LE PROFESSIONALITÀ E L’UNIVERSITÀ DEL FUTURO. INTERVISTA ALLA MINISTRA MESSA
L’Università italiana è in
grado di preparare i giovani a quelle che l’Ue ha definito le professionalità
del futuro?
“Occorre che i percorsi della
formazione superiore soddisfino sempre più adeguatamente il fabbisogno di
competenze espresso, oggi, dal mercato del lavoro. Per questo, ciò che stiamo
facendo è avviare un percorso di cambiamento che parta dall’analisi e
dall’ascolto di ciò che la pubblica amministrazione, le aziende, il settore
produttivo chiedono e prevedono per il futuro. Abbiamo chiesto ai vari
Ministeri competenti, da quello per l’Innovazione tecnologica e la Transizione
Digitale a quello della Transizione ecologica, a quello della Pubblica
amministrazione, le figure di cui avranno bisogno per portare avanti, negli
anni, le politiche che stiamo promuovendo. Da qui partiremo per rivedere anche
l’offerta di corsi universitari. E stiamo dando concretezza ad alcune riforme
avviate nei mesi scorsi e pensate per garantire delle competenze
interdisciplinari e una maggiore flessibilità dei percorsi di studio per quanto
attiene alle attività formative affini o integrative, poiché sempre di più alla
conoscenza tecnica si affianca la necessità di saper gestire, mediare e
risolvere problemi”.
Come immagina l’Università del
futuro?
“L’università che ripartirà
dovrà ideare modalità di insegnamento blended, in presenza e a distanza, volta
a formare studenti in modo più completo e agevole per loro. Immagino
un’Università molto attenta nel dare un ambiente che sia compatibile con ciò
che vogliamo oggi, con un’attenzione agli spazi, al verde, al digitale e alla
sostenibilità ambientale. L’Università è pronta a essere vissuta in presenza e
a costruire un modello inclusivo e innovativo che parta dalla trasformazione
digitale ed ecologica. La immagino anche un’Università pronta a interagire
sempre di più con il mondo produttivo, con una spinta alla mobilità e all’internazionalizzazione.
La Covid ci ha mostrato che i confini non esistono; l’Università deve ritrovare
questa sua dimensione che ha sempre avuto, ma che forse ha rischiato di
perdere”. (F: P. Penna, qds.it 27.04.21)
UNIVERSITÀ DIFFAMATA E RIVALUTATA
Dopo che il 22 aprile u.s. il
quotidiano la Repubblica ha
pubblicato un articolo dal titolo evocativo, Inchiesta sull’università malata e sulla strage silenziosa del merito,
il 26 aprile u.s. sulla rivista Il Mulino
è comparso un articolo intitolato In
difesa dell’università italiana, del quale si sintetizzano qui i passi salienti.
Come già nel 2013 aveva
argomentato Sabino Cassese su Il Mulino, era prevedibile che un sistema di
valutazione congegnato in modo così complicato avrebbe prodotto un aumento dei
ricorsi. Non sembra essere chiaro che quanto più la selezione per l’abilitazione
diventa strict e rigorosa (resistendo alla tentazione di fare todos
caballeros), tanto più aumenta la schiera di coloro che – a torto o a ragione –
si sentono oggetto di un’ingiustizia nella valutazione dei titoli e delle
pubblicazioni. Forse sfugge che quel sistema di abilitazioni, basato sulle
famigerate mediane bibliometriche, per quanto imperfetto e necessario di
revisioni, ha favorito proprio una profonda revisione del sistema di
reclutamento baronale, producendo una sorta di empowerment dei giovani
ricercatori. Per ottenere l’abilitazione più che portare le borse agli
ordinari, ora si deve pubblicare (a volte anche troppo) su riviste di prestigio
internazionale. Sfugge poi che il reclutamento, prevalentemente locale degli
atenei italiani, dipende poco dai baroni ma piuttosto da un sistema di
finanziamenti che non favorisce, anzi ostacola, la selezione degli esterni.
Molti dati di pubblico dominio
restituiscono un’immagine ben diversa dell’università da quella che alcuni
quotidiani diffamano. Ad esempio, una recente inchiesta condotta a partire dai
ranking QS e THE sulle 1.000 migliori università a livello mondiale, mostra che
vi rientrano il 40% di quelle italiane. Un dato, quest’ultimo, che colloca il
nostro Paese davanti a Cina, Francia e Usa. Sul fronte della produzione
scientifica, poi, i report forniti dalla banca dati di Scopus mostrano che
l’Italia si colloca al 7° posto mondiale per numero di pubblicazioni
scientifiche e all’8° per numero di citazioni. L’ultimo rapporto Anvur disponibile
(2018) sul posizionamento internazionale della ricerca italiana evidenzia che
la crescita della produzione scientifica italiana è stata nell’ultimo decennio
superiore alla media mondiale, e ciò ha consentito al nostro Paese di aumentare
la propria quota sul totale, mentre gli altri Paesi europei più importanti
(Francia, Germania e Regno Unito) la riducevano. Questi e altri dati indicano
che la posizione della ricerca italiana nel complesso è oggi migliore rispetto
a quella di grandi Paesi come Francia e Germania e superiore rispetto a quella
degli Stati Uniti.
