venerdì 15 settembre 2023

 

INFORMAZIONI UNIVERSITARIE 

Luglio 2023

IN EVIDENZA

 DECRETO PNRR. IL 20.04.23 APPROVATO IL DL 13 DEL 24.02.23 “DISPOSIZIONI URGENTI PER L’ATTUAZIONE DEL PNRR E DEL PIANO NAZIONALE DEGLI INVESTIMENTI COMPLEMENTARI AL PNRR”. EMENDAMENTI APPROVATI DALLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO RIGUARDANTI L’UNIVERSITÀ

Contratti di ricercatori a td

Ai soggetti che sono stati, per almeno tre anni, titolari di contratti da ricercatore universitario ai sensi dell'articolo 24, comma 3, lettera a), della legge n. 240 del 2010, nel testo precedente a quello del decreto legge 36/22, e che stipulano un contratto di ricercatore a tempo determinato ai sensi dell'articolo 24 nel testo attualmente vigente è riconosciuto fino al 31 dicembre 2026 (in precedenza aprile 2025), a richiesta, ai fini dell'inquadramento, un periodo di servizio pari a 3 anni. In questo caso, la valutazione per l'inquadramento nel ruolo dei professori di II fascia (articolo 24, comma 5, della legge n. 240/10, avviene non prima di 12 mesi dalla presa di servizio). (emendamento 26.1 (testo 2). F: FlcCgil.

Assegni di Ricerca

Ai soggetti che sono stati titolari, per un periodo non inferiore a tre anni, di assegni di ricerca ai sensi dell'articolo 22 della legge n. 240, nel testo a quello del decreto legge 36/22, e che stipulano un contratto di ricercatore a tempo determinato ai sensi dell'articolo 24 della legge n. 240, come modificato dal DL 36/22, è riconosciuto fino al 31 dicembre 2026 (in precedenza aprile 2025), a richiesta, ai fini dell'inquadramento, un periodo di servizio pari a due anni. (emendamento 26.1 (testo 2). F: FlcCgil.

Tempo definito ricercatori a tempo determinato

Il regime di impegno a tempo pieno o a tempo definito si applica anche ai ricercatori a tempo determinato di cui alla legge 240/10 assunti con regime di tempo pieno, i quali possono transitare, per gli anni accademici successivi a quello della presa di servizio, al regime a tempo definito, previa domanda da presentare al Rettore sei mesi prima dell'inizio dell'anno accademico dal quale far decorrere l'opzione, e con obbligo di mantenere il regime prescelto per almeno un anno accademico. (emendamento 26.3 (testo 2). F: FlcCgil.

Chiamata docenti di i fascia

Le università vincolano le risorse corrispondenti ad almeno un quinto dei posti disponibili di professore di prima fascia alla chiamata di studiosi in possesso dell'abilitazione per il gruppo scientifico-disciplinare (eliminato il riferimento alle “funzioni oggetto del procedimento”).

Non possono partecipare a queste procedure i docenti di prima fascia già in servizio.

Queste norme non si applicano alle Scuole Superiori a Ordinamento Speciale (norma introdotta dall’emendamento approvato). (emendamento 26.4 (testo 2). F: FlcCgil.

Università e polizze sanitarie integrative nell’ambito dei progetti di ricerca relativi a bandi competitivi

Le università statali, possono destinare una quota delle risorse derivanti da progetti di ricerca, europei o internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi, limitatamente alla parte riconosciuta a tassi forfettari, o comunque non destinata a puntuale rendicontazione, per la stipula di polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale in favore di personale docente e della ricerca. L’importo di tali polizze non può essere superiore al due per cento della spesa sostenuta annualmente per tale personale e, comunque, nel limite massimo delle risorse rimborsate. Le modalità applicative di tale disposizione saranno stabilite con decreto del Ministro dell'università e della ricerca. (emendamento 26.4, testo 2). F: FlcCgil.

 

UNIVERSITÀ. DEFINITI NUOVI GRUPPI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI

Sono stati definiti nuovi gruppi scientifico-disciplinari in relazione all’abilitazione, alle chiamate e all’attività didattica dei docenti. L’emendamento Verducci al DL 36/2022 sostituisce l’art. 15 della L 240/10 (quello che istituisce SSD, settori e macrosettori concorsuali) definendo nuovi gruppi scientifico disciplinari. I nuovi raggruppamenti scientifici disciplinari sono stati definiti con un decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 27 aprile 2023.

Art. 14 Disposizioni in materia di Università e ricerca 

6-bis. Al fine di garantire la corretta attuazione del PNRR, nell'ambito della Missione 4, Componente 1, Riforma 1.5, del suddetto Piano, l'articolo 15 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, e' sostituito dal seguente:

«Art. 15. (Gruppi e settori scientifico-disciplinari). - 

1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione il Ministro, con  proprio decreto di natura non regolamentare, su proposta del Consiglio universitario nazionale (CUN), definisce, secondo criteri di affinità e attinenza scientifica, formativa e culturale, i gruppi scientifico-disciplinari e le relative declaratorie.

 2. I gruppi scientifico-disciplinari:

    a) sono utilizzati ai fini delle procedure per il conseguimento dell'abilitazione di cui all'articolo 16 e delle  procedure di cui agli articoli 18 e 24;

    b) sono il riferimento per l'inquadramento dei professori  di prima e seconda fascia e dei ricercatori;

    c) possono essere articolati in settori scientifico-disciplinari che concorrono alla definizione degli ordinamenti didattici di cui all'articolo 17, commi 95 e seguenti, della legge 15 maggio 1997,  n. 127, e all'indicazione della relativa afferenza dei professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori;

    d) sono il riferimento per l'adempimento degli obblighi didattici da parte del docente.

 3. Il numero dei gruppi scientifico-disciplinari non può essere superiore a quello dei settori concorsuali  di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università' e della ricerca n. 855 del

30 ottobre 2015, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 271 del 20 novembre 2015.

 

CUN: PROPOSTA SU ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE

L’imminente introduzione dei Gruppi Scientifico Disciplinari (GSD) previsti dalla Legge 79/29.06.22, in combinato disposto con il DPR 95/04.04.16 che prevede per l’abilitazione scientifica nazionale (ASN) ogni 5 anni la verifica dell’adeguatezza e congruità dei criteri, dei parametri, degli indicatori e dei valori soglia, rende opportuno ...un possibile riordino delle procedure in vigore. Nel corso degli anni sono state evidenziate rilevanti criticità riconducibili al modello e alle conseguenti procedure di abilitazione.

L’ASN ha provocato nel sistema universitario fratture artificiose, con la distinzione fra settori che utilizzano criteri bibliometrici e settori che utilizzano criteri non bibliometrici. - L’introduzione di rigidi indicatori numerici, con le soglie calcolate su un limitato arco temporale e caratterizzate da una marcata volatilità, ha poi di fatto concentrato l’attenzione sulla quantità e velocità più che sulla qualità della produzione scientifica. - La richiesta di vari titoli specifici e predefiniti, mutevoli nel tempo, come condizione di accesso ha portato a dinamiche di adattamento del sistema, con la rincorsa da parte degli aspiranti all’abilitazione ad accumularli, senza distinguere in base a criteri di qualità. - La mancanza del curriculum nella documentazione richiesta ha impedito di inquadrare la valutazione della produzione scientifica nel profilo complessivo degli aspiranti all’abilitazione. - L’applicazione del criterio delle soglie anche per determinare i possibili componenti delle commissioni ha reso molto ristretta la base della docenza per la formazione delle stesse.

Il CUN ritiene opportuno evitare in ogni caso una visione fondata su meri meccanismi automatici, con indicatori numerico-quantitativi, per consentire invece alle commissioni di valutare la congruità con la declaratoria dei GSD della produzione scientifica dei candidati nell’ambito del loro profilo complessivo. F: CUN Adunanza del 20/4/2023 https://tinyurl.com/ycx4msuc. Oss. Univ. Maggio 2023

LAUREATI ASSUNTI PER SVOLGERE MANSIONI CON LIVELLO DI SPECIALIZZAZIONE MEDIO-BASSO CHE SI RIFLETTE SUI LIVELLI RETRIBUTIVI. IL DIVARIO SALARIALE CON L’ESTERO DEI LAUREATI ITALIANI E LA “FUGA DEI CERVELLI”

I principali settori industriali in Italia sono caratterizzati da una media intensità tecnologica. Ciò si riflette a sua volta nei pochi investimenti in innovazione, come dimostrato dalla bassa SPESA IN R&S in rapporto al Pil: l’Italia investe l’1,48% del Pil in R&S, contro una media OCSE del 2,71% e una media dell’UE a 27 del 2,11% (dati 2021). I settori più rilevanti per l’economia nazionale non richiedono figure altamente specializzate né un maggior livello di investimenti in R&S. Ciò comporta una bassa domanda di laureati e anche un’allocazione inefficiente di questo capitale umano. Infatti, i pochi laureati presenti sul mercato italiano sono assunti per svolgere mansioni con un livello di specializzazione medio - basso. Questo si riflette a sua volta in una scarsa produttività e basso valore aggiunto per addetto, che si riflettono ovviamente sui livelli retributivi. I dati relativi ai salari medi netti sottolineano che l’Italia si trova sotto la media dell’UE a 27, dietro a Francia, Germania e Paesi Bassi. Per i laureati italiani, il divario salariale con l’estero è notevole. I laureati italiani occupati all’estero, infatti, sono retribuiti circa il 40% in più rispetto ai laureati impiegati in Italia già a un anno dal conseguimento del titolo, e il 47% in più dopo 5 anni. Tutto ciò contribuisce certamente a spiegare il fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli”, che l’Italia sta sperimentando da anni e che viene spesso citato come uno dei problemi principali da risolvere per risollevare la forza economica del Paese. Nel 2021 il tasso di espatrio per i laureati di 25-34 anni, noto come “fuga di cervelli”, è del 9,5 per mille tra gli uomini e del 6,7 per mille tra le donne. I tassi migratori medi 2019-2021 dei giovani laureati verso l’estero indicano perdite di risorse qualificate in tutte le province, con valori superiori al tasso migratorio medio nazionale (-5,7 per mille) nel Nord e nelle Isole. F: osservatoriocpi.unicatt.it Luglio 2023

 

DESIGNAZIONE COOPTATIVA DEI DOCENTI UNIVERSITARI

Alcuni hanno proposto la fuoriuscita delle procedure di reclutamento del corpo docente e ricercatore dalla sfera pubblico-concorsuale con attribuzione di responsabilità sulla struttura dipartimentale degli effetti della scelta “intuitus personae”. Ciò sarebbe possibile nel rispetto del dettato costituzionale, atteso che l’art. 97 comma 4° della carta fondamentale dispone che “agli impieghi nella p.a. si accede mediante pubblico concorso, salvo casi stabiliti dalla legge”. Alla luce di tale derogabilità, il legislatore ordinario potrebbe perciò intervenire esonerando il reclutamento di docenti e ricercatori universitari dal pubblico concorso. Questa novità legislativa potrebbe innescare pericolosi processi a catena. In buona sostanza, si circoscriva e si limiti con rigore questa deroga ai vincoli generali posti a presidio di imparzialità e buon andamento nell’azione amministrativa, si regolamenti in modo puntuale l’attribuzione di responsabilità (giuridica e non morale) della designazione cooptativa perché sono comunque spesi soldi pubblici, ma si evitino però estensioni oltre l’ambito del reclutamento del personale insegnante. F: CM altalex.com Luglio 2023.

 

HOUSING UNIVERSITARIO. INTESA RAGGIUNTA SUI FONDI PNRR

Un primo target previsto dal PNRR per la seconda metà del 2022 prevedeva la realizzazione dei primi 7.500 posti letto. Un obiettivo non raggiunto secondo la Commissione UE, per la quale una parte dei posti letto rendicontati dall’Italia non erano nuovi ma preesistenti. L’intesa raggiunta il 20 luglio permette di considerare non più un target ma una pietra miliare i primi 7.500 posti letto, tenendo fermo l’obiettivo finale dei 60 mila posti al 2026. In questo modo, è stato ridotto di conseguenza l’importo previsto per la terza rata del PNRR all’Italia (19 a 18,5 miliardi), mentre i fondi per la quarta rata passano da 16 a 16,5 miliardi. F: openinnovation.regione.lombardia.it  29.07.2023.

 

LA CLASSIFICA CENSIS (CENTRO STUDI INVESTIMENTI SOCIALI) DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE - EDIZIONE 2023/2024). IL PODIO DEGLI ATENEI STATALI

Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità. Sono consultabili anche le classifiche della didattica delle lauree triennali, delle magistrali a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali (rispettivamente raggruppate in 15, 7 e 15 gruppi disciplinari) ed è disponibile la metodologia utilizzata per la classificazione.  Complessivamente, sono 70 le classifiche stilate, a partire da una batteria di 948 variabili considerate.

Tutte le classifiche sono disponibili in formato interattivo. F: https://tinyurl.com/ystak69d

Il podio degli atenei statali nella classifica CENSIS (edizione 2023/2024)↓

 Mega atenei (con oltre 40.000 iscritti): UniBO, UniPD, Sapienza. Grandi atenei (da 20.000 a 40.000 iscritti): UniPV, UniPG, UniCAL e Ca’ Foscari. Medi atenei (da 10.000 a 20.000 iscritti): UniTR, UniUD, UniSI. Piccoli atenei (fino a 10.000 iscritti): UniCAM, UniTuscia, UniMC. Politecnici: UniMI, UniTO, PoliBA e IUAV di Venezia. F: CENSIS 2023.

 

INTERNATIONAL HIGHER EDUCATION IS THE QUARTERLY PUBLICATION OF THE CENTER FOR INTERNATIONAL HIGHER EDUCATION AT BOSTON COLLEGE (USA)

Through International Higher Education, a network of distinguished international scholars offers commentary and current information on key issues that shape higher education worldwide. International Higher Education - Summer Issue No. 115 (2023) > https://tinyurl.com/mr3e9xty

 

 

ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE

 

ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE. IL RILIEVO INTERNAZIONALE DELLE RIVISTE SULLE QUALI SONO PUBBLICATI I LAVORI SCIENTIFICI NON È CIRCOSTANZA DIRIMENTE NEL NEGARE L’ABILITAZIONE

Il TAR Lazio, sent. 06.03.23 n. 2023, ha accolto il ricorso avverso il diniego di abilitazione scientifica nazionale come professore associato, che era stato adottato – fra le altre – in ragione del mancato rilievo internazionale delle riviste sulle quali erano stati pubblicati i lavori scientifici del ricorrente. Per il giudice amministrativo, infatti, ”il rilievo internazionale delle riviste sulle quali sono pubblicati i lavori scientifici è stato elevato a circostanza dirimente nel negare l’abilitazione, nonostante si trattasse di un professore associato”, con la conseguenza che il diniego è da ritenersi illegittimo. Infatti, l’art. 3, comma 2 D.M. 7 giugno 2016, n. 120 prevede, ai fini del rilascio dell’abilitazione come professore di seconda fascia, la rilevanza delle pubblicazioni nella sola comunità nazionale di riferimento della ricerca del candidato. F: Oss. Univ. Marzo 2023

 

ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE (ASN). VALUTAZIONE DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA

Con sentenza 2.05.23, n. 7380, il Tar Lazio, Roma, ha chiarito, con riferimento a un giudizio di impugnazione del diniego di ASN, come dev’essere interpretato il criterio di valutazione della produzione scientifica consistente nella ”coerenza [delle pubblicazioni] con le tematiche del settore concorsuale o con tematiche interdisciplinari ad esso pertinenti” (art. 4, c. 1, lett. a) del D.M. n. 120/2016). La motivazione contenuta nel giudizio finale, ove statuisca in merito alla incoerenza dei lavori presentati rispetto al settore concorsuale di riferimento, deve essere in grado, ancorché in maniera sintetica, di far comprendere quali siano le ragioni per cui gli argomenti trattati esulino in nuce dal settore concorsuale, non potendo neppure rientrare nell’ambito di materie interdisciplinari ad esso connesse, non essendo ammissibile che la valutazione si limiti ad affermare sic et simpliciter la mancata coerenza dei lavori scientifici presentati. F: Oss Univ Maggio 2023.

 

 

CLASSICAZIONE DELLE UNIVERSITA’

 

QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2024. TOP 20 UNIVERSITIES

Sono 1.500 le università inserite nella classifica Qs World University Rankings 2024-Top Global Universities, giunta alla sua ventesima edizione. Si tratta della lista dei migliori atenei sparsi per 104 località nel mondo secondo alcuni criteri, a cui quest'anno si sono aggiunti quelli della sostenibilità, del tasso di assunzione e della rete nazionale di ricerca. Per il dodicesimo anno consecutivo il Massachusetts Institute of Technology (Mit) si trova al primo posto della classifica. Insieme all'ateneo, sul podio, ci sono due università britanniche: la University of Cambridge e la University of Oxford.

The results draw on the analysis of 17.5m academic papers and the expert opinions of over 240,000 academic faculty and employers. See with colour pictures the TOP 20 UNIVERSITIES https://tinyurl.com/3ybcvnp2

Per quanto riguarda gli atenei italiani, il primo si trova alla 123esima posizione: il Politecnico di Milano è la migliore università del paese, seguito dalla Sapienza di Roma e dall'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.

 

CWTS LEIDEN RANKING 2023

Classifica internazionale, stilata dal Centrum voor Wetenschap en Technologische Studi dell’università olandese di Leiden, particolarmente significativa poiché è basata esclusivamente su indicatori bibliometrici utilizzando il criterio delle pubblicazioni di maggiore impatto.

The CWTS Leiden Ranking 2023 includes 1411 universities worldwide. These universities have been selected based on their number of Web of Science-indexed publications in the period 2018–2021. ITALIA. Field: All sciences. Min. publ. output: 100. First 20/47 see graphic

All 47 Italian classified universities > https://www.leidenranking.com/ranking/2023/list

LE UNIVERSITÀ TOP PER TROVARE LAVORO IN EUROPA

La soluzione si trova fuori dai confini nazionali. Basti pensare che la prima università d’Italia è la Bocconi di Milano, al 78° posto. Le 20 accademie top d’Europa: Francia e Germania spiccano, ma la dominatrice è la Gran Bretagna: 8 università, 5 nelle prime 10. Ecco la classifica completa del THE:

1. University of Cambridge (Gran Bretagna)

2. University of Oxford (Gran Bretagna)

3. Technische Universität München, Monaco (Germania)

4. Imperial College, Londra (Gran Bretagna)

5. HEC, Parigi (Francia)

6. King’s College, Londra (Gran Bretagna)

7. University of Manchester (Gran Bretagna)

8. Instituto de Empresa (Spagna)

9. EMLYON, Lione (Francia)

10. Istituto Federale Svizzero di Tecnologia (ETH), Zurigo (Svizzera)

11. LMU, Monaco di Baviera (Germania)

12. University of Edimborough (Gran Bretagna)

13. École Normale Supérieure (Francia)

14. École Polytechnique Fédérale, Losanna (Svizzera)

15. Mines ParisTech, Parigi (Francia)

16. CentraleSupélec, Parigi (Francia)

17. École Polytechnique, Parigi (Francia)

18. London School of Economics and Political Science (Gran Bretagna)

19. University College, Londra (Gran Bretagna)

20. Goethe University, Francoforte (Germania)

(F: Classifica del Times Higher Education)

 

QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2023. CLASSIFICA DELLE MIGLIORI UNIVERSITÀ IN ITALIA

Nella classifica QS World University Rankings 2023, sono 41 le migliori università d’italia tra le prime 1.418. Segue la classifica completa, a fianco del nome dell’università è indicata la posizione raggiunta nel ranking mondiale. F: confart PG

Politecnico di Milano (139);

Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (167);

Università di Roma La Sapienza (171);

Università di Padova (243);

Università di Milano (324);

Politecnico di Torino (325);

Università di Pisa (404);

Università di Napoli Federico II (416);

Università Vita Salute San Raffaele (436);

Università di Trento (457);

Politecnico di Firenze (460);

Università di Torino (475);

Università di Roma Tor Vergata (499);

Università Cattolica del Sacro Cuore (511-520);

Università di Pavia (561-570);

Politecnico di Bari (591 – 600);

Università di Milano Bicocca (601 – 650);

Università di Genova (651-700);

Libera Università di Bolzano (701-750);

Università di Trieste (701-750);

Università di Siena (751-800);

Università Ca’ Foscari di Venezia (801-1000);

Università di Catania (801-1000);

Università Politecnica delle Marche (801-1000);

Politecnico di Ferrara (801-1000);

Università di Bari Aldo Moro (801-1000);

Università di Brescia (801-1000);

Università di Messina (851-1000);

Università di Modena e Reggio Emilia (801-1000);

Università di Parma (801-1000);

Università di Perugia (801-1000);

Università degli studi Roma Tre (801-1000);

Università di Verona (801-1000);

Università della Calabria (1001-1200);

Università di Napoli Parthenope (1001-1200);

Università di Palermo (1001-1200);

Università di Salerno (1001-1200);

Università degli studi della Tuscia (1001-1200);

Università degli Studi di Udine (1001-1200);

Università degli Studi G. D’Annunzio di Pescara

Università di Bergamo (1201-1400).

