrato l’attenzione sulla quantità e
velocità più che sulla qualità della produzione scientifica. - La richiesta di
vari titoli specifici e predefiniti, mutevoli nel tempo, come condizione di
accesso ha portato a dinamiche di adattamento del sistema, con la rincorsa da
parte degli aspiranti all’abilitazione ad accumularli, senza distinguere in
base a criteri di qualità. - La mancanza del curriculum nella documentazione
richiesta ha impedito di inquadrare la valutazione della produzione scientifica
nel profilo complessivo degli aspiranti all’abilitazione. - L’applicazione del
criterio delle soglie anche per determinare i possibili componenti delle
commissioni ha reso molto ristretta la base della docenza per la formazione
delle stesse.
Il CUN ritiene
opportuno evitare in ogni caso una visione
fondata su meri meccanismi automatici, con indicatori numerico-quantitativi,
per consentire invece alle commissioni di valutare la congruità con la
declaratoria dei GSD della produzione scientifica dei candidati nell’ambito del
loro profilo complessivo. F: CUN Adunanza del 20/4/2023 https://tinyurl.com/ycx4msuc. Oss.
Univ. Maggio 2023.
LAUREATI ASSUNTI PER SVOLGERE MANSIONI CON LIVELLO DI SPECIALIZZAZIONE
MEDIO-BASSO CHE SI RIFLETTE SUI LIVELLI RETRIBUTIVI. IL DIVARIO SALARIALE CON
L’ESTERO DEI LAUREATI ITALIANI E LA “FUGA DEI CERVELLI”
I principali settori
industriali in Italia sono caratterizzati da una media intensità tecnologica.
Ciò si riflette a sua volta nei pochi investimenti in innovazione, come
dimostrato dalla bassa SPESA IN R&S in rapporto al Pil: l’Italia investe
l’1,48% del Pil in R&S, contro una media OCSE del 2,71% e una media dell’UE
a 27 del 2,11% (dati 2021). I settori più rilevanti per l’economia nazionale
non richiedono figure altamente specializzate né un maggior livello di investimenti
in R&S. Ciò comporta una bassa domanda di laureati e anche
un’allocazione inefficiente di questo capitale umano. Infatti, i pochi laureati
presenti sul mercato italiano sono assunti per svolgere mansioni con un livello
di specializzazione medio - basso. Questo si riflette a sua volta in una scarsa
produttività e basso valore aggiunto per addetto, che si riflettono ovviamente
sui livelli retributivi. I dati relativi ai salari medi netti sottolineano che
l’Italia si trova sotto la media dell’UE a 27, dietro a Francia, Germania e
Paesi Bassi. Per i laureati italiani, il divario salariale con l’estero è
notevole. I laureati italiani occupati all’estero, infatti, sono retribuiti
circa il 40% in più rispetto ai laureati impiegati in Italia già a un anno dal
conseguimento del titolo, e il 47% in più dopo 5 anni. Tutto ciò contribuisce
certamente a spiegare il fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli”, che
l’Italia sta sperimentando da anni e che viene spesso citato come uno dei
problemi principali da risolvere per risollevare la forza economica del Paese.
Nel 2021 il tasso di espatrio per i laureati di 25-34 anni, noto come “fuga di
cervelli”, è del 9,5 per mille tra gli uomini e del 6,7 per mille tra le donne.
I tassi migratori medi 2019-2021 dei giovani laureati verso l’estero indicano
perdite di risorse qualificate in tutte le province, con valori superiori al
tasso migratorio medio nazionale (-5,7 per mille) nel Nord e nelle Isole. F:
osservatoriocpi.unicatt.it Luglio 2023
DESIGNAZIONE COOPTATIVA DEI DOCENTI UNIVERSITARI
Alcuni hanno proposto la
fuoriuscita delle procedure di reclutamento del corpo docente e ricercatore
dalla sfera pubblico-concorsuale con attribuzione di responsabilità sulla
struttura dipartimentale degli effetti della scelta “intuitus personae”. Ciò
sarebbe possibile nel rispetto del dettato costituzionale, atteso che l’art. 97
comma 4° della carta fondamentale dispone che “agli impieghi nella p.a. si
accede mediante pubblico concorso, salvo casi stabiliti dalla legge”. Alla luce
di tale derogabilità, il legislatore ordinario potrebbe perciò intervenire
esonerando il reclutamento di docenti e ricercatori universitari dal pubblico
concorso. Questa novità legislativa potrebbe innescare pericolosi processi a
catena. In buona sostanza, si circoscriva e si limiti con rigore questa deroga
ai vincoli generali posti a presidio di imparzialità e buon andamento
nell’azione amministrativa, si regolamenti in modo puntuale l’attribuzione di
responsabilità (giuridica e non morale) della designazione cooptativa perché
sono comunque spesi soldi pubblici, ma si evitino però estensioni oltre
l’ambito del reclutamento del personale insegnante. F: CM altalex.com
Luglio 2023.
HOUSING UNIVERSITARIO. INTESA RAGGIUNTA SUI FONDI PNRR
Un primo target previsto dal
PNRR per la seconda metà del 2022 prevedeva la realizzazione dei primi 7.500
posti letto. Un obiettivo non raggiunto secondo la Commissione UE, per la quale
una parte dei posti letto rendicontati dall’Italia non erano nuovi ma
preesistenti. L’intesa raggiunta il 20 luglio permette di considerare non più
un target ma una pietra miliare i primi 7.500 posti letto, tenendo fermo
l’obiettivo finale dei 60 mila posti al 2026. In questo modo, è stato ridotto
di conseguenza l’importo previsto per la terza rata del PNRR all’Italia (19 a
18,5 miliardi), mentre i fondi per la quarta rata passano da 16 a 16,5
miliardi. F: openinnovation.regione.lombardia.it 29.07.2023.
LA CLASSIFICA CENSIS (CENTRO STUDI INVESTIMENTI SOCIALI) DELLE
UNIVERSITÀ ITALIANE - EDIZIONE 2023/2024). IL PODIO DEGLI ATENEI STATALI
Si tratta di un’articolata
analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali,
divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle
strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di
internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della
occupabilità. Sono consultabili anche le classifiche della didattica delle
lauree triennali, delle magistrali a ciclo unico e delle lauree magistrali
biennali (rispettivamente raggruppate in 15, 7 e 15 gruppi disciplinari) ed è
disponibile la metodologia utilizzata per la classificazione. Complessivamente, sono 70 le classifiche
stilate, a partire da una batteria di 948 variabili considerate.
Tutte le classifiche sono
disponibili in formato interattivo. F: https://tinyurl.com/ystak69d
Il podio degli atenei statali
nella classifica CENSIS (edizione
2023/2024)↓
Mega
atenei (con oltre 40.000 iscritti): UniBO, UniPD, Sapienza. Grandi atenei (da 20.000 a
40.000 iscritti): UniPV, UniPG, UniCAL e Ca’ Foscari. Medi atenei (da 10.000 a 20.000 iscritti): UniTR, UniUD,
UniSI. Piccoli atenei (fino a
10.000 iscritti): UniCAM, UniTuscia, UniMC. Politecnici: UniMI, UniTO, PoliBA e IUAV di Venezia. F:
CENSIS 2023.
INTERNATIONAL HIGHER
EDUCATION IS THE QUARTERLY PUBLICATION OF THE CENTER FOR INTERNATIONAL HIGHER
EDUCATION AT BOSTON COLLEGE (USA)
Through International Higher Education, a network of distinguished
international scholars offers commentary and current information on key issues
that shape higher education worldwide. International Higher Education -
Summer Issue No. 115 (2023) > https://tinyurl.com/mr3e9xty
ABILITAZIONE
SCIENTIFICA NAZIONALE
ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE. IL
RILIEVO INTERNAZIONALE DELLE RIVISTE SULLE QUALI SONO PUBBLICATI I LAVORI
SCIENTIFICI NON È CIRCOSTANZA DIRIMENTE NEL NEGARE L’ABILITAZIONE
Il TAR Lazio,
sent. 06.03.23 n. 2023, ha accolto il ricorso avverso il diniego di
abilitazione scientifica nazionale come professore associato, che era stato
adottato – fra le altre – in ragione del mancato rilievo internazionale delle
riviste sulle quali erano stati pubblicati i lavori scientifici del ricorrente.
Per il giudice amministrativo, infatti, ”il rilievo internazionale delle
riviste sulle quali sono pubblicati i lavori scientifici è stato elevato a
circostanza dirimente nel negare l’abilitazione, nonostante si trattasse di un
professore associato”, con la conseguenza che il diniego è da ritenersi
illegittimo. Infatti, l’art. 3, comma 2 D.M. 7 giugno 2016, n. 120 prevede, ai
fini del rilascio dell’abilitazione come professore di seconda fascia, la
rilevanza delle pubblicazioni nella sola comunità nazionale di riferimento
della ricerca del candidato. F: Oss. Univ. Marzo 2023
ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE (ASN).
VALUTAZIONE DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA
Con sentenza
2.05.23, n. 7380, il Tar Lazio, Roma, ha chiarito, con riferimento a un
giudizio di impugnazione del diniego di ASN, come dev’essere interpretato il
criterio di valutazione della produzione scientifica consistente nella ”coerenza [delle pubblicazioni] con le
tematiche del settore concorsuale o con tematiche interdisciplinari ad esso
pertinenti” (art. 4, c. 1, lett. a) del D.M. n. 120/2016). La motivazione contenuta nel giudizio
finale, ove statuisca in merito alla incoerenza dei lavori presentati rispetto
al settore concorsuale di riferimento, deve essere in grado, ancorché in
maniera sintetica, di far comprendere quali siano le ragioni per cui gli
argomenti trattati esulino in nuce dal settore concorsuale, non potendo neppure
rientrare nell’ambito di materie interdisciplinari ad esso connesse, non
essendo ammissibile che la valutazione si limiti ad affermare sic et
simpliciter la mancata coerenza dei lavori scientifici presentati. F: Oss Univ
Maggio 2023.
CLASSICAZIONE
DELLE UNIVERSITA’
QS WORLD UNIVERSITY
RANKINGS 2024. TOP 20 UNIVERSITIES
Sono 1.500 le università
inserite nella classifica Qs World University Rankings 2024-Top Global
Universities, giunta alla sua ventesima edizione. Si tratta della lista dei
migliori atenei sparsi per 104 località nel mondo secondo alcuni criteri, a cui
quest'anno si sono aggiunti quelli della sostenibilità, del tasso di assunzione
e della rete nazionale di ricerca. Per il dodicesimo anno consecutivo il
Massachusetts Institute of Technology (Mit) si trova al primo posto della
classifica. Insieme all'ateneo, sul podio, ci sono due università britanniche:
la University of Cambridge e la University of Oxford.
The results draw on the analysis of 17.5m academic papers and the expert
opinions of over 240,000 academic faculty and employers. See with colour
pictures the TOP 20 UNIVERSITIES
https://tinyurl.com/3ybcvnp2
Per quanto riguarda gli atenei
italiani, il primo si trova alla 123esima posizione: il Politecnico di Milano è
la migliore università del paese, seguito dalla Sapienza di Roma e dall'Alma
Mater Studiorum - Università di Bologna.
CWTS LEIDEN RANKING 2023
Classifica internazionale, stilata dal Centrum voor Wetenschap en Technologische Studi dell’università olandese di Leiden, particolarmente significativa poiché è basata esclusivamente su indicatori bibliometrici utilizzando il criterio delle pubblicazioni di maggiore impatto.
The CWTS Leiden
Ranking 2023 includes 1411 universities worldwide. These universities have been
selected based on their number of Web of Science-indexed publications in the
period 2018–2021. ITALIA. Field: All sciences. Min. publ. output: 100. First 20/47 see graphic ↓
All 47 Italian
classified universities > https://www.leidenranking.com/ranking/2023/list
LE UNIVERSITÀ TOP PER TROVARE LAVORO IN EUROPA
La soluzione si
trova fuori dai confini nazionali. Basti pensare che la prima università
d’Italia è la Bocconi di Milano, al 78° posto. Le 20 accademie top d’Europa: Francia e Germania spiccano, ma la
dominatrice è la Gran Bretagna: 8 università, 5 nelle prime 10. Ecco la
classifica completa del THE:
1. University of
Cambridge (Gran Bretagna)
2. University of Oxford (Gran Bretagna)
3. Technische
Universität München, Monaco (Germania)
4. Imperial
College, Londra (Gran Bretagna)
5. HEC, Parigi
(Francia)
6. King’s College,
Londra (Gran Bretagna)
7. University of
Manchester (Gran Bretagna)
8. Instituto de
Empresa (Spagna)
9. EMLYON, Lione
(Francia)
10. Istituto
Federale Svizzero di Tecnologia (ETH), Zurigo (Svizzera)
11. LMU, Monaco
di Baviera (Germania)
12. University of Edimborough (Gran Bretagna)
13. École
Normale Supérieure (Francia)
14. École
Polytechnique Fédérale, Losanna (Svizzera)
15. Mines
ParisTech, Parigi (Francia)
16.
CentraleSupélec, Parigi (Francia)
17. École
Polytechnique, Parigi (Francia)
18. London School
of Economics and Political Science (Gran Bretagna)
19. University
College, Londra (Gran Bretagna)
20. Goethe
University, Francoforte (Germania)
(F: Classifica del Times Higher Education)
QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2023. CLASSIFICA
DELLE MIGLIORI UNIVERSITÀ IN ITALIA
Nella classifica
QS World University Rankings 2023,
sono 41 le migliori università d’italia tra le prime 1.418. Segue la classifica
completa, a fianco del nome dell’università è indicata la posizione raggiunta
nel ranking mondiale. F: confart PG
Politecnico di
Milano (139);
Alma Mater
Studiorum – Università di Bologna (167);
Università di
Roma La Sapienza (171);
Università di
Padova (243);
Università di
Milano (324);
Politecnico di
Torino (325);
Università di
Pisa (404);
Università di
Napoli Federico II (416);
Università Vita
Salute San Raffaele (436);
Università di
Trento (457);
Politecnico di
Firenze (460);
Università di
Torino (475);
Università di
Roma Tor Vergata (499);
Università
Cattolica del Sacro Cuore (511-520);
Università di
Pavia (561-570);
Politecnico di
Bari (591 – 600);
Università di
Milano Bicocca (601 – 650);
Università di
Genova (651-700);
Libera
Università di Bolzano (701-750);
Università di
Trieste (701-750);
Università di
Siena (751-800);
Università Ca’
Foscari di Venezia (801-1000);
Università di
Catania (801-1000);
Università
Politecnica delle Marche (801-1000);
Politecnico di
Ferrara (801-1000);
Università di
Bari Aldo Moro (801-1000);
Università di
Brescia (801-1000);
Università di
Messina (851-1000);
Università di
Modena e Reggio Emilia (801-1000);
Università di
Parma (801-1000);
Università di
Perugia (801-1000);
Università degli
studi Roma Tre (801-1000);
Università di
Verona (801-1000);
Università della
Calabria (1001-1200);
Università di
Napoli Parthenope (1001-1200);
Università di
Palermo (1001-1200);
Università di
Salerno (1001-1200);
Università degli
studi della Tuscia (1001-1200);
Università degli
Studi di Udine (1001-1200);
Università degli
Studi G. D’Annunzio di Pescara
Università di
Bergamo (1201-1400).
Nell’edizione
2023 del QS World University Rankings a premiare di più l’Italia è l’indicatore
“academic reputation” basato sull’opinione di 150 mila accademici
internazionali: 3 atenei sono nella top 100, con UniBo in testa al 73° posto.
Seguono Sapienza (74°) e PoliMi (96°).
F: confart PG.
UI GREENMETRIC WORLD
UNIVERSITY RANKINGS 2023 - RANKING BY COUNTRY - ITALY
First 10
classified:
1.Università di
Bologna
2.Luiss
University
3.Politecnico di
Torino
4.Università di
Torino
5.Università
dell'Aquila
6.Politecnico Di
Milano
7.Università
Gabriele D'Annunzio Chieti e Pescara
8.Università di
Genova
9.Universita di
Padova
10.Universita
Politecnica delle Marche
Showing 1 to 34 of
34 entries https://tinyurl.com/3b67wew7
YOUNG UNIVERSITY RANKINGS 2023
The Times Higher
Education Young University Rankings list the world’s best universities that are
50 years old or younger.
18 young italian universities (the number
indicates the world classification):
19 Sant’Anna School of
Advanced Studies
20 Vita-Salute San
Raffaele University
29 Humanitas
University
=60 University of Rome
II – Tor Vergata
=65 University of
Milan-Bicocca
69 Verona University
=73 University of
Brescia
=92 Free University of Bozen-Bolzano
101–150 University of
Insubria
101–150 University of
Tuscia
101–150 University of
Udine
151–200 Kore University of Enna
151–200 Polytechnic
University of Bari
201–250 Amedeo
Avogadro University of Eastern Piedmont
201–250 University of
Sannio
201–250 University of
Campania Luigi Vanvitelli
251–300 University of
Foggia
251–300 University of
Rome III.
UNIVERSITIES HOW
MUCH ARE THEY REALLY DOING TO PROMOTE GLOBAL GOALS, INCLUDING CLIMATE ACTION,
ZERO POVERTY AND QUALITY EDUCATION? TODAY
THE reveals the results of THE’s 2023
impact rankings, the global league table measuring universities’
progress on the UN’s SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS (SDGs).
First 12 classified:
1. Western Sydney University Australia
2. University of Manchester United Kingdom
3. Queen’s University Canada
4. Universiti Sains Malaysia Malaysia
5. University of Tasmania Australia
6. Arizona State University (Tempe) United States
=7. University of Alberta Canada
=7. RMIT University Australia
=9. Aalborg University Denmark
=9. University of Victoria Canada
=9. Western University Canada
12. University of Auckland New Zealand
Italian Universities
classified amomg first 100:
23. Università
of Bologna
91. Politecnico
di Milano
IL SUPER-RANKING REALIZZATO DA UNIVERSITA.IT
È UNA CLASSIFICA DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE BASATA SULLE VALUTAZIONI DI 13
RANKING NAZIONALI E INTERNAZIONALI
In base alla
loro presenza e al loro posizionamento nelle diverse classifiche, a ogni
università è stata assegnata una valutazione espressa in percentuale. V. sotto
le prime 10↓ Per tutte le altre v. https://tinyurl.com/h9upbcue
1. Università di
Padova 93.8%
2. Università di
Pisa 93.5%
3. Politecnico
di Milano 91.2%
4. Università di
Genova 91.2%
5. Università di
Bologna 90.8%
6. Università di
Torino 90.8%
7. Università di
Trieste 86.2%
8. Università
Sapienza 84.2%
9. Università di
Firenze 83.8%
10. Università
di Catania 83,8
DOCENTI.
RICERCATORI. ALTRO PERSONALE ACCADEMICO
RICERCATORI IN UE: +24% TRA IL 2012 E IL
2021. TASSO DI PRECARIETÀ
Nel corso
dell’ultimo decennio il numero di ricercatori nell’Unione europea ha visto un
sostanziale
aumento: +24%
tra il 2012 e il 2021. A ospitarne il numero più elevato in termini assoluti è
la Germania (120mila, circa il 19% del totale). Seguono Francia (14%) e Spagna
(11%). L’Italia si posiziona al 4°
posto con quasi 59mila ricercatori. Nel 2021 in UE ci sono circa 638mila
ricercatori = 143 ogni 100mila abitanti. La Danimarca è il paese con
l'incidenza maggiore (306 ogni 100mila abitanti). L'Italia è il quartultimo
(99). Le donne in 18 Stati UE sono più spesso precarie rispetto ai loro
colleghi uomini. Nella tabella il
tasso di precarietà tra i ricercatori in Paesi UE nel 2019. F: openpolis Marzo
2023.