Infine, si può rilevare che la
reputazione dei professori universitari presso l’opinione pubblica non è così
compromessa come sembra indicare l’inchiesta de «la Repubblica». Almeno a
giudicare dai dati di un’indagine pubblicata nel 2019 dallo stesso quotidiano
sul «prestigio delle professioni». In una scala da 1 a 10, ben il 66% degli
italiani attribuivano ai docenti universitari un voto superiore a 8,
collocandoli al secondo posto della graduatoria, subito dopo i medici. I
giornalisti, al contrario, si collocavano nelle ultime posizioni, poco sopra i
politici, con appena il 47% dei consensi. (F: A. Favole, F. Ramella, R.
Sciarrone, Il Mulino 26.04.21)
EFFETTI DELLA PANDEMIA SULLA PROPENSIONE PER LA FORMAZIONE TERZIARIA
Effetti della pandemia, con la didattica a distanza e il calo dei redditi familiari, sulla
propensione per la formazione terziaria (immatricolazioni
all’università): ATENEI PUBBLICI +3,9% - ATENEI PRIVATI (in gran parte
telematici) -2,8%. In dettaglio:
ATENEI
PUBBLICI +3,9% nell’insieme
MEGA ATENEI (+ di 40.000 iscritti) +3,8%;
+4.326
ATENEI GRANDI (tra 20 e 40 mila iscritti)
+8,8%; ca. +7.600
ATENEI MEDI (tra 10 e 20 mila iscritti)
-4,3%; -2.088
POLITECNICI (PoliTo, PoliMi, PoliBa, Univ.
Politecnica Marche) + 0,9%
ATENEI
PRIVATI (in gran parte telematici) -2,8% nell’insieme
ATENEI PICCOLI (fino a 5.000 iscritti) ca.
-13
ATENEI GRANDI (con più di 10.000 iscritti)
-3,3% (salvo Bocconi +2,6%)
ATENEI MEDI (tra 5.000 e 10.000 iscritti)
+2,8% (trainati dalla Luiss +10,9%).
(F: Report CRUI)
SUL LOCALISMO ACCADEMICO
Ciò che, in linea generale,
colpisce della proposta di legge
(approvata in data 27 aprile 2021 dalla VII Commissione della Camera dei
Deputati - Cultura, Scienza e Istruzione - recante “Norme in materia di
reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di
ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca”) è il fatto che la lotta al
localismo accademico sia declinata con misure punitive per i soli giovani
aspiranti accademici e limitata al primo gradino della carriera accademica. Per
evitare i danni peggiori della norma, sostiene Redazione Roars, si potrebbe
prevedere una più ragionevole misura che richieda che il dottorato o almeno 24
mesi di contratti siano svolti in un ateneo o centro di ricerca diversi da
quello dove è bandito un concorso – non necessariamente nell’ultimo
quinquennio, ma in tutta la carriera. (F: Red.ne Roars 11.05.21)
A PROPOSITO DI MOBILITÀ DEI DOCENTI
“Come CUN, siamo convinti che
la mobilità sia un valore, a patto che non sia imposta, ma piuttosto
incentivata economicamente”. Bisognerebbe smettere di pensare sempre in termini
di paletti, che poi significa giocare al ribasso, e invece puntare verso
l’alto: chi è disposto a spostarsi, mettendo senz’altro in gioco la propria
vita privata, deve essere adeguatamente incentivato, così come la sede che lo
ospita. Come ad esempio una living allowance, sul modello Marie Curie. Non è
peraltro detto che un giovane, formatosi all’interno di una scuola, debba per
forza allontanarsene, magari pregiudicando lo sviluppo delle sue ricerche (in
un sistema di mobilità imposta, se io lavoro in un centro leader su una certa
tematica non è detto che il posto in cui sono costretto a spostarmi sia altrettanto
valido). (F: simonemarcenaro, Roars 11.05.21)
ERC CONSOLIDATOR GRANTS 2020
L’Italia ha il numero maggiore
di scienziati premiati nel continente con i consolidator grants 2020. I premi furono istituti nel 2013 dal
Consiglio europeo della ricerca (ERC), prima emanazione scientifica
dell’Unione. Ai nostri ricercatori sono andati, per l’edizione 2020 dei CoG, 47
premi. I consolidator grants sono vere e
proprie borse di studio. Significative – 2 milioni di euro in cinque anni –
pensate per consolidare la ricerca sul campo. Nella “classifica per
passaporto”, dietro di noi con 47 c’è la Germania con 45 ricercatori; poi la
Francia con 27; il Regno Unito con 24, Spagna e Olanda con 21. Il risultato
complessivo è ancora più importante se si considera che l’anno scorso eravamo
quarti in Europa con 23 “grants”. Nell’edizione di questo dicembre 2020, in un
anno di ricerca accelerata dalle esigenze pandemiche, abbiamo più che
raddoppiato i riconoscimenti (e le sovvenzioni). Tuttavia, solo 17 (dei 47
grants di nazionalità italiana) sono stati ottenuti da ricercatori che operano
in università o centri di ricerca nazionali. Trenta sono stati vinti
all’estero, e renderanno migliori università straniere. (F: C. Zunino, La
Repubblica 03.09.20)
REFERTO SUL SISTEMA UNIVERSITARIO 2021 APPROVATO DALLE SEZIONI RIUNITE
DELLA CORTE DEI CONTI
Il referto sul sistema
universitario 2021, approvato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti con
delibera n. 8/SSRRCO/REF/21, approfondisce finanziamento, composizione,
modalità di erogazione della didattica, offerta formativa e ranking delle
università italiane (98 atenei di cui 67 statali, che comprendono 3 Scuole
Superiori e 3 Istituti di alta formazione, nonché 31 Università non statali, di
cui 11 telematiche). Seguono i rilievi salienti del referto.