Nell’edizione 2023 del QS World University Rankings a premiare di più l’Italia è l’indicatore “academic reputation” basato sull’opinione di 150 mila accademici internazionali: 3 atenei sono nella top 100, con UniBo in testa al 73° posto. Seguono Sapienza (74°) e PoliMi (96°).

F: confart PG.

 

UI GREENMETRIC WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2023 - RANKING BY COUNTRY - ITALY

First 10 classified:

1.Università di Bologna         

2.Luiss University      

3.Politecnico di Torino          

4.Università di Torino

5.Università dell'Aquila          

6.Politecnico Di Milano         

7.Università Gabriele D'Annunzio Chieti e Pescara

8.Università di Genova         

9.Universita di Padova          

10.Universita Politecnica delle Marche        

Showing 1 to 34 of 34 entries https://tinyurl.com/3b67wew7

 

YOUNG UNIVERSITY RANKINGS 2023

The Times Higher Education Young University Rankings list the world’s best universities that are 50 years old or younger.

18 young  italian universities (the number indicates the world classification): 

19 Sant’Anna School of Advanced Studies

20 Vita-Salute San Raffaele University

29 Humanitas University

=60 University of Rome II – Tor Vergata

=65 University of Milan-Bicocca

69 Verona University

=73 University of Brescia

=92  Free University of Bozen-Bolzano

101–150 University of Insubria

101–150 University of Tuscia

101–150 University of Udine

151–200  Kore University of Enna

151–200 Polytechnic University of Bari

201–250 Amedeo Avogadro University of Eastern Piedmont

201–250 University of Sannio

201–250 University of Campania Luigi Vanvitelli

251–300 University of Foggia

251–300 University of Rome III.

 

UNIVERSITIES HOW MUCH ARE THEY REALLY DOING TO PROMOTE GLOBAL GOALS, INCLUDING CLIMATE ACTION, ZERO POVERTY AND QUALITY EDUCATION? TODAY

THE reveals the results of THE’s 2023 impact rankings, the global league table measuring universities’ progress on the UN’s SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS (SDGs).

First 12 classified:

1. Western Sydney University Australia

2. University of Manchester United Kingdom

3. Queen’s University Canada

4. Universiti Sains Malaysia Malaysia

5. University of Tasmania Australia

6. Arizona State University (Tempe) United States

=7. University of Alberta Canada

=7. RMIT University Australia

=9. Aalborg University Denmark

=9. University of Victoria Canada

=9. Western University Canada

12. University of Auckland New Zealand

Italian Universities classified amomg first 100:

23. Università of Bologna

91. Politecnico di Milano

 

IL SUPER-RANKING REALIZZATO DA UNIVERSITA.IT È UNA CLASSIFICA DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE BASATA SULLE VALUTAZIONI DI 13 RANKING NAZIONALI E INTERNAZIONALI

In base alla loro presenza e al loro posizionamento nelle diverse classifiche, a ogni università è stata assegnata una valutazione espressa in percentuale. V. sotto le prime 10↓ Per tutte le altre v. https://tinyurl.com/h9upbcue

1. Università di Padova 93.8%

2. Università di Pisa 93.5%

3. Politecnico di Milano 91.2%

4. Università di Genova 91.2%

5. Università di Bologna 90.8%

6. Università di Torino 90.8%

7. Università di Trieste 86.2%

8. Università Sapienza 84.2%

9. Università di Firenze 83.8%

10. Università di Catania 83,8

 

 

DOCENTI. RICERCATORI. ALTRO PERSONALE ACCADEMICO

 

RICERCATORI IN UE: +24% TRA IL 2012 E IL 2021. TASSO DI PRECARIETÀ

Nel corso dell’ultimo decennio il numero di ricercatori nell’Unione europea ha visto un sostanziale

aumento: +24% tra il 2012 e il 2021. A ospitarne il numero più elevato in termini assoluti è la Germania (120mila, circa il 19% del totale). Seguono Francia (14%) e Spagna (11%). L’Italia si posiziona al 4° posto con quasi 59mila ricercatori. Nel 2021 in UE ci sono circa 638mila ricercatori = 143 ogni 100mila abitanti. La Danimarca è il paese con l'incidenza maggiore (306 ogni 100mila abitanti). L'Italia è il quartultimo (99). Le donne in 18 Stati UE sono più spesso precarie rispetto ai loro colleghi uomini. Nella tabella il tasso di precarietà tra i ricercatori in Paesi UE nel 2019. F: openpolis Marzo 2023.

 

I SALARI DEI RICERCATORI E LA FUGA DEI CERVELLI. LA PERDITA PER L’ITALIA DI STAFF ACCADEMICO UNDER 40 È DEL 33%

Nel sistema accademico in Europa le cosiddette asimmetrie salariali insistono dove sono

sempre più presenti leve come produttività, premialità, esternalizzazioni e merito, attrattività e controllo della fuga dei cervelli. Il tema prioritario di riportare nel nostro Paese i cervelli ad alta specializzazione ha avuto un richiamo anche grazie ai risultati emersi dal rapporto HERe (Higher Education Research) della Fondazione Crui, che associa le università pubbliche e private in Italia. La domanda che risuona forte è: i salari degli accademici in Europa sono uguali tra i vari Paesi e nei vari ruoli o vi sono macroscopiche differenze? È possibile immaginare un modello standardizzato di classificazione dei ruoli accademici? Nell’Unione Europea si passa dal salario

medio annuo per un ricercatore, adeguato al costo della vita, in Austria o in Danimarca intorno ai

62.000 euro contro i 36.000 in Italia e ai 56.000 della Germania (dati della Commissione Europea, stipendi dei ricercatori in Europa, aprile 2007). Ma quali sono i fattori che influenzano tali disuguaglianze e perché assistiamo ad una fuga dei cervelli? I modelli statistici adottati dai contributi Torrisi-Monteleone 2012-17, ma anche il rapporto citato della Crui, trovano risposte: il grado il benessere in ambito lavorativo, i benefit o i premi produttività, la presenza di criteri meritocratici nello stato di avanzamento delle posizioni accademiche, gli investimenti in R&S, la composizione delle varie voci stipendiali, le policy a supporto della ricerca e la differente considerazione per l’istruzione. E per ogni fattore ne è stato quantificato il suo contributo allo stipendio medio, ma anche rispetto al PIL. L'analisi dimostra ampiamente come i paradossi sono estesi oltre che all’Europa anche a livello nazionale.

Tra i più grandi esportatori di ricercatori troviamo l'India e l'Italia, mentre chi importa i nostri cervelli sono il Canada, l'Australia e la Svezia, ed in questo scenario dall'Italia si fugge verso la Germania, la Francia e il Regno Unito. La perdita per l’Italia di staff accademico under 40 è del 33%, attribuito a mancata trasformazione delle classi retributive, dal blocco degli scatti di stipendio negli ultimi 10 anni e dall’abolizione della ricostruzione di carriera con perdita cumulata tra i 144.000 e i 305.000 € per ogni professore universitario. Tale entità di perdita nell'arco di un decennio equivale al valore medio di un mutuo per l'acquisto di una casa di 100 mq. Il gap negli stipendi medi netti per i docenti universitari tra l'Italia e la Germania è tra il 77% e l'86%, rispetto al 74% del Regno Unito. La composizione della remunerazione accademica in gran parte dei Paesi Ue è composta dalla componente fissa più la componente variabile, ma anche dalla componente legata alla produttività e benefit. In Italia no. F: B. Torrisi, rapporto HERe, milanofinanza.it/news 09.02-23.

 

UNCOMPETITIVE STAFF SALARIES: ITALY COULD BE LEFT BEHIND

The large gap between Italian remuneration and that received by academic colleagues working in other European countries is immediately noticeable. Particularly severe is the comparison at the beginning of one’s career, where Italian researchers in the ‘tenure track’ (RTD-Bs, i.e., researchers who can become associate professors after a positive evaluation by internal bodies, provided they have national qualifications) are paid more than a third less than their French counterparts and half of what their German and English colleagues receive. None of the following opportunities are possible for an Italian university: A UK university can, for example, negotiate better remuneration to convince a young engineer to opt for an academic career; a German university can offer remuneration that takes into account the different costs of living in the various German ‘Länder’; and a French university can adjust remuneration taking into account different family responsibilities. F: UWN 26.04.23.

 

UN APPELLO DELLA SENATRICE A VITA ELENA CATTANEO PER LA RICERCA E LA VALORIZZAZIONE DEI RICERCATORI

«Investire in ricerca e formazione è fondamentale per migliorare l’equità, la competitività e il benessere di una società. Decidere come accendere e alimentare le “fiammelle” di passione di tanti nostri giovani è un impegno a cui rispondere oggi, sulla base di principi chiari e inviolabili. C’è una sola strada possibile, quella della trasparenza e della competizione ad “armi pari”, aperta a tutti, con regole uguali per ciascuno. Partendo da qui, saremo pronti ad affrontare e governare il futuro». La senatrice ha anche portato esempi di validi ricercatori sparsi in varie università italiane e dei loro lavori: “All’Università di Catania, sotto la guida della professoressa Alessandra Gentile, si studia come difendere i più pregiati limoni italiani dal malsecco; all’Università di Modena e a Reggio Emilia e al San Raffaele di Milano è stato sviluppato il primo farmaco nel mondo occidentale a base di cellule staminali; all’Università e al Cnr di  Sassari possiamo trovare alcuni tra i numeri uno al mondo nel campo della genomica; all’Università della Calabria, grazie al progetto Marie Curie vinto dalla giovane ricercatrice Maria Giovanna Durante, tornata in Italia dopo anni negli Usa, si studiano le caratteristiche strutturali che permettono a edifici ed agglomerati urbani di resistere ai terremoti”. F: FB Calabria-live 25.04.23.

 

PISA È LA CITTÀ CON LA MAGGIOR CONCENTRAZIONE DI RICERCATORI RISPETTO ALLA POPOLAZIONE

Pisa è la città con la maggior concentrazione di ricercatori rispetto alla popolazione, dieci volte più alta della media europea. L’area di Pisa è caratterizzata da una forte densità di strutture di ricerca e di addetti alla Ricerca e Sviluppo. Vi operano circa 2.000 docenti dell’università di Pisa e delle due scuole superiori, circa 1.500 ricercatori nell’area di ricerca del CNR, ma anche presso INFN e INFM. A questi vanno aggiunte altre persone a vario titolo coinvolte nell’attività di ricerca pubblica, centinaia di dottorandi e contrattisti, oltre a circa 47.000 studenti, e i 6.200 addetti impiegati nelle oltre 200 imprese high-tech operanti nell’area. F: FB Calabria-live 25.04.23.

 

ANALISI COMPARATIVA DELLE RETRIBUZIONI DEI PROFESSORI UNIVERSITARI IN ITALIA, GERMANIA, REGNO UNITO E FRANCIA 

L’analisi è fatta in termini di remunerazione netta, che è comprensiva della quota base e della quota variabile (dove prevista). In Francia la quota variabile è normata, mentre in Germania e Regno Unito è frutto di negoziazione individuale. Al fine dell'analisi la si assume pari al 20%. La quota variabile tiene conto della situazione familiare, di diseguaglianze regionali, di eventuali benefit e premi di produttività. Sono considerate nell'analisi solo le università pubbliche. Sono considerate nell'analisi solo le università pubbliche. Per le università private non è infatti

prevista una scala salariale, ma la remunerazione viene negoziata con la singola istituzione.

L’ Italia è fortemente penalizzata nelle retribuzioni all’ingresso (v. grafico*): per i ricercatori si evidenzia un gap rilevante (lo stipendio netto andrebbe incrementato da un minimo del 50% a un massimo dell’86%). Per i professori associati e ordinari il gap degli stipendi netti rispetto a Germania e Regno Unito è compreso tra il 30% e il 70%. Anche con la Francia, tenendo conto dell’anzianità, il gap è pari al 18% e al 7% rispettivamente per associati e ordinari. Fonti: Siti ministeriali. Anno di rifer.to 2021. HERe (Higher Education Research) della Fondazione Crui.

 

PROROGA DELLE CHIAMATE IN RUOLO DI RICERCATORI E PROFESSORI

Nel DL milleproroghe per il personale docente è prevista una proroga dell’art 24 comma 6 della legge 240/2010 sino al 30 dicembre 2025 (procedura riservata per la chiamata nel ruolo di professore di prima e seconda fascia di professori di seconda fascia e ricercatori a tempo indeterminato in servizio nell’università medesima che abbiano conseguito l’abilitazione scientifica). In particolare, a fronte di un Piano straordinario di assunzioni del personale a regime nel 2023 e 2024, è importante che per ogni ateneo sia possibile in sede di programmazione distinguere le procedure di nuova assunzione (e quindi allargamento degli organici) da quelle di progressione di carriera (che interessano solo una quota ridotta di risorse). Bene allora che questa proroga sia per tutta la durata del piano straordinario (sino a fine 2025), ma questi anni a disposizione dovranno esser usati da una parte per una revisione generale delle procedure di chiamata, dall’altro soprattutto per un piano straordinario strutturale in grado di affrontare i 40mila posti vacanti nella docenza universitaria (come ricordato dalla relazione di accompagnamento della legge di bilancio 2022). Da segnalare, in questo quadro, che l’art. 28, comma 7, dello Schema di decreto sul PNRR prevede l’inserimento nella programmazione di un ulteriore vincolo (introducendo un comma 4-bis all’art 18 della legge 240/2010), in cui si riserva almeno un quinto dei nuovi bandi per professori ordinari a docenti che non siano professori di prima fascia già in servizio. F: Flc Cgil. Decreto legge milleproroghe 2023, testo proposto dalle commissioni permanenti 1 e 5 riunite del Senato.

 

ERRONEO CHIAMARE UN PROFESSORE UNIVERSITARIO DI RUOLO DI PRIMA FASCIA SENZA EFFETTUARE ALCUN CHIARIMENTO SU QUALI FOSSERO I TITOLI VALUTABILI

Il TAR Lazio, sent. 17.03.23 n. 4699, pronunciandosi nell’ambito di un giudizio avverso l’esito di una procedura valutativa ai sensi dell’art. 24, comma 6, della legge n. 240/2010 per la chiamata di un professore universitario di ruolo di prima fascia, ha accolto il ricorso in quanto la Commissione, pur essendo specificamente obbligata dal bando, non ha provveduto alla predeterminazione dei criteri per la valutazione delle pubblicazioni scientifiche, del curriculum complessivo e dell’attività didattica dei candidati, limitandosi a replicare pedissequamente quanto previsto, in termini generali, dal bando medesimo. In altre parole – secondo il Collegio – la Commissione si è limitata a ribadire gli stessi criteri previsti dal bando senza l’attribuzione di singoli e specifici pesi o punteggi né in relazione agli stessi, né per i diversi ulteriori elementi costituenti oggetto della valutazione (titoli, curriculum, pubblicazioni), e senza effettuare alcun chiarimento su quali fossero i titoli valutabili. ”Tale modus procedendi – per il Collegio – si pone in aperto contrasto con il bando, oltre che con i generali principi dell’azione amministrativa”. F: Oss. Univ. marzo 2023.

 

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TRATTAMENTO GIURIDICO ED ECONOMICO DEGLI EX LETTORI DI MADRE LINGUA STRANIERA

DECRETO 24 maggio 2023 Modifica del decreto 16 agosto 2019, concernente l'adozione dello schema tipo di contratto integrativo di sede volto al superamento del contenzioso degli ex lettori di madre lingua straniera e i criteri di ripartizione del cofinanziamento delle universita' statali. (GU Serie Generale n.147 del 26-06-2023)

1. L'art. 1 del decreto interministeriale 16 agosto 2019, n. 765, e' sostituito dal seguente:

Art. 1 (Finalità e ambito di applicazione).

1. Per le finalita' di cui in premessa, il Fondo per il finanziamento ordinario delle università, nei limiti dell'incremento di euro 8.705.000 disposto a decorrere dall'anno 2017 dall'articolo 11 della legge 20 novembre 2017, n. 167, è destinato a cofinanziare la ricostruzione di carriera, effettuata dagli Atenei statali, in favore degli exlettori di madrelingua straniera ancorchè cessati dal servizio, secondo le prescrizioni dell'articolo 1 del decreto-legge 14 gennaio 2004, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo  2004, n. 63, come interpretato dall'articolo 26, comma 3, della legge 30 dicembre 2010, n. 240. Si intende per ex lettore di madrelingua straniera il soggetto che riveste o ha rivestito la qualifica di lettore di madrelingua straniera assunto ai sensi dell'articolo  28 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n.  82, prima della sua assunzione come collaboratore esperto linguistico.

 

PROFESSORI UNIVERSITARI. IL CDS RIBADISCE L’ABROGAZIONE DÌ UN ASSEGNO AD PERSONAM AL RIENTRO NEI RUOLI PRESSO L’AMMINISTRAZIONE DI APPARTENENZA (Nota a: Cons. Stato, Ad. Plen. 5 agosto 2022, n. 9)

Autrice: Giulia Taraborrelli. Giornale di diritto amministrativo, 2023, n. 2, pp. 224-231.

L’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato ribadisce l’orientamento giurisprudenziale secondo cui l’art. 1, comma 458, L. 27 dicembre 2013, n. 147 ha abrogato per rinnovazione della materia l’art. 3, L. 3 maggio 1971, n. 312, che stabiliva l’erogazione di un assegno ad personam per i professori universitari al rientro nei ruoli presso l’amministrazione di appartenenza alla cessazione del mandato di componente c.d. laico del C.S.M., nonostante il rapporto di pubblico impiego sia sorto anteriormente all’entrata in vigore della legge e sia ancora pendente. La pronuncia afferma che la norma, pur costituendo un’ipotesi di retroattività c.d. impropria, è compatibile con il principio del legittimo affidamento, poiché risponde alle esigenze di contenimento della spesa pubblica e di uniformazione del trattamento economico dei dipendenti pubblici in caso di passaggio di carriera, evitando l’imposizione di “oneri individuali eccessivi” a carico degli interessati. (Abstract a cura dell’Autrice)

 

I PROFESSORI UNIVERSITARI E I RICERCATORI A TEMPO PIENO POTRANNO SVOLGERE ATTIVITÀ EXTRA ISTITUZIONALI IN FAVORE DÌ ENTI PUBBLICI, PRIVATI E PER FINI DI GIUSTIZIA

Un emendamento al decreto Pa, chiarisce definitivamente che i professori universitari e i ricercatori a tempo pieno potranno svolgere attività extra istituzionali in favore di enti pubblici, privati e per fini di giustizia (come, ad esempio, le perizie mediche). La vicepresidente della commissione Istruzione e prima firmataria di un emendamento al decreto Pa: “Un piccolo grande passo affinché le menti brillanti tornino nel nostro Paese dall’estero e contro la fuga dei cervelli dall’Italia”. F: varese7.press.it maggio 2023.