I SALARI DEI RICERCATORI E LA FUGA DEI
CERVELLI. LA PERDITA PER L’ITALIA DI STAFF ACCADEMICO UNDER 40 È DEL 33%
Nel sistema
accademico in Europa le cosiddette asimmetrie salariali insistono dove sono
sempre più
presenti leve come produttività, premialità, esternalizzazioni e merito,
attrattività e controllo della fuga dei cervelli. Il tema prioritario di
riportare nel nostro Paese i cervelli ad alta specializzazione ha avuto un
richiamo anche grazie ai risultati emersi dal rapporto HERe (Higher Education
Research) della Fondazione Crui, che associa le università pubbliche e private
in Italia. La domanda che risuona forte è: i salari degli accademici in Europa
sono uguali tra i vari Paesi e nei vari ruoli o vi sono macroscopiche
differenze? È possibile immaginare un modello standardizzato di classificazione
dei ruoli accademici? Nell’Unione Europea si passa dal salario
medio annuo per
un ricercatore, adeguato al costo della vita, in Austria o in Danimarca intorno
ai
62.000 euro
contro i 36.000 in Italia e ai 56.000 della Germania (dati della Commissione Europea,
stipendi dei ricercatori in Europa, aprile 2007). Ma quali sono i fattori che
influenzano tali disuguaglianze e perché assistiamo ad una fuga dei cervelli? I
modelli statistici adottati dai contributi Torrisi-Monteleone 2012-17, ma anche
il rapporto citato della Crui, trovano risposte: il grado il benessere in
ambito lavorativo, i benefit o i premi produttività, la presenza di criteri
meritocratici nello stato di avanzamento delle posizioni accademiche, gli
investimenti in R&S, la composizione delle varie voci stipendiali, le
policy a supporto della ricerca e la differente considerazione per
l’istruzione. E per ogni fattore ne è stato quantificato il suo contributo allo
stipendio medio, ma anche rispetto al PIL. L'analisi dimostra ampiamente come i
paradossi sono estesi oltre che all’Europa anche a livello nazionale.
Tra i più grandi
esportatori di ricercatori troviamo l'India e l'Italia, mentre chi importa i
nostri cervelli sono il Canada, l'Australia e la Svezia, ed in questo scenario
dall'Italia si fugge verso la Germania, la Francia e il Regno Unito. La perdita
per l’Italia di staff accademico under 40 è del 33%, attribuito a mancata
trasformazione delle classi retributive, dal blocco degli scatti di stipendio
negli ultimi 10 anni e dall’abolizione della ricostruzione di carriera con
perdita cumulata tra i 144.000 e i 305.000 € per ogni professore universitario.
Tale entità di perdita nell'arco di un decennio equivale al valore medio di un
mutuo per l'acquisto di una casa di 100 mq. Il gap negli stipendi medi netti
per i docenti universitari tra l'Italia e la Germania è tra il 77% e l'86%,
rispetto al 74% del Regno Unito. La composizione della remunerazione accademica
in gran parte dei Paesi Ue è composta dalla componente fissa più la componente
variabile, ma anche dalla componente legata alla produttività e benefit. In
Italia no. F: B. Torrisi, rapporto HERe, milanofinanza.it/news 09.02-23.
UNCOMPETITIVE STAFF
SALARIES: ITALY COULD BE LEFT BEHIND
The large gap between Italian remuneration and that
received by academic colleagues
working in other European countries is
immediately noticeable. Particularly severe is the comparison at the beginning
of one’s career, where Italian
researchers in the ‘tenure track’ (RTD-Bs, i.e., researchers who can become associate
professors after a positive evaluation by internal bodies, provided they have
national qualifications) are paid more than a third less than their French
counterparts and half of what their German and English colleagues receive. None
of the following opportunities are possible for an Italian university: A UK
university can, for example, negotiate better remuneration to convince a young
engineer to opt for an academic career; a German university can offer
remuneration that takes into account the different costs of living in the
various German ‘Länder’; and a French university can adjust remuneration taking
into account different family responsibilities. F: UWN 26.04.23.
UN APPELLO DELLA SENATRICE A VITA ELENA
CATTANEO PER LA RICERCA E LA VALORIZZAZIONE DEI RICERCATORI
«Investire in
ricerca e formazione è fondamentale per migliorare l’equità, la competitività e
il benessere di una società. Decidere come accendere e alimentare le
“fiammelle” di passione di tanti nostri giovani è un impegno a cui rispondere oggi,
sulla base di principi chiari e inviolabili. C’è una sola strada possibile,
quella della trasparenza e della competizione ad “armi pari”, aperta a tutti,
con regole uguali per ciascuno. Partendo da qui, saremo pronti ad affrontare e
governare il futuro». La senatrice ha anche portato esempi di validi
ricercatori sparsi in varie università italiane e dei loro lavori:
“All’Università di Catania, sotto la guida della professoressa Alessandra
Gentile, si studia come difendere i più pregiati limoni italiani dal malsecco;
all’Università di Modena e a Reggio Emilia e al San Raffaele di Milano è stato
sviluppato il primo farmaco nel mondo occidentale a base di cellule staminali;
all’Università e al Cnr di Sassari
possiamo trovare alcuni tra i numeri uno al mondo nel campo della genomica;
all’Università della Calabria, grazie al progetto Marie Curie vinto dalla
giovane ricercatrice Maria Giovanna Durante, tornata in Italia dopo anni negli
Usa, si studiano le caratteristiche strutturali che permettono a edifici ed
agglomerati urbani di resistere ai terremoti”. F: FB Calabria-live 25.04.23.
PISA È LA CITTÀ CON LA MAGGIOR
CONCENTRAZIONE DI RICERCATORI RISPETTO ALLA POPOLAZIONE
Pisa è la città
con la maggior concentrazione di ricercatori rispetto alla popolazione, dieci
volte più alta della media europea. L’area di Pisa è caratterizzata da una
forte densità di strutture di ricerca e di addetti alla Ricerca e Sviluppo. Vi
operano circa 2.000 docenti dell’università
di Pisa e delle due scuole superiori,
circa 1.500 ricercatori nell’area di ricerca del CNR, ma anche presso INFN e
INFM. A questi vanno aggiunte altre persone a vario titolo coinvolte
nell’attività di ricerca pubblica, centinaia di dottorandi e contrattisti,
oltre a circa 47.000 studenti, e i 6.200 addetti impiegati nelle oltre 200
imprese high-tech operanti nell’area. F: FB Calabria-live 25.04.23.
ANALISI COMPARATIVA DELLE RETRIBUZIONI DEI
PROFESSORI UNIVERSITARI IN ITALIA, GERMANIA, REGNO UNITO E FRANCIA
L’analisi è
fatta in termini di remunerazione netta, che è comprensiva della quota base e
della quota variabile (dove prevista). In Francia la quota variabile è normata, mentre in Germania e Regno Unito è
frutto di negoziazione individuale. Al fine dell'analisi la si assume pari al
20%. La quota variabile tiene conto della situazione familiare, di
diseguaglianze regionali, di eventuali benefit e premi di produttività. Sono
considerate nell'analisi solo le università pubbliche. Sono considerate
nell'analisi solo le università pubbliche. Per le università private non è
infatti
prevista una
scala salariale, ma la remunerazione viene negoziata con la singola
istituzione.
L’ Italia è
fortemente penalizzata nelle retribuzioni all’ingresso (v. grafico*): per i
ricercatori si evidenzia un gap rilevante (lo stipendio netto andrebbe
incrementato da un minimo del 50% a un massimo dell’86%). Per i professori
associati e ordinari il gap degli stipendi netti rispetto a Germania e Regno
Unito è compreso tra il 30% e il 70%. Anche con la Francia, tenendo conto
dell’anzianità, il gap è pari al 18% e al 7% rispettivamente per associati e
ordinari. Fonti: Siti ministeriali. Anno di rifer.to 2021. HERe (Higher
Education Research) della Fondazione Crui.
PROROGA DELLE CHIAMATE IN RUOLO DI RICERCATORI E PROFESSORI
Nel DL milleproroghe
per il personale docente è prevista una proroga dell’art 24 comma 6 della legge
240/2010 sino al 30 dicembre 2025 (procedura riservata per la chiamata nel
ruolo di professore di prima e seconda fascia di professori di seconda fascia e
ricercatori a tempo indeterminato in servizio nell’università medesima che
abbiano conseguito l’abilitazione scientifica). In particolare, a fronte di un
Piano straordinario di assunzioni del personale a regime nel 2023 e 2024, è
importante che per ogni ateneo sia possibile in sede di programmazione
distinguere le procedure di nuova assunzione (e quindi allargamento degli
organici) da quelle di progressione di carriera (che interessano solo una quota
ridotta di risorse). Bene allora che questa proroga sia per tutta la durata del
piano straordinario (sino a fine 2025), ma questi anni a disposizione dovranno
esser usati da una parte per una revisione generale delle procedure di
chiamata, dall’altro soprattutto per un piano straordinario strutturale in
grado di affrontare i 40mila posti vacanti nella docenza universitaria (come
ricordato dalla relazione di accompagnamento della legge di bilancio 2022). Da
segnalare, in questo quadro, che l’art. 28, comma 7, dello Schema di decreto
sul PNRR prevede l’inserimento nella programmazione di un ulteriore vincolo
(introducendo un comma 4-bis all’art 18 della legge 240/2010), in cui si
riserva almeno un quinto dei nuovi bandi per professori ordinari a docenti che
non siano professori di prima fascia già in servizio. F: Flc Cgil. Decreto
legge milleproroghe 2023, testo proposto dalle commissioni permanenti 1 e 5
riunite del Senato.
ERRONEO CHIAMARE UN PROFESSORE UNIVERSITARIO
DI RUOLO DI PRIMA FASCIA SENZA EFFETTUARE ALCUN CHIARIMENTO SU QUALI
FOSSERO I TITOLI VALUTABILI
Il TAR Lazio,
sent. 17.03.23 n. 4699, pronunciandosi nell’ambito di un giudizio avverso
l’esito di una procedura valutativa ai sensi dell’art. 24, comma 6, della legge
n. 240/2010 per la chiamata di un professore universitario di ruolo di prima
fascia, ha accolto il ricorso in quanto la Commissione, pur essendo
specificamente obbligata dal bando, non ha provveduto alla predeterminazione
dei criteri per la valutazione delle pubblicazioni scientifiche, del curriculum
complessivo e dell’attività didattica dei candidati, limitandosi a replicare
pedissequamente quanto previsto, in termini generali, dal bando medesimo. In
altre parole – secondo il Collegio – la Commissione si è limitata a ribadire
gli stessi criteri previsti dal bando senza l’attribuzione di singoli e specifici
pesi o punteggi né in relazione agli stessi, né per i diversi ulteriori
elementi costituenti oggetto della valutazione (titoli, curriculum,
pubblicazioni), e senza effettuare alcun chiarimento su quali fossero i titoli
valutabili. ”Tale modus procedendi – per il Collegio – si pone in aperto
contrasto con il bando, oltre che con i generali principi dell’azione
amministrativa”. F: Oss. Univ. marzo 2023.
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TRATTAMENTO
GIURIDICO ED ECONOMICO DEGLI EX LETTORI DI MADRE LINGUA STRANIERA
DECRETO 24
maggio 2023 Modifica del decreto 16
agosto 2019, concernente l'adozione dello schema tipo di contratto integrativo
di sede volto al superamento del contenzioso degli ex lettori di madre lingua
straniera e i criteri di ripartizione del cofinanziamento delle universita'
statali. (GU Serie Generale n.147 del 26-06-2023)
1. L'art. 1 del
decreto interministeriale 16 agosto 2019, n. 765, e' sostituito dal seguente:
Art. 1 (Finalità
e ambito di applicazione).
1. Per le
finalita' di cui in premessa, il Fondo per il finanziamento ordinario delle
università, nei limiti dell'incremento di euro 8.705.000 disposto a decorrere
dall'anno 2017 dall'articolo 11 della legge 20 novembre 2017, n. 167, è
destinato a cofinanziare la ricostruzione di carriera, effettuata dagli Atenei
statali, in favore degli exlettori di madrelingua straniera ancorchè cessati
dal servizio, secondo le prescrizioni dell'articolo 1 del decreto-legge 14
gennaio 2004, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2004, n. 63, come interpretato dall'articolo
26, comma 3, della legge 30 dicembre 2010, n. 240. Si intende per ex lettore di
madrelingua straniera il soggetto che riveste o ha rivestito la qualifica di
lettore di madrelingua straniera assunto ai sensi dell'articolo 28 del decreto del Presidente della
Repubblica 11 luglio 1980, n. 82, prima
della sua assunzione come collaboratore esperto linguistico.
PROFESSORI UNIVERSITARI. IL CDS RIBADISCE
L’ABROGAZIONE DÌ UN ASSEGNO AD PERSONAM AL RIENTRO NEI RUOLI PRESSO L’AMMINISTRAZIONE
DI APPARTENENZA (Nota a: Cons. Stato, Ad. Plen. 5 agosto
2022, n. 9)
Autrice: Giulia
Taraborrelli. Giornale di diritto amministrativo, 2023, n. 2, pp. 224-231.
L’Adunanza
plenaria del Consiglio di Stato ribadisce l’orientamento giurisprudenziale
secondo cui l’art. 1, comma 458, L. 27 dicembre 2013, n. 147 ha abrogato per
rinnovazione della materia l’art. 3, L. 3 maggio 1971, n. 312, che stabiliva
l’erogazione di un assegno ad personam per i professori universitari al rientro
nei ruoli presso l’amministrazione di appartenenza alla cessazione del mandato
di componente c.d. laico del C.S.M., nonostante il rapporto di pubblico impiego
sia sorto anteriormente all’entrata in vigore della legge e sia ancora
pendente. La pronuncia afferma che la norma, pur costituendo un’ipotesi di
retroattività c.d. impropria, è compatibile con il principio del legittimo
affidamento, poiché risponde alle esigenze di contenimento della spesa pubblica
e di uniformazione del trattamento economico dei dipendenti pubblici in caso di
passaggio di carriera, evitando l’imposizione di “oneri individuali eccessivi”
a carico degli interessati. (Abstract a cura dell’Autrice)
I PROFESSORI UNIVERSITARI E I RICERCATORI A
TEMPO PIENO POTRANNO SVOLGERE ATTIVITÀ EXTRA ISTITUZIONALI IN FAVORE DÌ ENTI
PUBBLICI, PRIVATI E PER FINI DI GIUSTIZIA
Un emendamento
al decreto Pa, chiarisce definitivamente che i professori universitari e i
ricercatori a tempo pieno potranno svolgere attività extra istituzionali in
favore di enti pubblici, privati e per fini di giustizia (come, ad esempio, le
perizie mediche). La vicepresidente della commissione Istruzione e prima
firmataria di un emendamento al decreto Pa: “Un piccolo grande passo affinché
le menti brillanti tornino nel nostro Paese dall’estero e contro la fuga dei
cervelli dall’Italia”. F: varese7.press.it maggio 2023.
ll
PROCEDIMENTO DISCIPLINARE DEI PROFESSORI E RICERCATORI
Il procedimento disciplinare dei professori
e ricercatori universitari ha come fonte legislativa l’art. 10 della l. 30/12/2010
n. 240 e smi. Trattandosi di rapporti di lavoro rimasti esclusi dalla
contrattualizzazione del pubblico impiego, avviata nel 1992, la materia è
assoggettata al diritto amministrativo per cui, laddove non vi sia una
disposizione legislativa speciale, ai procedimenti si applicano le disposizioni
di cui alla l. 07/08/1990 n. 241 e smi, laddove compatibili. Tanto vale anche
per i professori e ricercatori delle università libere (TAR Lazio, Roma, sez.
III, sent. 3/12/2021, n. 12845; TRGA, Bolzano, sent. 02/04/2019, n. 89). F: M.
Asaro rivistalabor.it maggio 2023.
IL DOCENTE PUNITO CON LA SOSPENSIONE PUÒ POI
DIRIGERE UNA STRUTTURA UNIVERSITARIA?
La sanzione
disciplinare accessoria della perdita dell’elettorato passivo per la direzione
di “istituzione universitaria” riguarda non solo le cariche formalmente
equiparate a quella di rettore ma a tutte le funzioni direttive accademiche.
Tra le istituzioni universitarie vi sarebbero dunque anche gli organi interni
all’Ateneo nominati sulla base del consenso elettorale, a sua volta fondato
sulla fiducia nel o nei candidati, che presuppone un giudizio di apprezzabilità
ed onorabilità del medesimo (Consiglio di Stato, Sez. VII, sentenza 18 aprile
2023, n. 3877). F: altalex Maggio 2023.
.
RICERCATORI DELLA FONDAZIONE TELETHON. NON
PIÙ CONTRATTI «PRECARI E ATIPICI»
Non più
contratti «precari e atipici» per i ricercatori della Fondazione Telethon. Gli
scienziati interni all’ente diventano a tutti gli effetti figure protette da
assunzione con tutti i vantaggi che ne derivano sul piano di retribuzione,
tutela assicurativa, ferie, avanzamenti di carriera. Lo prevede un accordo
collettivo, il primo in Italia di questo genere, per la ricerca privata non
industriale che potrà essere adottato da altri centri della stessa natura, estranei
al sistema pubblico. La novità dovrebbe rendere l’Italia anche più attraente
per gli stranieri. F: CdS 24.04.23.
PROCEDURA DI CHIAMATA PER UN POSTO DI
PROFESSORE DI PRIMA FASCIA E DISOMOGENEITÀ NELL’APPLICAZIONE DEI CRITERI DI
VALUTAZIONE
Con sentenza del
24 maggio 2023, n. 8830, il TAR Lazio, Roma, Sez. III ter, nell’ambito di un
giudizio avente a oggetto l’impugnazione dell’esito di una procedura di
chiamata per un posto di professore di prima fascia ai sensi dell’art. 18,
comma 1 della legge n. 240/2010, ha accolto il ricorso, sul presupposto che la
Commissione avesse applicato i criteri di valutazione in maniera disomogenea,
con manifesta disparita di trattamento fra i candidati. In particolare, il
giudice amministrativo, con riferimento alla valutazione dell’attività
didattica da parte della Commissione, ha rilevato come ”del tutto
illogicamente” uno stesso insegnamento è stato considerato solo ”parzialmente
congruente con la selezione in esame” relativamente al ricorrente, mentre è
stato ritenuto “perfettamente congruente” con la selezione con riguardo
all’esame dell’attività del vincitore. F: Oss. Univ. Maggio 2023.
CHIAMATA DIRETTA DEI DOCENTI UNIVERSITARI,
ANCHE STRANIERI NEL DECRETO PA APPROVATO ALLA CAMERA CON EMENDAMENTI
Per favorire il raggiungimento
degli obiettivi del PNRR, entro il 31.12.25 le università statali e non statali
direttamente impegnate nel rafforzamento e nella creazione di infrastrutture di
ricerca o infrastrutture tecnologiche di innovazione possano procedere – nell’ambito
delle relative disponibilità di bilancio e a valere sulle facoltà assunzionali
disponibili a legislazione vigente – alle chiamate
dirette anche in deroga ai requisiti temporali stabiliti all’articolo 1,
comma 9, della legge n. 230/2005. La finalità della disposizione introdotta è
quella di conseguire gli obiettivi del PNRR per la Missione 4, «Istruzione e
Ricerca» – Componente 2, «Dalla ricerca all’impresa» – Linea di investimento
3.1, «Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di
ricerca e innovazione» e di favorire l’apporto delle migliori professionalità
accademiche e di ricerca nonché il rientro dei migliori studiosi dall’estero.