Sono ancora poco sviluppati i
programmi d’istruzione e formazione professionale, le lauree
professionalizzanti in edilizia e ambiente, energia e trasporti, ingegneria, e
mancano i laureati in discipline STEM, e questo incide negativamente sul tasso
d’occupazione.
La spesa per gli studi
terziari, caratterizzata da tasse d’iscrizione più elevate di molti altri Paesi
europei, grava quasi per intero sulle famiglie, vista la carenza delle forme di
esonero dalle tasse o di prestiti o, comunque, di aiuto economico per gli
Studenti Meritevoli Meno Abbienti.
Il numero dei giovani adulti
laureati è aumentato costantemente nell’ultimo decennio, ma resta inferiore
agli altri Paesi OCSE in quanto riconducibile sia a difficoltà d’entrata nel
mercato del lavoro sia alla laurea che non offre, come in area OCSE, più possibilità d’impiego di chi ha un
livello d’istruzione inferiore. E le limitate prospettive occupazionali, con
adeguata remunerazione, spingono sempre più laureati a lasciare il Paese (+41,8%
rispetto al 2013).
Su collaborazione tra
università e settore produttivo privato è positivo quanto svolto da uffici per
il trasferimento tecnologico e imprese spin off, con notevole aumento della
spesa per la protezione della proprietà intellettuale, più che raddoppiata nel
2016-19, come sono quasi raddoppiati i brevetti da attività di ricerca delle
università. (F: Referto su università. Ufficio stampa - comunicato stampa n. 34
del 26/05/2021 della Corte dei conti)i
VIA LIBERA ALLA PROPOSTA DI LEGGE SUL RECLUTAMENTO DEI RICERCATORI
La commissione Cultura della
Camera ha approvato la proposta di legge sul reclutamento dei ricercatori e del
personale universitario, che porterà a una modifica dei concorsi e delle
carriere per i ricercatori universitari. Cambia il concorso da ricercatore
universitario. Ad oggi abbiamo il ricercatore di tipo A (3+2 e nessuno sbocco),
che di solito si fa con anni di esperienza alle spalle, e quello di tipo B: si
superano queste due figure e se ne crea una sola, quella di ricercatore
universitario, con contratto a tempo determinato per un massimo di 7 anni ma
sin dal terzo anno, dietro una valutazione di tipo nazionale, può diventare
professore associato. Un terzo dei posti da ricercatore messi a bando sul
triennio da un'università sono riservati a ricercatori che abbiano svolto
almeno 3 anni in un ateneo diverso da quello che bandisce il concorso. Tutte le
commissioni devono essere sorteggiate da un elenco nazionale di professori che
afferiscono a quel settore scientifico. Nella composizione della commissione la
maggior parte sono esterni. E anche il commissario interno viene sorteggiato.
Con questo progetto si
introducono anche le borse di ricerca con una durata massima di 36 mesi e sono
riservate ai giovani laureati, senza dottorato di ricerca. Poi è previsto un
intervento sul titolo di dottorato di ricerca, il terzo ciclo di istruzione
universitaria: un articolo è dedicato alla valorizzazione del titolo del
dottorato di ricerca; chi lo prende vedrà il suo titolo con un maggior valore
sia nella Pa che nel privato, diventando una risorsa anche per il resto della
società; un altro intervento è sugli assegni di ricerca, con la qualificazione
dell’assegnista, oggi lo si può fare solo con la laurea e noi prevediamo un
dottorato di ricerca per l’accesso, con una durata massima di 4 anni.