 

ll PROCEDIMENTO DISCIPLINARE DEI PROFESSORI E RICERCATORI

Il procedimento disciplinare dei professori e ricercatori universitari ha come fonte legislativa l’art. 10 della l. 30/12/2010 n. 240 e smi. Trattandosi di rapporti di lavoro rimasti esclusi dalla contrattualizzazione del pubblico impiego, avviata nel 1992, la materia è assoggettata al diritto amministrativo per cui, laddove non vi sia una disposizione legislativa speciale, ai procedimenti si applicano le disposizioni di cui alla l. 07/08/1990 n. 241 e smi, laddove compatibili. Tanto vale anche per i professori e ricercatori delle università libere (TAR Lazio, Roma, sez. III, sent. 3/12/2021, n. 12845; TRGA, Bolzano, sent. 02/04/2019, n. 89). F: M. Asaro rivistalabor.it maggio 2023.

 

IL DOCENTE PUNITO CON LA SOSPENSIONE PUÒ POI DIRIGERE UNA STRUTTURA UNIVERSITARIA?

La sanzione disciplinare accessoria della perdita dell’elettorato passivo per la direzione di “istituzione universitaria” riguarda non solo le cariche formalmente equiparate a quella di rettore ma a tutte le funzioni direttive accademiche. Tra le istituzioni universitarie vi sarebbero dunque anche gli organi interni all’Ateneo nominati sulla base del consenso elettorale, a sua volta fondato sulla fiducia nel o nei candidati, che presuppone un giudizio di apprezzabilità ed onorabilità del medesimo (Consiglio di Stato, Sez. VII, sentenza 18 aprile 2023, n. 3877). F: altalex Maggio 2023.

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RICERCATORI DELLA FONDAZIONE TELETHON. NON PIÙ CONTRATTI «PRECARI E ATIPICI»

Non più contratti «precari e atipici» per i ricercatori della Fondazione Telethon. Gli scienziati interni all’ente diventano a tutti gli effetti figure protette da assunzione con tutti i vantaggi che ne derivano sul piano di retribuzione, tutela assicurativa, ferie, avanzamenti di carriera. Lo prevede un accordo collettivo, il primo in Italia di questo genere, per la ricerca privata non industriale che potrà essere adottato da altri centri della stessa natura, estranei al sistema pubblico. La novità dovrebbe rendere l’Italia anche più attraente per gli stranieri. F: CdS 24.04.23.

 

PROCEDURA DI CHIAMATA PER UN POSTO DI PROFESSORE DI PRIMA FASCIA E DISOMOGENEITÀ NELL’APPLICAZIONE DEI CRITERI DI VALUTAZIONE

Con sentenza del 24 maggio 2023, n. 8830, il TAR Lazio, Roma, Sez. III ter, nell’ambito di un giudizio avente a oggetto l’impugnazione dell’esito di una procedura di chiamata per un posto di professore di prima fascia ai sensi dell’art. 18, comma 1 della legge n. 240/2010, ha accolto il ricorso, sul presupposto che la Commissione avesse applicato i criteri di valutazione in maniera disomogenea, con manifesta disparita di trattamento fra i candidati. In particolare, il giudice amministrativo, con riferimento alla valutazione dell’attività didattica da parte della Commissione, ha rilevato come ”del tutto illogicamente” uno stesso insegnamento è stato considerato solo ”parzialmente congruente con la selezione in esame” relativamente al ricorrente, mentre è stato ritenuto “perfettamente congruente” con la selezione con riguardo all’esame dell’attività del vincitore. F: Oss. Univ. Maggio 2023.

 

CHIAMATA DIRETTA DEI DOCENTI UNIVERSITARI, ANCHE STRANIERI NEL DECRETO PA APPROVATO ALLA CAMERA CON EMENDAMENTI

Per favorire il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, entro il 31.12.25 le università statali e non statali direttamente impegnate nel rafforzamento e nella creazione di infrastrutture di ricerca o infrastrutture tecnologiche di innovazione possano procedere – nell’ambito delle relative disponibilità di bilancio e a valere sulle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente – alle chiamate dirette anche in deroga ai requisiti temporali stabiliti all’articolo 1, comma 9, della legge n. 230/2005. La finalità della disposizione introdotta è quella di conseguire gli obiettivi del PNRR per la Missione 4, «Istruzione e Ricerca» – Componente 2, «Dalla ricerca all’impresa» – Linea di investimento 3.1, «Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione» e di favorire l’apporto delle migliori professionalità accademiche e di ricerca nonché il rientro dei migliori studiosi dall’estero. La chiamata diretta riguarda: studiosi stabilmente impegnati presso istituti universitari o di ricerca esteri, anche se ubicati sul territorio italiano, in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario che ricoprono presso istituzioni universitarie o di ricerca estere una posizione accademica equipollente a quella riportata in tabelle aggiornate dal MUR; nonché studiosi risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione. F: lavoroediritti.com Giugno 2023.

 

PROROGA DEGLI ASSEGNI DI RICERCA

La Flc Cgil ha rilevato che la proroga degli assegni di ricerca (art. 6 comma 1 del decreto Milleproroghe) rischia solo di rilanciare il precariato universitario: tanto più che nello Schema di nuovo decreto in discussione (art. 28, comma 6) si prevede l’eliminazione del tetto di spesa indebitamente introdotto dalla revisione del preruolo all’art. 22, comma 6, della legge 240/2010, ma solo in relazione alle risorse del PNRR e a quelle derivanti da progetti di ricerca, nazionali o internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi, solo per il periodo di attuazione dello stesso PNRR (cioè, solo fino al 2026).

 

DECRETO-LEGGE 75/2023. VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE TECNICO- AMMINISTRATIVO DEGLI ATENEI

Le università statali riceveranno un finanziamento per valorizzare il personale tecnico-amministrativo e raggiungere obiettivi più elevati nell’ambito della didattica, della ricerca e della terza missione. Ogni università assegnerà il 50% delle risorse al personale coinvolto in progetti specifici per raggiungere tali obiettivi, entro un limite massimo del 15% del trattamento annuo lordo. I criteri per l’assegnazione saranno stabiliti tramite negoziato collettivo, rispettando le disposizioni del contratto collettivo nazionale. L’altra metà delle risorse sarà aggiunta al trattamento fondamentale del personale, come stabilito dal contratto collettivo nazionale. F:agdig Luglio 2023.

 

 

DOTTORATO

 

GLI ACCESSI A PERCORSI DI DOTTORATO AUMENTANO CON CONTINUITÀ

Nel 2024 conseguirà il dottorato un numero di studenti del 46% maggiore di quelli che l’hanno ottenuto nel 2021; dall’A.A. 2015/2016 gli accessi a percorsi di dottorato aumentano con continuità. Nell’A.A. 2021/22, ultimo per cui sono disponibili i dati, gli accessi sono stati 15.178, pari al 29% in più di quelli dell’A.A. precedente (V. grafico). Gli atenei di Bologna, Federico II e Milano Politecnico, sono i tre che hanno visto crescere maggiormente il loro peso a livello nazionale: nell’A.A. 2015/16 gli accessi a dottorati registrati in questi atenei valeva rispettivamente il 4,3%, il 3,3% e il 3,2% degli accessi nazionali, valori saliti al 5,6%, 4,5% e 4,2% nell’A.A. 2021/22. I numeri sono positivi, ma emergono criticità su quattro fronti.

Il livello di soddisfazione di chi conclude il percorso è poco convincente: secondo un’indagine AlmaLaurea su oltre 4.000 dottorati che hanno conseguito il titolo nel 2021, solo il 65,7% di loro rifarebbe esattamente lo stesso percorso nello stesso ateneo, mentre il 24,5% tornando indietro sceglierebbe di partire all’estero per fare il dottorato o proprio non si iscriverebbe a un dottorato.

L’accademia non può accogliere tutti. Secondo un’indagine realizzata su 500 studenti delle triennali, il 70% dei rispondenti è molto o abbastanza d’accordo con l’idea che il dottorato sia utile per iniziare una carriera accademica, mentre solo il 52% ritiene che sia abbastanza o molto utile per lavorare in azienda. Questa “vocazione” accademica del titolo si riflette anche nei dati di AlmaLaurea, secondo cui il 29% dei dottorati intende intraprendere una carriera accademica in Italia.

La carriera non accademica appare ancora un seconda best, sebbene sia questo, necessariamente, lo sbocco professionale che avrà davanti la maggior parte dei dottori di ricerca. Secondo i dati AlmaLaurea, solo il 15% dei neo-dottori di ricerca ambisce a ricoprire una posizione di alta professionalità alle dipendenze del settore pubblico o privato slegata dalle attività di ricerca.

il riconoscimento del mercato del lavoro è eterogeneo. Secondo i dati della rilevazione AlmaLaurea su oltre 5.000 dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo nel 2020, il salario netto mensile dei dottori di ricerca a un anno dalla laurea è di €1.784 e presenta oscillazioni rilevanti. I dottorati che ottengono un salario più elevato sono quelli in Scienze della Vita (cioè scienze biologiche, mediche, agrarie e veterinarie), il cui stipendio medio mensile è di 1.966€ mensili, mentre i dottorati meno pagati sono quelli in Scienze Umane (Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico artistiche, storiche e filosofiche, pedagogiche e psicologiche) il cui salario netto medio mensile rilevato è di €1.482. F: Talent Venture 21.04.23.

  

NUMERO DÌ DOTTORANDI ISCRITTI IN PAESI EU. BANDITE 18.700 NUOVE BORSE DÌ DOTTORATO IN ITALIA. RISORSE DEL PNRR PER DOTTORATI INNOVATIVI

Il Paese in cui è iscritto il maggior numero di dottorandi è la Germania con 201.800, che corrispondono a ca. il 30% dei dottorandi europei. Seguono Spagna (90.755), Francia (66.901) e Polonia (39.269). L’Italia è il 6° paese per numero di dottorandi, 29.480. In fondo alla classifica troviamo Cipro (1.492), Lussemburgo (819) e Malta (177).

Il settore in cui ci sono più dottorandi è quello scientifico e tecnologico, come attesta Eurostat. Nel 2019 conta il 41,6% degli studenti. Tra gli stati membri, questo ambito registra la quota maggiore in Lussemburgo (circa il 50%). Risulta molto popolare anche in Francia, Italia, Germania, Repubblica Ceca e Estonia con valori che variano tra il 49,7% e il 45,3%. Le quote minori sono registrate in Ungheria (31,7%), Grecia (30,7%) e Bulgaria (28,6%). Per quel che riguarda gli altri settori, risultano più seguiti quello di scienze sociali, economia e giurisprudenza (20,3%) e quello dell’educazione, dell’arte e delle discipline umanistiche (19,2%). In fondo, l’ambito medico e sanitario (15,7%) e quello agricolo e veterinario (2,7%).

La ministra dell'UR ha firmato i decreti per 18.770 nuove borse di dottorato, un investimento di €726 milioni, bandite dall'A.A. 2023-2024 e in maggioranza (13.292) per finanziare dottorati innovativi. È online la piattaforma “dottorati imprese”, lo strumento che intende fornire un luogo di incontro tra l’offerta di progetti di ricerca da parte delle realtà accademiche e il mondo delle imprese. La piattaforma, realizzata da in collaborazione tra MUR e CRUI, è uno degli strumenti con cui si punta a promuovere i dottorati innovativi, percorsi di alta specializzazione post-laurea che mirano a formare professionalità con competenze di ricerca scientifica avanzata e professionalità di alto livello, caratterizzati dal forte interesse industriale e dal coinvolgimento di imprese. A questo scopo, attraverso le risorse del PNRR  (Missione 4, Componente 2, Investimento 3.3), saranno messe a disposizione 15.000 borse di studio sostenute al 50% per una dotazione totale di €45 milioni. F: innovationpost, openpolis Aprile 2023.

 

IL POTERE D'ACQUISTO DEI DOTTORANDI

Il dottorato in Italia sul piano giuridico è considerato come un mero percorso di studi, mentre in ambito europeo il periodo è considerato quasi sempre formazione-lavoro e offre, in termini di retribuzione e durata, prospettive future assai migliori. Il potere d'acquisto dei dottorandi è fermo dal 2008 ed è significativamente più basso rispetto a colleghi di altri Paesi europei. I recenti aumenti della borsa non compensano le perdite dovute all'inflazione cumulata negli ultimi 15 anni. Per la maggioranza degli interpellati l'assegno di dottorato serve a coprire le spese quotidiane, ma l'affitto di un monolocale è superiore al 40% dell'importo dell'assegno di studio in tutte le maggiori città italiane. F: Indagine ADI, CZ Rep. Aprile 2023.

 

LA CRISI ABITATIVA E LOCATIVA RIGUARDA GLI STUDENTI MA ANCHE I DOTTORI DI RICERCA E GLI ASSEGNISTI

La crisi abitativa e locativa, alimentata dall’inflazione, dalla speculazione e dalla gentrificazione dei centri urbani, non riguarda solo la componente studentesca ma, più in generale, tutte le categorie lavorative subalterne, ivi comprese quelle appartenenti al mondo della ricerca universitaria. In Italia le condizioni di lavoro nel dottorato di ricerca, rendono estremamente difficile una vita indipendente in tutti i maggiori centri urbani ai dottorandi, per prezzi superiori a 10€/mq. Per accedere al più alto titolo di studio, è meglio dunque avere una famiglia che possa e sappia sostenere il dottorando. E la situazione non migliora certamente per gli assegnisti di ricerca la cui condizione precaria e parasubordinata è decantata dalla ministra Bernini come “libertà di fare ricerca”, a 1450 euro al mese. Il PNRR non inverte la rotta: al netto della raggiungibilità o meno di tutti i target, la scelta di appaltare al mercato – quello stesso mercato che ha generato l’attuale crisi – i benefici economici del PNRR, facendo sgocciolare milioni sull’housing in partenariato con il privato non sembra guardare né allo stato di cose presenti, né al futuro. F: Roars Maggio 2023.

 

4.100 BORSE DI DOTTORATO SU TEMATICHE DI RICERCA CONNESSE AGLI OBIETTIVI DEL PNRR

L'Italia è uno dei paesi dell'Unione Europea con il più basso numero di dottori di ricerca. Ogni anno solo 1/1.000 nella fascia di età tra 25 e 34 anni completa un programma di dottorato, contro una media UE di 1,5/1.000 (in Germania sono 2,1/1.000). Per questo il PNRR, attraverso il MUR, ha messo a disposizione, nell’arco di 3 anni, €700 milioni a livello nazionale. Di questi, €250 milioni vanno a finanziare 4.100 borse di dottorato su tematiche di ricerca connesse agli obiettivi del PNRR, in particolar modo l’innovazione della pubblica amministrazione e la valorizzazione del patrimonio culturale. Gli altri 450 milioni, invece, sono destinati a 15.000 borse di dottorato per attività di ricerca in collaborazione con le imprese. F: magazineunibo.it Maggio 2023.

 

IL 2013 UN ANNO DI SVOLTA PER IL DOTTORATO DI RICERCA. NEGLI ANNI PIÙ RECENTI IL NUMERO COMPLESSIVO DI DOTTORANDI DI RICERCA HA RIPRESO A CRESCERE E NELL’A.A. 2021/22 SI ATTESTA A CIRCA 37 MILA ISCRITTI

Il 2013 è un anno di svolta per il dottorato di ricerca italiano, nato solo all’inizio degli anni Ottanta. La nuova procedura di accreditamento porta a una razionalizzazione del numero di corsi e di iscritti. Il rapporto Anvur 2023 sul sistema della formazione superiore e della ricerca riporta, tra l’altro, la serie storica del numero di corsi e di iscritti al dottorato di ricerca, dal 2011-2012 al 2022-2023. Entrambe le serie storiche mostrano una netta diminuzione tra l’anno accademico 2012-2013 e il successivo, dovuta, come scrive il rapporto, a un cambiamento istituzionale: l’introduzione nel 2013 di una procedura di accreditamento, gestita dalla stessa Anvur per conto del ministero.Nonostante la contrazione nel numero di corsi di dottorato e dopo una prima flessione nel numero di iscritti che si è registrata a metà dell’ultimo decennio (circa 7 mila dottorandi in meno nell’a.a. 2016/17, con una riduzione del 20% rispetto all’a.a. 2011/12), negli anni più recenti il numero complessivo di dottorandi di ricerca ha ripreso a crescere e nell’a.a. 2021/22 si attesta a circa 37 mila iscritti. F: G. Ballardino, lavoce.info 10-07-23.

 

 

FINANZIAMENTI

 

DECRETO MUR. FFO, IL FONDO PER IL FINANZIAMENTO ORDINARIO DELLE UNIVERSITÀ STATALI ARRIVA A €9,2 MILIARDI

Il fondo è stato aumentato del 6,35% rispetto agli 8,6 miliardi stanziati nell’anno precedente, ed è di 2,5 miliardi la quota premiale per le università contro i circa 2,3 milioni del 2022. Oltre 4,3 miliardi sono destinati alla quota base, di cui 2,2 miliardi distribuiti sulla base dei costi standard di formazione degli studenti iscritti, con un incremento di 200 milioni rispetto al 2022. In totale, poi, ammonta a circa €300 milioni (con un aumento di 225 milioni) lo stanziamento per il nuovo piano straordinario di reclutamento del personale per le università avviato nel 2022. A queste risorse si aggiungeranno ulteriori 340 milioni per le nuove assunzioni previste dal 2024. Raddoppia, poi, a 30 milioni - come previsto dalla legge di bilancio 2022 - l’incremento dello stanziamento previsto per adeguare l’importo delle borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato. La dotazione per gli interventi perequativi rimane invariata e prevede uno stanziamento di €150 milioni, anche se per gli atenei è diminuita l’incidenza percentuale (da 1,7% a 1,6%) per via dell’incremento complessivo del Fondo di finanziamento delle università. F: skuola.net Luglio 2023.

 

NOTA SINDACALE (FLC CGIL) AGGIUNTIVA SUL FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO (FFO)

Il fondo di finanziamento ordinario copre poco più di 2/3 delle risorse complessive che usano gli atenei: un cruciale 15% deriva dalla tassazione studentesca (in diversi atenei sopra il limite del 20%, come ha sottolineato la Corte dei Conti nel 2021) e la restante parte deriva da altre risorse (in particolare progetti di ricerca europei e internazionali, conto terzi, risorse da enti locali e fondazioni bancarie del territorio, scarsissime risorse private). Il FFO 2023 si colloca intorno ai 9,205 miliardi di euro. L’aumento nominale rispetto allo scorso anno è di 550 milioni di euro (+6,3%). Tuttavia, per effetto dell’inflazione, le risorse reali sono in realtà diminuite del 3,18% rispetto all’anno precedente, del 4,49% rispetto al nuovo picco del 2021. Continua a contrarsi la percentuale della quota base del FFO: lo stanziamento 2023 è di 4.321.272.084 euro. Da un punto di vista nominale, per la prima volta dal 2008 assistiamo ad un suo incremento (pari al 2,63%). In realtà, però, diminuisce significativamente il suo peso sul Fondo complessivo, attestandosi oramai sotto al 50% e in continuo calo. Nel 2023 siamo al 46,95% (quasi due punti percentuali in meno del 48,64% dello scorso anno). Continua a crescere la quota premiale, cioè la parte delle risorse distribuita secondo criteri e parametri di valutazione decisi centralmente. Nel 2023 arriva a 2,5 miliardi di euro, crescendo di 164 milioni di euro rispetto lo scorso anno (+7%), per rimanere al 27% del Fondo complessivo. Rimane a 150 mln di euro la quota perequativa, dopo esser calata lo scorso anno dai precedenti 175 mln di euro (-14,3%). F: FlcCgil.