La chiamata diretta riguarda: studiosi stabilmente impegnati presso istituti
universitari o di ricerca esteri, anche se ubicati sul territorio italiano, in
attività di ricerca o insegnamento a livello universitario che ricoprono presso
istituzioni universitarie o di ricerca estere una posizione accademica
equipollente a quella riportata in tabelle aggiornate dal MUR; nonché studiosi
risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta
qualificazione. F: lavoroediritti.com Giugno 2023.
PROROGA DEGLI ASSEGNI DI RICERCA
La Flc Cgil ha
rilevato che la proroga degli assegni di ricerca (art. 6 comma 1 del decreto
Milleproroghe) rischia solo di rilanciare il precariato universitario: tanto
più che nello Schema di nuovo decreto in discussione (art. 28, comma 6) si
prevede l’eliminazione del tetto di spesa indebitamente introdotto dalla revisione
del preruolo all’art. 22, comma 6, della legge 240/2010, ma solo in relazione
alle risorse del PNRR e a quelle derivanti da progetti di ricerca, nazionali o
internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi, solo
per il periodo di attuazione dello stesso PNRR (cioè, solo fino al 2026).
DECRETO-LEGGE 75/2023. VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE TECNICO- AMMINISTRATIVO DEGLI ATENEI
Le università statali riceveranno un finanziamento per valorizzare il personale tecnico-amministrativo e raggiungere obiettivi più elevati nell’ambito della didattica, della ricerca e della terza missione. Ogni università assegnerà il 50% delle risorse al personale coinvolto in progetti specifici per raggiungere tali obiettivi, entro un limite massimo del 15% del trattamento annuo lordo. I criteri per l’assegnazione saranno stabiliti tramite negoziato collettivo, rispettando le disposizioni del contratto collettivo nazionale. L’altra metà delle risorse sarà aggiunta al trattamento fondamentale del personale, come stabilito dal contratto collettivo nazionale. F:agdig Luglio 2023.
DOTTORATO
GLI ACCESSI A PERCORSI DI DOTTORATO
AUMENTANO CON CONTINUITÀ
Nel 2024
conseguirà il dottorato un numero di studenti del 46% maggiore di quelli che
l’hanno ottenuto nel 2021; dall’A.A. 2015/2016 gli accessi a percorsi di
dottorato aumentano con continuità. Nell’A.A. 2021/22, ultimo per cui sono
disponibili i dati, gli accessi sono stati 15.178, pari al 29% in più di quelli
dell’A.A. precedente (V. grafico).
Gli atenei di Bologna, Federico II e Milano Politecnico, sono i tre che hanno
visto crescere maggiormente il loro peso a livello nazionale: nell’A.A. 2015/16
gli accessi a dottorati registrati in questi atenei valeva rispettivamente il
4,3%, il 3,3% e il 3,2% degli accessi nazionali, valori saliti al 5,6%, 4,5% e
4,2% nell’A.A. 2021/22. I numeri sono positivi, ma emergono criticità su
quattro fronti.
Il livello di soddisfazione di chi
conclude il percorso è poco convincente: secondo un’indagine AlmaLaurea su
oltre 4.000 dottorati che hanno conseguito il titolo nel 2021, solo il 65,7% di
loro rifarebbe esattamente lo stesso percorso nello stesso ateneo, mentre il
24,5% tornando indietro sceglierebbe di partire all’estero per fare il
dottorato o proprio non si iscriverebbe a un dottorato.
L’accademia non può accogliere tutti. Secondo un’indagine realizzata su 500
studenti delle triennali, il 70% dei rispondenti è molto o abbastanza d’accordo
con l’idea che il dottorato sia utile per iniziare una carriera accademica,
mentre solo il 52% ritiene che sia abbastanza o molto utile per lavorare in
azienda. Questa “vocazione” accademica del titolo si riflette anche nei dati di
AlmaLaurea, secondo cui il 29% dei dottorati intende intraprendere una carriera
accademica in Italia.
La carriera non accademica appare ancora un seconda
best, sebbene sia questo,
necessariamente, lo sbocco professionale che avrà davanti la maggior parte dei
dottori di ricerca. Secondo i dati AlmaLaurea, solo il 15% dei neo-dottori di
ricerca ambisce a ricoprire una posizione di alta professionalità alle
dipendenze del settore pubblico o privato slegata dalle attività di ricerca.
il riconoscimento del mercato del lavoro è
eterogeneo. Secondo i dati
della rilevazione AlmaLaurea su oltre 5.000 dottori di ricerca che hanno
conseguito il titolo nel 2020, il salario netto mensile dei dottori di ricerca
a un anno dalla laurea è di €1.784 e presenta oscillazioni rilevanti. I
dottorati che ottengono un salario più elevato sono quelli in Scienze della
Vita (cioè scienze biologiche, mediche, agrarie e veterinarie), il cui
stipendio medio mensile è di 1.966€ mensili, mentre i dottorati meno pagati
sono quelli in Scienze Umane (Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e
storico artistiche, storiche e filosofiche, pedagogiche e psicologiche) il cui
salario netto medio mensile rilevato è di €1.482. F: Talent Venture 21.04.23.
NUMERO DÌ DOTTORANDI ISCRITTI IN PAESI EU.
BANDITE 18.700 NUOVE BORSE DÌ DOTTORATO IN ITALIA. RISORSE DEL PNRR PER
DOTTORATI INNOVATIVI
Il Paese in cui
è iscritto il maggior numero di dottorandi è la Germania con 201.800, che
corrispondono a ca. il 30% dei dottorandi europei. Seguono Spagna (90.755),
Francia (66.901) e Polonia (39.269). L’Italia è il 6° paese per numero di
dottorandi, 29.480. In fondo alla classifica troviamo Cipro (1.492),
Lussemburgo (819) e Malta (177).
Il settore in
cui ci sono più dottorandi è quello scientifico e tecnologico, come attesta
Eurostat. Nel 2019 conta il 41,6% degli studenti. Tra gli stati membri, questo
ambito registra la quota maggiore in Lussemburgo (circa il 50%). Risulta molto
popolare anche in Francia, Italia, Germania, Repubblica Ceca e Estonia con
valori che variano tra il 49,7% e il 45,3%. Le quote minori sono registrate in
Ungheria (31,7%), Grecia (30,7%) e Bulgaria (28,6%). Per quel che riguarda gli
altri settori, risultano più seguiti quello di scienze sociali, economia e
giurisprudenza (20,3%) e quello dell’educazione, dell’arte e delle discipline
umanistiche (19,2%). In fondo, l’ambito medico e sanitario (15,7%) e quello
agricolo e veterinario (2,7%).
La ministra
dell'UR ha firmato i decreti per 18.770 nuove borse di dottorato, un
investimento di €726 milioni, bandite dall'A.A. 2023-2024 e in maggioranza
(13.292) per finanziare dottorati innovativi. È online la piattaforma
“dottorati imprese”, lo strumento che intende fornire un luogo di incontro tra
l’offerta di progetti di ricerca da parte delle realtà accademiche e il mondo
delle imprese. La piattaforma, realizzata da in collaborazione tra MUR e CRUI, è
uno degli strumenti con cui si punta a promuovere i dottorati innovativi,
percorsi di alta specializzazione post-laurea che mirano a formare
professionalità con competenze di ricerca scientifica avanzata e
professionalità di alto livello, caratterizzati dal forte interesse industriale
e dal coinvolgimento di imprese. A questo scopo, attraverso le risorse del
PNRR (Missione 4, Componente 2,
Investimento 3.3), saranno messe a disposizione 15.000 borse di studio
sostenute al 50% per una dotazione totale di €45 milioni. F: innovationpost,
openpolis Aprile 2023.
IL POTERE D'ACQUISTO DEI DOTTORANDI
Il dottorato in Italia
sul piano giuridico è considerato come un mero percorso di studi, mentre in
ambito europeo il periodo è considerato quasi sempre formazione-lavoro e offre,
in termini di retribuzione e durata, prospettive future assai migliori. Il
potere d'acquisto dei dottorandi è fermo dal 2008 ed è significativamente più
basso rispetto a colleghi di altri Paesi europei. I recenti aumenti della borsa
non compensano le perdite dovute all'inflazione cumulata negli ultimi 15 anni.
Per la maggioranza degli interpellati l'assegno di dottorato serve a coprire le
spese quotidiane, ma l'affitto di un monolocale è superiore al 40% dell'importo
dell'assegno di studio in tutte le maggiori città italiane. F: Indagine ADI, CZ
Rep. Aprile 2023.
LA CRISI ABITATIVA E LOCATIVA RIGUARDA GLI
STUDENTI MA ANCHE I DOTTORI DI RICERCA E GLI ASSEGNISTI
La crisi
abitativa e locativa, alimentata dall’inflazione, dalla speculazione e dalla
gentrificazione dei centri urbani, non riguarda solo la componente studentesca
ma, più in generale, tutte le categorie lavorative subalterne, ivi comprese
quelle appartenenti al mondo della ricerca universitaria. In Italia le
condizioni di lavoro nel dottorato di ricerca, rendono estremamente difficile
una vita indipendente in tutti i maggiori centri urbani ai dottorandi, per
prezzi superiori a 10€/mq. Per accedere al più alto titolo di studio, è meglio
dunque avere una famiglia che possa e sappia sostenere il dottorando. E la
situazione non migliora certamente per gli assegnisti di ricerca la cui
condizione precaria e parasubordinata è decantata dalla ministra Bernini come
“libertà di fare ricerca”, a 1450 euro al mese. Il PNRR non inverte la rotta:
al netto della raggiungibilità o meno di tutti i target, la scelta di appaltare
al mercato – quello stesso mercato che ha generato l’attuale crisi – i benefici
economici del PNRR, facendo sgocciolare milioni sull’housing in partenariato
con il privato non sembra guardare né allo stato di cose presenti, né al
futuro. F: Roars Maggio 2023.
4.100 BORSE DI DOTTORATO SU TEMATICHE DI
RICERCA CONNESSE AGLI OBIETTIVI DEL PNRR
L'Italia è uno
dei paesi dell'Unione Europea con il più basso numero di dottori di ricerca.
Ogni anno solo 1/1.000 nella fascia di età tra 25 e 34 anni completa un
programma di dottorato, contro una media UE di 1,5/1.000 (in Germania sono
2,1/1.000). Per questo il PNRR, attraverso il MUR, ha messo a disposizione,
nell’arco di 3 anni, €700 milioni a livello nazionale. Di questi, €250 milioni
vanno a finanziare 4.100 borse di dottorato su tematiche di ricerca connesse
agli obiettivi del PNRR, in particolar modo l’innovazione della pubblica
amministrazione e la valorizzazione del patrimonio culturale. Gli altri 450
milioni, invece, sono destinati a 15.000 borse di dottorato per attività di
ricerca in collaborazione con le imprese. F: magazineunibo.it Maggio 2023.
IL 2013 UN ANNO DI SVOLTA PER IL DOTTORATO DI RICERCA. NEGLI ANNI PIÙ
RECENTI IL NUMERO COMPLESSIVO DI DOTTORANDI DI RICERCA HA RIPRESO A CRESCERE E
NELL’A.A. 2021/22 SI ATTESTA A CIRCA 37 MILA ISCRITTI
Il 2013 è un anno di svolta
per il dottorato di ricerca italiano, nato solo all’inizio degli anni Ottanta.
La nuova procedura di accreditamento porta a una razionalizzazione del numero
di corsi e di iscritti. Il rapporto Anvur 2023 sul sistema della formazione
superiore e della ricerca riporta, tra l’altro, la serie storica del numero di
corsi e di iscritti al dottorato di ricerca, dal 2011-2012 al 2022-2023.
Entrambe le serie storiche mostrano una netta diminuzione tra l’anno accademico
2012-2013 e il successivo, dovuta, come scrive il rapporto, a un cambiamento
istituzionale: l’introduzione nel 2013 di una procedura di accreditamento,
gestita dalla stessa Anvur per conto del ministero.Nonostante la contrazione
nel numero di corsi di dottorato e dopo una prima flessione nel numero di
iscritti che si è registrata a metà dell’ultimo decennio (circa 7 mila
dottorandi in meno nell’a.a. 2016/17, con una riduzione del 20% rispetto
all’a.a. 2011/12), negli anni più recenti il numero complessivo di dottorandi
di ricerca ha ripreso a crescere e nell’a.a. 2021/22 si attesta a circa 37 mila
iscritti. F: G. Ballardino,
lavoce.info 10-07-23.
FINANZIAMENTI
DECRETO MUR. FFO, IL FONDO PER IL FINANZIAMENTO ORDINARIO DELLE
UNIVERSITÀ STATALI ARRIVA A €9,2 MILIARDI
Il fondo è stato aumentato del
6,35% rispetto agli 8,6 miliardi stanziati nell’anno precedente, ed è di 2,5
miliardi la quota premiale per le università contro i circa 2,3 milioni del
2022. Oltre 4,3 miliardi sono destinati alla quota base, di cui 2,2
miliardi distribuiti sulla base dei costi standard di formazione degli studenti
iscritti, con un incremento di 200 milioni rispetto al 2022. In totale, poi,
ammonta a circa €300 milioni (con un aumento di 225 milioni) lo stanziamento
per il nuovo piano straordinario di reclutamento del personale per le
università avviato nel 2022. A queste risorse si aggiungeranno ulteriori 340
milioni per le nuove assunzioni previste dal 2024. Raddoppia, poi, a 30 milioni - come previsto
dalla legge di bilancio 2022 - l’incremento dello stanziamento previsto per adeguare
l’importo delle borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato. La
dotazione per gli interventi perequativi rimane invariata e prevede uno stanziamento
di €150 milioni, anche se per gli atenei è diminuita l’incidenza percentuale
(da 1,7% a 1,6%) per via dell’incremento complessivo del Fondo di finanziamento
delle università. F: skuola.net
Luglio 2023.
NOTA SINDACALE (FLC CGIL) AGGIUNTIVA SUL FONDO DI FINANZIAMENTO
ORDINARIO (FFO)
Il fondo di finanziamento
ordinario copre poco più di 2/3
delle risorse complessive che usano gli atenei: un cruciale 15% deriva dalla
tassazione studentesca (in diversi atenei sopra il limite del 20%, come ha
sottolineato la Corte dei Conti nel 2021) e la restante parte deriva da altre
risorse (in particolare progetti di ricerca europei e internazionali, conto
terzi, risorse da enti locali e fondazioni bancarie del territorio, scarsissime
risorse private). Il FFO 2023 si colloca intorno ai 9,205 miliardi di euro.
L’aumento nominale rispetto allo scorso anno è di 550 milioni di euro (+6,3%).
Tuttavia, per effetto dell’inflazione, le risorse reali sono in realtà
diminuite del 3,18% rispetto all’anno precedente, del 4,49% rispetto al nuovo
picco del 2021. Continua a contrarsi la percentuale della quota base del FFO: lo stanziamento 2023 è di 4.321.272.084 euro.
Da un punto di vista nominale, per la prima volta dal 2008 assistiamo ad un suo
incremento (pari al 2,63%). In realtà, però, diminuisce significativamente il
suo peso sul Fondo complessivo, attestandosi oramai sotto al 50% e in continuo
calo. Nel 2023 siamo al 46,95% (quasi due punti percentuali in meno del 48,64%
dello scorso anno). Continua a
crescere la quota premiale, cioè la parte delle risorse distribuita
secondo criteri e parametri di valutazione decisi centralmente. Nel 2023 arriva
a 2,5 miliardi di euro, crescendo di 164 milioni di euro rispetto lo scorso
anno (+7%), per rimanere al 27% del Fondo complessivo. Rimane a 150 mln di euro
la quota
perequativa, dopo esser calata lo scorso anno dai precedenti 175 mln di
euro (-14,3%). F: FlcCgil.
FINANZIAMENTO PUBBLICO PER LA SANITÀ
La Nota
d’Aggiornamento del DEF nel triennio 2023-2025 prevede una riduzione della
spesa sanitaria media dell’1,13% per anno e un rapporto spesa sanitaria/PIL che
nel 2025 precipita al 6%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. Nel 2021 la
spesa pubblica pro-capite nel nostro Paese è inferiore alla media OCSE ($ 3.052
vs $ 3.488) e in Europa ci collochiamo al 16° posto: ben 15 Paesi investono di
più in sanità, con un gap che va dai $ 285 della Repubblica Ceca ai $ 3.299
della Germania. F: Sanità24 IlSole24Ore Aprile 2023.
SPESA PUBBLICA SUL PIL PER l'UNIVERSITÀ
In Italia è
bassa la quota di spesa pubblica sul PIL per l'università, poco più dello 0,3%,
contro un valore medio dello 0,8% dell’area euro. Di conseguenza la differenza
fra l'Italia, che nel 2020 ha speso il 4,3% del suo Pil in istruzione, e la
media europea del 4,9% sarebbe dovuta soprattutto alla minore spesa per
l'università. F: Dossier Fondazione Agnelli maggio 2023..
LAUREE
- FORMAZIONE POST LAUREA - ITS - OCCUPAZIONE
CORSI DÌ LAUREA
In base ai dati forniti dagli
atenei al Sole24Ore emerge che ci sono 2.181 corsi a numero chiuso, 1.270 in
lingua straniera (di cui 666 in inglese), 826 doble egre e 220 lauree alle
università telematiche. Green e Digitale, dall’ambiente
fino all’intelligenza artificiale, sono i due motori che spingono i corsi di
laurea attivati dalle università per l’A.A. 2023/2024 a quota 5.500 (compresi
300 corsi interateneo), circa 200 proposte in più rispetto allo scorso
anno: 2.532 triennali, 2.618 magistrali e 350 magistrali a ciclo unico. F:
younipa.it Luglio 2023.
IN ITALIA SI LAUREANO POCHISSIMI GIOVANI
RISPETTO AL RESTO D’EUROPA SE METTIAMO TUTTI I LIVELLI DI ISTRUZIONE POST
DIPLOMA IN UN UNICO CONTENITORE, QUELLO DELL’EDUCAZIONE TERZIARIA
Un dato
emergerebbe dall’ultima rilevazione di Eurostat: in Italia si laureerebbero
pochissimi ragazzi rispetto al resto d’Europa. Nel complesso sembra vero. Se
mettiamo tutti i livelli di istruzione post diploma in un unico contenitore
(quello della Tertiary Education) in Italia nel 2021, i 30-34enni in possesso
di un titolo di studio terziario sono il 26,8%, una percentuale nettamente
inferiore alla media UE, che raggiunge il 41,6%. Parliamo di una quota che,
negli ultimi anni, è rimasta pressoché invariata, quando invece l’obiettivo
europeo è raggiungere il 45% entro il 2030 nella classe 25-34 anni, come
definito nella risoluzione del Consiglio sul “Quadro strategico per la
cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione”. Eppure,
se andiamo a vedere i dati precisi degli studenti attualmente iscritti emerge
una situazione diversa. Che cosa significa “laureati”? All’estero sono molto
più diffusi i corsi a ciclo breve
professionalizzanti post diploma, erogati dagli Istituti Tecnici Superiori
e molto diffusi ad esempio in Francia e Spagna, dove rappresentano una fetta
considerevole dei titoli terziari conseguiti. Questi corsi sono conteggiati fra
l’educazione terziaria, insieme a lauree triennali e magistrali (che all’estero
si chiamano rispettivamente Bachelors, Master Degrees) e a dottorati (PhD). In
realtà, tolti questi corsi professionalizzanti, i ragazzi che ottengono una
laurea triennale in Italia non sono meno rispetto ad altri paesi, e non sono
pochi coloro che studiano alla laurea magistrale. Se ci confrontiamo con i
paesi con un numero di abitanti simili al nostro (Francia, Spagna, Germania), siamo
il secondo paese dopo la Germania per numero di studenti triennali. Siamo
invece un po’ più lontani per numero di studenti magistrali e soprattutto per
ragazzi che stanno studiando per conseguire il dottorato. Prima di utilizzare
aggettivi come “tanti” o “pochi” è comunque d’uopo mettersi d’accordo con noi
stessi su che cosa stiamo cercando di misurare: il numero di ragazzi formati
adeguatamente per entrare subito in un mondo del lavoro che richiede sempre più
un’alta specializzazione, oppure il livello “culturale” delle prossime
generazioni, qualsiasi cosa questa parola voglia dire? Il termine è vago: basta
una laurea triennale o magistrale per dirsi più colti di chi non la possiede? O
vogliamo misurare, invece, il numero di giovani che ottiene un titolo di studio
per poter svolgere una professione specialistica? In questo caso vale
l’obiezione che non per tutte le professioni serve una laurea. F: C. Da Rold.