Per saperne di più https://tinyurl.com/56w39u37 (F:
fanpage.it 28.05.21)
CLASSIFICAZIONI
DEGLI ATENEI
RANKING GREENMETRIC
Ranking GreenMetric valuta le politiche
e le azioni “verdi” delle università. Nell’edizione 2020 del ranking l’UniBo
conquista per il 4°anno consecutivo la prima posizione tra gli atenei italiani,
e scala 4 posizioni nel mondo, passando dal 14° al 10°posto. Sono aumentate
anche le università italiane presenti, passate da 29 a 31. Di queste, 5 sono
nella top 50 mondiale: oltre all’Università di Bologna ci sono l’Università
degli Studi di Torino (22/ma in classifica), il Politecnico di Torino (25),
l’Università degli Studi dell’Aquila (40) e la Luiss Guido Carli di Roma (43).
(F: euronews 09.05.21)
BEST
MASTER'S AND PHD PROGRAMS IN THE ECONOMICS FIELD
A selection of the very best
master's and phd programs in the
economics field 2021-22 and offered by european universities:
University of Rome Tor Vergata, Rome, Italy
UB School of Economics, University of Barcelona,
Barcelona, Spain
University of Luxembourg, Kirchberg, Luxembourg
University of Surrey, Guildford, UK
Paris School of Economics, Paris, France
University of Neuchâtel, Neuchâtel, Switzerland
Autonomous University of Barcelona, Barcelona, Spain
CERGE-EI, Prague, Czech Republic
NOVA School of Business and Economics, Carcavelos, Portugal
CEMFI, Madrid, Spain
Ruhr Graduate School in Economics (RGS Econ), Essen,
Germany
Economics School of Louvain, Louvain-la-Neuve, Belgium
Barcelona Graduate School of Economics, Barcelona,
Spain
University Carlos III of Madrid, Madrid, Spain
Adam Smith Business School, University of Glasgow,
Glasgow, UK
Collegio
Carlo Alberto, University of Torino, Turin, Italy
ISCTE – University Institute of Lisbon, Lisbon,
Portugal
University of St. Gallen, St. Gallen, Switzerland
(F:
INOMICS.com 26.04.21)
CRISI PANDEMICA DA
CORONAVIRUS SARS-COV-2
VIRUS PANDEMICI GENERATI IN LABORATORIO
Risaputo che alcuni laboratori
del mondo hanno la tecnologia per alterare virus naturali più o meno innocui e
trasformarli in stipiti virali potenzialmente pandemici, l'ipotesi che Sars-Cov-2
possa essere figlio di un virus generato in laboratorio è
ritenuta plausibile. Questi esperimenti detti Gof (Gain of function,
acquisizione di funzioni) mirano a far acquisire a virus naturali o di
laboratorio alcune caratteristiche come la virulenza o la trasmissibilità per
poi studiarne i meccanismi in sistemi di ricerca artificiali. (F: I. Capua,
CorSera 01.04.21)
SARS-COV-2
FORTHCOMING TRAJECTORIES: KEEP AN EYE ON ANIMALS!
To the best of my knowledge, mink is thus far the only species, apart
from the human one, in which SARS-CoV-2, once acquired from man (so-called
"spillover"), is able to undergo a series of mutational events
leading to a virus subsequently re-transmitted to humans (so-called
"spillback"), which is different from the one originally caught from
their breeders and keepers. In light of the above, why not consider the
possibility of vaccinating animals against SARS-CoV-2, with special emphasis on
those living in close contact with humans and, overall, on intensely reared
animals, such as minks and pigs? As a
matter fact, by encountering more and more susceptible (and non-immunized)
animal hosts along its way, the possibility that SARS-CoV-2 will continue to
"mutate" - independently from human mass vaccination against CoViD-19
- should be adequately taken into account, thereby utilizing a simultaneous
"One Health" and "evidence-based" approach, the former of
which reminds us that human, animal and environmental health are indissolubly
linked to each other. (F: G. Di Guardo, Letter to BMJ may 2021)
References
1) Di Guardo G. (2020) -
Animal models and pathogenetic insights to CoViD-19. Journal of Comparative
Pathology 179: e1.
2) Shi J., et al. (2020) -
Susceptibility of ferrets, cats, dogs, and other domesticated animals to
SARS-coronavirus 2. Science 368: 1016-1020.