 

FINANZIAMENTO PUBBLICO PER LA SANITÀ

La Nota d’Aggiornamento del DEF nel triennio 2023-2025 prevede una riduzione della spesa sanitaria media dell’1,13% per anno e un rapporto spesa sanitaria/PIL che nel 2025 precipita al 6%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. Nel 2021 la spesa pubblica pro-capite nel nostro Paese è inferiore alla media OCSE ($ 3.052 vs $ 3.488) e in Europa ci collochiamo al 16° posto: ben 15 Paesi investono di più in sanità, con un gap che va dai $ 285 della Repubblica Ceca ai $ 3.299 della Germania. F: Sanità24 IlSole24Ore Aprile 2023.

 

SPESA PUBBLICA SUL PIL PER l'UNIVERSITÀ

In Italia è bassa la quota di spesa pubblica sul PIL per l'università, poco più dello 0,3%, contro un valore medio dello 0,8% dell’area euro. Di conseguenza la differenza fra l'Italia, che nel 2020 ha speso il 4,3% del suo Pil in istruzione, e la media europea del 4,9% sarebbe dovuta soprattutto alla minore spesa per l'università. F: Dossier Fondazione Agnelli maggio 2023..

 

 

LAUREE - FORMAZIONE POST LAUREA - ITS - OCCUPAZIONE

 

CORSI DÌ LAUREA

In base ai dati forniti dagli atenei al Sole24Ore emerge che ci sono 2.181 corsi a numero chiuso, 1.270 in lingua straniera (di cui 666 in inglese), 826 doble egre e 220 lauree alle università telematiche. Green e Digitale, dall’ambiente fino all’intelligenza artificiale, sono i due motori che spingono i corsi di laurea attivati dalle università per l’A.A. 2023/2024 a quota 5.500 (compresi 300 corsi interateneo), circa 200 proposte in più rispetto allo scorso anno: 2.532 triennali, 2.618 magistrali e 350 magistrali a ciclo unico. F: younipa.it Luglio 2023.

 

IN ITALIA SI LAUREANO POCHISSIMI GIOVANI RISPETTO AL RESTO D’EUROPA SE METTIAMO TUTTI I LIVELLI DI ISTRUZIONE POST DIPLOMA IN UN UNICO CONTENITORE, QUELLO DELL’EDUCAZIONE TERZIARIA

Un dato emergerebbe dall’ultima rilevazione di Eurostat: in Italia si laureerebbero pochissimi ragazzi rispetto al resto d’Europa. Nel complesso sembra vero. Se mettiamo tutti i livelli di istruzione post diploma in un unico contenitore (quello della Tertiary Education) in Italia nel 2021, i 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 26,8%, una percentuale nettamente inferiore alla media UE, che raggiunge il 41,6%. Parliamo di una quota che, negli ultimi anni, è rimasta pressoché invariata, quando invece l’obiettivo europeo è raggiungere il 45% entro il 2030 nella classe 25-34 anni, come definito nella risoluzione del Consiglio sul “Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione”. Eppure, se andiamo a vedere i dati precisi degli studenti attualmente iscritti emerge una situazione diversa. Che cosa significa “laureati”? All’estero sono molto più diffusi i corsi a ciclo breve professionalizzanti post diploma, erogati dagli Istituti Tecnici Superiori e molto diffusi ad esempio in Francia e Spagna, dove rappresentano una fetta considerevole dei titoli terziari conseguiti. Questi corsi sono conteggiati fra l’educazione terziaria, insieme a lauree triennali e magistrali (che all’estero si chiamano rispettivamente Bachelors, Master Degrees) e a dottorati (PhD). In realtà, tolti questi corsi professionalizzanti, i ragazzi che ottengono una laurea triennale in Italia non sono meno rispetto ad altri paesi, e non sono pochi coloro che studiano alla laurea magistrale. Se ci confrontiamo con i paesi con un numero di abitanti simili al nostro (Francia, Spagna, Germania), siamo il secondo paese dopo la Germania per numero di studenti triennali. Siamo invece un po’ più lontani per numero di studenti magistrali e soprattutto per ragazzi che stanno studiando per conseguire il dottorato. Prima di utilizzare aggettivi come “tanti” o “pochi” è comunque d’uopo mettersi d’accordo con noi stessi su che cosa stiamo cercando di misurare: il numero di ragazzi formati adeguatamente per entrare subito in un mondo del lavoro che richiede sempre più un’alta specializzazione, oppure il livello “culturale” delle prossime generazioni, qualsiasi cosa questa parola voglia dire? Il termine è vago: basta una laurea triennale o magistrale per dirsi più colti di chi non la possiede? O vogliamo misurare, invece, il numero di giovani che ottiene un titolo di studio per poter svolgere una professione specialistica? In questo caso vale l’obiezione che non per tutte le professioni serve una laurea. F: C. Da Rold. Il Sole 24 Ore 22.03.23.

 

RAPPORTO ALMALAUREA. TASSO DI OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONE DEI LAUREATI

Nel 2022 il tasso di occupazione a un anno dal titolo accademico è stato del 75,4% tra i LAUREATI di primo livello e del 77,1% tra i laureati di secondo livello. Numeri che, dopo cinque anni, raggiungono rispettivamente il 92,1% e l’88,7%. Hanno, in media, retribuzioni superiori i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico (+272 € mensili netti), informatica e tecnologie ICT (+207 €), ingegneria industriale e dell'informazione (+204 €), economico (+109 €), nonché scientifico (+71 €), dell’educazione e formazione (+62 €) e delle scienze motorie e sportive (+46 €). Più svantaggiati sono, invece, i laureati del gruppo giuridico (-102 € mensili netti) ma anche quelli di architettura e ingegneria civile (-43 € mensili netti), psicologico (-40 €) e del settore arte e design (-32 €). F: Rapporto AlmaLaurea Luglio 2023.

 

NUOVO ESAME DI STATO 2023 PER AVVOCATI

Approvato dalle competenti commissioni della Camera dei deputati un emendamento al testo della legge di conversione del d.l. n. 51 del 2023. È stato aggiunto al testo della legge in corso d’approvazione, l'art. 4 bis (Proroga della disciplina speciale dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato). La nuova norma prevede che, per la sola sessione d'esame 2023, gli aspiranti avvocati dovranno sostenere un'unica prova scritta che consiste nella redazione di un atto giudiziario che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, su un quesito proposto in materia scelta dal candidato tra il diritto civile, il diritto penale e il diritto amministrativo. Superata la prova scritta con un punteggio almeno di 18 punti, il candidato è ammesso alla prova orale che si articola in tre fasi. F: studiocataldi.it Luglio 2023.

 

GAP ITALIA-UE NEL TASSO D’OCCUPAZIONE DEI LAUREATI

Per i 30-34enni laureati italiani il divario tra il loro tasso d’occupazione e quello dei coetanei europei con lo stesso titolo di studio è del 3,4%, più basso oggi che 2019 e persino che nel 2007. Se in generale il gap italia-Ue nel tasso d’occupazione dei laureati 30-34enni è del 3,4%, nel caso delle donne è del 3,1%, mentre tra le 25-29enni, dove pure abbiamo cifre più grandi, è del 17,5% a fronte di uno medio del 19,5 per cento. linkiesta. F: Eurostat Maggio 2023.

 

LE IMPRESE ITALIANE A CACCIA DI 52MILA DIPLOMATI NEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI

Le imprese italiane sono a caccia di 52mila diplomati negli Istituti tecnici superiori. Ma la difficoltà di reperimento riguarda il 56% delle assunzioni, specie quelli dell’area elettronica, informatica e meccanica. I più difficili da trovare sono i tecnici elettronici (difficoltà di reperimento al 74,6% delle entrate programmate nel 2022), i progettisti e amministratori di sistemi e gli analisti e progettisti di software (64,6%), gli elettricisti nelle costruzioni civili (63,5%), gli attrezzisti di macchine utensili (61,7%). F: corcom. Rilevazioni di Unioncamere, su base Excelsior e Anpal, Marzo 2023.

 

LA LEADERSHIP DEI VOTI PIÙ ALTI TRA I LAUREATI

Fra tutti i laureati del 2022 (triennali, magistrali, ciclo unico) sono quelli di ambito letterario umanistico a tenere la leadership dei voti più alti di tutti, con una media agli esami di quasi 28 (27,9) e un voto di laurea medio pari a 107,3. Dopodiché le classifiche si dividono: subito dopo gli ‘umanisti’, la migliore performance agli esami per i laureati di arte e design (27,3), per quelli di ambito psicologico (26,8), di ambito linguistico (26,8) e medico-sanitario e farmaceutico (26,6). Mentre concentrandoci sulle lauree, se la cavano meglio gli universitari di ambito medico-sanitario e farmaceutico (106,4), artistico e design (105,3), scientifico (104,2) e psicologico (104). F: farodiroma 17.04.23.

 

RINUNCIA AGLI STUDI

Secondo Eurostat, a spingere alla rinuncia agli studi sono varie motivazioni. Per il 24 per cento degli ex-studenti, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, l’addio al sogno della laurea è stato dettato dal desiderio di fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro. Gli abbandoni universitari causati dalla voglia di trovare un impiego sono più frequenti tra gli uomini. Tra le donne, invece, a pesare sulla decisione di lasciare l’università sono per lo più ragioni legate alla famiglia (tra cui i costi da sostenere). Un buon numero di giovani, ad ogni modo, dice addio alla meta della laurea per le difficoltà incontrare dal punto di vista dello studio. Nella classifica dei paesi UE con il maggior numero di abbandoni universitari il primo posto va alla Francia con un terzo del totale delle rinunce agli studi, avendo registrato nel 2016 1.114.900 abbandoni a fronte di un ammontare complessivo pari a 3.319.400. L’Italia è al secondo posto con 523.900 abbandoni. Al terzo posto il Regno Unito, con un numero di studenti che hanno lasciato l’università pari a 404.200. La Germania è tra i paesi più virtuosi, collocandosi con i suoi 165.500 abbandoni universitari all’estremo opposto della classifica. F: Eurostat, farodiroma 18.04.23.

 

MISMATCH O DISALLINEAMENTO TRA IL NUMERO DEI POSTI DI LAVORO E I TECNICI

Da anni c’è disallineamento tra il numero dei posti di lavoro e i tecnici, che in molti casi inizia nella fase di formazione poi nella mancanza di aggiornamento dei settori a più alta specializzazione. Secondo la ministra del lavoro il lavoro nei territori infatti c’è, “altrimenti non avremmo un’indicazione di 1.200.000 posti di lavoro disponibili che non si trovano”. Secondo il Borsino delle professioni del Sistema Excelsior le figure più ricercate dal mercato del lavoro sono soprattutto i tecnici della salute (61,3%); i tecnici della gestione dei processi produttivi (60,7%); i tecnici in campo ingegneristico (59,9%); gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (59,6%): i fabbri ferrai costruttori di utensili (76,8%); gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (72,4%); i fonditori, saldatori, lattonieri e montatori (71,5%). F: G. Buonamoneta, money 26.04.23.

 

 

MEDICINA. PROFESSIONI SANITARIE. SSN

 

MEDICI. NUOVO IMBUTO FORMATIVO

Dal 2030, ci saranno 32mila medici laureati in più rispetto ai pensionamenti, come spiega Anaao Assomed, sindacato. Il rischio non è solamente a livello occupazionale ma anche formativo, perché crescono i numeri degli iscritti a medicina ma non quelli delle borse di specializzazione. Di fronte a 14mila laureati, infatti, le borse sono ancora molte meno. Inoltre, se i posti aumenteranno ancora del 30% senza ritoccare i corsi di specializzazione, “tra 6 o 7 anni, un nuovo imbuto formativo e successivamente, persistendo le attuali limitazioni alle assunzioni del personale sanitario, un imbuto lavorativo, con circa 19mila laureati ogni anno a fronte di una offerta di formazione post-lauream ferma a 16.600 – di cui 14.500 contratti di formazione specialistica e 2.100 borse per la formazione in Medicina generale”, spiega Carlo Palermo, presidente di Anaao, a Il Sole 24 Ore. (F: quotsan 12.04.23)

 

DIMINUZIONI E AUMENTI DELLE DOMANDE DI AMMISSIONE AI CORSI DELLE PROFESSIONI SANITARIE

È in calo il numero delle domande di ammissione ai 22 Corsi di laurea triennale delle professioni sanitarie con 72.736 rispetto alle 78.074 dello scorso anno, pari al -6,8%. Al contrario, si rileva un aumento delle domande per i Corsi di laurea magistrale della professioni sanitarie, da 12.821 dello scorso anno alle attuali 14.595, con +14%. L’aumento delle domande riguarda anche i Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico di Medicina e Chirurgia e di Odontoiatria, con +2,2% dalle 63.972 domande dello scorso anno alle attuali 65.378, registrate sul portale Universitaly del MUR sulle 40 Università Statali. Per le Professioni Sanitarie, rispetto allo scorso anno i posti a bando sono aumentati del +8,4%, da 30.451 a 32.998, a fronte di un calo delle domande da 78.074 a 72.736, determinando di conseguenza una riduzione. F: assocarenew.it 19.04.23.

 

DEPOTENZIAMENTO DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA

Tra il 2010 e il 2019 si è assistito ad un progressivo depotenziamento dell’assistenza ospedaliera. Gli istituti di cura sono diminuiti da 1.165 a 1.054, con un taglio di circa 25mila posti letto di degenza ordinaria (da 215mila a 190mila). Mancano nel nostro Paese 30.000 medici, soprattutto ospedalieri, 70.000 infermieri e circa 100.000 posti letto. In queste condizioni sarà difficile attuare ciò che è previsto dal PNRR sulla medicina territoriale, come anche il Ministro Fitto ha di recente rilevato. F: FC CorSera 28.04.23.

 

SUGGERIMENTI PER LE SPECIALIZZAZIONI MEDICHE NEL DOCUMENTO DEGLI ESPERTI NOMINATI DALLA MINISTRA BERNINI

Il c.d. «imbuto formativo» negli ultimi anni è stato «riassorbito» grazie all’aumento dei contratti per specializzarsi (con il record di 17.400 borse nel 2020). Ma resta il nodo del loro finanziamento a lungo termine, oltre al «problema di attrattività di alcune specialità» dalle quali i nuovi camici bianchi rifuggono perché troppo stressanti e poco remunerative, a cominciare dai reparti di pronto soccorso a quelli di terapia intensiva. Infatti la «mera azione di aumento del numero di posti per tali specialità non appare idonea a risolvere il problema della carenza di medici specialisti in tali branche». Il documento suggerisce un ripensamento della scuola di specializzazione per la medicina d’urgenza (pronto soccorso) e più in generale interventi di «valorizzazione della spinta vocazionale», ma anche di «regolamentazione della possibilità di scelta» dei posti a bando puntando anche alla «disincentivazione di scelte di “comodo”. F: M.Bar. e E.Bru. IlSole24Ore 18.05.2023.

 

SSN. MEDICI, INFERMIERI. PRONTO SOCCORSO. MEDICINA TERRITORIALE

L’Italia ha un numero di medici per mille abitanti in linea con la media dei paesi sviluppati. La dotazione italiana di medici praticanti è più alta di quella di Olanda, Slovenia, Belgio e Francia. Meglio dell’Italia, se così si può dire, fanno Grecia, Norvegia, Svizzera e Islanda. Un problema specifico dell’Italia è l’elevata età media dei medici, frutto di politiche di programmazione e posti nelle scuole di specialità. L’Italia è sotto di due infermieri per mille abitanti rispetto ai paesi OCSE. Mancano 12 mila infermieri. Tutti i paesi comparabili al nostro per Pil pro capite ne hanno un numero superiore, fino ad arrivare alla Germania, che ha il doppio del valore italiano. Dal 2022 in avanti, la spesa a legislazione vigente è stata prevista in riduzione a €131,7 miliardi nel 2023, 128,7 nel 2024 e 129,4 nel 2025; variazioni che, in percentuale del Pil, dovrebbero bruscamente riportare la spesa sanitaria dal 7,1 per cento del 2022 al 6,1 per cento del 2025. La crisi del pronto soccorso è la crisi della medicina territoriale: ci dimentichiamo periodicamente che larga parte degli accessi, quelli che aspettano ore, in pronto soccorso non dovrebbero neanche andarci. Se vogliamo che rimanga il sistema sanitario nazionale, è certo che il privato non deve avere la facoltà di scegliere i servizi da erogare in deroga alla programmazione pubblica in base alla tendenza di indirizzare il denaro pubblico verso i privati. Altro problema riguarda la medicina territoriale (sistema delle cure primarie). I medici di medicina generale (MMG) devono essere incentivati ed aiutati a lavorare in studi associati, con infermieri e personale di supporto per le pratiche burocratiche. Non più convenzionati ma equiparati ai medici ospedalieri. F: M. Bordignon e G. Turati, lavoce.info o5.06.23.

 

STATUS D’AVANZAMENTO DELLA MISSIONE SALUTE DEL PNRR

Un monitoraggio indipendente dello status d’avanzamento della missione salute del PNRR rileva che al 30 giugno 2023 tutte le scadenze europee risultano rispettate ad eccezione dell'obiettivo "Assegnazione di 1.800 borse di studio per la formazione specifica in medicina generale", destinate alla formazione dei nuovi medici di famiglia". "A fronte di risorse ripartite alle Regioni nell'ottobre 2022, ad oggi non risulta alcuna assegnazione delle borse di studio. Dall'ultima rilevazione Regis aggiornata, risulta l'1,15% delle spese dichiarate sostenute sul totale del finanziamento in conformità allo stato di avanzamento delle attività fin qui conseguite coerentemente con l'andamento del Piano". Nella risposta del Ministero della Salute si nega che vi siano ritardi: "Il target europeo del PNRR MISSIONE SALUTE riferito alle 1.800 borse aggiuntive di formazione specifica per medici di medicina generale, 900 per il triennio 2021-2024 e ulteriori 900 per il triennio 2022-2025, è stato pienamente raggiunto". Gimbe cita però il sito PNRR del Ministero stesso aggiornato al 15 giugno. A fronte di uno stanziamento di €15.625,5 milioni, sono stati spesi meno di 79 milioni, ovvero lo 0,5% dei fondi. Un dato che conferma i ritardi accumulati sulle scadenze nazionali e che potrebbe incidere sul raggiungimento degli obiettivi finali. Gli elementi di debolezza e criticità sono su tre obiettivi: casa della Comunità e presa in carico della persona, ospedali di Comunità e ospedale sicuro e sostenibile. F: dottnet.it Luglio 2023.

 

ASSISTENZA OSPEDALIERA. SKILL-MIX DA 246 INFERMIERI OGNI 100 MEDICI NEL 2009 A 255 NEL 2020

La programmazione del personale sanitario e gli esiti del sistema formativo hanno registrato un aumento rilevante di medici per un numero di infermieri di poco crescente. Il sistema va al contrario di quanto suggerito dalle evidenze scientifiche, dai razionali economici e dall’esempio di altri paesi. Le tendenze dei paesi occidentali hanno visto infatti uno spostamento di alcuni compiti originariamente svolti dal personale medico verso altri professionisti sanitari, sempre più formati e professionalizzati e per le aziende relativamente più economici rispetto al personale medico. Si tratta del cosiddetto skill-mix change. Nella pratica, lo skill-mix del servizio sanitario nazionale è rimasto pressoché stabile nell’ultimo decennio: da 246 infermieri ogni 100 medici nel 2009 a 255 nel 2020. Se si allarga il campo a tutto il Sistema sanitario, includendo quindi anche gli istituti privati accreditati e privati, la Francia si colloca oltre i 3,5, la Germania oltre i 3, l’Italia appena sopra l’1,5, di poco sopra Spagna e Portogallo, la Grecia intorno a 0,5. Anche volendo soltanto mantenere l’attuale rapporto, la sanità italiana avrebbe bisogno di un numero di infermieri superiore a quello dei medici. F: lavoce.info Luglio 2023.