Il Sole 24 Ore 22.03.23.
RAPPORTO ALMALAUREA. TASSO DI OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONE DEI LAUREATI
Nel 2022 il tasso di occupazione a un anno dal
titolo accademico è stato del 75,4% tra i LAUREATI di primo livello e del 77,1%
tra i laureati di secondo livello. Numeri che, dopo cinque anni, raggiungono
rispettivamente il 92,1% e l’88,7%. Hanno, in media, retribuzioni superiori i laureati dei gruppi medico-sanitario e
farmaceutico (+272 € mensili netti), informatica e tecnologie ICT (+207 €),
ingegneria industriale e dell'informazione (+204 €), economico (+109 €), nonché
scientifico (+71 €), dell’educazione e formazione (+62 €) e delle scienze
motorie e sportive (+46 €). Più svantaggiati sono, invece, i laureati del
gruppo giuridico (-102 € mensili netti) ma anche quelli di architettura e
ingegneria civile (-43 € mensili netti), psicologico (-40 €) e del settore arte
e design (-32 €). F: Rapporto AlmaLaurea Luglio 2023.
NUOVO ESAME DI STATO 2023 PER AVVOCATI
Approvato dalle competenti
commissioni della Camera dei deputati un emendamento al testo della legge di
conversione del d.l. n. 51 del 2023. È
stato aggiunto al testo della legge in corso d’approvazione, l'art. 4 bis (Proroga della disciplina speciale dell'esame
di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato).
La nuova norma prevede che, per la sola sessione d'esame 2023, gli aspiranti
avvocati dovranno sostenere un'unica prova scritta che consiste nella redazione
di un atto giudiziario che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di
diritto processuale, su un quesito proposto in materia scelta dal candidato tra
il diritto civile, il diritto penale e il diritto amministrativo. Superata la prova scritta con un punteggio
almeno di 18 punti, il candidato è ammesso alla prova orale che si articola in
tre fasi. F: studiocataldi.it Luglio 2023.
GAP ITALIA-UE NEL TASSO D’OCCUPAZIONE DEI
LAUREATI
Per i 30-34enni laureati italiani il divario tra il
loro tasso d’occupazione e quello dei coetanei europei con lo stesso titolo di
studio è del 3,4%, più basso oggi che 2019 e persino che nel 2007. Se in
generale il gap italia-Ue nel tasso
d’occupazione dei laureati 30-34enni è del 3,4%, nel caso delle donne è del
3,1%, mentre tra le 25-29enni, dove pure abbiamo cifre più grandi, è del 17,5%
a fronte di uno medio del 19,5 per cento. linkiesta. F: Eurostat Maggio 2023.
LE IMPRESE ITALIANE A CACCIA DI 52MILA
DIPLOMATI NEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI
Le imprese
italiane sono a caccia di 52mila diplomati negli Istituti tecnici superiori. Ma
la difficoltà di reperimento riguarda il 56% delle assunzioni, specie quelli
dell’area elettronica, informatica e meccanica. I più difficili da trovare sono
i tecnici elettronici (difficoltà di reperimento al 74,6% delle entrate
programmate nel 2022), i progettisti e amministratori di sistemi e gli analisti
e progettisti di software (64,6%), gli elettricisti nelle costruzioni civili
(63,5%), gli attrezzisti di macchine utensili (61,7%). F: corcom. Rilevazioni
di Unioncamere, su base Excelsior e Anpal, Marzo 2023.
LA LEADERSHIP DEI VOTI PIÙ ALTI TRA I
LAUREATI
Fra tutti i
laureati del 2022 (triennali, magistrali, ciclo unico) sono quelli di ambito
letterario umanistico a tenere la leadership dei voti più alti di tutti, con
una media agli esami di quasi 28 (27,9) e un voto di laurea medio pari a 107,3.
Dopodiché le classifiche si dividono: subito dopo gli ‘umanisti’, la migliore
performance agli esami per i laureati di arte e design (27,3), per quelli di
ambito psicologico (26,8), di ambito linguistico (26,8) e medico-sanitario e
farmaceutico (26,6). Mentre concentrandoci sulle lauree, se la cavano meglio
gli universitari di ambito medico-sanitario e farmaceutico (106,4), artistico e
design (105,3), scientifico (104,2) e psicologico (104). F: farodiroma
17.04.23.
RINUNCIA AGLI STUDI
Secondo
Eurostat, a spingere alla rinuncia agli studi sono varie motivazioni. Per il 24
per cento degli ex-studenti, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, l’addio al
sogno della laurea è stato dettato dal desiderio di fare il proprio ingresso
nel mondo del lavoro. Gli abbandoni universitari causati dalla voglia di
trovare un impiego sono più frequenti tra gli uomini. Tra le donne, invece, a
pesare sulla decisione di lasciare l’università sono per lo più ragioni legate
alla famiglia (tra cui i costi da sostenere). Un buon numero di giovani, ad
ogni modo, dice addio alla meta della laurea per le difficoltà incontrare dal
punto di vista dello studio. Nella classifica dei paesi UE con il maggior
numero di abbandoni universitari il primo posto va alla Francia con un terzo
del totale delle rinunce agli studi, avendo registrato nel 2016 1.114.900
abbandoni a fronte di un ammontare complessivo pari a 3.319.400. L’Italia è al
secondo posto con 523.900 abbandoni. Al terzo posto il Regno Unito, con un
numero di studenti che hanno lasciato l’università pari a 404.200. La Germania
è tra i paesi più virtuosi, collocandosi con i suoi 165.500 abbandoni
universitari all’estremo opposto della classifica. F: Eurostat, farodiroma
18.04.23.
MISMATCH O DISALLINEAMENTO TRA IL NUMERO DEI
POSTI DI LAVORO E I TECNICI
Da anni c’è
disallineamento tra il numero dei posti di lavoro e i tecnici, che in molti
casi inizia nella fase di formazione poi nella mancanza di aggiornamento dei
settori a più alta specializzazione. Secondo la ministra del lavoro il lavoro
nei territori infatti c’è, “altrimenti non avremmo un’indicazione di 1.200.000
posti di lavoro disponibili che non si trovano”. Secondo il Borsino delle
professioni del Sistema Excelsior le figure più ricercate dal mercato del
lavoro sono soprattutto i tecnici della salute (61,3%); i tecnici della
gestione dei processi produttivi (60,7%); i tecnici in campo ingegneristico
(59,9%); gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni
(59,6%): i fabbri ferrai costruttori di utensili (76,8%); gli operai
specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (72,4%); i fonditori,
saldatori, lattonieri e montatori (71,5%). F: G. Buonamoneta, money 26.04.23.
MEDICINA.
PROFESSIONI SANITARIE. SSN
MEDICI. NUOVO IMBUTO FORMATIVO
Dal 2030, ci
saranno 32mila medici laureati in più rispetto ai pensionamenti, come spiega
Anaao Assomed, sindacato. Il rischio non è solamente a livello occupazionale ma
anche formativo, perché crescono i numeri degli iscritti a medicina ma non
quelli delle borse di specializzazione. Di fronte a 14mila laureati, infatti,
le borse sono ancora molte meno. Inoltre, se i posti aumenteranno ancora del
30% senza ritoccare i corsi di specializzazione, “tra 6 o 7 anni, un nuovo
imbuto formativo e successivamente, persistendo le attuali limitazioni alle
assunzioni del personale sanitario, un imbuto lavorativo, con circa 19mila
laureati ogni anno a fronte di una offerta di formazione post-lauream ferma a
16.600 – di cui 14.500 contratti di formazione specialistica e 2.100 borse per
la formazione in Medicina generale”, spiega Carlo Palermo, presidente di Anaao,
a Il Sole 24 Ore. (F: quotsan 12.04.23)
DIMINUZIONI E AUMENTI DELLE DOMANDE DI
AMMISSIONE AI CORSI DELLE PROFESSIONI SANITARIE
È in calo il
numero delle domande di ammissione ai 22 Corsi
di laurea triennale delle professioni sanitarie con 72.736 rispetto alle
78.074 dello scorso anno, pari al -6,8%. Al contrario, si rileva un aumento
delle domande per i Corsi di laurea
magistrale della professioni sanitarie, da 12.821 dello scorso anno alle
attuali 14.595, con +14%. L’aumento delle domande riguarda anche i Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico di
Medicina e Chirurgia e di Odontoiatria, con +2,2% dalle 63.972 domande dello
scorso anno alle attuali 65.378, registrate sul portale Universitaly del MUR
sulle 40 Università Statali. Per le Professioni Sanitarie, rispetto allo scorso
anno i posti a bando sono aumentati del +8,4%, da 30.451 a 32.998, a fronte di
un calo delle domande da 78.074 a 72.736, determinando di conseguenza una
riduzione. F: assocarenew.it 19.04.23.
DEPOTENZIAMENTO DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA
Tra il 2010 e il
2019 si è assistito ad un progressivo depotenziamento dell’assistenza
ospedaliera. Gli istituti di cura sono diminuiti da 1.165 a 1.054, con un
taglio di circa 25mila posti letto di degenza ordinaria (da 215mila a 190mila).
Mancano nel nostro Paese 30.000 medici, soprattutto ospedalieri, 70.000
infermieri e circa 100.000 posti letto. In queste condizioni sarà difficile
attuare ciò che è previsto dal PNRR sulla medicina territoriale, come anche il
Ministro Fitto ha di recente rilevato. F: FC CorSera 28.04.23.
SUGGERIMENTI PER LE SPECIALIZZAZIONI MEDICHE
NEL DOCUMENTO DEGLI ESPERTI NOMINATI DALLA MINISTRA BERNINI
Il c.d. «imbuto
formativo» negli ultimi anni è stato «riassorbito» grazie all’aumento dei
contratti per specializzarsi (con il record di 17.400 borse nel 2020). Ma resta
il nodo del loro finanziamento a lungo termine, oltre al «problema di
attrattività di alcune specialità» dalle quali i nuovi camici bianchi rifuggono
perché troppo stressanti e poco remunerative, a cominciare dai reparti di pronto soccorso a quelli di terapia intensiva. Infatti la «mera
azione di aumento del numero di posti per tali specialità non appare idonea a
risolvere il problema della carenza di medici specialisti in tali branche». Il
documento suggerisce un ripensamento della scuola di specializzazione per la medicina d’urgenza (pronto soccorso) e
più in generale interventi di «valorizzazione della spinta vocazionale», ma
anche di «regolamentazione della possibilità di scelta» dei posti a bando
puntando anche alla «disincentivazione di scelte di “comodo”. F: M.Bar. e
E.Bru. IlSole24Ore 18.05.2023.
SSN. MEDICI, INFERMIERI. PRONTO SOCCORSO. MEDICINA TERRITORIALE
L’Italia ha un numero di medici
per mille abitanti in linea con la media dei paesi sviluppati. La dotazione italiana di medici
praticanti è più alta di quella di Olanda, Slovenia, Belgio e Francia.
Meglio dell’Italia, se così si può dire, fanno Grecia, Norvegia, Svizzera e
Islanda. Un problema specifico dell’Italia è
l’elevata età media dei medici, frutto di politiche di programmazione e posti
nelle scuole di specialità. L’Italia è sotto di
due infermieri
per mille abitanti rispetto ai paesi OCSE. Mancano 12 mila infermieri.
Tutti i paesi comparabili al nostro per Pil pro capite ne hanno un numero
superiore, fino ad arrivare alla Germania, che ha il doppio del valore
italiano. Dal 2022 in avanti, la spesa a legislazione
vigente è stata prevista in riduzione a €131,7 miliardi nel 2023, 128,7 nel
2024 e 129,4 nel 2025; variazioni che, in percentuale del Pil, dovrebbero
bruscamente riportare la spesa sanitaria dal 7,1 per cento
del 2022 al 6,1 per cento del 2025. La crisi
del pronto soccorso è la crisi della medicina territoriale: ci
dimentichiamo periodicamente che larga parte degli accessi, quelli che
aspettano ore, in pronto soccorso non dovrebbero neanche andarci. Se vogliamo
che rimanga il sistema sanitario nazionale, è certo che il privato non deve
avere la facoltà di scegliere i servizi da erogare in deroga alla
programmazione pubblica in base alla tendenza di indirizzare il denaro pubblico
verso i privati. Altro problema riguarda la medicina territoriale (sistema
delle cure primarie). I medici di medicina generale (MMG)
devono essere incentivati ed aiutati a lavorare in studi associati, con
infermieri e personale di supporto per le pratiche burocratiche. Non più
convenzionati ma equiparati ai medici ospedalieri. F: M. Bordignon e G. Turati,
lavoce.info o5.06.23.
STATUS D’AVANZAMENTO DELLA MISSIONE SALUTE DEL PNRR
Un monitoraggio indipendente
dello status d’avanzamento della missione salute del PNRR rileva che al 30
giugno 2023 tutte le scadenze europee risultano rispettate ad eccezione
dell'obiettivo "Assegnazione di 1.800 borse di studio per la formazione specifica
in medicina generale", destinate alla formazione dei nuovi medici
di famiglia". "A fronte di risorse ripartite alle Regioni
nell'ottobre 2022, ad oggi non risulta alcuna assegnazione delle borse di
studio. Dall'ultima rilevazione
Regis aggiornata, risulta l'1,15% delle spese dichiarate sostenute sul totale
del finanziamento in conformità allo stato di avanzamento delle attività fin
qui conseguite coerentemente con l'andamento del Piano". Nella risposta
del Ministero della Salute si nega che vi siano ritardi: "Il target
europeo del PNRR MISSIONE SALUTE riferito alle 1.800 borse aggiuntive di
formazione specifica per medici di medicina generale, 900 per il triennio
2021-2024 e ulteriori 900 per il triennio 2022-2025, è stato pienamente
raggiunto". Gimbe cita però il sito PNRR del Ministero stesso aggiornato
al 15 giugno. A fronte di uno
stanziamento di €15.625,5 milioni, sono stati spesi meno di 79 milioni, ovvero
lo 0,5% dei fondi. Un dato che conferma i ritardi accumulati sulle scadenze
nazionali e che potrebbe incidere sul raggiungimento degli obiettivi finali.
Gli elementi di debolezza e criticità sono su tre obiettivi: casa della
Comunità e presa in carico della persona, ospedali di Comunità e ospedale
sicuro e sostenibile. F: dottnet.it
Luglio 2023.
ASSISTENZA OSPEDALIERA. SKILL-MIX DA
246 INFERMIERI OGNI 100 MEDICI NEL 2009 A 255 NEL 2020
La programmazione del
personale sanitario e gli esiti del sistema formativo hanno registrato un
aumento rilevante di medici per un numero di infermieri di poco crescente. Il
sistema va al contrario di quanto suggerito dalle evidenze scientifiche, dai
razionali economici e dall’esempio di altri paesi. Le tendenze dei paesi
occidentali hanno visto infatti uno spostamento di alcuni compiti
originariamente svolti dal personale medico verso altri professionisti
sanitari, sempre più formati e professionalizzati e per le aziende
relativamente più economici rispetto al personale medico. Si tratta del
cosiddetto skill-mix change. Nella
pratica, lo skill-mix del servizio sanitario nazionale è rimasto pressoché
stabile nell’ultimo decennio: da 246 infermieri ogni 100 medici nel 2009 a 255
nel 2020. Se si allarga il
campo a tutto il Sistema sanitario, includendo quindi anche gli istituti
privati accreditati e privati, la Francia si colloca oltre i 3,5, la Germania
oltre i 3, l’Italia appena sopra l’1,5, di poco sopra Spagna e Portogallo, la Grecia intorno a 0,5. Anche volendo
soltanto mantenere l’attuale rapporto, la sanità italiana avrebbe bisogno di un
numero di infermieri superiore a quello dei medici. F: lavoce.info Luglio 2023.
STUDIARE MEDICINA IN FRANCIA
In Francia il
primo anno è identico per tutti gli aspiranti studenti di medicina/odontoiatria
e professioni sanitarie. Non ci sono esami sulle materie, ma due test a
risposta multipla uno a dicembre e uno a giugno, che fanno media l’uno con
l’altro. Sono due test molto duri e molto restrittivi: “Eravamo circa 3000
iscritti e c’erano solo circa 130 posti per medicina", riferisce una
studentessa. È possibile ripetere il test solo due volte, e la seconda volta
solo se i voti della prima non sono stati troppo negativi. Se si dovesse
fallire la seconda volta bisogna cambiare strada e il sogno di medicina bisogna
archiviarlo nel cassetto. F: studenti.it 25.04.23.
RICERCA
L’ITALIA È AL SECONDO POSTO DOPO LA GERMANIA
PER NUMERO DI GRANT ERC CONSOLIDATOR ASSEGNATI NEL 2023
Una delle
categorie che vede l’Italia spesso posizionarsi ai primi posti in classifica è
sicuramente quella della ricerca d’eccellenza. Dall’annuale assegnazione degli
ERC Consolidator Grants, per i contratti di ricerca più ricchi e prestigiosi
assegnati dalla Commissione Europea, l’Italia si posiziona seconda, solo dopo
la Germania. Ma c’è anche un’altra novità, a quanto pare anche i finanziamenti
vinti dai laboratori di ricerca italiani sarebbero raddoppiati, raggiungendo un
+197%. Se l’anno scorso erano undici i bandi vinti, quest’anno siamo arrivati a
ventuno, di cui cinque fanno capo a scienziati esteri che hanno scelto di
lavorare in università o centri di ricerca italiani. Il bottino più grosso se
lo è aggiudicato la Ca’ Foscari, con ben quattro borse di studio, seguita
dall’Università di Trento con due. F: Red.ne Millionaire 10.02.23.
FAIR (FUTURE AI RESEARCH)
Si chiama FAIR e
sta per “Future AI research” ed è un partenariato sullo sviluppo
dell’Intelligenza artificiale. FAIR è una rete con quattro enti di ricerca
(Cnr, Fondazione Bruno Kessler, INFN, e IIT), 14 università (Politecnico di
Milano, Politecnico di Torino, Sapienza, Scuola Normale, Sissa, Università
Bocconi, Università Campus Biomedico di Roma, Università della Calabria,
Università di Bari, Università di Bologna, Università di Catania, Università di
Napoli Federico II, Università di Pisa, Università di Trento) e sette aziende
(Bracco, Deloitte, Expert.ai, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Lutech,
STMicroelectronics). F: romahorizon Marzo 2023.
WORLD'S 2% TOP
SCIENTISTS. NO. OF LEADING SCIENTIST PER COUNTRY
The US-based Stanford University 2022 list (200409
persons) represents the top 2% of the most-cited scientists in various
disciplines. This database was prepared by analyzing the quality of research
cited by other researchers in the year 2022.