CULTURA DEL
DIGITALE, DAD, INNOVAZIONE TECNOLOGICA
MASSIVE OPEN ONLINE COURSES (MOOC). II PANORAMA INTERNAZIONALE
La crescita mondiale vede in testa Coursera, con 31 milioni di nuovi iscritti nel 2020 (76 milioni in totale) e un raddoppio di fatturato, che ha portato la piattaforma made in Stanford ad avviare la quotazione in borsa. Seguono il provider di Harvard&Mit, edX, con 35 milioni di utenti, e il leader britannico FutureLearn con 15 milioni, entrambi in crescita del 30 per cento. Due le tendenze principali in termini di offerta: l'aumento di percorsi completi di laurea e master in formato Mooc e la moltiplicazione delle cosiddette "microcredenziali", più brevi e flessibili, con certificazioni delle competenze richieste dal mercato del lavoro. A oggi sono oltre 1.200 i programmi di questo tipo tra programs (FutureLearn), professional certificates (edX), specializations eguided projects (Coursera). (F: E. Bruno, V. Reda, IlSole 24Ore 29.03.21)
MASSIVE OPEN ONLINE COURSES (MOOC). II PANORAMA ITALIANO
Alla corsa ai MOOC si è iscritta anche l'Italia che vede sempre più atenei in campo grazie al ritmo impresso dai "pionieri". Prima per produzione, con oltre 160 corsi, resta la Federico II di Napoli con la sua "Federica Web Learning", unica compresa tra le prime 15 al mondo. Federica.eu è anche la prima piattaforma Mooc universitaria in Europa, con 300 corsi al suo attivo indusi quelli prodotti da altri atenei. Sono in sette ad averla scelta come partner per la produzione e la distribuzione dei propri corsi. Segue nella classifica di ClassCentral, hub di riferimento del settore, "Pok" del Politecnico di Milano, con 75 programmi dedicati al supporto della didattica curricolare e alla formazione permanente di professionisti e insegnanti: un settore in pieno sviluppo. Come dimostrano il corso "Introduzione al Debate" (che è tra i 30 più apprezzati nella classifica di ClassCentral 2020) e le varie iniziative di Pok Scuola Digitale. PoliMi e Federico II sono presenti anche sulle due principali piattaforme internazionali, edXe Coursera. A completare il podio italiano delle istituzioni con più di 20 Mooc è l'università di Modena e Reggio Emilia, con 23 corsi erogati su EduOpen la piattaforma consortile italiana che eroga oggi più di 300 corsi realizzati da 26 atenei. Chiudono la panoramica italiana l'Alma Mater di Bologna con 13 corsi erogati attraverso la piattaforma Book e l'Università Bocconi con 12 Mooc distribuiti da Coursera. (F: E. Bruno, V. Reda, IlSole 24Ore 29.03.21) V. tabella con gli ateni con più di 20 MOOC In EU.
RIGHTS DATA: MIGLIORARE LA GESTIONE DEI DATI SUI DIRITTI D’AUTORE
Il percorso che ha portato
all’approvazione della direttiva europea sul diritto d’autore e il mercato
unico digitale (Direttiva DSM) è stato punteggiato di scontri accesi tra
posizioni più o meno favorevoli al rafforzamento del diritto d’autore in
Internet. In fase di attuazione della direttiva, l’auspicio è che molte di
queste posizioni possano conciliarsi attraverso l’innovazione digitale nella
gestione dei diritti. È quanto proposto dalla Presidenza finlandese del
Consiglio europeo con l’iniziativa denominata Copyright infrastructure che ha
l’obiettivo di migliorare la gestione dei dati sui diritti d’autore, così da
renderla più spedita e quindi meno costosa. In altri termini: in Internet gli
utenti sono abituati a ottenere informazioni o accedere a servizi “in un
click”; lo stesso deve essere possibile per ottenere un permesso di riutilizzo
di un testo, o conoscere lo stato dei diritti di una foto, o per le azioni di
contrasto della pirateria digitale. (F: agenda digitale 30.04.21)
DOCENTI.
RICERCATORI
LO STAFF ACCADEMICO NELLE UNIVERSITÀ STATALI
Il personale accademico
(misurato come numero di professori ordinari, associati e ricercatori a tempo
indeterminato e a tempo determinato) nel sistema universitario italiano è
nettamente inferiore dal punto di vista numerico rispetto a quello degli altri
Paesi analizzati. Lo staff accademico impiegato nelle università statali
italiane secondo gli ultimi dati disponibili sul sito del Miur conta circa
50.000 unità, mentre sono rispettivamente più di 80.000 in Francia, 95.000 in
Spagna e addirittura più di 200.000 nel Regno Unito e più di 250.000 in
Germania.
Come si rileva nella tabella
scaricabile Teachers
- Teaching staff - OECD Data i dati sullo STAFF ACCADEMICO forniti
dall’OECD** sono assai diversi da quelli del MUR in quanto i dati dell’OECD
riguardano anche le università private mentre quelli del MUR riguardavano solo le università
pubbliche (67 in Italia).