 


 STUDIARE MEDICINA IN FRANCIA

In Francia il primo anno è identico per tutti gli aspiranti studenti di medicina/odontoiatria e professioni sanitarie. Non ci sono esami sulle materie, ma due test a risposta multipla uno a dicembre e uno a giugno, che fanno media l’uno con l’altro. Sono due test molto duri e molto restrittivi: “Eravamo circa 3000 iscritti e c’erano solo circa 130 posti per medicina", riferisce una studentessa. È possibile ripetere il test solo due volte, e la seconda volta solo se i voti della prima non sono stati troppo negativi. Se si dovesse fallire la seconda volta bisogna cambiare strada e il sogno di medicina bisogna archiviarlo nel cassetto. F: studenti.it 25.04.23.

 

 

RICERCA

 

L’ITALIA È AL SECONDO POSTO DOPO LA GERMANIA PER NUMERO DI GRANT ERC CONSOLIDATOR ASSEGNATI NEL 2023

Una delle categorie che vede l’Italia spesso posizionarsi ai primi posti in classifica è sicuramente quella della ricerca d’eccellenza. Dall’annuale assegnazione degli ERC Consolidator Grants, per i contratti di ricerca più ricchi e prestigiosi assegnati dalla Commissione Europea, l’Italia si posiziona seconda, solo dopo la Germania. Ma c’è anche un’altra novità, a quanto pare anche i finanziamenti vinti dai laboratori di ricerca italiani sarebbero raddoppiati, raggiungendo un +197%. Se l’anno scorso erano undici i bandi vinti, quest’anno siamo arrivati a ventuno, di cui cinque fanno capo a scienziati esteri che hanno scelto di lavorare in università o centri di ricerca italiani. Il bottino più grosso se lo è aggiudicato la Ca’ Foscari, con ben quattro borse di studio, seguita dall’Università di Trento con due. F: Red.ne Millionaire 10.02.23.

 

FAIR (FUTURE AI RESEARCH)

Si chiama FAIR e sta per “Future AI research” ed è un partenariato sullo sviluppo dell’Intelligenza artificiale. FAIR è una rete con quattro enti di ricerca (Cnr, Fondazione Bruno Kessler, INFN, e IIT), 14 università (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Sapienza, Scuola Normale, Sissa, Università Bocconi, Università Campus Biomedico di Roma, Università della Calabria, Università di Bari, Università di Bologna, Università di Catania, Università di Napoli Federico II, Università di Pisa, Università di Trento) e sette aziende (Bracco, Deloitte, Expert.ai, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Lutech, STMicroelectronics). F: romahorizon Marzo 2023.

 

WORLD'S 2% TOP SCIENTISTS. NO. OF LEADING SCIENTIST PER COUNTRY

The US-based Stanford University 2022 list (200409 persons) represents the top 2% of the most-cited scientists in various disciplines. This database was prepared by analyzing the quality of research cited by other researchers in the year 2022.

1-100 Best Medicine Scientists in Italy: Alberto Mantovani, Giuseppe Remuzzi. F: https://research.com/scientists-rankings/medicine.

 

CHATGPT  REVOLUTION IN ACADEMIC RESEARCH HAS BEGUN

Within a few weeks of ChatGPT’s launch, the enormous disruption it would cause undergraduate teaching was clear, with students able to summon up a passable essay in seconds. However, its impact on academic research is less clear. Surely the higher-level thinking required for original scholarship

would not be so easily replaced by a language-scraping tool, however powerful? Not yet, perhaps, but, as today’s long read explains, researchers are already finding many uses for ChatGPT – whose latest incarnation, ChatGPT-4, was released – including writing references, finessing final drafts or sifting through mountains of open-text comments. Ignoring the algorithm is not an option if researchers want to keep pace with rivals, some believe, and offer some helpful hints on the best way to do this. But it’s important to consider the darker side of this technology, too, they add. “Talking to ChatGPT is like talking to a psychopath,” says one scholar on the amoral

research collaborator with whom researchers might increasingly need to work. F: THE Marzo 2023.

 

RICERCATORI UNIVERSITARI OGNI 100MILA ABITANTI

Ricercatori universitari come unità di lavoro (full time equivalent), in rapporto alla popolazione totale registrata da EUROSTAT al 01.01.2021. In Danimarca oltre 300 ricercatori ogni 100mila abitanti, in Portogallo 280, in Italia 99, ultime Bulgaria con 48 e Romania con 32. F: openpolis su dati Eurostat Marzo 2023.

 

LA SUS SANT’ANNA E LA MARINA MILITARE INSIEME NELLA RICERCA SULLE TECNOLOGIE FOTONICHE

La Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna Pisa e il suo Istituto di Telecomunicazioni, Informatica e Fotonica (TeCIP) hanno siglato un accordo di collaborazione con la Marina Militare, presso il Salone dei Marmi di Palazzo Marina a Roma. Nell’ottica di perseguire obiettivi di funzionalità, efficacia ed economicità, il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) e l’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant'Anna metteranno a disposizione le rispettive conoscenze e risorse per lo svolgimento di attività di comune interesse, finalizzate al progresso nei settori della tecnica, della scienza e della logistica. Le azioni congiunte di sperimentazione e ricerca riguardano le tecnologie fotoniche avanzate e i circuiti fotonici integrati applicati a comunicazioni ottiche, wireless e sensoristica, i sistemi di sensori e le unità mobili intelligenti per il monitoraggio, la comunicazione e la sorveglianza delle aree d’interesse. F: santannapisa.it  Marzo 2023.

 

ERC CONSOLIDATOR GRANTS

Nell'ultimo triennio 100 ERC sono stati vinti da ricercatori italiani, ma solo 35 si sono insediati in Italia. Fra i Paesi ad alta attrattività, il confronto si è concentrato su Germania, Francia e Regno Unito che per dimensione sono più simili all’Italia (v. grafico).


RICERCATORI DELLA FONDAZIONE TELETHON. NON PIÙ CONTRATTI «PRECARI E ATIPICI»

Non più contratti «precari e atipici» per i ricercatori della Fondazione Telethon. Gli scienziati interni all’ente diventano a tutti gli effetti figure protette da assunzione con tutti i vantaggi che ne derivano sul piano di retribuzione, tutela assicurativa, ferie, avanzamenti di carriera. Lo prevede un accordo collettivo, il primo in Italia di questo genere, per la ricerca privata non industriale che potrà essere adottato da altri centri della stessa natura, estranei al sistema pubblico. La novità dovrebbe rendere l’Italia anche più attraente per gli stranieri. F: CdS 24.04.23.

 

DISASTRI AMBIENTALI E DISINVESTIMENTO NELLA RICERCA, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

La catastrofe alluvionale che ha sconvolto l’Emilia-Romagna rappresenta l’ennesimo disastro ambientale che trova nei cambiamenti climatici e, più in particolare, nel riscaldamento globale la propria “vis a tergo”. Dal 2015 al 2022 si sono consecutivamente registrati su scala globale, infatti, i più caldi anni degli ultimi 140 anni! “Come possiamo pensare di vivere sani in un mondo malato?”, si domanda giustamente, a tal proposito, Papa Francesco. E, mentre il disastro emiliano-romagnolo ci richiama ad un improcrastinabile investimento di adeguate energie e risorse economiche nella gestione e nella cura del grave dissesto idro-geologico che caratterizza il nostro territorio, non si può sottacere il fatto che l’Italia continua pervicacemente ad investire poco più di un risibile 1% del proprio PIL nel finanziamento pubblico della ricerca. Ciò fa il paio con la “fuga dei cervelli” e con la totale mancanza di “prestiti d’onore” riservati agli studenti meno abbienti, due ulteriori criticità che cronicamente affliggono il nostro Paese, come la recente “protesta delle tendopoli universitarie” chiaramente testimonia. Il cambiamento climatico andrebbe affrontato con un radicale cambiamento di mentalità, di passo e di paradigma, rispetto al quale l’investimento di adeguate risorse economico-finanziarie nella ricerca scientifica multidisciplinare, sia di base che applicata, costituisce un’assoluta priorità. Tutto ciò tenendo bene a mente, ovviamente, che i costi della prevenzione risultano immensamente inferiori rispetto a quelli richiesti per la ‘cura’ delle emergenze climatico-ambientali, come eloquentemente dimostrato dall’immane tragedia che l’Emilia-Romagna ha vissuto e continua vivere! F: G. Di Guardo, insalutenews.it 22.05.23.

 

CENTRI DI RICERCA COME “FEUDI DORATI”

In Italia ci sono diversi esempi di centri di ricerca istituiti su tematiche specifiche scelte direttamente della politica, senza una valutazione preliminare del contesto e delle necessità, e finanziati direttamente e per sempre in maniera non competitiva (c.d. “feudi dorati”). Ciò non solo produce una distribuzione iniqua delle risorse, ma rischia anche di ridurre la qualità della ricerca. La letteratura sociologica e di policy mostra infatti che è la maggior diversità a migliorare la ricerca, non la concentrazione arbitraria di fondi in singoli istituti “eccellenti”. Ai “feudi dorati”, Cattaneo oppone un modello che – nell’ambito di una ricerca pubblica finanziata con fondi adeguati alla media del resto d’Europa, certi nelle tempistiche e trasparenti nelle procedure competitive di valutazione – prevede di investire in Istituti per attività di ricerca con caratteristiche non diffusamente replicabili, e l’apertura degli stessi all’utilizzo diffuso da parte dei ricercatori. F: E. Cattaneo, Roars Luglio 2023.

 

SOTTOSCRITTO IL CONTRATTO “ISTRUZIONE E RICERCA” CHE RIGUARDA UN MILIONE E MEZZO DI PERSONALEI DELLA SCUOLA, DELLE UNIVERSITÀ, DEGLI EPR E DELL’AFAM

E’ stata sottoscritta dopo una lunga trattativa l’ipotesi di contratto “istruzione e ricerca” per il triennio 2019-2021, che riguarda un milione e mezzo di lavoratori della scuola, delle università, degli enti di ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale. “Per l’università si è rivisto, migliorandolo, il sistema delle progressioni economiche e il fondo del salario accessorio che ora potrà aumentare in funzione delle nuove assunzioni. Sono aumentati l’indennità di ateneo e i valori tabellari di ingresso delle nuove aree degli operatori (ex B) e dei collaboratori (ex C) ed è stato finalmente definito il profilo del collaboratore esperto linguistico, la cui parte economica è stata rimandata a sequenza contrattuale. F: Flc Cgil Luglio 2023.

 

SI PROSPETTANO TEMPI LUNGHI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DELLA RICERCA

La conferma arriva dal ministro Anna Maria Bernini che ha spiegato che sarà necessaria una proroga fino a fine anno dei contratti in essere. “Il rinnovo del contratto collettivo nazionale in materia di istruzione e ricerca sta richiedendo lunghi tempi di realizzazione che hanno reso necessaria la proroga degli assegni di ricerca da parte delle università e degli enti di ricerca fino al 31 dicembre 2023 – ha detto Anna Maria Bernini durante un question time alla Camera –  I nodi da sciogliere sono legati non solo alla definizione dell’importo del contratto di ricerca, ma a tutto il trattamento giuridico collegato”. “La nuova figura, infatti, così come disciplinata dalla normativa vigente, rischia di sovrapporsi alle figure professionali già esistenti, con importanti ricadute in tema di contenziosi volti ad ottenere l’equiparazione economica dei lavoratori inquadrati nei ruoli al titolare di contratto di ricerca – ha aggiunto la Bernini – atteso che lo stesso riceverebbe un importo annuo superiore. Alla luce delle criticità emerse, è in corso un approfondimento più organico sull’intera questione, a tutela di tutti”. F: corruniv 19.07.23.

 

 

SISTEMA UNIVERSITARIO

 

IL “MODELLO HUMBOLTIANO” DI UNIVERSITÀ

In Germania, ad inizio ‘800. Justus von Liebig (1803-1973), noto per i suoi contributi in ambito agrochimico, fu promotore di un nuovo modello di Università. La sua idea fu di avvicinare, anche fisicamente, ricerca e didattica. Costruì il suo laboratorio di chimica organica vicino all’Università, in modo da consentire agli studenti di apprendere in prima persona quanto studiato nelle aule e nelle biblioteche. In questo clima di innovazione metodologica e didattica si impose il cosiddetto “modello Humboltiano” di Università. Con le parole di Grignolio: “Combinare ricerca e educazione, creare individui autonomi in un ambiente di ricerca libera, sia per gli studenti che per i ricercatori”. Questo modello di Università è stato successivamente elaborato e consolidato, fino ai nostri giorni. F: M. Simonato,  F. Seganfreddo, Roars Luglio 2023.

 

L’AUTONOMIA UNIVERSITARIA IN 35 SISTEMI DI ISTRUZIONE SUPERIORE

Autonomy scorecard è un report fatto dall’Associazione delle Università europee (EUA), che conta più di 800 atenei ed enti nell’UE e anche al di fuori. Pubblicata dall’EUA, autonomy scorecard raccoglie, confronta e pondera i dati sull’autonomia universitaria in 35 sistemi di istruzione superiore. Consente un’analisi comparativa concreta dei quadri normativi nazionali in materia di autonomia universitaria e lo scambio di buone pratiche. La scorecard analizza il quadro normativo applicato alle università pubbliche attraverso quattro dimensioni di autonomia: organizzativa, finanziaria, del personale, accademica. Il presidente EUA: “I risultati dell’attuale studio mostrano che ci sono ancora troppe restrizioni che impediscono alle università di realizzare il loro pieno potenziale: nei modelli di cooperazione transnazionale intensificata, come le alleanze universitarie europee; nello sviluppo di condizioni competitive a livello internazionale per il personale accademico; o nella personalizzazione dell’infrastruttura del campus in linea con la direzione strategica dell’istituzione”. F: corruniv Marzo 2023.

 

LA PRIMERA UNIVERSIDAD DEL MUNDO

La primera universidad del mundo se fundó en Fez (Marruecos) en 859 y le siguió la Universidad de al-Azhar (Egipto). Sin embargo, a ojos equivocados de los occidentales, esta no nació hasta 1088 en Bolonia (Italia). Siglos después, los campus se expandieron a la vez que el colonialismo con una una visión muy eurocéntrica; pero ese tiempo ha quedado muy atrás. Estados Unidos es la superpotencia y no solo el sudeste asiático y Australia sustentan su progreso en la ciencia, sino que India, Africa o Sudamérica Ilaman a la puerta y no quieren tutelas. F: E. Silió, El Pais 20.03.23.

 

L'ERASMUS TRA ATENEI ITALIANI

L'Erasmus tra atenei italiani, più volte annunciato, è contenuto in un DM sull’autonomia didattica degli atenei in Parlamento per i pareri di rito. Il testo interviene anche sulla flessibilità dei corsi di studio e rivede l'intero regolamento 270 del 2004. Basterà una convenzione per lo scambio di esami e crediti tra università italiane, non solo con quelle straniere come oggi, e sarà realtà. Il fine è offrire ai ragazzi, soprattutto del Sud, un'alternativa meno dispendiosa e strutturale rispetto alla scelta di andare a studiare fuori regione per l'intero corso di laurea. F: EB IlSole24Ore 06.05.23.

 

LA NICCHIA DELLE SCUOLE DI ECCELLENZA PER ÉLITES

Prima c’erano solo la Normale e Sant’Anna a Pisa, dove lo studente è iscritto alla Statale, ma come allievo della Normale ha vitto e alloggio gratuiti, più altri benefit come borse di studio, computer, possibilità di andare all’estero. Inoltre frequenta altre attività, dà esami in più, frequentando corsi di alta specializzazione erogati dalla propria struttura di eccellenza. Negli ultimi anni sono nate altre scuole di questo genere, a Pavia e a Lucca, poi la Normale meridionale a Napoli collegata alla Federico II. Ma un’altra quindicina di atenei in maniera informale ha creato residenze riservate agli studenti di eccellenza, cioè proprie scuole interne, erogando grossi aiuti in termini di vitto e alloggio, annullamento delle tasse, corsi soprannumerari e tesi specifiche. Proprio negli ultimi anni questi percorsi sono stati riconosciuti dal Governo nella legge di bilancio, con l’assegnazione di un titolo di master per quel quid in più che ricevono e risorse dedicate. Qui c’è proprio l’idea che gli studenti di eccellenza debbano studiare tutti insieme ed essere una comunità separata, con piani di studio flessibili e persino corsi interdisciplinari frequentati da studenti di facoltà diverse – ad esempio studenti di medicina o ingegneria che frequentano corsi di scienze umanistiche, storia o filosofia. Insomma, le università normali si professionalizzano e producono lavoratori iperspecializzati, quelle di eccellenza invece guardano in particolare all’interdisciplinarità e alla generalità del sapere. F: M. Veruggio, Intervista a Luca Scacchi, responsabile docenza universitaria FLC CGIL. glistatigenerali.com 18.05.23.

 

DURANTE I GOVERNI BERLUSCONI DUE RIFORME DELL’UNIVERSITÀ SONO STATE VARATE,  LA “RIFORMA MORATTI” E  LA “RIFORMA GELMINI”

Limitandosi ai provvedimenti salienti nelle due riforme:

- la riforma Moratti del 2005-2006 ha introdotto una idoneità scientifica nazionale quale presupposto per la successiva chiamata da parte delle università sulla base di procedure di valutazione comparativa; inoltre ha introdotto la nuova figura di ricercatore a tempo determinato. Un decreto del 30 gennaio 2006 ha riguardato il riconoscimento ufficiale degli atenei telematici.

- la riforma Gelmini del 2008 ha introdotto nuovi criteri di accesso alle scuole di specializzazione post-laurea in medicina, mentre ha reso la laurea in scienze della formazione primaria abilitante all’insegnamento. Le università inoltre hanno potuto essere trasformate in fondazioni di diritto privato, si sono determinati anche i requisiti necessari dei corsi di studio, è stata rivista la durata della carica di rettore universitario con un massimo di 6 anni non rinnovabili.

 

TRA UNIVERSITÀ TRADIZIONALI E UNIVERSITÀ TELEMATICHE SI STA RIDUCENDO IL DIVARIO

Le telematiche crescono molto più delle tradizionali, soprattutto per numero di iscritti (+410,9% per le telematiche e +0,1% per le tradizionali), di immatricolati (+444% per le telematiche e +11,49% per le tradizionali) e di offerta formativa (il numero di corsi di studio proposti aumenta del 113% per le telematiche e del 10,18% per le tradizionali). Una tendenza opposta si osserva nel rapporto studenti-docenti. Le università telematiche vedono ridursi la percentuale di iscritti più adulti a favore di un aumento della percentuale di più giovani. Il riproporzionamento segnala l’evoluzione del bacino di utenza di queste università, che attraggono una quota crescente di neodiplomati. F:  F. Palmisano lavoce.info 17.07.23.


 

 

STUDENTI

 

BORSE DI STUDIO PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI

Le borse di studio per gli studenti universitari nell’anno accademico 2021/2022 sono diminuite, ma l’importo sarà in crescita il prossimo anno. Inoltre è stata adeguata la soglia ISEE, a €26.306. Per gli altri incentivi è stato prorogato Studio Sì, un finanziamento fino a €50mila (senza interessi) per gli studenti universitari del Sud. Doveva scadere a giugno, ma è stato confermato fino al 31.12.2023. F: Money Maggio 2023.

 

STUDENTI ELETTORI FUORI SEDE

In Parlamento si è deciso di continuare a non decidere. Il problema degli elettori “fuorisede” in Italia, che non riguarda solo studenti ma anche lavoratori, è destinato a rimanere tale ancora per tanto tempo, lasciando il nostro paese l’unico in Europa, insieme ai ben più piccoli Malta e Cipro, a non avere una legislazione in materia. Da anni le associazioni e le altri parti sociali si stanno battendo per ottenere un riconoscimento di questo dirittto, ma sembra che da più parti si preferisca semplicemente ignorare il problema. F: universitynetwork.it Luglio 2023.