1-100 Best Medicine Scientists in
Italy: Alberto Mantovani, Giuseppe Remuzzi. F: https://research.com/scientists-rankings/medicine.
CHATGPT REVOLUTION IN ACADEMIC RESEARCH HAS BEGUN
Within a few weeks of ChatGPT’s launch, the enormous
disruption it would cause undergraduate teaching was clear, with students able
to summon up a passable essay in seconds. However, its impact on academic research
is less clear. Surely the higher-level thinking required for original
scholarship
would not be so easily replaced by a language-scraping
tool, however powerful? Not yet, perhaps, but, as today’s long read explains,
researchers are already finding many uses for ChatGPT – whose latest
incarnation, ChatGPT-4, was released – including writing references, finessing
final drafts or sifting through mountains of open-text comments. Ignoring the
algorithm is not an option if researchers want to keep pace with rivals, some
believe, and offer some helpful hints on the best way to do this. But it’s
important to consider the darker side of this technology, too, they add.
“Talking to ChatGPT is like talking to a psychopath,” says one scholar on the
amoral
research collaborator with whom researchers might increasingly
need to work. F: THE Marzo 2023.
RICERCATORI UNIVERSITARI OGNI 100MILA
ABITANTI
Ricercatori
universitari come unità di lavoro (full time equivalent), in rapporto alla
popolazione totale registrata da EUROSTAT al 01.01.2021. In Danimarca oltre 300
ricercatori ogni 100mila abitanti, in Portogallo 280, in Italia 99, ultime
Bulgaria con 48 e Romania con 32. F: openpolis su dati Eurostat Marzo 2023.
LA SUS SANT’ANNA E LA MARINA MILITARE
INSIEME NELLA RICERCA SULLE TECNOLOGIE FOTONICHE
La Scuola
Universitaria Superiore Sant’Anna Pisa e il suo Istituto di Telecomunicazioni,
Informatica e Fotonica (TeCIP) hanno siglato un accordo di collaborazione con
la Marina Militare, presso il Salone dei Marmi di Palazzo Marina a Roma.
Nell’ottica di perseguire obiettivi di funzionalità, efficacia ed economicità,
il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) e l’Istituto TeCIP della
Scuola Superiore Sant'Anna metteranno a disposizione le rispettive conoscenze e
risorse per lo svolgimento di attività di comune interesse, finalizzate al
progresso nei settori della tecnica, della scienza e della logistica. Le azioni
congiunte di sperimentazione e ricerca riguardano le tecnologie fotoniche
avanzate e i circuiti fotonici integrati applicati a comunicazioni ottiche,
wireless e sensoristica, i sistemi di sensori e le unità mobili intelligenti
per il monitoraggio, la comunicazione e la sorveglianza delle aree d’interesse.
F: santannapisa.it Marzo 2023.
ERC CONSOLIDATOR GRANTS
Nell'ultimo
triennio 100 ERC sono stati vinti da ricercatori italiani, ma solo 35 si sono
insediati in Italia. Fra i Paesi ad alta attrattività, il confronto si è
concentrato su Germania, Francia e Regno Unito che per dimensione sono più
simili all’Italia (v. grafico).
RICERCATORI DELLA FONDAZIONE TELETHON. NON
PIÙ CONTRATTI «PRECARI E ATIPICI»
Non più
contratti «precari e atipici» per i ricercatori della Fondazione Telethon. Gli
scienziati interni all’ente diventano a tutti gli effetti figure protette da
assunzione con tutti i vantaggi che ne derivano sul piano di retribuzione,
tutela assicurativa, ferie, avanzamenti di carriera. Lo prevede un accordo
collettivo, il primo in Italia di questo genere, per la ricerca privata non
industriale che potrà essere adottato da altri centri della stessa natura,
estranei al sistema pubblico. La novità dovrebbe rendere l’Italia anche più
attraente per gli stranieri. F: CdS 24.04.23.
DISASTRI AMBIENTALI E DISINVESTIMENTO NELLA
RICERCA, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
La catastrofe
alluvionale che ha sconvolto l’Emilia-Romagna rappresenta l’ennesimo disastro
ambientale che trova nei cambiamenti climatici e, più in particolare, nel
riscaldamento globale la propria “vis a tergo”. Dal 2015 al 2022 si sono consecutivamente
registrati su scala globale, infatti, i più caldi anni degli ultimi 140 anni!
“Come possiamo pensare di vivere sani in un mondo malato?”, si domanda
giustamente, a tal proposito, Papa Francesco. E, mentre il disastro
emiliano-romagnolo ci richiama ad un improcrastinabile investimento di adeguate
energie e risorse economiche nella gestione e nella cura del grave dissesto
idro-geologico che caratterizza il nostro territorio, non si può sottacere il
fatto che l’Italia continua pervicacemente ad investire poco più di un risibile
1% del proprio PIL nel finanziamento pubblico della ricerca. Ciò fa il paio con
la “fuga dei cervelli” e con la totale mancanza di “prestiti d’onore” riservati
agli studenti meno abbienti, due ulteriori criticità che cronicamente
affliggono il nostro Paese, come la recente “protesta delle tendopoli
universitarie” chiaramente testimonia. Il cambiamento climatico andrebbe
affrontato con un radicale cambiamento di mentalità, di passo e di paradigma,
rispetto al quale l’investimento di adeguate risorse economico-finanziarie
nella ricerca scientifica
multidisciplinare, sia di base che applicata, costituisce un’assoluta priorità.
Tutto ciò tenendo bene a mente, ovviamente, che i costi della prevenzione
risultano immensamente inferiori rispetto a quelli richiesti per la ‘cura’
delle emergenze climatico-ambientali, come eloquentemente dimostrato
dall’immane tragedia che l’Emilia-Romagna ha vissuto e continua vivere! F: G.
Di Guardo, insalutenews.it 22.05.23.
CENTRI DI RICERCA COME “FEUDI DORATI”
In Italia ci sono diversi
esempi di centri di ricerca istituiti su tematiche specifiche scelte
direttamente della politica, senza una valutazione preliminare del contesto e
delle necessità, e finanziati direttamente e per sempre in maniera non competitiva
(c.d. “feudi dorati”). Ciò non solo produce una distribuzione iniqua
delle risorse, ma rischia anche di ridurre la qualità della ricerca. La
letteratura sociologica e di policy mostra infatti che è la maggior diversità a
migliorare la ricerca, non la concentrazione arbitraria di fondi in singoli
istituti “eccellenti”. Ai “feudi dorati”, Cattaneo oppone un modello che –
nell’ambito di una ricerca pubblica finanziata con fondi adeguati alla media
del resto d’Europa, certi nelle tempistiche e trasparenti nelle procedure
competitive di valutazione – prevede di investire in Istituti per attività di
ricerca con caratteristiche non diffusamente replicabili, e l’apertura degli
stessi all’utilizzo diffuso da parte dei ricercatori. F: E. Cattaneo, Roars Luglio
2023.
SOTTOSCRITTO IL CONTRATTO “ISTRUZIONE E RICERCA” CHE RIGUARDA UN MILIONE
E MEZZO DI PERSONALEI DELLA SCUOLA, DELLE UNIVERSITÀ, DEGLI EPR E DELL’AFAM
E’ stata sottoscritta dopo una
lunga trattativa l’ipotesi di contratto “istruzione e ricerca” per il triennio
2019-2021, che riguarda un milione e mezzo di lavoratori della scuola, delle
università, degli enti di ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale.
“Per l’università si è rivisto,
migliorandolo, il sistema delle progressioni economiche e il fondo del salario
accessorio che ora potrà aumentare in funzione delle nuove assunzioni. Sono
aumentati l’indennità di ateneo e i valori tabellari di ingresso delle nuove
aree degli operatori (ex B) e dei collaboratori (ex C) ed è stato finalmente definito
il profilo del collaboratore esperto linguistico, la cui parte economica è
stata rimandata a sequenza contrattuale. F: Flc Cgil Luglio 2023.
SI PROSPETTANO TEMPI LUNGHI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DELLA RICERCA
La conferma arriva dal
ministro Anna Maria Bernini che ha spiegato che sarà necessaria una proroga
fino a fine anno dei contratti in essere. “Il rinnovo del contratto collettivo
nazionale in materia di istruzione e ricerca sta richiedendo lunghi tempi di
realizzazione che hanno reso necessaria la proroga
degli assegni di ricerca da parte delle università e degli enti di ricerca
fino al 31 dicembre 2023 – ha detto Anna Maria Bernini durante un question time
alla Camera – I nodi da sciogliere sono
legati non solo alla definizione dell’importo del contratto di ricerca, ma a
tutto il trattamento giuridico collegato”. “La nuova figura, infatti, così come
disciplinata dalla normativa vigente, rischia di sovrapporsi alle figure
professionali già esistenti, con importanti ricadute in tema di contenziosi
volti ad ottenere l’equiparazione economica dei lavoratori inquadrati nei ruoli
al titolare di contratto di ricerca – ha aggiunto la Bernini – atteso che lo
stesso riceverebbe un importo annuo superiore. Alla luce delle criticità
emerse, è in corso un approfondimento più organico sull’intera questione, a
tutela di tutti”. F: corruniv 19.07.23.
SISTEMA
UNIVERSITARIO
IL “MODELLO HUMBOLTIANO” DI UNIVERSITÀ
In Germania, ad inizio ‘800.
Justus von Liebig (1803-1973), noto per i suoi contributi in ambito agrochimico,
fu promotore di un nuovo modello di Università. La sua idea fu di avvicinare, anche fisicamente, ricerca e
didattica. Costruì il suo laboratorio di chimica organica vicino
all’Università, in modo da consentire agli studenti di apprendere in prima
persona quanto studiato nelle aule e nelle biblioteche. In questo clima di
innovazione metodologica e didattica si impose il cosiddetto “modello
Humboltiano” di Università. Con le parole di Grignolio: “Combinare ricerca e educazione, creare individui autonomi in un
ambiente di ricerca libera, sia per gli studenti che per i ricercatori”.
Questo modello di Università è stato successivamente elaborato e consolidato,
fino ai nostri giorni. F: M. Simonato,
F. Seganfreddo, Roars Luglio 2023.
L’AUTONOMIA UNIVERSITARIA IN 35 SISTEMI DI
ISTRUZIONE SUPERIORE
Autonomy scorecard è un report fatto dall’Associazione delle
Università europee (EUA), che conta più di 800 atenei ed enti nell’UE e anche
al di fuori. Pubblicata dall’EUA, autonomy scorecard raccoglie, confronta e
pondera i dati sull’autonomia universitaria in 35 sistemi di istruzione
superiore. Consente un’analisi comparativa concreta dei quadri normativi
nazionali in materia di autonomia universitaria e lo scambio di buone pratiche.
La scorecard analizza il quadro normativo applicato alle università pubbliche
attraverso quattro dimensioni di autonomia: organizzativa, finanziaria, del
personale, accademica. Il presidente EUA: “I risultati dell’attuale studio
mostrano che ci sono ancora troppe restrizioni che impediscono alle università
di realizzare il loro pieno potenziale: nei modelli di cooperazione
transnazionale intensificata, come le alleanze universitarie europee; nello
sviluppo di condizioni competitive a livello internazionale per il personale
accademico; o nella personalizzazione dell’infrastruttura del campus in linea
con la direzione strategica dell’istituzione”. F: corruniv Marzo 2023.
LA PRIMERA UNIVERSIDAD DEL MUNDO
La primera
universidad del mundo se fundó en
Fez (Marruecos) en 859 y le siguió la Universidad de al-Azhar (Egipto). Sin
embargo, a ojos equivocados de los occidentales, esta no nació hasta 1088 en
Bolonia (Italia). Siglos después, los campus se expandieron a la vez que el
colonialismo con una una visión muy eurocéntrica; pero ese tiempo ha quedado
muy atrás. Estados Unidos es la superpotencia y no solo el sudeste asiático y
Australia sustentan su progreso en la ciencia, sino que India, Africa o
Sudamérica Ilaman a la puerta y no quieren tutelas. F: E. Silió, El Pais
20.03.23.
L'ERASMUS TRA ATENEI ITALIANI
L'Erasmus tra
atenei italiani, più volte annunciato, è contenuto in un DM sull’autonomia
didattica degli atenei in Parlamento per i pareri di rito. Il testo interviene
anche sulla flessibilità dei corsi di studio e rivede l'intero regolamento 270
del 2004. Basterà una convenzione per lo scambio di esami e crediti tra
università italiane, non solo con quelle straniere come oggi, e sarà realtà. Il
fine è offrire ai ragazzi, soprattutto del Sud, un'alternativa meno dispendiosa
e strutturale rispetto alla scelta di andare a studiare fuori regione per
l'intero corso di laurea. F: EB IlSole24Ore 06.05.23.
LA NICCHIA DELLE SCUOLE DI ECCELLENZA PER
ÉLITES
Prima c’erano
solo la Normale e Sant’Anna a Pisa, dove lo studente è iscritto alla Statale,
ma come allievo della Normale ha vitto e alloggio gratuiti, più altri benefit
come borse di studio, computer, possibilità di andare all’estero. Inoltre
frequenta altre attività, dà esami in più, frequentando corsi di alta
specializzazione erogati dalla propria struttura di eccellenza. Negli ultimi
anni sono nate altre scuole di questo genere, a Pavia e a Lucca, poi la Normale
meridionale a Napoli collegata alla Federico II. Ma un’altra quindicina di
atenei in maniera informale ha creato residenze riservate agli studenti di
eccellenza, cioè proprie scuole interne, erogando grossi aiuti in termini di
vitto e alloggio, annullamento delle tasse, corsi soprannumerari e tesi
specifiche. Proprio negli ultimi anni questi percorsi sono stati riconosciuti
dal Governo nella legge di bilancio, con l’assegnazione di un titolo di master
per quel quid in più che ricevono e risorse dedicate. Qui c’è proprio l’idea
che gli studenti di eccellenza debbano studiare tutti insieme ed essere una
comunità separata, con piani di studio flessibili e persino corsi
interdisciplinari frequentati da studenti di facoltà diverse – ad esempio
studenti di medicina o ingegneria che frequentano corsi di scienze umanistiche,
storia o filosofia. Insomma, le università normali si professionalizzano e
producono lavoratori iperspecializzati, quelle di eccellenza invece guardano in
particolare all’interdisciplinarità e alla generalità del sapere. F: M.
Veruggio, Intervista a Luca Scacchi, responsabile docenza universitaria FLC
CGIL. glistatigenerali.com 18.05.23.
DURANTE I GOVERNI BERLUSCONI DUE RIFORME DELL’UNIVERSITÀ SONO STATE
VARATE, LA “RIFORMA MORATTI” E LA “RIFORMA GELMINI”
Limitandosi ai provvedimenti
salienti nelle due riforme:
- la riforma Moratti del 2005-2006 ha introdotto una idoneità
scientifica nazionale quale presupposto per la successiva chiamata da parte
delle università sulla base di procedure di valutazione comparativa; inoltre ha
introdotto la nuova figura di ricercatore a tempo determinato. Un decreto del
30 gennaio 2006 ha riguardato il riconoscimento ufficiale degli atenei
telematici.
- la riforma Gelmini del 2008 ha introdotto nuovi criteri di accesso
alle scuole di specializzazione post-laurea in medicina, mentre ha reso la
laurea in scienze della formazione primaria abilitante all’insegnamento. Le
università inoltre hanno potuto essere trasformate in fondazioni di diritto
privato, si sono determinati anche i requisiti necessari dei corsi di studio, è
stata rivista la durata della carica di rettore universitario con un massimo di
6 anni non rinnovabili.
TRA UNIVERSITÀ TRADIZIONALI E UNIVERSITÀ TELEMATICHE SI STA RIDUCENDO IL
DIVARIO
Le telematiche crescono molto
più delle tradizionali, soprattutto per numero di iscritti (+410,9% per le telematiche e +0,1% per le tradizionali),
di immatricolati (+444% per le
telematiche e +11,49% per le tradizionali) e di offerta formativa (il numero di
corsi di studio proposti aumenta del
113% per le telematiche e del 10,18% per le tradizionali). Una tendenza opposta
si osserva nel rapporto studenti-docenti. Le università telematiche vedono
ridursi la percentuale di iscritti più adulti a favore di un aumento della
percentuale di più giovani. Il riproporzionamento segnala l’evoluzione del
bacino di utenza di queste università, che attraggono una quota crescente di
neodiplomati. F: F. Palmisano
lavoce.info 17.07.23.
STUDENTI
BORSE DI STUDIO PER GLI STUDENTI
UNIVERSITARI
Le borse di
studio per gli studenti universitari nell’anno accademico 2021/2022 sono
diminuite, ma l’importo sarà in crescita il prossimo anno. Inoltre è stata
adeguata la soglia ISEE, a €26.306. Per gli altri incentivi è stato prorogato
Studio Sì, un finanziamento fino a €50mila (senza interessi) per gli studenti
universitari del Sud. Doveva scadere a giugno, ma è stato confermato fino al
31.12.2023. F: Money Maggio 2023.
STUDENTI ELETTORI FUORI SEDE
In Parlamento si è deciso di
continuare a non decidere. Il problema degli elettori “fuorisede” in Italia,
che non riguarda solo studenti ma anche lavoratori, è destinato a rimanere tale
ancora per tanto tempo, lasciando il nostro paese l’unico in Europa, insieme ai
ben più piccoli Malta e Cipro, a non avere una legislazione in materia. Da anni le associazioni e le altri parti
sociali si stanno battendo per ottenere un riconoscimento di questo dirittto,
ma sembra che da più parti si preferisca semplicemente ignorare il problema.
F: universitynetwork.it Luglio 2023.
BORSE DI STUDIO. CRESCONO I RITARDI NELLA
LORO EROGAZIONE E SOPRATTUTTO SALE IL NUMERO DI STUDENTI IDONEI MA NON
BENEFICIARI
Se da un lato
aumentano gli importi, e il numero degli studenti universitari che potrebbero
ottenere le borse di studio, dall’altro crescono anche i ritardi nella loro
erogazione e soprattutto sale il numero di studenti idonei ma non beneficiari.
All’UniPD, quest’anno le matricole rimaste senza borsa di studio sono 1.955. Su
3.871 studenti idonei, più della metà è rimasto fuori nonostante avesse i
requisiti necessari per ricevere sostegno economico. All’UniTR sono circa 2.500
gli studenti che non hanno ancora ricevuto la seconda rata del sostegno che gli
spetterebbe. All’Università di Chieti-Pescara circa 600 studenti devono ancora
ricevere ad aprile l’importo previsto per l’A.A. 2021-2022. All’Università de
L’Aquila sono 650 gli studenti rimasti senza i soldi necessari per proseguire
il percorso di formazione. Non si riesce ad avere una panoramica chiara su come
procede l’erogazione delle borse di studio sul territorio nazionale.
Un’interrogazione alla ministra dell’UR è finora senza risposta. F: CG
Espresso-Rep Aprile 2023.
TASSE PER STUDENTI. STUDIO EURYDICE. RAPPORTO ‘NATIONAL STUDENT FEE AND SUPPORT
SYSTEMS IN EUROPEAN HIGHER EDUCATION - 2022/23.
In Italia le
tasse per studenti frequentanti a tempo pieno vanno da un minimo di €200 a un
massimo di 2.910, con l’importo medio annuale sui 1.592 € che si alza a €1.733
nel 2° ciclo di studi.
Dallo studio
Eurydice spiccano gli esempi di Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta,
Montenegro, Norvegia, Svezia e Turchia, i cui studenti, almeno nel 1° ciclo di
studi, non hanno tasse da pagare. In Francia non vi è alcuna differenziazione
tra importi minimi e massimi: gli studenti del 1° ciclo pagano tasse pari a 170
€; somma che sale a 243 € nel 2° ciclo universitario. in Germania, dove gli
importi delle tasse per gli studenti del 1° e 2° ciclo sono gli stessi: da un
minimo di 50 € ad un massimo di 75 €,. Ma ci sono Paesi come Olanda, Lettonia e
Lituania dove l’importo medio delle tasse universitarie s’aggira sui 2.200 €.