**ACADEMIC STAFF
include personnel whose primary assignment is instruction, research or public
service, holding an academic rank with such titles as professor, associate
professor, assistant professor, instructor, lecturer, or the equivalent of any
of these academic ranks. The category includes personnel with other
titles (e.g. dean, director, associate dean, assistant dean, chair or head of
department), if their principal activity is instruction or research. (F: MUR,
OECD)
“RINGIOVANIRE IL CORPO DOCENTE”. LA CRUI APPROVA LA RIFORMA DELLA
CARRIERA UNIVERSITARIA
L’assemblea della CRUI ha
approvato all’unanimità la proposta di riordino della prima parte della
carriera accademica (il cosiddetto pre-ruolo). Ovvero quel percorso che dal
conseguimento del dottorato di ricerca conduce all’entrata nel ruolo di
professore universitario. Il testo, frutto di mesi di lavoro collettivo di
tutti i rettori, intende fornire un supporto alla discussione sul tema in corso
presso il MUR e le Camere. Una proposta, spiega la CRUI, che vuole
“ringiovanire il corpo docente, armonizzare il sistema di reclutamento italiano
con gli standard europei e internazionali, rispondere al precariato attraendo i
giovani di talenti, superare la dicotomia tra fra ricercatore di tipo A e
ricercatore di tipo B e, grazie a una pianificazione di risorse, migliorare il
rapporto studenti/docenti per raggiungere la media europea”. Il documento della
CRUI, rispondendo alle esigenze di riforma previste dal Next Generation Europe,
“nasce dalla volontà di rendere sempre più attrattive le carriere di ricerca
nel nostro paese, in un momento storico in cui abbiamo preso coscienza del
valore della ricerca e dell’alta formazione per affrontare la complessità delle
sfide di domani”. (F: Corriere Università 24.04.21)
SERVONO PIÙ DOCENTI PER
MIGLIORARE LE PERFORMANCE DEGLI ATENEI
Il nostro Paese ha (2018) un investimento pubblico nell’università di poco più di 7 miliardi (più o meno lo stesso, in valori nominali, del 2010), contro i 25 della Francia (+10%, 2010-18) e i 31 della Germania (+38%; dati European University Association). Ci vorrebbe una «union sacrée» su un’agenda semplice: molta più università, per molti più ragazzi e ragazze (e adulti) italiani. In tutto il Paese. Contrariamente a quanto si sente ancora ripetere, il numero di università in Italia è minore che in tutti gli altri Paesi europei (anche tenendo conto della differenza dei sistemi nazionali; si veda Whed). E’ ben articolato territorialmente. Ed è benissimo che sia così: perché le università svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo regionale: sia perché consentono una frequenza molto maggiore, anche a quanti non sono in grado di migrare; sia perché interagiscono profondamente con il sistema culturale in senso lato (con la cosiddetta terza missione), sia con il sistema economico (con le fondamentali attività di ricerca collaborativa e di trasferimento, specie se tarate su realtà e bisogni locali) dei territori. Cosa ancora più importante nelle regioni più deboli: nelle cui università dovrebbe essere favorita l’assegnazione e la circolazione di docenti; e non penalizzata, come avviene in Italia grazie ad indicatori per cui il «merito» corrisponde alla ricchezza dei territori. A riguardo, occorrerà massima chiarezza sui «campioni territoriali di ricerca» ipotizzati dal PNRR. Nella complessità delle norme tecniche, in fin dei conti quella universitaria è questione politica. In cui si contrappongono due visioni. Una «oligarchica»: poche sedi eccellenti con pochi, ben noti e autodefinitisi docenti eccellenti e per pochi studenti eccellenti. Una «democratica»; come suggerisce la senatrice Cattaneo: «strategie e programmi per rinforzare le capacità diffuse di ricerca in ogni ambito del sapere», favorendo «l’innovazione e lo sviluppo dei territori». E’ questa la scelta da compiere. (F: G. Viesti, CorSera Università 22-03.21)
ASSENZA PER MALATTIA DEI DOCENTI
Corte Costituzionale (sentenza 03.03.21 n. 28). É illegittimo, in riferimento all'art. 3 Cost., l’art. 68, comma 3, del D.P.R. n. 3 del 1957 (Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato), relativo perciò al personale docente in particolare nella parte in cui, per il caso di gravi patologie che richiedano terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti, non esclude, dal computo dei consentiti diciotto mesi di assenza per malattia, i giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital e quelli di assenza dovuti alle conseguenze certificate delle terapie. (F: Oss. Univ. 03.03.21)
FAVORIRE LA MOBILITÀ DEI DOCENTI E DEGLI STUDENTI
La Consulta (sent. n. 42
19.03.21) ha ribadito “la naturale vocazione dell’istituzione universitaria a
favorire la mobilità, oltre che dei docenti, anche degli studenti, al fine
di incentivare e valorizzare le attività sue proprie e la loro tendenziale
universalità”. Ma solo i docenti e i ricercatori che animano la comunità
universitaria italiana, costretti a vivere le proprie prospettive di carriera
nel recinto di un intollerabile e strutturale localismo, sanno quanto
distante sia il sistema lasciatoci in eredità dalla legge Gelmini dalla
possibilità di dare concreta attuazione dell’importantissimo principio (della
mobilità) che la Consulta ha avuto il merito di scandire a chiare lettere. (F:
Red.ne Roars 30.03.21)
RICERCA & SVILUPPO. NUMERO DI RICERCATORI
L’Italia rimane ancora
distante dalle performance di altri Paesi, facendo registrare una intensità
delle spese in R&S rispetto al PIL (nel 2018 pari all’1,4%) decisamente più
bassa della media OCSE (2,4%), tanto nel settore pubblico quanto nel privato
(0,9% contro una media OCSE dell’1,7%). Una barriera importante allo sviluppo e
alla competitività del sistema economico è rappresentata dalla limitata disponibilità
di competenze, con un numero di ricercatori pubblici e privati più basso
rispetto alla media degli altri Paesi avanzati (il numero di ricercatori per
persone attive occupate dalle imprese è pari solo alla metà della media UE: 2,3
% contro 4,3% nel 2017). In aggiunta si registra il fenomeno, consistente e
duraturo, della perdita di talento scientifico tecnico, soprattutto dei
giovani. Un esodo di capitale umano altamente qualificato dovuto anche a una
ridotta domanda di innovazione da parte del mondo delle imprese. (F: G.