 

BORSE DI STUDIO. CRESCONO I RITARDI NELLA LORO EROGAZIONE E SOPRATTUTTO SALE IL NUMERO DI STUDENTI IDONEI MA NON BENEFICIARI

Se da un lato aumentano gli importi, e il numero degli studenti universitari che potrebbero ottenere le borse di studio, dall’altro crescono anche i ritardi nella loro erogazione e soprattutto sale il numero di studenti idonei ma non beneficiari. All’UniPD, quest’anno le matricole rimaste senza borsa di studio sono 1.955. Su 3.871 studenti idonei, più della metà è rimasto fuori nonostante avesse i requisiti necessari per ricevere sostegno economico. All’UniTR sono circa 2.500 gli studenti che non hanno ancora ricevuto la seconda rata del sostegno che gli spetterebbe. All’Università di Chieti-Pescara circa 600 studenti devono ancora ricevere ad aprile l’importo previsto per l’A.A. 2021-2022. All’Università de L’Aquila sono 650 gli studenti rimasti senza i soldi necessari per proseguire il percorso di formazione. Non si riesce ad avere una panoramica chiara su come procede l’erogazione delle borse di studio sul territorio nazionale. Un’interrogazione alla ministra dell’UR è finora senza risposta. F: CG Espresso-Rep Aprile 2023.

 

TASSE PER STUDENTI. STUDIO EURYDICE. RAPPORTO ‘NATIONAL STUDENT FEE AND SUPPORT SYSTEMS IN EUROPEAN HIGHER EDUCATION - 2022/23.

In Italia le tasse per studenti frequentanti a tempo pieno vanno da un minimo di €200 a un massimo di 2.910, con l’importo medio annuale sui 1.592 € che si alza a €1.733 nel 2° ciclo di studi.

Dallo studio Eurydice spiccano gli esempi di Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta, Montenegro, Norvegia, Svezia e Turchia, i cui studenti, almeno nel 1° ciclo di studi, non hanno tasse da pagare. In Francia non vi è alcuna differenziazione tra importi minimi e massimi: gli studenti del 1° ciclo pagano tasse pari a 170 €; somma che sale a 243 € nel 2° ciclo universitario. in Germania, dove gli importi delle tasse per gli studenti del 1° e 2° ciclo sono gli stessi: da un minimo di 50 € ad un massimo di 75 €,. Ma ci sono Paesi come Olanda, Lettonia e Lituania dove l’importo medio delle tasse universitarie s’aggira sui 2.200 €. La Lituania, in particolare, vanta il più alto importo massimo: in alcuni casi si può arrivare a 17.060 € nell’arco dell’intero percorso di studi.

 

HOUSING UNIVERSITARIO

In attuazione della Riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono state definite norme sul regime autorizzatorio per l’esercizio di una struttura residenziale universitaria (GU n. 94 del 21-4-2023). In particolare:

gli standard minimi nazionali di una struttura residenziale universitaria sono disciplinati con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, sentite la Conferenza dei rettori delle università italiane e la Conferenza Stato-Regioni;

entro 60 giorni, le Regioni emanano un provvedimento di classificazione delle strutture e provvedono al rilascio della relativa autorizzazione;

fino all’emanazione dei provvedimenti sopra indicati mantengono efficacia le normative precedenti;

sono fatti salvi e impregiudicati gli interventi che alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge 13/23 risultano già assegnatari dei finanziamenti di cui alla legge 338/00 e delle risorse a valere sul PNRR; (emendamenti 28.1 (testo 2) e 28.2 (testo 2).

L’Agenzia del demanio, fermo restando quanto previsto dalle specifiche disposizioni normative in materia di residenze universitarie, sentiti gli enti locali competenti e di intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, individua gli immobili di proprietà dello Stato e di altri enti pubblici suscettibili di essere inseriti in operazioni di permuta, valorizzazione o dismissione che possano essere destinati ad alloggi universitari ed annesse strutture oggetto di finanziamento, anche parziale, con le apposite risorse previste nell'ambito delle misure di cui al PNRR. (emendamenti 15.4 (testo 2) e 15.5 (testo 2).

 

STUDENTI. IN AUMENTO I FUORI SEDE

Da 10 anni perdiamo studenti universitari. In Italia il tasso di iscrizione è uno dei più bassi in Europa e nei paesi OCSE, siamo al 27% contro il 40% dell’OCSE. E negli ultimi 10-15 anni è diminuito il numero assoluto – da 1,8 a 1,68 milioni di studenti e da 320.000 a meno di 200.000 matricole – ma anche il tasso di passaggio dalla scuola superiore all’Università è sceso del 3%-4%, avvicinandosi pericolosamente al 50%. Il picco negativo è stato toccato nel 2015, poi tra il 2018 e il 2020 c’è stato un parziale recupero, ma nell’ultimo biennio abbiamo registrato un nuovo arretramento del 3%. Tra il 2015 e il 2019 il numero degli studenti universitari è rimasto stabile, ma i fuori sede sono cresciuti da 734.000 a oltre 830.000, mentre i posti letto a loro disposizione sono solo 62.000, l’8%, una quota assai ridotta, di cui il 90% è coperto da strutture pubbliche o convenzionate. Si sono rafforzati i grandi poli universitari, Milano, Padova, Bologna, Torino…, verso i quali sono cresciuti i flussi di studenti dal Sud. F: Rapporto di Cassa Depositi e Prestiti 2022. glistatigenerali.com Maggio 2023.

 

PROVENIENZA DEGLI STUDENTI . I FUORI SEDE

Negli atenei che hanno le loro sedi nelle 41 città per le quali è possibile incrociare il numero di abitanti con i dati sulla provenienza degli studenti, gli iscritti sono 1,48 milioni; 684 mila sono residenti in un comune della stessa provincia in cui ha sede l’ateneo e 800 mila circa al di fuori di essa. È quest’ultimo il numero che possiamo prendere a riferimento come dimensione del fenomeno dei fuori sede, sebbene si tratti di un’approssimazione per difetto, che non considera gli studenti residenti negli altri comuni della provincia in cui si trova anche l’ateneo cui sono iscritti. Applicando il rapporto fuori sede/totale iscritti calcolato per gli atenei delle 41 città all’insieme degli studenti universitari, I fuori sede, intesi come fuori provincia, diventano circa 900 mila, di cui oltre 300 mila impiegherebbero, in base a quanto risulta dal rapporto sull’astensionismo, almeno quattro ore nel percorso casa-università-casa. F: lavoce.info Maggio 2023.

 

CRISI DELLE RESIDENZE UNIVERSITARIE

Oggi solo il 4% dei nostri studenti ha accesso a una residenza universitaria contro il 10% della Germania, il 12 della Francia e il 24 del Regno Unito. La scelta del PNRR è di destinare 960 milioni al rafforzamento dell’housing universitario. L’obiettivo è reperire 60mila nuove disponibilità entro il 30 giugno 2026 (per ora siamo a quota 8.500).

L’Unione degli Universitari (UDU) ha elaborato un manifesto composto da 10 proposte per affrontare la crisi abitativa. Alcune delle richieste sono dirette anche al ministero delle Infrastrutture, spiega Agutoli (UDU): “Crediamo serva agire sulla leva fiscale e contrastare gli affitti in nero. Ad esempio, troviamo inaccettabile che si applichi la cedolare secca al 21% sui canoni liberi: perché bisogna applicare una tassazione agevolata a favore di coloro che fanno pagare una stanza mille euro? Bisogna invece rendere più appetibile il canone concordato. Altra richiesta fondamentale è il blocco dei rincari: come succede in Francia, Spagna o Germania serve individuare un limite più stringente per l’adeguamento annuale del canone, non è possibile che il canone possa crescere del 10% seguendo l’inflazione annua”. F: EB IlSole24Ore, FQ Maggio 2023.

 

UN GRUPPO DI STUDENTI DELLA UNIVERSITY OF NEW SOUTH WALES OTTIENE UN NUOVO RECORD PER LE AUTO ELETTRICHE

La sfida tra università per realizzare prototipi di auto elettriche con la massima efficienza s’arricchisce di un nuovo record ottenuto da un gruppo di studenti della University of New South Wales, in Australia: 1000 chilometri con una sola carica in meno di 12 ore. La loro «Sunswift 7» è infatti diventata la prima auto elettrica al mondo a percorrere 1.000 chilometri in meno di 12 ore senza bisogno di fermarsi a ricaricare, un risultato che è stato addirittura certificato dai giudici del Guinness World Records. F: CdS Motori 23-04.23.

 

STUDENTI ITALIANI IN PAESI OCSE E STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA

Nel corso del 2020, quasi 80mila studenti italiani si sono iscritti alle università dei Paesi OCSE. Tale cifra rappresenta circa il 4% degli studenti universitari iscritti in Italia, quantificazione che, in termini relativi, ci allinea ad esempio con Francia e Germania. Ma in questi Paesi gli studenti stranieri rappresentano rispettivamente il 9% e l’11% del totale degli iscritti. In Italia, invece, la percentuale di studenti universitari stranieri scende sotto il 3%. Un tale divario indica che il nostro Paese non solo non riesce a trattenere, ma addirittura ad attirare, molti giovani di talento. Secondo i dati OCSE, l’Italia, insieme alla Grecia, presenta il rapporto più basso tra studenti internazionali e studenti nazionali. Soprattutto per i corsi di laurea triennale, abbiamo poche le università che offrono programmi didattici completamente in inglese. Nel 2022 gli international students tra iscritti a corsi di laurea triennali, magistrali e dottorati sono stati solo 59mila, in Germania invece erano 369mila. Secondo uno studio pubblicato da Nature Italy, l’internazionalizzazione è il principale tallone d’Achille dell’istruzione universitaria italiana per l’attratività di studenti stranieri. F: morningfuture.com  Maggio 2023.

 

NUOVE SUMMER SCHOOL PER L'ORIENTAMENTO INDUTTIVO

Per decidere il giusto corso di laurea preparatorio alla futura professione l'Università Campus Bio-Medico di Roma (UVBM) apre due nuove summer school per l'orientamento induttivo: la prima Summer School italiana dedicata alla Medicina insieme alla nuova Summer School dedicata alle Discipline STEM (Scienze, Tecnologie, Ingegneria con focus nei settori Biomedico, Sistemi Intelligenti, Alimenti e Nutrizione, Sviluppo Sostenibile e OneHealth). Per i partecipanti alla Summer School di Medicina sarà possibile anche simulare i test di ammissione validi per l'iscrizione ai tre corsi di Laurea disponibili ad UCBM (“Medicina e Chirurgia” e i due corsi in inglese di “Medicine and Surgery” e di “MedTech”, che consente anche la doppia laurea in Medicine and Surgery e Biomedical Engineering). F: IlSole24Ore Maggio 2023.

 

GIOVANI IMMATRICOLATI PER LA PRIMA VOLTA NELLE UNIVERSITÀ

 Sono 329.817 i giovani per la prima volta immatricolati nelle università nell’A.A. in corso, il 2022-23. Oltre 7.000 in più rispetto al 2021-2022 (dato di giugno dell’anno scorso), il 2,2% in più. Rimane costante sul totale degli studenti la quota degli iscritti per l’area STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica): circa il 30% delle nuove immatricolazioni. Costanti anche i nuovi studenti per l’area economica, giuridica e sociale (35%) e per quella sanitaria e agro-veterinaria (17%). Confermate per questo anno accademico le opzioni per l’area artistica e letteraria (18%). F: mur.gov.it Giugno 2023.

 

 

VARIE

 

PROPOSTA LEGISLATIVA DI SENTORE MINCULPOP SULL’USO DEGLI INGLESISMI

Nella proposta legislativa Rampelli, l’intenzione è quella di vietare l’uso di inglesismi e altri idiomi negli atti della Pubblica Amministrazione; il termine straniero deve essere utilizzato solo se non traducibile in lingua italiana; nelle università e nelle scuole pubbliche saranno vietati corsi tenuti in lingua straniera, tranne nel caso in cui essi siano giustificati dalla presenza di studenti stranieri. Per chi viola tali obblighi e divieti sono previste sanzioni con un minimo edittale di €5.000 e un massimo di €100.000. L’Accademia della Crusca è molto perplessa su tale proposta, infatti ritiene che sia inefficace e allo stesso tempo ignori il fatto che la lingua italiana nei secoli ha avuto influenze varie e l’utilizzo di parole straniere è parte fondante della evoluzione stessa della lingua italiana. F: money Aprile 2023.

 

ELECTROSPIDER, BIOSTAMPANTE 3D IN GRADO DI REALIZZARE RIPRODUZIONI DI CELLULE E TESSUTI UMANI

Sarà consegnato in settembre il primo esemplare di Electrospider, biostampante 3D in grado di realizzare riproduzioni di cellule e tessuti umani con tecnologia additiva. Il modello di stampante 3D è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra Bio3DPrinting, società del Gruppo SolidWorld, e il centro di ricerca “E. Piaggio” dell’università di Pisa. Con l’Electrospider si riescono a realizzare i diversi strati della pelle, cellule epatiche ed ematiche contemporaneamente, ma anche ossee. Il tutto in un ambiente assolutamente sterile e controllato. F: E. Balocco, corrcom 27.04.23.

 

L’INVENZIONE DEL TEMPO MODERNO A BOLOGNA

La città di Bologna ha contribuito a costruire la modernità con alcune invenzioni straordinarie: nell’ambito del sapere la prima università (1088); a livello civico il primo comune (1116); a livello civile la liberazione degli schiavi (1259). Ma c’è un’”invenzione” che mette insieme le dimensioni civili, civiche e scientifiche e che ha origine a Bologna: l’invenzione del tempo moderno. Il tempo è sempre esistito ovviamente ma è il calendario codificato dal bolognese Papa Gregorio XIII nel 1582. F: DC Bollettino RCBoEst Maggio 2023.

 

TRA LE CULTURE SCIENTIFICA E UMANISTICA OCCORRE PIÙ DIALOGO

Le STEM (science, technology, engineering and mathematics) devono evolvere in STEAM, dove la A è l'inclusione delle Arti nella proposta culturale nazionale ed europea. Il rapporto ancillare della istruzione al mercato deve raddrizzarsi lungo una linea retta e abbandonare l'asse obliquo, il quale vede la prima dipendere dal secondo, diversamente significa accettare un progresso fermo. Il che è un ossimoro, perché ciò che è stato continuerà a essere anche in avvenire; invece, si poteva disegnare una cultura umanistico-scientifica che guida il mercato e il lavoro. Questo binomio università-impresa deve essere costruito con una sensibilità diversa a seconda delle vocazioni territoriali, altrimenti l'obiettivo uguaglianza del PNRR non si realizzerà dove la vocazione d'impresa è più tiepida: nel Mezzogiorno. Nel rinegoziare il PNRR il Governo ha la possibilità di eliminarne i vizi e accentuarne le virtù. F: G. De Minico, IlSole24Ore 09.05.2023.

 

PROGETTO PROPLA (PROTEINS FROM PLASTICS)

Il prigetto si propone di convertire le microplastiche disperse nell’acqua a base di Pet (quali polietilene tereftalato, la classica plastica delle bottiglie “monouso”) in amminoacidi. Il team è coordinato da L. Pollegioni dell’università dell’Insubria, e comprende ricercatori delle università di Milano, oltre che dell’Istituto di ricerca sulle acque del CNR. Nell’ambito del progetto ProPla verrà generato un ceppo batterico in grado di convertire il microPet in amminoacidi (molecole biologiche cruciali per l’alimentazione e l’industria). F: greenreport.it Maggio 2023.

 

LA FLAT TAX SOSTENIBILE SOLO TAGLIANDO ISTRUZIONE E SANITÀ PUBBLICA

Secondo Bankitalia la flat tax sarebbe sostenibile solamente tagliando servizi essenziali come l’istruzione e la sanità pubblica. Per seguire un concetto di equità si dovrebbe invece ridurre il prelievo sui contribuenti in regola, andando invece a recuperare risorse attraverso il contrasto dell’evasione fiscale. Ovvero prendere i soldi da chi evade per ridurre le tasse a chi paga tutto regolarmente. Inoltre “andrebbe spostato l’onere tributario dai fattori produttivi (lavoro e capitale) alle rendite e ai consumi”. F: SR money Maggio 2023.

 

NEET IN ITALIA E IN EUROPA

L’Italia è maglia nera in Europa per i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione: NEET. I ragazzi NEET in IT sono il 17,7%, mentre le ragazze sono il 20,5%. Il dato italiano dei giovani uomini Neet è il più alto tra i Ventisette, davanti a Romania (14,5%) e Grecia (14,1%). Per le giovani donne, invece, l’Italia fa registrare il secondo peggior tasso Ue, preceduta soltanto dalla Romania (25,4%) e seguita dalla Bulgaria (17,4%). Nel complesso, i giovani italiani che non studiano e non lavorano sono il 19%. il Paese più virtuoso per numero di NEET nel 2022 è l’Olanda, che ha registrato un 3,8% per i giovani uomini e un 4,6% per le ragazze. F: Dati Eurostat riferiti al 2022. corrireuniv.it Maggio 2023.

 

SECONDO UN GRUPPO INTERNAZIONALE DI 13 SCIENZIATI DELLA WWA L’ALLUVIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA SAREBBE UNA RARA OCCORRENZA CHE DA SOLA NON STABILISCE UN TREND CLIMATICO

Un gruppo internazionale di 13 scienziati della WWA (World Weather Attribution) dopo l’alluvione dell’Emilia-Romagna si è messo al lavoro per provare a capire se il cambiamento climatico abbia reso più probabili o più intense le perturbazioni che si sono abbattute sulla regione nella prima metà di maggio. Sono stati considerati dati di circa 60 stazioni meteorologiche e sono state confrontate le precipitazioni cadute nei primi 21 giorni di maggio 2023 con quelle degli ultimi 60 anni almeno nello stesso periodo primaverile. Come solitamente si fa negli studi di climatologia, sono stati utilizzati modelli diversi che considerano diversi parametri e variabili (si parla di ensemble di modelli, 19 in questo caso) per compensare il grado di incertezza che i singoli modelli da soli hanno e rendere più robuste le conclusioni. Le precipitazioni che si sono abbattute sull’Emilia-Romagna sono state valutate avere una probabilità dello 0,5% di verificarsi ogni anno: significa che sono attese 1 volta ogni 200 anni, in gergo si parla di un tempo di ritorno di 200 anni. Lo studio conferma quindi che si è trattato di un evento eccezionale, poiché sono caduti in pochi giorni quantitativi d’acqua che di solito si attendono in diversi mesi. Tuttavia, la sua probabilità di occorrenza, secondo le simulazioni compiute dallo studio di attribuzione, non sembra variare a seconda che la temperatura globale sia più alta di 1,2°C rispetto all’era preindustriale (ovvero i livelli di riscaldamento globale che abbiamo oggi) o pari ai livelli preindustriali. I ricercatori hanno quindi concluso che per quanto riguarda le piogge della prima metà di maggio, queste non sono state rese né più probabili né più intense dal cambiamento climatico. Da un punto di vista climatologico, l’evento sarebbe una rara occorrenza che da sola non stabilisce un trend climatico. Per quanto riguarda le cause dei danni provocati all’Emilia-Romagna lo studio attribuisce parte di responsabilità anche alla siccità provocata dal cambiamento climatico, in accordo con quanto già si sapeva sugli effetti in area mediterranea. F: ilbolive.unipd.it Giugno 2023.