La Lituania, in particolare, vanta il più alto importo massimo: in alcuni casi
si può arrivare a 17.060 € nell’arco dell’intero percorso di studi.
HOUSING UNIVERSITARIO
In attuazione
della Riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1, del Piano nazionale di
ripresa e resilienza, sono state definite norme
sul regime autorizzatorio per l’esercizio di una struttura residenziale universitaria (GU n. 94 del 21-4-2023). In
particolare:
gli standard
minimi nazionali di una struttura residenziale universitaria sono disciplinati
con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, sentite la Conferenza
dei rettori delle università italiane e la Conferenza Stato-Regioni;
entro 60 giorni,
le Regioni emanano un provvedimento di classificazione delle strutture e
provvedono al rilascio della relativa autorizzazione;
fino
all’emanazione dei provvedimenti sopra indicati mantengono efficacia le
normative precedenti;
sono fatti salvi
e impregiudicati gli interventi che alla data di entrata in vigore della legge
di conversione del decreto legge 13/23 risultano già assegnatari dei
finanziamenti di cui alla legge 338/00 e delle risorse a valere sul PNRR;
(emendamenti 28.1 (testo 2) e 28.2 (testo 2).
L’Agenzia del
demanio, fermo restando quanto previsto dalle specifiche disposizioni normative
in materia di residenze universitarie, sentiti gli enti locali competenti e di
intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, individua gli immobili
di proprietà dello Stato e di altri enti pubblici suscettibili di essere
inseriti in operazioni di permuta, valorizzazione o dismissione che possano
essere destinati ad alloggi universitari ed annesse strutture oggetto di
finanziamento, anche parziale, con le apposite risorse previste nell'ambito
delle misure di cui al PNRR. (emendamenti 15.4 (testo 2) e 15.5 (testo 2).
STUDENTI. IN AUMENTO I FUORI SEDE
Da 10 anni
perdiamo studenti universitari. In Italia il tasso di iscrizione è uno dei più bassi in Europa e nei paesi OCSE,
siamo al 27% contro il 40% dell’OCSE. E negli ultimi 10-15 anni è diminuito il
numero assoluto – da 1,8 a 1,68 milioni di studenti e da 320.000 a meno di
200.000 matricole – ma anche il tasso di passaggio dalla scuola superiore
all’Università è sceso del 3%-4%, avvicinandosi pericolosamente al 50%. Il
picco negativo è stato toccato nel 2015, poi tra il 2018 e il 2020 c’è stato un
parziale recupero, ma nell’ultimo biennio abbiamo registrato un nuovo
arretramento del 3%. Tra il 2015 e il 2019 il numero degli studenti universitari è rimasto stabile, ma i fuori sede sono cresciuti da 734.000 a
oltre 830.000, mentre i posti letto a loro disposizione sono solo 62.000, l’8%,
una quota assai ridotta, di cui il 90% è coperto da strutture pubbliche o
convenzionate. Si sono rafforzati i grandi poli universitari, Milano, Padova,
Bologna, Torino…, verso i quali sono cresciuti i flussi di studenti dal Sud. F:
Rapporto di Cassa Depositi e Prestiti 2022. glistatigenerali.com Maggio 2023.
PROVENIENZA DEGLI STUDENTI . I FUORI SEDE
Negli
atenei che hanno le loro sedi nelle 41 città per le quali è possibile
incrociare il numero di abitanti con i dati sulla provenienza degli studenti,
gli iscritti sono 1,48 milioni; 684 mila sono residenti in un comune della
stessa provincia in cui ha sede l’ateneo e 800 mila circa al di fuori di essa.
È quest’ultimo il numero che possiamo prendere a riferimento come dimensione
del fenomeno dei fuori sede, sebbene si tratti di un’approssimazione per
difetto, che non considera gli studenti residenti negli altri comuni della
provincia in cui si trova anche l’ateneo cui sono iscritti. Applicando il
rapporto fuori sede/totale iscritti calcolato per gli atenei delle 41 città
all’insieme degli studenti universitari, I fuori sede, intesi come fuori
provincia, diventano circa 900 mila, di cui oltre 300 mila impiegherebbero, in
base a quanto risulta dal rapporto sull’astensionismo, almeno quattro ore nel
percorso casa-università-casa. F: lavoce.info Maggio 2023.
CRISI DELLE RESIDENZE UNIVERSITARIE
Oggi solo il 4%
dei nostri studenti ha accesso a una residenza universitaria contro il 10%
della Germania, il 12 della Francia e il 24 del Regno Unito. La scelta del PNRR
è di destinare 960 milioni al rafforzamento dell’housing universitario.
L’obiettivo è reperire 60mila nuove disponibilità entro il 30 giugno 2026 (per
ora siamo a quota 8.500).
L’Unione degli
Universitari (UDU) ha elaborato un manifesto composto da 10 proposte per
affrontare la crisi abitativa. Alcune delle richieste sono dirette anche al
ministero delle Infrastrutture, spiega Agutoli (UDU): “Crediamo serva agire
sulla leva fiscale e contrastare gli affitti in nero. Ad esempio, troviamo
inaccettabile che si applichi la cedolare secca al 21% sui canoni liberi:
perché bisogna applicare una tassazione agevolata a favore di coloro che fanno pagare
una stanza mille euro? Bisogna invece rendere più appetibile il canone
concordato. Altra richiesta fondamentale è il blocco dei rincari: come succede
in Francia, Spagna o Germania serve individuare un limite più stringente per
l’adeguamento annuale del canone, non è possibile che il canone possa crescere
del 10% seguendo l’inflazione annua”. F: EB IlSole24Ore, FQ Maggio 2023.
UN GRUPPO DI STUDENTI DELLA UNIVERSITY OF
NEW SOUTH WALES OTTIENE UN NUOVO RECORD PER LE AUTO ELETTRICHE
La sfida tra
università per realizzare prototipi di auto elettriche con la massima
efficienza s’arricchisce di un nuovo record ottenuto da un gruppo di studenti
della University of New South Wales, in Australia: 1000 chilometri con una sola
carica in meno di 12 ore. La loro «Sunswift 7» è infatti diventata la prima
auto elettrica al mondo a percorrere 1.000 chilometri in meno di 12 ore senza
bisogno di fermarsi a ricaricare, un risultato che è stato addirittura
certificato dai giudici del Guinness World Records. F: CdS Motori 23-04.23.
STUDENTI ITALIANI IN PAESI OCSE E STUDENTI
INTERNAZIONALI IN ITALIA
Nel corso del
2020, quasi 80mila studenti italiani si sono iscritti alle università dei Paesi
OCSE. Tale cifra rappresenta circa il 4% degli studenti universitari iscritti
in Italia, quantificazione che, in termini relativi, ci allinea ad esempio con
Francia e Germania. Ma in questi Paesi gli studenti stranieri rappresentano
rispettivamente il 9% e l’11% del totale degli iscritti. In Italia, invece, la
percentuale di studenti universitari stranieri scende sotto il 3%. Un tale
divario indica che il nostro Paese non solo non riesce a trattenere, ma
addirittura ad attirare, molti giovani di talento. Secondo i dati OCSE,
l’Italia, insieme alla Grecia, presenta il rapporto più basso tra studenti
internazionali e studenti nazionali. Soprattutto per i corsi di laurea
triennale, abbiamo poche le università che offrono programmi didattici
completamente in inglese. Nel 2022 gli international students tra iscritti a
corsi di laurea triennali, magistrali e dottorati sono stati solo 59mila, in
Germania invece erano 369mila. Secondo uno studio pubblicato da Nature Italy,
l’internazionalizzazione è il principale tallone d’Achille dell’istruzione
universitaria italiana per l’attratività di studenti stranieri. F:
morningfuture.com Maggio 2023.
NUOVE SUMMER SCHOOL PER L'ORIENTAMENTO
INDUTTIVO
Per decidere il
giusto corso di laurea preparatorio alla futura professione l'Università Campus
Bio-Medico di Roma (UVBM) apre due nuove summer school per l'orientamento
induttivo: la prima Summer School italiana dedicata alla Medicina insieme alla
nuova Summer School dedicata alle Discipline STEM (Scienze, Tecnologie,
Ingegneria con focus nei settori Biomedico, Sistemi Intelligenti, Alimenti e
Nutrizione, Sviluppo Sostenibile e OneHealth). Per i partecipanti alla Summer
School di Medicina sarà possibile anche simulare i test di ammissione validi
per l'iscrizione ai tre corsi di Laurea disponibili ad UCBM (“Medicina e
Chirurgia” e i due corsi in inglese di “Medicine and Surgery” e di “MedTech”,
che consente anche la doppia laurea in Medicine and Surgery e Biomedical
Engineering). F: IlSole24Ore Maggio 2023.
GIOVANI IMMATRICOLATI PER LA PRIMA VOLTA NELLE UNIVERSITÀ
Sono 329.817 i giovani per la prima volta
immatricolati nelle università nell’A.A. in corso, il 2022-23. Oltre 7.000 in
più rispetto al 2021-2022 (dato di giugno dell’anno scorso), il 2,2% in più.
Rimane costante sul totale degli studenti la quota degli iscritti per l’area
STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica): circa il 30% delle nuove
immatricolazioni. Costanti anche i nuovi studenti per l’area economica,
giuridica e sociale (35%) e per quella sanitaria e agro-veterinaria (17%).
Confermate per questo anno accademico le opzioni per l’area artistica e
letteraria (18%). F: mur.gov.it Giugno 2023.
VARIE
PROPOSTA LEGISLATIVA DI SENTORE MINCULPOP
SULL’USO DEGLI INGLESISMI
Nella proposta
legislativa Rampelli, l’intenzione è quella di vietare l’uso di inglesismi e
altri idiomi negli atti della Pubblica Amministrazione; il termine straniero
deve essere utilizzato solo se non traducibile in lingua italiana; nelle
università e nelle scuole pubbliche saranno vietati corsi tenuti in lingua
straniera, tranne nel caso in cui essi siano giustificati dalla presenza di
studenti stranieri. Per chi viola tali obblighi e divieti sono previste
sanzioni con un minimo edittale di €5.000 e un massimo di €100.000. L’Accademia
della Crusca è molto perplessa su tale proposta, infatti ritiene che sia
inefficace e allo stesso tempo ignori il fatto che la lingua italiana nei
secoli ha avuto influenze varie e l’utilizzo di parole straniere è parte
fondante della evoluzione stessa della lingua italiana. F: money Aprile 2023.
ELECTROSPIDER, BIOSTAMPANTE 3D IN GRADO DI
REALIZZARE RIPRODUZIONI DI CELLULE E TESSUTI UMANI
Sarà consegnato
in settembre il primo esemplare di Electrospider, biostampante 3D in grado di
realizzare riproduzioni di cellule e tessuti umani con tecnologia additiva. Il
modello di stampante 3D è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra
Bio3DPrinting, società del Gruppo SolidWorld, e il centro di ricerca “E.
Piaggio” dell’università di Pisa. Con l’Electrospider si
riescono a realizzare i diversi strati della pelle, cellule epatiche ed
ematiche contemporaneamente, ma anche ossee. Il tutto in un ambiente
assolutamente sterile e controllato. F: E. Balocco, corrcom 27.04.23.
L’INVENZIONE DEL TEMPO MODERNO A BOLOGNA
La città di
Bologna ha contribuito a costruire la modernità con alcune invenzioni straordinarie:
nell’ambito del sapere la prima
università (1088); a livello civico il primo
comune (1116); a livello civile la liberazione
degli schiavi (1259). Ma c’è un’”invenzione” che mette insieme le
dimensioni civili, civiche e scientifiche e che ha origine a Bologna: l’invenzione del tempo moderno. Il tempo è sempre esistito ovviamente ma è il calendario codificato dal bolognese
Papa Gregorio XIII nel 1582. F: DC Bollettino RCBoEst Maggio 2023.
TRA LE CULTURE SCIENTIFICA E UMANISTICA
OCCORRE PIÙ DIALOGO
Le STEM
(science, technology, engineering and mathematics) devono evolvere in STEAM,
dove la A è l'inclusione delle Arti nella proposta culturale nazionale ed
europea. Il rapporto ancillare della istruzione al mercato deve raddrizzarsi
lungo una linea retta e abbandonare l'asse obliquo, il quale vede la prima
dipendere dal secondo, diversamente significa accettare un progresso fermo. Il
che è un ossimoro, perché ciò che è stato continuerà a essere anche in
avvenire; invece, si poteva disegnare una cultura umanistico-scientifica che
guida il mercato e il lavoro. Questo binomio università-impresa deve essere
costruito con una sensibilità diversa a seconda delle vocazioni territoriali,
altrimenti l'obiettivo uguaglianza del PNRR non si realizzerà dove la vocazione
d'impresa è più tiepida: nel Mezzogiorno. Nel rinegoziare il PNRR il Governo ha
la possibilità di eliminarne i vizi e accentuarne le virtù. F: G. De Minico,
IlSole24Ore 09.05.2023.
PROGETTO PROPLA
(PROTEINS FROM PLASTICS)
Il prigetto si
propone di convertire le microplastiche disperse nell’acqua a base di Pet
(quali polietilene tereftalato, la classica plastica delle bottiglie “monouso”)
in amminoacidi. Il team è coordinato da L. Pollegioni dell’università dell’Insubria, e comprende ricercatori delle università di Milano, oltre che
dell’Istituto di ricerca sulle acque del CNR. Nell’ambito del progetto ProPla
verrà generato un ceppo batterico in grado di convertire il microPet in
amminoacidi (molecole biologiche cruciali per l’alimentazione e l’industria). F:
greenreport.it Maggio 2023.
LA FLAT TAX SOSTENIBILE SOLO TAGLIANDO
ISTRUZIONE E SANITÀ PUBBLICA
Secondo
Bankitalia la flat tax sarebbe sostenibile solamente tagliando servizi
essenziali come l’istruzione e la sanità pubblica. Per seguire un concetto di
equità si dovrebbe invece ridurre il prelievo sui contribuenti in regola,
andando invece a recuperare risorse attraverso il contrasto dell’evasione
fiscale. Ovvero prendere i soldi da chi evade per ridurre le tasse a chi paga
tutto regolarmente. Inoltre “andrebbe spostato l’onere tributario dai fattori
produttivi (lavoro e capitale) alle rendite e ai consumi”. F: SR money Maggio
2023.
NEET IN ITALIA E IN EUROPA
L’Italia è
maglia nera in Europa per i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono
impegnati in percorsi di formazione: NEET. I ragazzi NEET in IT sono il
17,7%, mentre le ragazze sono il 20,5%. Il dato italiano dei giovani uomini
Neet è il più alto tra i Ventisette, davanti a Romania (14,5%) e Grecia
(14,1%). Per le giovani donne, invece, l’Italia fa registrare il secondo
peggior tasso Ue, preceduta soltanto dalla Romania (25,4%) e seguita dalla
Bulgaria (17,4%). Nel complesso, i giovani italiani che non studiano e non
lavorano sono il 19%. il Paese più virtuoso per numero di NEET nel 2022 è
l’Olanda, che ha registrato un 3,8% per i giovani uomini e un 4,6% per le
ragazze. F: Dati Eurostat riferiti al 2022. corrireuniv.it Maggio 2023.
SECONDO UN GRUPPO
INTERNAZIONALE DI 13 SCIENZIATI DELLA WWA L’ALLUVIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA
SAREBBE UNA RARA OCCORRENZA CHE DA SOLA NON STABILISCE UN TREND CLIMATICO
Un gruppo internazionale di 13 scienziati della WWA (World Weather Attribution) dopo l’alluvione dell’Emilia-Romagna si è messo al lavoro per provare a capire se il cambiamento climatico abbia reso più probabili o più intense le perturbazioni che si sono abbattute sulla regione nella prima metà di maggio. Sono stati considerati dati di circa 60 stazioni meteorologiche e sono state confrontate le precipitazioni cadute nei primi 21 giorni di maggio 2023 con quelle degli ultimi 60 anni almeno nello stesso periodo primaverile. Come solitamente si fa negli studi di climatologia, sono stati utilizzati modelli diversi che considerano diversi parametri e variabili (si parla di ensemble di modelli, 19 in questo caso) per compensare il grado di incertezza che i singoli modelli da soli hanno e rendere più robuste le conclusioni. Le precipitazioni che si sono abbattute sull’Emilia-Romagna sono state valutate avere una probabilità dello 0,5% di verificarsi ogni anno: significa che sono attese 1 volta ogni 200 anni, in gergo si parla di un tempo di ritorno di 200 anni. Lo studio conferma quindi che si è trattato di un evento eccezionale, poiché sono caduti in pochi giorni quantitativi d’acqua che di solito si attendono in diversi mesi. Tuttavia, la sua probabilità di occorrenza, secondo le simulazioni compiute dallo studio di attribuzione, non sembra variare a seconda che la temperatura globale sia più alta di 1,2°C rispetto all’era preindustriale (ovvero i livelli di riscaldamento globale che abbiamo oggi) o pari ai livelli preindustriali. I ricercatori hanno quindi concluso che per quanto riguarda le piogge della prima metà di maggio, queste non sono state rese né più probabili né più intense dal cambiamento climatico. Da un punto di vista climatologico, l’evento sarebbe una rara occorrenza che da sola non stabilisce un trend climatico. Per quanto riguarda le cause dei danni provocati all’Emilia-Romagna lo studio attribuisce parte di responsabilità anche alla siccità provocata dal cambiamento climatico, in accordo con quanto già si sapeva sugli effetti in area mediterranea. F: ilbolive.unipd.it Giugno 2023.
I VACCINI a mRNA
I vaccinI a mRNA (che utilizzano molecole di acido ribonucleico
messaggero), essendo i primi del loro genere ad esseri approvati da enti
regolatori come l’Ema in Europa la Food and Drug Administration negli Stati
Uniti a causa dell’emergenza Covid, hanno dato il via a una serie di studi per
potenziali applicazioni: contro l’Hiv, l’infezione da virus Zika, Il virus
respiratorio sinciziale (Rsv) e come terapia anticancro per alcune tipologie di
tumore. Per le sperimentazioni dei farmaci, un rapporto del network sanitario
statunitense NiceRx ha rivelato quali sono i Paesi in cui si svolge il maggior
numero di questi studi, mostrando che in testa alla classifica ci sono gli
Stati Uniti, con quasi 150mila studi clinici registrati dal 2008, che precedono
di gran lunga la Francia, in seconda posizione, con poco più di 30mila studi.
Seguono a ruota Canada, Cina e Germania, con l’Italia che occupa l’ottava
posizione. F: linkiesta.it Luglio 2023.
TASSE. CHI METTE LE MANI NEL PORTAFOGLIO DEI CONTRIBUENTI ONESTI
L’85% dell’Irpef oggi la
pagano i dipendenti e i pensionati. In sostanza, poco più del 13% dei
contribuenti compensa anche le spese primarie del resto della popolazione.