Ruggiero, agenda digitale 01-05.21)
DOTTORATO
DOTTORATO. STATISTICHE EUROSTAT E ISTAT. RIFORMA DELLA DISCIPLINA DEI
DOTTORATI. DOTTORATI INNOVATIVI
In Italia il numero di
dottorati di ricerca conseguiti è attualmente tra i più bassi nella UE, con una
costante riduzione negli ultimi anni (circa 40% in dieci anni tra il 2008 e il
2019). Secondo le statistiche armonizzate di EUROSTAT, in Italia solo 1 persona
su 1.000 nella fascia di età da 25 a 34 anni completa ogni anno un corso di
dottorato, rispetto a una media UE di 1,5 (2,1 in Germania). L’ISTAT rileva, inoltre, che quasi il 20%
delle persone che completano ogni anno un dottorato di ricerca si trasferisce
all’estero, mentre chi rimane in Italia soffre di un profondo disallineamento
tra l’alto livello di competenze avanzate che possiede e il basso contenuto
professionale che trova sul lavoro. Nelle intenzioni del governo c’è di
riformare, attraverso un Decreto Ministeriale entro il 2021, la disciplina dei
dottorati di ricerca, semplificando le procedure per il coinvolgimento di
imprese e centri di ricerca (aprendo i percorsi al coinvolgimento di soggetti
esterni all’università), nonché di finanziare l’ampliamento del numero delle
borse per i dottorati di ricerca e per i dottorati collegati alla
qualificazione dell’azione della pubblica amministrazione e nel campo dei beni
culturali. La riforma mira, infatti, a rafforzare le misure dedicate alla
costruzione di percorsi di dottorato
innovativo, non finalizzati alla carriera accademica, che serviranno ad
aumentare l’efficacia delle azioni delle Amministrazioni pubbliche. In
collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica, sono previsti 3.000
dottorati in più, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse
di studio. (F: G. Ruggiero, agenda digitale 01-05.21)
FINANZIAMENTI.
SPESE
LA DISTRIBUZIONE DELLA QUOTA
PREMIALE DEL FFO AI DIPARTIMENTI
A parte i fattori correttivi previsti sulla quota premiale del FFO in modo che non generi troppa disuguaglianza (che credo influenzino non poco il risultato finale in termini di Gini), sollevo un ulteriore spunto di riflessione. Eccezion fatta per i Dipartimenti di Eccellenza non mi risulta che ci sia nessun meccanismo che leghi il contributo di un dipartimento al risultato finale in termini di VQR e quindi di quota premiale ai fondi che riceve dall'Ateneo. Al contrario molti atenei credo distribuiscano in maniera più o meno equilibrata la quota premiale ai dipartimenti in base ad algoritmi che spesso premiamo la numerosità delle teste (dopo tutto i voti contano uno e non pesano per dove pubblichi). Per cui non solo tutti gli Atenei ricevono più o meno lo stesso, ma anche i dipartimenti dentro gli Atenei ricevono più o meno lo stesso. Non si vede allora come questo possa motivare o contribuire alla qualità della ricerca. (F: Max, lavoce.info 17.03.21)
ATENEI DI SERIE A. A-, B+ e B?