 

I VACCINI a mRNA

I vaccinI a mRNA (che utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero), essendo i primi del loro genere ad esseri approvati da enti regolatori come l’Ema in Europa la Food and Drug Administration negli Stati Uniti a causa dell’emergenza Covid, hanno dato il via a una serie di studi per potenziali applicazioni: contro l’Hiv, l’infezione da virus Zika, Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) e come terapia anticancro per alcune tipologie di tumore. Per le sperimentazioni dei farmaci, un rapporto del network sanitario statunitense NiceRx ha rivelato quali sono i Paesi in cui si svolge il maggior numero di questi studi, mostrando che in testa alla classifica ci sono gli Stati Uniti, con quasi 150mila studi clinici registrati dal 2008, che precedono di gran lunga la Francia, in seconda posizione, con poco più di 30mila studi. Seguono a ruota Canada, Cina e Germania, con l’Italia che occupa l’ottava posizione. F: linkiesta.it Luglio 2023.

 

TASSE. CHI METTE LE MANI NEL PORTAFOGLIO DEI CONTRIBUENTI ONESTI

L’85% dell’Irpef oggi la pagano i dipendenti e i pensionati. In sostanza, poco più del 13% dei contribuenti compensa anche le spese primarie del resto della popolazione. Fra chi dichiara redditi bassi ci sono persone che sono effettivamente con l’acqua alla gola, ma è fuori discussione che dentro a quelle categorie si nascondono troppi evasori fiscali che non pagano le imposte in base alla loro reale capacità contributiva, ma beneficiano dei servizi di assistenza sanitaria, sociale, e scolastica senza aver contribuito a pagarli. Sono loro a mettere le mani nel portafoglio dei contribuenti onesti, e con la protezione politica, che di fatto impedisce all’Agenzia delle Entrate di utilizzare strumenti automatici di controllo. F: MG SR Dataroom@corriere.it

 

 

UNIVERSITÀ IN ITALIA

 

ISTRUZIONE TERZIARIA IN EMILIA-ROMAGNA

Le  principali istituzioni di istruzione terziaria sono 32 offerte dalle Università, dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) con diverse tipologie di percorsi. Il sistema universitario regionale è costituito da 6 università: Università di Bologna (con campus a Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini), Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Ferrara, Università di Parma, Università Cattolica (sede di Piacenza), Politecnico di Milano (sede di Piacenza). In E-R operano 7 fondazioni ITS academy (Istituti Tecnici Superiori) con sede nelle principali città della Regione. Vi sono inoltre 12 istituzioni AFAM (come l’ Accademia di Belle Arti di Bologna e il Conservatorio di musica di Parma). https://tinyurl.com/za2k388f

 

ECOSISTER - ECOSISTEMA TERRITORIALE DI INNOVAZIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA- COINVOLGE ANCHE SEI UNIVERSITÀ

Ecosister (Ecosistema territoriale di innovazione dell’Emilia-Romagna) è il progetto con la più grande comunità di ricercatori strutturati e neo assunti in Emilia-Romagna, grazie al PNRR: 750, a cui se ne aggiungeranno altri 250 da assumere  progressivamente. Coinvolge 23 enti partecipanti, di cui 6 università, 4 Enti pubblici ed enti pubblici di ricerca e 13 privati. A bando €25 milioni per finanziamento imprese per ricerca industriale e trasferimento tecnologico, e può contare su un finanziamento del PNRR di €110 milioni. F: appenninonotizie Maggio 2023.

 

NUOVA UNIVERSITÀ DELL’ONU SU BIG DATA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

A Bologna sorgerà la nuova università dell’ONU su big data e intelligenza artificiale per la gestione del cambiamento dell’habitat umano: ad annunciarlo la Regione Emilia-Romagna, che nel 2020 aveva avanzato la proposta per realizzare l’istituto insieme al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) e all’UniBO, accolta poi e ratificata nella 78esima seduta dal consiglio dell’Università delle Nazioni Unite, a fine 2022. L’inizio delle attività avverrà entro la metà del 2024. F: corruniv giugno 2023.

 

15 UNIVERSITÀ, 26 AFAM E 24 ITS ACADEMY IN LOMBARDIA. MILANO PRIMA IN ITALIA PER STUDENTI UNIVERSITARI E AFAM

In Lombardia ci sono ben 65 istituti di istruzione terziaria: 15 università, 26 AFAM e 24 ITS academy. Gli studenti universitari iscritti nella sola città di Milano sono paragonabili come numeri all’intero sistema di istruzione nazionale dell’Irlanda. Nell’anno accademico 2021/2022 gli iscritti alle università lombarde erano 321.768 (il 17,6%) di cui 211.759 (11,6%) ad atenei che hanno sede a Milano. Il peso di Milano e della Lombardia sfiora il 20% se si considerano le iscrizioni alle lauree magistrali (19,9%).

Nell’a.a. 2021/2022, gli atenei milanesi contavano 39.299 immatricolati, circa il 64% degli immatricolati lombardi (61.306) e il 12% di quelli italiani (323.852). Nello stesso anno accademico gli atenei milanesi laureavano 50.966 studenti, mentre gli altri atenei lombardi 23.134. Sul totale regionale, le università di Milano hanno laureato circa il 70% dei laureati della Lombardia e il 13,75% sul totale nazionale, rendendo Milano la prima città universitaria in Italia.

Una quota considerevole degli iscritti agli AFAM, 18.780 (22,6%), si trova in Lombardia, di cui 14.754 (17,8%) a Milano e i rimanenti 4.026 (4,8%) nel resto della regione.

Milano è gran lunga prima in Italia per studenti AFAM e la sua capacità di attrazione del sistema AFAM è impressionante: il 36% degli studenti proviene da fuori regione e il 25,6% non è italiano.

Ben il 24% degli studenti italiani di ITS Academy, il segmento professionalizzante dell’istruzione terziaria fortemente incentivato dal PNRR, studiano in Lombardia. Si tratta complessivamente di 5.126 studenti, di cui 1.443 in ITS con sede a Milano e 3.683 nelle altre province lombarde, che mostrano un fortissimo tasso di crescita di questo segmento. F: lastatalenews.unimi.it 26.05.23.

 

UNIBO. BORSE DI DOTTORATO DI RICERCA CON FINANZIAMENTI DEL PNRR

L’Università di Bologna per il prossimo A.A. mette a disposizione un’offerta di borse di dottorato di ricerca che si prevede possano avvicinarsi a quota 1000, grazie anche ai finanziamenti del PNRR. Le opportunità per gli studenti partono già ora, con un primo bando che mette a disposizione circa 600 borse di dottorato. Altre posizioni saranno aggiunte nelle prossime settimane, e a metà luglio arriverà un secondo bando, che resterà aperto fino a metà agosto. Complessivamente sono previste da 800 a 1000 posizioni coperte da borsa di studio. F: magazineunibo.it Maggio 2023.

 

UNIPR. PRIMA IN EUROPA NELL’AREA “MATHEMATICS AND COMPUTER SCIENCE”.

Il CWTS LEIDEN RANKING 2023 è una classifica internazionale che utilizza il criterio delle pubblicazioni di maggiore impatto. Restringendo il campo alla percentuale di lavori che si collocano nel primo 1% di quelli più citati, l’università di Parma risulta prima in Europa nell’area “mathematics and computer science”. F: emiliaromagnanews24.it  Luglio 2023.

 

COMPUTER SCIENCE: UNICAL È NELLA TOP MONDIALE

Nel QS WORLD UNIVERSITY RANKING BY SUBJECT 2023 l’Università della Calabria è entrata per la prima volta per l’area “Computer science” – unica new entry dell’Italia, insieme alla Bocconi di Milano – e ha riconfermato la sua presenza anche in Fisica, disciplina in cui era entrata lo scorso anno. Il 100% dei laureati UniCal in Computer Science lavora dopo appena due mesi dalla conclusione del corso di studi, con un salario superiore alla media nazionale, pari a 1.750 euro ad un anno dalla laurea. F: cosenza 2.0 Aprile 2023

 

APPLICABILITÀ ALLE UNIVERSITÀ PRIVATE TELEMATICHE DELLE SANZIONI PREVISTE DAL CODICE DEL CONSUMO

Con sentenza del 3 maggio 2023, n. 4498, il Consiglio di Stato, Sez. IV, ha chiarito che le sanzioni previste dal Codice del Consumo relativamente alle pratiche commerciali scorrette possono essere irrogate anche alle Università private telematiche. Nel caso di specie, per il Consiglio di Stato, ”pur dinanzi al carattere di servizio di interesse generale dell’attività svolta dell’Università privata, non è in discussione il carattere remunerato della stessa ed il fine di lucro perseguito; né parimenti è discutibile la nozione di consumatore dello studente che si iscrive ad una Università privata”. In tale contesto, poi, ”sono irrilevanti sia la natura pubblica o privata dell’organismo in questione, sia la specifica missione da esso perseguita”. Le suddette considerazioni riconducono alla nozione di professionista le Università telematiche private e tale interpretazione è ”l’unica tale da garantire la piena efficacia della disciplina sulle pratiche commerciali sleali, assicurando che, conformemente all’esigenza di un elevato livello di protezione dei consumatori, le pratiche commerciali sleali siano contrastate in modo efficace”. Da tale interpretazione discende l’applicazione delle sanzioni previste dal Codice del Consumo relativamente alle pratiche commerciali sleali (nel caso di specie, dell’art. 27, comma 6 del Codice del Consumo) alle Università private telematiche. F: Oss. Univ. maggio 2023.

 

 

UE. ESTERO

 

DIGITAL DIVIDE, L’EUROPA METTE SUL PIATTO 378 MILIARDI PER CHIUDERE IL GAP

Si punta a sostenere 725.000 imprese per spingere l’innovazione. 83.000 ricercatori avranno accesso a migliori strutture e saranno coinvolte 22.500 amministrazioni pubbliche per spingere la digital transformation. Incentivi anche per connettere 3,1 milioni di famiglie alle reti mobili ultraveloci. Ma la vera sfida sarà creare 1,3 milioni di posti di lavoro. F: corrcom 01.05.23.

 

STUDIARE A HARVARD GRATUITAMENTE OGGI È POSSIBILE

Oggi tutti possono studiare a Harvard. A renderlo possibile è proprio il famoso istituto, che con l'Mit (Massachusetts Institute of Technology) ha fondato una piattaforma di e-learning digitale, chiamata Edx, che raccoglie i corsi di molte prestigiose università nel mondo. Non solo Harvard ma anche Yale e la Sorbona, istituti cinesi e giapponesi. I migliori atenei hanno aperto le porte al grande pubblico internazionale e dato libero accesso a questa piattaforma di lezioni online disponibile gratuitamente ovunque nel mondo. F: CG CorSera 28.04.23.

 

EU BUSINESS SCHOOL

Eu business school è una scuola di business internazionale che si occupa di formare leader aziendali e imprenditori del futuro. In particolare, la scuola è accreditata professionalmente e prevede una vasta scelta di corsi a seconda delle necessità degli aspiranti studenti. La formazione aziendale offerta è prevista sia online sia in presenza in Europa (a Barcellona, Monaco di Baviera e Ginevra.) e comporta il coinvolgimento di accademici, consulenti, imprenditori e leader aziendali di alto livello, i quali hanno il compito di insegnare gli innovativi programmi aziendali dell’Unione Europea in lingua inglese a un corpo studentesco multiculturale di oltre 100 nazionalità. F: liveuniversity 29.04.23.

 

ANNUAL GROSS AND NET AVERAGE SALARY PER ACADEMIC POSITION

The UK, Germany, France, and Italy are adopted as case studies to determine the attractiveness of European higher education systems. Uncompetitive salaries in Italy are causing a brain drain, particularly among young talent coming out of Italian universities, and are making the country less attractive to foreign researchers.

Source: A. Civera, E. E. Lehmann, M. Meoli & S. Paleari. Authors’ calculations are based on data from ministerial websites. For France (MESRI, 2022); for Germany (Destatis, 2022); for the UK (HESA, 2022); for Italy (Ministerial Decree on March 12 2022 published on Gazzetta Ufficiale G.U. n. 120 on May 24, 2022). Research & Occasional Paper Series: CSHE.1.2023. The Attractiveness of European HE Systems: A Comparative Analysis of Faculty Remuneration and Career Paths. March 2023. 



ACADEMIC FREEDOM ON DECLINE IN 22 COUNTRIES WORLDWIDE. A UNIVERSITY WORLD NEWS SPECIAL FOCUS

With the rise of populist leaders and increasingly authoritarian governments around the world, higher education and research are facing unprecedented threats to academic freedom and university autonomy. Over the past decade, academic freedom has declined in more than 22 countries representing more than half of the world’s population, including India, China, Mexico, the United Kingdom, and the United States, according to the Academic Freedom Index: Update 2023. Nathan M. Greenfield reports on the worrying fall-off for academic freedom in key countries.

Michael Ignatieff, former vice-chancellor of the Central European University, says the way CEU was forced out of Hungary by right-wing populist Prime Minister Viktor Orbán is serving as a script for today’s culture war on universities in Florida and Governor Ron DeSantis’s US presidential ambitions for 2024, Nathan M Greenfield reports. Suppression of freedom of speech and free elections are acknowledged as warning signs of democratic erosion. It is time for us to recognize attacks on academic freedom in a similar fashion and strengthen our understanding of academic freedom as a foundational element of democracy, argue Hector Ulloa, Sunniva Whittaker, and Svein Stølen. An organization representing nearly a million doctoral candidates and postdocs across Europe, Eurodoc, has called on academic institutions and governments to improve conditions for early career researchers, arguing that their precarious existence endangers academic freedom, which is already under attack in many European countries. F: A University World News Special Focus 16.03.23.

 

STUDIO EURYDICE. RAPPORTO ‘NATIONAL STUDENT FEE AND SUPPORT SYSTEMS IN EUROPEAN HIGHER EDUCATION - 2022/23’.

Nel 2022/23 in Italia l’importo medio annuo delle borse è stato di €4.326, non lontano dalla Norvegia, punto di riferimento europeo. Ma solo il 16,3% degli studenti del 1° ciclo ha potuto beneficiarne. La % sale, ma di poco (17,7%) nel 2° ciclo di studi. Nel 2020/21 la % degli studenti destinatari di borse  non superava il 14%. La ministra UR: Abbiamo già aumentato gli importi minimi delle borse per il prossimo anno accademico. Per gli studenti fuori sede saranno di oltre €6.600, quasi 500 euro in più rispetto al passato.

In Francia in entrambi i cicli d’istruzione le borse raggiungono 1 studente su 3, con un massimo di €5.965 annuali. In Germania gli studenti possono contare su borse basate sulla necessità, per un importo medio di €574 al mese. Inoltre, esistono ben tre tipi di agevolazioni pubbliche basate sul merito che arrivano fino a  circa €941 al mese. In Svezia e in Danimarca il 90% degli studenti ha una borsa. In Svezia la borsa minima si aggira intorno a €3.273. A questa, poi, si aggiunge la borsa assegnata per necessità, un supplemento per studenti con figli, che può arrivare fino a €4.900. In Danimarca per studenti che vivono con i genitori, l'importo della sovvenzione dipende dal reddito familiare: si va da un importo minimo di €134 al mese (per 12 mesi) a un massimo di €371 al mese. Gli studenti che vivono da soli hanno invece diritto a una borsa di €860. In Olanda sono previste borse per necessità basate sul reddito: l'importo massimo è di €5.028, con un importo medio di €3.689. Però solo il 30% degli studenti è destinatario di borse di studio.

 

UK. RESIDENZE UNIVERSITARIE IN CRISI

In quest'anno accademico, i media sono stati pieni di storie di studenti costretti ad accamparsi per la notte fuori dalle agenzie di locazione o a vivere in una città completamente diversa da quella in cui si trova la loro università, a causa della crescente pressione sul mercato immobiliare. L'espansione significativa di alcune università negli ultimi anni, unita a un rallentamento nella costruzione di nuovi alloggi e a una diminuzione del numero di proprietà in affitto disponibili, ha reso molto più grave quello che era già un problema difficile. E questo prima di considerare il prossimo aumento del numero di studenti nel Regno Unito e oltre. La mancanza di alloggi sta alimentando i tassi di abbandono. Sono necessari un'attenta pianificazione e investimenti, ma anche questo sta diventando sempre più difficile nel clima attuale. Se le università hanno tardato ad affrontare il problema, presto si renderanno conto che il loro futuro dipende da questo. F: THE Maggio 2023.

 

UK. CARENZA DI ALLOGGI, ALTE TASSE DI FREQUENZA E UN COSTO DELLA VITA INSOSTENIBILE PER GLI STUDENTI

È sempre più difficile frequentare le 200 università britanniche e anche prestigiosi atenei rischiano di veder diminuire iscritti e finanziamenti. Gli studenti italiani si accampano con le tende fuori dalle facoltà per protestare contro il caro-alloggi, ma gli studenti inglesi (761 mila divisi in 200 atenei) non se la cavano meglio. Carenza di alloggi, alte tasse di frequenza e un costo della vita insostenibile, mentre sono in aumento i casi di grave depressione e tossicodipendenza. Gli studenti si ritrovano spesso «senzatetto temporanei», costretti a chiedere ospitalità sul divano di amici più fortunati o ad accettare soluzioni vergognose come stanze senza finestre che costano un occhio della testa. Il prezzo medio di una stanza in affitto a Londra è di 865 sterline (quasi mille euro); a Durham, Nord dell'Inghilterra, è di 536 (circa 620 euro). Intervistati dal sindacato studentesco del Russell Group, uno studente su cinque valuta di abbandonare la propria facoltà causa l'aumento del costo della vita e uno su quattro salta i pasti per poter sostenere le spese essenziali. F: E. Orsini, Panorama Maggio 2023.

 

UNGHERIA. IL GOVERNO HA PROPOSTO DI TOGLIERE AI DOCENTI LO STATUS DI DIPENDENTI PUBBLICI

Da mesi gli ungheresi manifestano contro la cattiva gestione del sistema di istruzione. Il governo ha proposto di togliere ai docenti lo status di dipendenti pubblici. Per protesta, studenti e professori sono scesi in piazza. L'eliminazione dello status di dipendente pubblico sarebbe l'ennesimo colpo inferto alla categoria. Le difficoltà economiche del Paese hanno portato il tasso di inflazione al 24%, che ha eroso i salari dei docenti, i penultimi tra i Paesi dell'Ocse. Quasi 5mila docenti hanno dichiarato di essere pronti a lasciare il posto di lavoro se la legge entrerà in vigore. F: Rep Maggio 2023.

 

THE HUMANITIES ARE “IN CRISIS” IN THE USA

At Ohio State University (Columbus), between 2012 and 2020, the number of humanities major graduates dropped by 46%. At Tufts University (Medford, Massachusetts) they fell by 50%, while at the State University of New York (Albany) the decline was almost 75%. Over the same period, even at the prototypical liberal arts college, Vassar College (Poughkeepsie, New York), the number of humanities graduates fell by about 50%. At Arizona State University (ASU, Tempe, history majors dropped by 50% in the three years following 2014. In 2012, almost 20% of Harvard’s freshman class planned to study the humanities; 10 years later this figure had dropped by 35%, meaning only 7% of Harvard’s first-year students intended to study the humanities. F: UWN April 2023.

 

USA. PROFESSORS ARE VICTIMS AS FLORIDA’S REPUBLICAN GOVERNOR RON DESANTIS’ CULTURE WAR HOTS UP

As University World News has reported, since 2021, DeSantis has moved to restrict academic freedom: by trying to prevent professors from appearing in court as expert witnesses opposed to voter restriction laws; signing laws limiting tenure; banning the teaching of Critical Race Theory in universities; overriding the normal (collegial) process of appointing presidents to public universities and instead appointing ideological soul mates; and banning the Advanced Placement history course from high schools because he considered it ‘woke’ and indoctrinating due to its coverage of slavery and racial issues. F: UWN Maggio 2023.