Fra chi dichiara redditi bassi ci sono
persone che sono effettivamente con l’acqua alla gola, ma è fuori discussione
che dentro a quelle categorie si nascondono troppi evasori fiscali che non
pagano le imposte in base alla loro reale capacità contributiva, ma beneficiano
dei servizi di assistenza sanitaria, sociale, e scolastica senza aver
contribuito a pagarli. Sono loro a mettere le mani nel portafoglio dei
contribuenti onesti, e con la protezione politica, che di fatto impedisce
all’Agenzia delle Entrate di utilizzare strumenti automatici di controllo. F:
MG SR Dataroom@corriere.it
UNIVERSITÀ
IN ITALIA
ISTRUZIONE TERZIARIA IN EMILIA-ROMAGNA
Le principali istituzioni di istruzione
terziaria sono 32 offerte dalle Università, dagli Istituti Tecnici Superiori
(ITS) e AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) con diverse
tipologie di percorsi. Il sistema universitario regionale è costituito da 6
università: Università di Bologna (con campus a Cesena, Forlì, Ravenna e
Rimini), Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Ferrara,
Università di Parma, Università Cattolica (sede di Piacenza), Politecnico di
Milano (sede di Piacenza). In E-R operano 7 fondazioni ITS academy (Istituti
Tecnici Superiori) con sede nelle principali città della Regione. Vi sono
inoltre 12 istituzioni AFAM (come l’ Accademia di Belle Arti di Bologna e il
Conservatorio di musica di Parma). https://tinyurl.com/za2k388f
ECOSISTER - ECOSISTEMA TERRITORIALE DI
INNOVAZIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA- COINVOLGE ANCHE SEI UNIVERSITÀ
Ecosister (Ecosistema territoriale di innovazione
dell’Emilia-Romagna) è il progetto con la più grande comunità di ricercatori strutturati e neo assunti
in Emilia-Romagna, grazie al PNRR: 750, a cui se ne aggiungeranno altri 250 da
assumere progressivamente. Coinvolge 23
enti partecipanti, di cui 6 università, 4 Enti pubblici ed enti pubblici di
ricerca e 13 privati. A bando €25 milioni per finanziamento imprese per ricerca
industriale e trasferimento tecnologico, e può contare su un finanziamento del
PNRR di €110 milioni. F: appenninonotizie Maggio 2023.
NUOVA UNIVERSITÀ DELL’ONU SU BIG DATA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
A Bologna sorgerà la nuova
università dell’ONU su big data e intelligenza artificiale per la gestione del
cambiamento dell’habitat umano: ad annunciarlo la Regione Emilia-Romagna, che
nel 2020 aveva avanzato la proposta per realizzare l’istituto insieme al
ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) e
all’UniBO, accolta poi e ratificata nella 78esima seduta dal consiglio
dell’Università delle Nazioni Unite, a fine 2022. L’inizio delle attività
avverrà entro la metà del 2024. F: corruniv giugno 2023.
15 UNIVERSITÀ, 26 AFAM E 24 ITS ACADEMY IN
LOMBARDIA. MILANO PRIMA IN ITALIA PER STUDENTI UNIVERSITARI E AFAM
In Lombardia ci
sono ben 65 istituti di istruzione terziaria: 15 università, 26 AFAM e 24 ITS
academy. Gli studenti universitari iscritti nella sola città di Milano sono
paragonabili come numeri all’intero sistema di istruzione nazionale
dell’Irlanda. Nell’anno accademico 2021/2022 gli iscritti alle università
lombarde erano 321.768 (il 17,6%) di cui 211.759 (11,6%) ad atenei che hanno
sede a Milano. Il peso di Milano e della Lombardia sfiora il 20% se si
considerano le iscrizioni alle lauree magistrali (19,9%).
Nell’a.a.
2021/2022, gli atenei milanesi contavano 39.299 immatricolati, circa il 64%
degli immatricolati lombardi (61.306) e il 12% di quelli italiani (323.852).
Nello stesso anno accademico gli atenei milanesi laureavano 50.966 studenti,
mentre gli altri atenei lombardi 23.134. Sul totale regionale, le università di
Milano hanno laureato circa il 70% dei laureati della Lombardia e il 13,75% sul
totale nazionale, rendendo Milano la prima città universitaria in Italia.
Una quota
considerevole degli iscritti agli AFAM, 18.780 (22,6%), si trova in Lombardia,
di cui 14.754 (17,8%) a Milano e i rimanenti 4.026 (4,8%) nel resto della
regione.
Milano è gran
lunga prima in Italia per studenti AFAM e la sua capacità di attrazione del
sistema AFAM è impressionante: il 36% degli studenti proviene da fuori regione
e il 25,6% non è italiano.
Ben il 24% degli
studenti italiani di ITS Academy, il segmento professionalizzante
dell’istruzione terziaria fortemente incentivato dal PNRR, studiano in
Lombardia. Si tratta complessivamente di 5.126 studenti, di cui 1.443 in ITS
con sede a Milano e 3.683 nelle altre province lombarde, che mostrano un
fortissimo tasso di crescita di questo segmento. F: lastatalenews.unimi.it
26.05.23.
UNIBO. BORSE DI DOTTORATO DI RICERCA CON
FINANZIAMENTI DEL PNRR
L’Università di
Bologna per il prossimo A.A. mette a disposizione un’offerta di borse di
dottorato di ricerca che si prevede possano avvicinarsi a quota 1000, grazie
anche ai finanziamenti del PNRR. Le opportunità per gli studenti partono già
ora, con un primo bando che mette a disposizione circa 600 borse di dottorato.
Altre posizioni saranno aggiunte nelle prossime settimane, e a metà luglio
arriverà un secondo bando, che resterà aperto fino a metà agosto.
Complessivamente sono previste da 800 a 1000 posizioni coperte da borsa di
studio. F: magazineunibo.it Maggio 2023.
UNIPR. PRIMA IN EUROPA NELL’AREA “MATHEMATICS AND COMPUTER SCIENCE”.
Il CWTS LEIDEN RANKING 2023 è una classifica internazionale che
utilizza il criterio delle pubblicazioni di maggiore impatto. Restringendo il
campo alla percentuale di lavori che si collocano nel primo 1% di quelli più
citati, l’università di Parma risulta prima in Europa nell’area “mathematics
and computer science”. F: emiliaromagnanews24.it
Luglio 2023.
COMPUTER SCIENCE: UNICAL È NELLA TOP
MONDIALE
Nel QS WORLD UNIVERSITY RANKING BY SUBJECT 2023
l’Università della Calabria è entrata per la prima volta per l’area “Computer
science” – unica new entry dell’Italia, insieme alla Bocconi di Milano – e ha
riconfermato la sua presenza anche in Fisica, disciplina in cui era entrata lo
scorso anno. Il 100% dei laureati UniCal in Computer Science lavora dopo appena
due mesi dalla conclusione del corso di studi, con un salario superiore alla
media nazionale, pari a 1.750 euro ad un anno dalla laurea. F: cosenza 2.0 Aprile
2023
APPLICABILITÀ ALLE UNIVERSITÀ PRIVATE
TELEMATICHE DELLE SANZIONI PREVISTE DAL CODICE DEL CONSUMO
Con sentenza del
3 maggio 2023, n. 4498, il Consiglio di Stato, Sez. IV, ha chiarito che le
sanzioni previste dal Codice del Consumo relativamente alle pratiche commerciali
scorrette possono essere irrogate anche alle Università private telematiche.
Nel caso di specie, per il Consiglio di Stato, ”pur dinanzi al carattere di
servizio di interesse generale dell’attività svolta dell’Università privata,
non è in discussione il carattere remunerato della stessa ed il fine di lucro
perseguito; né parimenti è discutibile la nozione di consumatore dello studente
che si iscrive ad una Università privata”. In tale contesto, poi, ”sono
irrilevanti sia la natura pubblica o privata dell’organismo in questione, sia
la specifica missione da esso perseguita”. Le suddette considerazioni
riconducono alla nozione di professionista le Università telematiche private e
tale interpretazione è ”l’unica tale da garantire la piena efficacia della disciplina
sulle pratiche commerciali sleali, assicurando che, conformemente all’esigenza
di un elevato livello di protezione dei consumatori, le pratiche commerciali
sleali siano contrastate in modo efficace”. Da tale interpretazione discende
l’applicazione delle sanzioni previste dal Codice del Consumo relativamente
alle pratiche commerciali sleali (nel caso di specie, dell’art. 27, comma 6 del
Codice del Consumo) alle Università private telematiche. F: Oss. Univ. maggio
2023.
UE.
ESTERO
DIGITAL DIVIDE, L’EUROPA METTE SUL PIATTO
378 MILIARDI PER CHIUDERE IL GAP
Si punta a
sostenere 725.000 imprese per spingere l’innovazione. 83.000 ricercatori avranno accesso a migliori
strutture e saranno coinvolte 22.500 amministrazioni pubbliche per spingere la
digital transformation. Incentivi anche per connettere 3,1 milioni di famiglie
alle reti mobili ultraveloci. Ma la vera sfida sarà creare 1,3 milioni di posti
di lavoro. F: corrcom 01.05.23.
STUDIARE A HARVARD GRATUITAMENTE OGGI È
POSSIBILE
Oggi tutti
possono studiare a Harvard. A renderlo possibile è proprio il famoso istituto,
che con l'Mit (Massachusetts Institute of Technology) ha fondato una piattaforma di e-learning digitale,
chiamata Edx, che raccoglie i corsi di molte prestigiose università nel
mondo. Non solo Harvard ma anche Yale e la Sorbona, istituti cinesi e
giapponesi. I migliori atenei hanno aperto le porte al grande pubblico
internazionale e dato libero accesso a questa piattaforma di lezioni online
disponibile gratuitamente ovunque nel mondo. F: CG CorSera 28.04.23.
EU BUSINESS SCHOOL
Eu business
school è una scuola di business internazionale che si occupa di formare leader
aziendali e imprenditori del futuro. In particolare, la scuola è accreditata
professionalmente e prevede una vasta scelta di corsi a seconda delle necessità
degli aspiranti studenti. La formazione aziendale offerta è prevista sia online
sia in presenza in Europa (a Barcellona, Monaco di Baviera e Ginevra.) e
comporta il coinvolgimento di accademici, consulenti, imprenditori e leader
aziendali di alto livello, i quali hanno il compito di insegnare gli innovativi
programmi aziendali dell’Unione Europea in lingua inglese a un corpo
studentesco multiculturale di oltre 100 nazionalità. F: liveuniversity
29.04.23.
ANNUAL GROSS AND NET
AVERAGE SALARY PER ACADEMIC POSITION
The UK, Germany, France, and Italy are adopted as case
studies to determine the attractiveness of European higher education systems.
Uncompetitive salaries in Italy are causing a brain drain, particularly among
young talent coming out of Italian universities, and are making the country
less attractive to foreign researchers.
Source: A. Civera, E. E. Lehmann, M. Meoli & S.
Paleari. Authors’ calculations are based on
data from ministerial websites. For France (MESRI, 2022); for Germany
(Destatis, 2022); for the UK (HESA, 2022); for Italy (Ministerial Decree on
March 12 2022 published on Gazzetta Ufficiale G.U. n. 120 on May 24, 2022).
Research & Occasional Paper Series: CSHE.1.2023. The Attractiveness of
European HE Systems: A Comparative Analysis of Faculty Remuneration and Career
Paths. March 2023.
ACADEMIC FREEDOM ON
DECLINE IN 22 COUNTRIES WORLDWIDE. A UNIVERSITY WORLD NEWS SPECIAL FOCUS
With the rise of populist leaders and increasingly
authoritarian governments around the world, higher education and research are
facing unprecedented threats to academic freedom and university autonomy. Over
the past decade, academic freedom has declined in more than 22 countries
representing more than half of the world’s population, including India, China,
Mexico, the United Kingdom, and the United States, according to the Academic
Freedom Index: Update 2023. Nathan M. Greenfield reports on the worrying
fall-off for academic freedom in key countries.
Michael Ignatieff, former vice-chancellor of the
Central European University, says the way CEU was forced out of Hungary by
right-wing populist Prime Minister Viktor Orbán is serving as a script for
today’s culture war on universities in Florida and Governor Ron DeSantis’s US
presidential ambitions for 2024, Nathan M Greenfield reports. Suppression of
freedom of speech and free elections are acknowledged as warning signs of
democratic erosion. It is time for us to recognize attacks on academic freedom
in a similar fashion and strengthen our understanding of academic freedom as a
foundational element of democracy, argue Hector Ulloa, Sunniva Whittaker, and
Svein Stølen. An organization representing nearly a million doctoral candidates
and postdocs across Europe, Eurodoc, has called on academic institutions and
governments to improve conditions for early career researchers, arguing that
their precarious existence endangers academic freedom, which is already under
attack in many European countries. F:
A University World News Special Focus 16.03.23.
STUDIO EURYDICE. RAPPORTO ‘NATIONAL STUDENT FEE AND SUPPORT
SYSTEMS IN EUROPEAN HIGHER EDUCATION - 2022/23’.
Nel 2022/23 in
Italia l’importo medio annuo delle borse è stato di €4.326, non lontano dalla
Norvegia, punto di riferimento europeo. Ma solo il 16,3% degli studenti del 1°
ciclo ha potuto beneficiarne. La % sale, ma di poco (17,7%) nel 2° ciclo di
studi. Nel 2020/21 la % degli studenti destinatari di borse non superava il 14%. La ministra UR: Abbiamo
già aumentato gli importi minimi delle borse per il prossimo anno accademico.
Per gli studenti fuori sede saranno di oltre €6.600, quasi 500 euro in più
rispetto al passato.
In Francia in
entrambi i cicli d’istruzione le borse raggiungono 1 studente su 3, con un
massimo di €5.965 annuali. In Germania gli studenti possono contare su borse
basate sulla necessità, per un importo medio di €574 al mese. Inoltre, esistono
ben tre tipi di agevolazioni pubbliche basate sul merito che arrivano fino
a circa €941 al mese. In Svezia e in
Danimarca il 90% degli studenti ha una borsa. In Svezia la borsa minima si
aggira intorno a €3.273. A questa, poi, si aggiunge la borsa assegnata per
necessità, un supplemento per studenti con figli, che può arrivare fino a
€4.900. In Danimarca per studenti che vivono con i genitori, l'importo della
sovvenzione dipende dal reddito familiare: si va da un importo minimo di €134
al mese (per 12 mesi) a un massimo di €371 al mese. Gli studenti che vivono da
soli hanno invece diritto a una borsa di €860. In Olanda sono previste borse
per necessità basate sul reddito: l'importo massimo è di €5.028, con un importo
medio di €3.689. Però solo il 30% degli studenti è destinatario di borse di
studio.
UK. RESIDENZE UNIVERSITARIE IN CRISI
In quest'anno
accademico, i media sono stati pieni di storie di studenti costretti ad
accamparsi per la notte fuori dalle agenzie di locazione o a vivere in una
città completamente diversa da quella in cui si trova la loro università, a
causa della crescente pressione sul mercato immobiliare. L'espansione
significativa di alcune università negli ultimi anni, unita a un rallentamento
nella costruzione di nuovi alloggi e a una diminuzione del numero di proprietà
in affitto disponibili, ha reso molto più grave quello che era già un problema
difficile. E questo prima di considerare il prossimo aumento del numero di
studenti nel Regno Unito e oltre. La mancanza di alloggi sta alimentando i
tassi di abbandono. Sono necessari un'attenta pianificazione e investimenti, ma
anche questo sta diventando sempre più difficile nel clima attuale. Se le
università hanno tardato ad affrontare il problema, presto si renderanno conto
che il loro futuro dipende da questo. F: THE Maggio 2023.
UK. CARENZA DI ALLOGGI, ALTE TASSE DI FREQUENZA
E UN COSTO DELLA VITA INSOSTENIBILE PER GLI STUDENTI
È sempre più difficile
frequentare le 200 università britanniche e anche prestigiosi atenei rischiano
di veder diminuire iscritti e finanziamenti. Gli studenti italiani si accampano con le tende fuori
dalle facoltà per protestare contro il caro-alloggi, ma gli studenti inglesi
(761 mila divisi in 200 atenei) non se la cavano meglio. Carenza di alloggi,
alte tasse di frequenza e un costo della vita insostenibile, mentre sono in
aumento i casi di grave depressione e tossicodipendenza. Gli studenti si
ritrovano spesso «senzatetto temporanei», costretti a chiedere ospitalità sul
divano di amici più fortunati o ad accettare soluzioni vergognose come stanze
senza finestre che costano un occhio della testa. Il prezzo medio di una
stanza in affitto a Londra è di 865 sterline (quasi mille euro); a Durham, Nord
dell'Inghilterra, è di 536 (circa 620 euro). Intervistati dal sindacato studentesco del Russell Group, uno studente su
cinque valuta di abbandonare la propria facoltà causa l'aumento del costo della
vita e uno su quattro salta i pasti per poter sostenere le spese essenziali. F:
E. Orsini, Panorama Maggio 2023.
UNGHERIA. IL GOVERNO HA PROPOSTO DI TOGLIERE
AI DOCENTI LO STATUS DI DIPENDENTI PUBBLICI
Da mesi gli
ungheresi manifestano contro la cattiva gestione del sistema di istruzione. Il
governo ha proposto di togliere ai docenti lo status di dipendenti pubblici.
Per protesta, studenti e professori sono scesi in piazza. L'eliminazione dello
status di dipendente pubblico sarebbe l'ennesimo colpo inferto alla categoria.
Le difficoltà economiche del Paese hanno portato il tasso di inflazione al 24%,
che ha eroso i salari dei docenti, i penultimi tra i Paesi dell'Ocse. Quasi
5mila docenti hanno dichiarato di essere pronti a lasciare il posto di lavoro
se la legge entrerà in vigore. F: Rep Maggio 2023.
THE HUMANITIES ARE
“IN CRISIS” IN THE USA
At Ohio State University (Columbus), between 2012 and
2020, the number of humanities major graduates dropped by 46%. At Tufts
University (Medford, Massachusetts) they fell by 50%, while at the State
University of New York (Albany) the decline was almost 75%. Over the same
period, even at the prototypical liberal arts college, Vassar College
(Poughkeepsie, New York), the number of humanities graduates fell by about
50%. At Arizona State University (ASU, Tempe, history majors dropped by 50% in
the three years following 2014. In 2012, almost 20% of Harvard’s freshman class
planned to study the humanities; 10 years later this figure had dropped by 35%,
meaning only 7% of Harvard’s first-year students intended to study the
humanities. F: UWN April 2023.
USA. PROFESSORS ARE
VICTIMS AS FLORIDA’S REPUBLICAN GOVERNOR RON DESANTIS’ CULTURE WAR HOTS UP
As University World News has reported, since 2021,
DeSantis has moved to restrict academic
freedom: by trying to prevent professors from appearing in court as expert
witnesses opposed to voter restriction laws; signing laws limiting tenure;
banning the teaching of Critical Race Theory in universities; overriding the
normal (collegial) process of appointing presidents to public universities and
instead appointing ideological soul mates; and banning the Advanced Placement
history course from high schools because he considered it ‘woke’ and
indoctrinating due to its coverage of slavery and racial issues. F: UWN Maggio 2023.
USA. LA CORTE SUPREMA BOCCIA IL
CRITERIO RAZZIALE NELL’AMMISSIONE ALL’UNIVERSITÀ
Lunga è la storia delle così dette affirmative actions, nate negli USA per riparare alle ingiustizie sociali nei confronti delle minoranze storicamente escluse dagli studi superiori, ma diventate nel tempo vie per tutelare una “diversità” all’interno dei contesti studenteschi troppo spesso puramente simbolica.Togliere oggi di mezzo definitivamente le affirmative actions non significa necessariamente assumere una posizione anti liberale e di destra, ma magari provare a dare spazio a criteri privilegiati di accesso alle università che superino la questione del colore della pelle e facciano perno sulla condizione socio-economica degli studenti per permettere ai meno abbienti – che di norma fra l’altro coincidono con le minoranze etniche, in particolare nere – di accedere anche loro agli olimpi del sapere da cui verranno lanciati verso il successo professionale. La speranza è che la decisione odierna di una Suprema Corte conservatrice produca il paradossale effetto progressista di stimolare un’inversione di rotta nelle politiche di ammissione universitaria statunitensi, che privilegino finalmente la classe sulla razza, giacché indipendentemente dal loro colore della pelle i meno abbienti sono tutti uguali ed hanno ugualmente bisogno di essere aiutati. F; E. Grande, micromega 01.07.23.
NELLE UNIVERSITÀ USA TREMILA PROFESSORI CHE
HANNO CONSEGUITO IL DOTTORATO DI RICERCA IN ITALIA
Uno studio
pubblicato su Nature Italy ha recentemente rivelato che tra il 2011 e il 2020,
le università degli Stati Uniti hanno assunto quasi tremila professori che
hanno conseguito il dottorato di ricerca in Italia, cifra interessante se
paragonata a quella di altri Paesi europei e che conferma l’elevata competenza
di ricercatori e scienziati provenienti dagli atenei italiani, che sono tra i
più richiesti e apprezzati all’estero. F: linkiesta Maggio 2023.
LIBRI
- RAPPORTI - SAGGI - GUIDE
QUALE UNIVERSITÀ DOPO IL PNRR?
Autori: Marino
Regini e Rebecca Ghio, Milano University Press 2022. Pg. 287
Il sistema
universitario italiano – anche e soprattutto per colpe non sue ma dei vari
governi che si sono succeduti e del tipo di sistema produttivo in cui si trova
a operare – ha mostrato sia una bassa efficienza ed equità nel fornire capitale
umano in misura adeguata a favorire una “via alta” allo sviluppo, sia una
performance nella ricerca che, per quanto buona, si è rivelata insufficiente a
innescare rilevanti processi di innovazione economica. È evidente che il primo
passo da fare per chi voglia far recuperare all’università italiana efficienza
ed equità è quello di diagnosticare con chiarezza le cause di questa
performance insoddisfacente. Su una tale diagnosi si sono esercitati gli
estensori del PNRR, partendo da una visione dell’università quale potenziale
motore dell’innovazione e della crescita economica. Come possiamo valutare,
all’interno di questa visione, le misure contenute nella Missione 4 “Istruzione
e Ricerca” del PNRR? Le riforme previste e gli investimenti stanziati
affrontano in modo adeguato le cause delle inefficienze e iniquità del nostro
sistema universitario? Nel volume si
cerca di dare qualche risposta a queste domande. Nell’Introduzione e nella Prima
Parte si analizzano le principali carenze dell’università italiana nello
svolgere un ruolo di motore dello sviluppo, le loro cause, nonché alcuni degli
interventi previsti dalla Missione “Istruzione e ricerca” del PNRR. Nella
Seconda Parte e nelle Conclusioni si discute invece criticamente l’impatto che
il PNRR potrà avere su alcuni aspetti del sistema universitario, nonché alcune
delle sfide che non sono state affrontate e che dunque rimangono aperte. (F: da
scheda del volume open access https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/
).
IL RECLUTAMENTO DEI PROFESSORI UNIVERSITARI E LA CODIFICA DEI SAPERI
Autore: Giulio Rivellini.
Giornale di diritto amministrativo, 2023, (3), 385-394.
Seguendo una giurisprudenza
ormai consolidata, il T.A.R. Lombardia ribadisce la regola secondo cui i
criteri di selezione dei candidati alla copertura dei posti da professore
universitario devono essere individuati esclusivamente facendo riferimento alle
materie e alle funzioni che caratterizzano i singoli settori
scientifico-disciplinari. Non è possibile quindi prevedere ulteriori requisiti,
maggiormente selettivi, per attrarre specifici profili didattici o di ricerca.
Dopo aver valutato la correttezza della decisione, il commento si sofferma
sulle ragioni alla base di questa impostazione, evidenziandone i principali
difetti: l’inidoneità a risolvere i problemi per cui è concepita, l’eccessiva
rigidità, la compressione dell’autonomia universitaria e i possibili effetti
dannosi sulla ricerca. Nell’ottica di trovare un compromesso, viene svolta una
breve analisi comparatistica tra l’ordinamento italiano e quello spagnolo per
elaborare i possibili rimedi. (Abstract dell’articolo).
COME CAMBIANO LE UNIVERSITÀ: DAL
"SISTEMA" AL "MERCATO". NUOVE RIFLESSIONI SULLA
COMPETIZIONE FRA UNIVERSITÀ
Autore: Mario
Libertini. Astrid Rassegna, 2023, n. 7. Data Documento: 2023-05-14.
L’Università si
è sempre caratterizzata per la presenza di un sistema. In particolare, si è
passati da un modello originario, accentrato in capo allo Stato e basato
sull’idea dell’Università come luogo privilegiato di libertà intellettuale, a
uno moderno, policentrico, ove si cerca di incentivare il livello qualitativo
dei servizi che l’Università offre anche tramite la competizione fra le diverse
organizzazioni. Tuttavia, la competizione può svolgersi a diversi livelli. La
prospettiva privilegiata dovrebbe essere quella della competizione fra Atenei.
Inoltre, la stessa può riguardare molteplici mercati in cui le Università
operano, come quelli, in particolare, della fornitura dei titoli di studio,
della ricerca pura, della ricerca applicata, della produzione di servizi di
formazione universitaria e dei servizi professionali in senso stretto. Una competizione
efficiente e virtuosa dovrebbe riguardare tutti i mercati citati, svolgendo una
funzione di stimolo per le strutture più vivaci e aperte rispetto a un
programma competitivo. (Abstract a cura della Redazione dell’Osservatorio
sull’Università 01.06.23).
LA NUOVA DISCIPLINA SUI RICERCATORI
UNIVERSITARI E I NUOVI RAGGRUPPAMENTI SCIENTIFICO DISCIPLINARI
Autore: Luca
Belviso. Giornale di diritto amministrativo, 2023, n. 1, pp. 40-49.
Il contributo
costituisce un commento all’art. 14, D.L. 30 aprile 2022, n. 36, conv., con
modificazioni, in L. 29 giugno 2022, n. 79, che, in attuazione del PNRR, ha
riformato il preruolo universitario, introducendo i contratti di ricerca e i
nuovi contratti da ricercatore a tempo determinato in tenure track (RTT), e le
forme di raggruppamento scientifico-disciplinari, creando i gruppi
scientifico-disciplinari (GSD) e modificando i già noti settori
scientifico-disciplinari (SSD).
La riforma, al
di là delle buone intenzioni, appare connotata, in ragione dei vincoli
finanziari, da effetti potenzialmente assai negativi sull’intera tenuta del
sistema della ricerca. Inoltre, la stessa, introducendo figure del tutto nuove
nel personale in regime di diritto pubblico, e allo stesso tempo prevedendo
numerose regole di diritto transitorio che mantengono in vita anche le
precedenti figure, ha l’effetto di non razionalizzare e semplificare, bensì di
complicare ulteriormente, il sistema del personale universitario. Da qui
l’esigenza, da un lato, di rendere le nuove misure sostenibili e compatibili,
dal punto di vista economico, con l’attuale sistema della ricerca, dall’altro,
di razionalizzare, all’insegna della semplificazione, il quadro di regole e
figure che compongono il sistema del personale in regime di diritto pubblico
all’interno delle Università. (Abstract a cura dell’Autore).
DOCENTI E UNIVERSITÀ DI FRONTE AL FASCISMO
(1922-1945)
A cura di Carlo
Antonio Barberini e Marzio Zanantoni. Biblion Edizioni, collana: Studi di
Storia Contemporanea. Milano, 2023; pp. 178,
Il volume
raccoglie gli Atti della giornata di studio “L’Università italiana durante il
fascismo”, svoltasi il 2 dicembre 2021 a Milano presso la Casa della Cultura.
Lo stimolo iniziale e il punto di partenza delle riflessioni che hanno portato
all’organizzazione dell’iniziativa è stato il desiderio di ricordare il
novantesimo anniversario (1931-2021) del rifiuto del giuramento fascista da
parte di una sparuta pattuglia di docenti universitari, nell’ottica di inserire
la doverosa commemorazione dei “dodici” nel contesto dell’articolato rapporto
tra mondo accademico e fascismo, per approfondirne la conoscenza. Argomento
complesso e interessante, ma poco indagato, almeno in tempi recenti;
l’entusiasmo con cui i relatori hanno accolto l’invito rappresenta una evidente
conferma della validità della scelta: una via poco battuta che merita a maggior
ragione di essere percorsa. (F: Presentazione dell’editore).
UNIVERSITÀ E DISUGUAGLIANZE EDUCATIVE DOVUTE
ALL’ORIGINE SOCIALE: HYBRID E BLENDED LEARNING NELLE TESTIMONIANZE DI ALCUNI
FIRST-GENERATION STUDENTS
Autore: Elena
Gremigni. Rivista Trimestrale di Scienza dell’Amministrazione –
http://www.rtsa.eu – ISSN 0391-190X ISSNe 1972-4942.
Questo
contributo intende mostrare come la didattica a distanza abbia permesso agli
studenti svantaggiati di seguire le lezioni delle Università pubbliche superando
parte degli ostacoli logistici ed economici che ancora precludono a molti
l’accesso all’ higher education. Dalle interviste
realizzate con
un campione di first-generation students dell’Università di Pisa emerge in
particolare come le lezioni online abbiano permesso loro di conciliare lavoro e
studio. Il punto di vista degli studenti intervistati tuttavia non esaurisce la
complessità del problema perché la didattica a distanza rischia di
marginalizzare proprio coloro che avrebbero la necessità di permanere più a
lungo nell’ambiente universitario per modificare il proprio habitus di origine
ed evitare il rischio di drop-out. L’Università pubblica in questo senso, senza
perdere di vista l’obiettivo primario di favorire una uguaglianza
effettivamente sostanziale del diritto alle lezioni in presenza, dovrebbe
cercare di garantire forme di hybrid e blended learning evitando
contestualmente i fenomeni di platformisation da tempo presenti nell’higher
education che rischiano di trasformarla in una industria culturale “on demand”.
(F: Riassunto dell’autore).
LA DIFFICILE TRANSIZIONE. L'UNIVERSITÀ
ITALIANA TRA FASCISMO E REPUBBLICA
A cura di Tamara
Colacicco e Simona Salustri. Editore: Il Mulino. Studi e ricerche
sull'università. 2023. 152 pg.
Concentrandosi
sul passaggio dal fascismo alla prima fase della vita repubblicana italiana, il
volume affronta uno snodo di fondamentale importanza per gli studi
contemporaneistici, scandagliando i meccanismi che hanno permeato dal profondo
anche la storia delle università nel XX secolo. I diversi saggi analizzano le
spinte verso la democratizzazione e le continuità istituzionali e culturali nella transizione dal
regime al dopoguerra, utilizzando le lenti delle epurazioni del personale
docente universitario, del ruolo giocato dall'amministrazione alleata e dai
diversi attori politici nel rinnovamento del Paese, della collocazione degli
accademici italiani all'estero e del complesso dibattito e iter per
l'istituzione di un percorso specifico di formazione alla carriera accademica.
(F: Descrizione dell’editore).
PIATTAFORME DIGITALI E AUTODETERMINAZIONE.
Relazioni sociali, lavoro e diritti al tempo della “governamentalità
algoritmica”
Autore: Giacomo
Pisani. Collana: Prassi sociale e teoria giuridica. ISBN : 9788870009521, 2023.
pg. 202.
Le piattaforme
digitali stanno ridisegnando le modalità di relazione fra gli individui. Esse
hanno veicolato la promessa di “disintermediare” sfere sempre più ampie
dell’esistenza, celando nuove forme di controllo. Attraverso l’uso di algoritmi
opachi, le piattaforme mettono in atto strategie di potere che agiscono su
gruppi, se non sull’intera popolazione, istituendo correlazioni, differenze,
assemblaggi. Anche il mondo del lavoro è al centro di fenomeni di imponente
trasformazione, che investono la possibilità delle persone di autodeterminarsi
in maniera consapevole. In questo quadro, la promozione del diritto
all’autodeterminazione della persona può avvenire solo a condizione di
garantire adeguata rappresentazione agli interessi collettivi implicati. Il
volume delinea i tratti salienti di questa sfida, assumendo il diritto
all’autodeterminazione come principio di democratizzazione del mondo digitale.
(F: Presentazione dell’editore).
L’UNIVERSITÀ ITALIANA TRA PASSATO E FUTURO
Una
Conversazione tra Luigi Berlinguer e Fabio Matarazzo. Ed. Conoscenza. Collana
“SISTEMI” 2023 pp. 177.
Questo libro
nasce da una serie di conversazioni tra i due autori, legati da molti anni di
collaborazione professionale e di stima reciproca e poi di amicizia. Nelle lunghe ore di colloquio,
ripercorrendo le rispettive esperienze, hanno voluto ricostruire la lunga, e
spesso tormentata, storia dell'università italiana guardando però non solo al
passato ma alle sfide attuali e al peso che avranno, a seconda di come saranno
affrontate, sul destino personale di tanti giovani, ma anche sull'intero Paese. La ricostruzione di tante vicende
politiche e legislative, supportate da una ricca documentazione proposta in
appendice ai capitoli, offre ai lettori un quadro completo non solo del dibattito
pubblico italiano sul nostro sistema universitario e sul suo ruolo, ma anche
delle riforme e non-riforme che lo hanno attraversato, delle tante occasioni
mancate e dei protagonisti di quelle vicende. Con attenzione ad alcuni aspetti fondamentali dell'identità del
sistema, quali ad esempio, l'internazionalizzazione, il reclutamento, gli
ordinamenti didattici, il dialogo serrato tra i due autori ci porta a guardare
oltre il presente e a interrogarci sui nessi tra università e ricerca,
trasformazioni tecnologiche, rapporti con le imprese e il mondo del lavoro. Con
un messaggio forte alla politica.
ARTIFICIAL
INTELLIGENCE IN SCIENCE. CHALLENGES, OPPORTUNITIES AND THE
FUTURE OF RESEARCH
Authors:
OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/a8d820bd-en.
26 Jun 2023, 300 pages.
The rapid advances of
artificial intelligence (AI) in recent years have led to numerous creative
applications in science. Accelerating the productivity of science could be the most
economically and socially valuable of all the uses of AI. Utilizing AI to
accelerate scientific productivity will support the ability of OECD countries
to grow, innovate and meet global challenges, from climate change to new
contagions. This publication is aimed at a broad readership, including policymakers, the public, and stakeholders in all areas of science. It is written in
non-technical language and gathers the perspectives of prominent researchers
and practitioners. The book examines various topics, including the current,
emerging, and potential future uses of AI in science, where progress is needed
to better serve scientific advancements, and changes in scientific
productivity. Additionally, it explores measures to expedite the integration of
AI into research in developing countries. A distinctive contribution is the
book’s examination of policies for AI in science. Policymakers and actors
across research systems can do much to deepen AI’s use in science, magnifying
its positive effects, while adapting to the fast-changing implications of AI
for research governance.
UNIVERSITY AUTONOMY IN EUROPE IV. THE SCORECARD 2023
Authors: Enora Bennetot Pruvot, Thomas Estermann and
Nino Popkhadze. European University Association asbl, www.eua.eu · info@eua.eu.
2023. pg. 99.
In some systems, academic freedom is considered to
derive from the right to freedom of expression. However, this is not taken into
account in this chapter’s categorization. While freedom of expression (or
freedom of speech) at universities also features in related discussions,
conceptually, and for the present purpose, a distinction is made between
academic freedom (with a narrower focus) and
freedom of expression. A further distinction is made
according to the hierarchy of legal provisions (i.e. between provisions in
constitutional law and common law). Consultations with the national rectors’
conferences revealed that academic freedom is enshrined in the legal framework
in some form in a large majority of systems considered, whether as a direct
mention or through more substantive provisions on freedom of teaching,
research, or science. Constitutional
protection.
Although national legal systems are structured
differently throughout Europe, provisions included in the constitution or in
special laws of constitutional rank take precedence over ordinary laws, and, in
most cases, larger parliamentary majorities are required to amend them.
However, one cannot conclude that such provisions automatically grant better
protection. In a majority of the systems considered, provisions related to
academic freedom (detailed or not) are included in constitutional norms
(Austria, Belgium, Croatia, Czechia, Estonia, Finland, Georgia, Germany,
Greece, Hungary, Italy, Latvia, Lithuania, Poland, Portugal, Slovakia,
Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland and
Türkiye). In addition, almost all of these systems
also have related regulations in place in ordinary law. However, Georgia,
Greece, and Spain are the only systems for which it was reported that the
constitution explicitly mentions academic freedom, using that set terminology.
The remaining systems have no regulation on academic freedom (or freedom of
teaching/research/science) in constitutional law. F: dall’introduzione.
SYMMETRIC SALARY AND
UNIFORMITY OF ACADEMIC POSITIONS AT UNIVERSITIES IN THE EU28. IN EUROPE IT IS
NOT POSSIBLE TO HYPOTHESIZE A SINGLE MODEL OF SALARIES FOR ACADEMICS
Author: Benedetto Torrisi. Business and Economics
Department, Economic Statistical Area, University of Catania, Catania, Italy.
2023
European academic labor markets are experiencing many
changes aiming at similar objectives: the establishment of better-regulated
internal labor markets and the affirmed role of the university level in the
management of the newly introduced incentive mechanisms. This general trend
carries with it comparable implications. The presence in Europe of an academic
system's salary, which is clustered into five groups, certainly limits the
European vision of the academic system; in addition, the influence of factors
characterizing each country or each group confirms the assumption. These
differences can be attributed to local context factors, contractual factors, and
factors such as economic well-being. These three main systems interact strongly
with the level of wages in Europe; they exert a positive influence on the
average wage. With this study, we can not support the initial hypothesis of this
paper. In Europe, it is not possible to hypothesize a single model of salaries
for academics. The policy that should be adopted imagines a unified European
wage model. This policy should standardize plans for funding research,
identifying relationships with
businesses and the territory, monitoring academic
productivity, and developing a single contract system and an equal value
related to the GDP of each country. Complex and large policies do not suggest
possibilities for the development of a unique academic model wage.
Our attempt to study the diversity and wage
determinants leads us to these conclusions, which have enabled us to provide a
broad understanding of the phenomena studied and the reasons for refusal. (from
Conclusions).
ARTIFICIAL
INTELLIGENCE AND EDUCATION. A critical view through the lens of human rights,
democracy and the rule of law.
By Wayne
Holmes et al. Council of Europe Publishing 2022. Pg. 114.
As noted by the Council of Europe’s Committee of
Ministers in 2019, artificial intelligence (AI) is increasingly having an
impact on education, bringing opportunities as well as numerous threats. It was
these observations that led to the commissioning of this report, which sets out
to examine the connections between AI and education. In fact, AI in education
(AIED) has already been the subject of numerous international reports – so what
differentiates this one? There are three unique characteristics. First, in this
report, we explore both the application and the teaching
of AI in education, which we refer to collectively as
“AI and education” (AI&ED). Second, we approach AI&ED through the lens
of the Council of Europe’s core values: human rights, democracy, and the rule of
law. Third, rather than assuming the benefits of AI for education, we take
a deliberately critical approach to AI&ED, considering both the
opportunities and the challenges. Throughout, the aim is to provide a holistic
view to help ensure that AI empowers and not overpowers educators and learners and that future developments and practices are genuinely for the common good.
The report begins with an introduction to AI (what it is and how it works) and
to
the connections between AI and education: “learning
with AI” (learner-supporting, teacher-supporting, and system-supporting AI),
using AI to “learn about learning” (sometimes known as learning analytics) and
“learning about AI” (repositioned as the human and technological dimensions of
AI literacy). (Source: Executive summary).