 

USA. LA CORTE SUPREMA BOCCIA IL CRITERIO RAZZIALE NELL’AMMISSIONE ALL’UNIVERSITÀ

Lunga è la storia delle così dette affirmative actions, nate negli USA per riparare alle ingiustizie sociali nei confronti delle minoranze storicamente escluse dagli studi superiori, ma diventate nel tempo vie per tutelare una “diversità” all’interno dei contesti studenteschi troppo spesso puramente simbolica.Togliere oggi di mezzo definitivamente le affirmative actions non significa necessariamente assumere una posizione anti liberale e di destra, ma magari provare a dare spazio a criteri privilegiati di accesso alle università che superino la questione del colore della pelle e facciano perno sulla condizione socio-economica degli studenti per permettere ai meno abbienti – che di norma fra l’altro coincidono con le minoranze etniche, in particolare nere – di accedere anche loro agli olimpi del sapere da cui verranno lanciati verso il successo professionale. La speranza è che la decisione odierna di una Suprema Corte conservatrice produca il paradossale effetto progressista di stimolare un’inversione di rotta nelle politiche di ammissione universitaria statunitensi, che privilegino finalmente la classe sulla razza, giacché indipendentemente dal loro colore della pelle i meno abbienti sono tutti uguali ed hanno ugualmente bisogno di essere aiutati. F; E. Grande, micromega 01.07.23.

 

NELLE UNIVERSITÀ USA TREMILA PROFESSORI CHE HANNO CONSEGUITO IL DOTTORATO DI RICERCA IN ITALIA

Uno studio pubblicato su Nature Italy ha recentemente rivelato che tra il 2011 e il 2020, le università degli Stati Uniti hanno assunto quasi tremila professori che hanno conseguito il dottorato di ricerca in Italia, cifra interessante se paragonata a quella di altri Paesi europei e che conferma l’elevata competenza di ricercatori e scienziati provenienti dagli atenei italiani, che sono tra i più richiesti e apprezzati all’estero. F: linkiesta Maggio 2023.

 

 

LIBRI - RAPPORTI - SAGGI - GUIDE

 

QUALE UNIVERSITÀ DOPO IL PNRR?

Autori: Marino Regini e Rebecca Ghio, Milano University Press 2022. Pg. 287

Il sistema universitario italiano – anche e soprattutto per colpe non sue ma dei vari governi che si sono succeduti e del tipo di sistema produttivo in cui si trova a operare – ha mostrato sia una bassa efficienza ed equità nel fornire capitale umano in misura adeguata a favorire una “via alta” allo sviluppo, sia una performance nella ricerca che, per quanto buona, si è rivelata insufficiente a innescare rilevanti processi di innovazione economica. È evidente che il primo passo da fare per chi voglia far recuperare all’università italiana efficienza ed equità è quello di diagnosticare con chiarezza le cause di questa performance insoddisfacente. Su una tale diagnosi si sono esercitati gli estensori del PNRR, partendo da una visione dell’università quale potenziale motore dell’innovazione e della crescita economica. Come possiamo valutare, all’interno di questa visione, le misure contenute nella Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR? Le riforme previste e gli investimenti stanziati affrontano in modo adeguato le cause delle inefficienze e iniquità del nostro sistema universitario? Nel volume  si cerca di dare qualche risposta a queste domande. Nell’Introduzione e nella Prima Parte si analizzano le principali carenze dell’università italiana nello svolgere un ruolo di motore dello sviluppo, le loro cause, nonché alcuni degli interventi previsti dalla Missione “Istruzione e ricerca” del PNRR. Nella Seconda Parte e nelle Conclusioni si discute invece criticamente l’impatto che il PNRR potrà avere su alcuni aspetti del sistema universitario, nonché alcune delle sfide che non sono state affrontate e che dunque rimangono aperte. (F: da scheda del volume open access https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ ).

 

IL RECLUTAMENTO DEI PROFESSORI UNIVERSITARI E LA CODIFICA DEI SAPERI

Autore: Giulio Rivellini. Giornale di diritto amministrativo, 2023, (3), 385-394.

Seguendo una giurisprudenza ormai consolidata, il T.A.R. Lombardia ribadisce la regola secondo cui i criteri di selezione dei candidati alla copertura dei posti da professore universitario devono essere individuati esclusivamente facendo riferimento alle materie e alle funzioni che caratterizzano i singoli settori scientifico-disciplinari. Non è possibile quindi prevedere ulteriori requisiti, maggiormente selettivi, per attrarre specifici profili didattici o di ricerca. Dopo aver valutato la correttezza della decisione, il commento si sofferma sulle ragioni alla base di questa impostazione, evidenziandone i principali difetti: l’inidoneità a risolvere i problemi per cui è concepita, l’eccessiva rigidità, la compressione dell’autonomia universitaria e i possibili effetti dannosi sulla ricerca. Nell’ottica di trovare un compromesso, viene svolta una breve analisi comparatistica tra l’ordinamento italiano e quello spagnolo per elaborare i possibili rimedi. (Abstract dell’articolo).

 

COME CAMBIANO LE UNIVERSITÀ: DAL "SISTEMA" AL "MERCATO". NUOVE RIFLESSIONI SULLA COMPETIZIONE FRA UNIVERSITÀ

Autore: Mario Libertini. Astrid Rassegna, 2023, n. 7. Data Documento: 2023-05-14.

L’Università si è sempre caratterizzata per la presenza di un sistema. In particolare, si è passati da un modello originario, accentrato in capo allo Stato e basato sull’idea dell’Università come luogo privilegiato di libertà intellettuale, a uno moderno, policentrico, ove si cerca di incentivare il livello qualitativo dei servizi che l’Università offre anche tramite la competizione fra le diverse organizzazioni. Tuttavia, la competizione può svolgersi a diversi livelli. La prospettiva privilegiata dovrebbe essere quella della competizione fra Atenei. Inoltre, la stessa può riguardare molteplici mercati in cui le Università operano, come quelli, in particolare, della fornitura dei titoli di studio, della ricerca pura, della ricerca applicata, della produzione di servizi di formazione universitaria e dei servizi professionali in senso stretto. Una competizione efficiente e virtuosa dovrebbe riguardare tutti i mercati citati, svolgendo una funzione di stimolo per le strutture più vivaci e aperte rispetto a un programma competitivo. (Abstract a cura della Redazione dell’Osservatorio sull’Università 01.06.23).

 

LA NUOVA DISCIPLINA SUI RICERCATORI UNIVERSITARI E I NUOVI RAGGRUPPAMENTI SCIENTIFICO DISCIPLINARI

Autore: Luca Belviso. Giornale di diritto amministrativo, 2023, n. 1, pp. 40-49.

Il contributo costituisce un commento all’art. 14, D.L. 30 aprile 2022, n. 36, conv., con modificazioni, in L. 29 giugno 2022, n. 79, che, in attuazione del PNRR, ha riformato il preruolo universitario, introducendo i contratti di ricerca e i nuovi contratti da ricercatore a tempo determinato in tenure track (RTT), e le forme di raggruppamento scientifico-disciplinari, creando i gruppi scientifico-disciplinari (GSD) e modificando i già noti settori scientifico-disciplinari (SSD).

La riforma, al di là delle buone intenzioni, appare connotata, in ragione dei vincoli finanziari, da effetti potenzialmente assai negativi sull’intera tenuta del sistema della ricerca. Inoltre, la stessa, introducendo figure del tutto nuove nel personale in regime di diritto pubblico, e allo stesso tempo prevedendo numerose regole di diritto transitorio che mantengono in vita anche le precedenti figure, ha l’effetto di non razionalizzare e semplificare, bensì di complicare ulteriormente, il sistema del personale universitario. Da qui l’esigenza, da un lato, di rendere le nuove misure sostenibili e compatibili, dal punto di vista economico, con l’attuale sistema della ricerca, dall’altro, di razionalizzare, all’insegna della semplificazione, il quadro di regole e figure che compongono il sistema del personale in regime di diritto pubblico all’interno delle Università. (Abstract a cura dell’Autore).

 

DOCENTI E UNIVERSITÀ DI FRONTE AL FASCISMO (1922-1945)

A cura di Carlo Antonio Barberini e Marzio Zanantoni. Biblion Edizioni, collana: Studi di Storia Contemporanea. Milano, 2023; pp. 178,

Il volume raccoglie gli Atti della giornata di studio “L’Università italiana durante il fascismo”, svoltasi il 2 dicembre 2021 a Milano presso la Casa della Cultura. Lo stimolo iniziale e il punto di partenza delle riflessioni che hanno portato all’organizzazione dell’iniziativa è stato il desiderio di ricordare il novantesimo anniversario (1931-2021) del rifiuto del giuramento fascista da parte di una sparuta pattuglia di docenti universitari, nell’ottica di inserire la doverosa commemorazione dei “dodici” nel contesto dell’articolato rapporto tra mondo accademico e fascismo, per approfondirne la conoscenza. Argomento complesso e interessante, ma poco indagato, almeno in tempi recenti; l’entusiasmo con cui i relatori hanno accolto l’invito rappresenta una evidente conferma della validità della scelta: una via poco battuta che merita a maggior ragione di essere percorsa. (F: Presentazione dell’editore).

 

UNIVERSITÀ E DISUGUAGLIANZE EDUCATIVE DOVUTE ALL’ORIGINE SOCIALE: HYBRID E BLENDED LEARNING NELLE TESTIMONIANZE DI ALCUNI FIRST-GENERATION STUDENTS

Autore: Elena Gremigni. Rivista Trimestrale di Scienza dell’Amministrazione – http://www.rtsa.eu – ISSN 0391-190X ISSNe 1972-4942.

Questo contributo intende mostrare come la didattica a distanza abbia permesso agli studenti svantaggiati di seguire le lezioni delle Università pubbliche superando parte degli ostacoli logistici ed economici che ancora precludono a molti l’accesso all’ higher education. Dalle interviste

realizzate con un campione di first-generation students dell’Università di Pisa emerge in particolare come le lezioni online abbiano permesso loro di conciliare lavoro e studio. Il punto di vista degli studenti intervistati tuttavia non esaurisce la complessità del problema perché la didattica a distanza rischia di marginalizzare proprio coloro che avrebbero la necessità di permanere più a lungo nell’ambiente universitario per modificare il proprio habitus di origine ed evitare il rischio di drop-out. L’Università pubblica in questo senso, senza perdere di vista l’obiettivo primario di favorire una uguaglianza effettivamente sostanziale del diritto alle lezioni in presenza, dovrebbe cercare di garantire forme di hybrid e blended learning evitando contestualmente i fenomeni di platformisation da tempo presenti nell’higher education che rischiano di trasformarla in una industria culturale “on demand”. (F: Riassunto dell’autore).

 

LA DIFFICILE TRANSIZIONE. L'UNIVERSITÀ ITALIANA TRA FASCISMO E REPUBBLICA

A cura di Tamara Colacicco e Simona Salustri. Editore: Il Mulino. Studi e ricerche sull'università. 2023. 152 pg.

Concentrandosi sul passaggio dal fascismo alla prima fase della vita repubblicana italiana, il volume affronta uno snodo di fondamentale importanza per gli studi contemporaneistici, scandagliando i meccanismi che hanno permeato dal profondo anche la storia delle università nel XX secolo. I diversi saggi analizzano le spinte verso la democratizzazione e le continuità istituzionali e culturali nella transizione dal regime al dopoguerra, utilizzando le lenti delle epurazioni del personale docente universitario, del ruolo giocato dall'amministrazione alleata e dai diversi attori politici nel rinnovamento del Paese, della collocazione degli accademici italiani all'estero e del complesso dibattito e iter per l'istituzione di un percorso specifico di formazione alla carriera accademica. (F: Descrizione dell’editore).

 

PIATTAFORME DIGITALI E AUTODETERMINAZIONE. Relazioni sociali, lavoro e diritti al tempo della “governamentalità algoritmica”

Autore: Giacomo Pisani. Collana: Prassi sociale e teoria giuridica. ISBN : 9788870009521, 2023. pg. 202.

Le piattaforme digitali stanno ridisegnando le modalità di relazione fra gli individui. Esse hanno veicolato la promessa di “disintermediare” sfere sempre più ampie dell’esistenza, celando nuove forme di controllo. Attraverso l’uso di algoritmi opachi, le piattaforme mettono in atto strategie di potere che agiscono su gruppi, se non sull’intera popolazione, istituendo correlazioni, differenze, assemblaggi. Anche il mondo del lavoro è al centro di fenomeni di imponente trasformazione, che investono la possibilità delle persone di autodeterminarsi in maniera consapevole. In questo quadro, la promozione del diritto all’autodeterminazione della persona può avvenire solo a condizione di garantire adeguata rappresentazione agli interessi collettivi implicati. Il volume delinea i tratti salienti di questa sfida, assumendo il diritto all’autodeterminazione come principio di democratizzazione del mondo digitale. (F: Presentazione dell’editore).

 

L’UNIVERSITÀ ITALIANA TRA PASSATO E FUTURO

Una Conversazione tra Luigi Berlinguer e Fabio Matarazzo. Ed. Conoscenza. Collana “SISTEMI” 2023 pp. 177.

Questo libro nasce da una serie di conversazioni tra i due autori, legati da molti anni di collaborazione professionale e di stima reciproca e poi di amicizia. Nelle lunghe ore di colloquio, ripercorrendo le rispettive esperienze, hanno voluto ricostruire la lunga, e spesso tormentata, storia dell'università italiana guardando però non solo al passato ma alle sfide attuali e al peso che avranno, a seconda di come saranno affrontate, sul destino personale di tanti giovani, ma anche sull'intero Paese. La ricostruzione di tante vicende politiche e legislative, supportate da una ricca documentazione proposta in appendice ai capitoli, offre ai lettori un quadro completo non solo del dibattito pubblico italiano sul nostro sistema universitario e sul suo ruolo, ma anche delle riforme e non-riforme che lo hanno attraversato, delle tante occasioni mancate e dei protagonisti di quelle vicende. Con attenzione ad alcuni aspetti fondamentali dell'identità del sistema, quali ad esempio, l'internazionalizzazione, il reclutamento, gli ordinamenti didattici, il dialogo serrato tra i due autori ci porta a guardare oltre il presente e a interrogarci sui nessi tra università e ricerca, trasformazioni tecnologiche, rapporti con le imprese e il mondo del lavoro. Con un messaggio forte alla politica.

 

ARTIFICIAL INTELLIGENCE IN SCIENCE. CHALLENGES, OPPORTUNITIES AND THE FUTURE OF RESEARCH

Authors: OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/a8d820bd-en. 26 Jun 2023, 300 pages.

The rapid advances of artificial intelligence (AI) in recent years have led to numerous creative applications in science. Accelerating the productivity of science could be the most economically and socially valuable of all the uses of AI. Utilizing AI to accelerate scientific productivity will support the ability of OECD countries to grow, innovate and meet global challenges, from climate change to new contagions. This publication is aimed at a broad readership, including policymakers, the public, and stakeholders in all areas of science. It is written in non-technical language and gathers the perspectives of prominent researchers and practitioners. The book examines various topics, including the current, emerging, and potential future uses of AI in science, where progress is needed to better serve scientific advancements, and changes in scientific productivity. Additionally, it explores measures to expedite the integration of AI into research in developing countries. A distinctive contribution is the book’s examination of policies for AI in science. Policymakers and actors across research systems can do much to deepen AI’s use in science, magnifying its positive effects, while adapting to the fast-changing implications of AI for research governance.

 

UNIVERSITY AUTONOMY IN EUROPE IV. THE SCORECARD 2023

Authors: Enora Bennetot Pruvot, Thomas Estermann and Nino Popkhadze. European University Association asbl, www.eua.eu · info@eua.eu. 2023. pg. 99.

In some systems, academic freedom is considered to derive from the right to freedom of expression. However, this is not taken into account in this chapter’s categorization. While freedom of expression (or freedom of speech) at universities also features in related discussions, conceptually, and for the present purpose, a distinction is made between academic freedom (with a narrower focus) and

freedom of expression. A further distinction is made according to the hierarchy of legal provisions (i.e. between provisions in constitutional law and common law). Consultations with the national rectors’ conferences revealed that academic freedom is enshrined in the legal framework in some form in a large majority of systems considered, whether as a direct mention or through more substantive provisions on freedom of teaching, research, or science.  Constitutional protection.

Although national legal systems are structured differently throughout Europe, provisions included in the constitution or in special laws of constitutional rank take precedence over ordinary laws, and, in most cases, larger parliamentary majorities are required to amend them. However, one cannot conclude that such provisions automatically grant better protection. In a majority of the systems considered, provisions related to academic freedom (detailed or not) are included in constitutional norms (Austria, Belgium, Croatia, Czechia, Estonia, Finland, Georgia, Germany, Greece, Hungary, Italy, Latvia, Lithuania, Poland, Portugal, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland and

Türkiye). In addition, almost all of these systems also have related regulations in place in ordinary law. However, Georgia, Greece, and Spain are the only systems for which it was reported that the constitution explicitly mentions academic freedom, using that set terminology. The remaining systems have no regulation on academic freedom (or freedom of teaching/research/science) in constitutional law. F: dall’introduzione.

 

SYMMETRIC SALARY AND UNIFORMITY OF ACADEMIC POSITIONS AT UNIVERSITIES IN THE EU28. IN EUROPE IT IS NOT POSSIBLE TO HYPOTHESIZE A SINGLE MODEL OF SALARIES FOR ACADEMICS

Author: Benedetto Torrisi. Business and Economics Department, Economic Statistical Area, University of Catania, Catania, Italy. 2023

European academic labor markets are experiencing many changes aiming at similar objectives: the establishment of better-regulated internal labor markets and the affirmed role of the university level in the management of the newly introduced incentive mechanisms. This general trend carries with it comparable implications. The presence in Europe of an academic system's salary, which is clustered into five groups, certainly limits the European vision of the academic system; in addition, the influence of factors characterizing each country or each group confirms the assumption. These differences can be attributed to local context factors, contractual factors, and factors such as economic well-being. These three main systems interact strongly with the level of wages in Europe; they exert a positive influence on the average wage. With this study, we can not support the initial hypothesis of this paper. In Europe, it is not possible to hypothesize a single model of salaries for academics. The policy that should be adopted imagines a unified European wage model. This policy should standardize plans for funding research, identifying relationships with

businesses and the territory, monitoring academic productivity, and developing a single contract system and an equal value related to the GDP of each country. Complex and large policies do not suggest possibilities for the development of a unique academic model wage.

Our attempt to study the diversity and wage determinants leads us to these conclusions, which have enabled us to provide a broad understanding of the phenomena studied and the reasons for refusal. (from Conclusions).

 

ARTIFICIAL INTELLIGENCE AND EDUCATION. A critical view through the lens of human rights, democracy and the rule of law.

By Wayne Holmes et al. Council of Europe Publishing 2022. Pg. 114.

As noted by the Council of Europe’s Committee of Ministers in 2019, artificial intelligence (AI) is increasingly having an impact on education, bringing opportunities as well as numerous threats. It was these observations that led to the commissioning of this report, which sets out to examine the connections between AI and education. In fact, AI in education (AIED) has already been the subject of numerous international reports – so what differentiates this one? There are three unique characteristics. First, in this report, we explore both the application and the teaching

of AI in education, which we refer to collectively as “AI and education” (AI&ED). Second, we approach AI&ED through the lens of the Council of Europe’s core values: human rights, democracy, and the rule of law. Third, rather than assuming the benefits of AI for education, we take a deliberately critical approach to AI&ED, considering both the opportunities and the challenges. Throughout, the aim is to provide a holistic view to help ensure that AI empowers and not overpowers educators and learners and that future developments and practices are genuinely for the common good. The report begins with an introduction to AI (what it is and how it works) and to

the connections between AI and education: “learning with AI” (learner-supporting, teacher-supporting, and system-supporting AI), using AI to “learn about learning” (sometimes known as learning analytics) and “learning about AI” (repositioned as the human and technological dimensions of AI literacy). (Source: Executive summary).