«La ricerca ad alto livello non può essere distribuita uniformemente tra università» e i finanziamenti vanno concentrati sulle università migliori o «eccellenti». E’ la sintesi della tesi di Tito Boeri e Roberto Perotti (lavoce.info). In Italia i prodotti di qualità scientifica più elevata non sono concentrati in pochi atenei di punta (come quelli del Golden Triangle inglese), ma sono relativamente dispersi fra molte sedi. Il fatto che la migliore ricerca sia frammentata fra diversi atenei ci aiuta a spiegare come mai le università italiane risultino pressoché assenti fra le top 100 in tutti i ranking internazionali basati su produttività e impatto della ricerca, mentre sono molto numerose (più di quelle francesi e spagnole) fra le top 500 o le top 1.000. Una possibile spiegazione sta appunto nell’elevata dispersione dei migliori ricercatori italiani fra atenei diversi, che fa sì che molti atenei risultino di buona qualità scientifica, ma (quasi) nessuno «eccellente» attività. Come si può fare allora a costruire dei poli di attrazione senza rinunciare alla buona qualità scientifica media dei nostri atenei? La risposta è che si può cercare di valorizzare (anziché appiattire) le differenze esistenti all’interno di uno stesso ateneo. Un primo modo per farlo è quello di riconoscere e incentivare una specializzazione di ciascuna università in alcune aree scientifiche, cioè una differenziazione interna a ciascun ateneo per quanto riguarda l’intensità e la qualità della ricerca. Un secondo è quello di prendere atto della pluralità di funzioni che le università sono oggi chiamate a svolgere (dalla formazione di base a quella specialistica, dalla ricerca pura a quella applicata, dal contributo allo sviluppo territoriale alla presenza in network internazionali) e di valorizzare questa pluralità premiando quelle strutture universitarie che svolgono al meglio alcune di queste funzioni anche a scapito di altre, anziché quelle che hanno una performance media su tutte. Nessun ateneo, del resto, può svolgere tutte quelle funzioni allo stesso livello di qualità in tutti i campi del sapere. Mentre la possibilità di dare vita ad alcuni poli di specializzazione è aperta alla maggior parte degli atenei, in cui esistono nicchie potenzialmente molto competitive. La pluralità ed eterogeneità delle aree scientifiche su cui ciascun ateneo può provare a costruire dei poli di attrazione consentirebbe una certa distribuzione su tutto il territorio nazionale, frenando la tendenza a creare pochi atenei di serie A collocati nelle aree più dinamiche del Paese e una maggioranza di teaching universities nelle zone più periferiche. (F: M. Regoni, CorSera q18.03.21)
Risposta a Regini di Boeri e Perotti: “Gli atenei e i dipartimenti non d’eccellenza avranno sempre un ruolo importante”. Quindi tutto quello che scriviamo è consistente con la proposta di Regini, che vuole dipartimenti (e non atenei) di serie A e B. Anche noi. Questo risulterà presumibilmente in atenei di serie A. A-, B+ e B».
IT vs. UK. LA QUOTA PREMIALE DEL FINANZIAMENTO STATALE
IT vs. UK. Le entrate del sistema universitario statale IT sono
poco meno di 1/3 di quelle delle. top-57 università UK. Il finanziamento statale per studente in UK è quasi doppio di quello
italiano. La quota premiale in Italia
(23.8% delle entrate totali degli. atenei) è ca. il triplo di quella inglese
(7,9%). in Italia la quota premiale pesa ormai per un ammontare medio per
docente di circa €40 mila. In Inghilterra la quota premiale è pari
all’’ammontare medio per docente di circa €14 mila. (F: Roars maggio 2021)
LAUREE – DIPLOMI - FORMAZIONE
POST-LAUREA – OCCUPAZIONE
IL QUADRO IN CUI I PERCORSI
UMANISTICI DEBBONO IMPEGNARSI
L’ultimo decennio ha fatto registrare una certa flessione nell’appeal delle lauree umanistiche, in un processo che ha coinvolto anche gli studi giuridici. Oggi stiamo assistendo a un cambio di tendenza. Come si trasformerà nel prossimo futuro la figura del giurista? Alla domanda ha risposto la prof.ssa Serena Quattrocolo: “La qualità e la solidità della preparazione tecnico-giuridica si devono sposare con la capacità di preparare professionisti che opereranno in contesti interculturali, nei quali sarà essenziale la capacità di individuare e analizzare problemi nuovi, per poi provare a immaginare opportune soluzioni. Questo mi pare il quadro in cui tutti i percorsi umanistici possono e debbono impegnarsi: la profondità dell’analisi e del pensiero non deve essere una qualità a sé stante, bensì lo strumento per interpretare e migliorare la realtà che viviamo”. (F: alessandria24.com 20.03.21)
OLTRE CHE SULLE STEM POTENZIARE
LE COMPETENZE ANCHE SUL FRONTE DELLE AREE UMANISTICHE E SOCIALI
La transizione digitale e ambientale orienta la formazione e la ricerca
verso la costruzione di competenze nell’ambito delle discipline STEM che
garantiranno maggiori possibilità di carriera e condizioni economiche più
elevate. Ma è altrettanto vero che affinché l’evoluzione tecnologica e digitale
possa svilupparsi a servizio del progresso sociale, in termini di uguaglianza,
inclusione, accessibilità ai servizi universali ed effettività dei diritti
fondamentali, è necessario potenziare le competenze anche sul fronte delle aree
umanistiche e sociali. In questo scenario, l’università è destinata ad assumere
un ruolo strategico, non solo nella ricerca e nell’alta formazione, ma anche, e
soprattutto, come soggetto istituzionale che dialoga con la società
contribuendo al suo sviluppo sociale, culturale ed economico, e ponendosi,
quindi, come punto di raccordo tra imprese, società civile e territorio. (F: M. Interlandi, Linkiesta 21.03.21)
I LAUREATI PIÙ RICERCATI DALLE
AZIENDE
Dalla prima edizione dell'Osservatorio Nazionale annuale sul recruitment online di giovani neolaureati in Italia, realizzata da Tutored lstartup, che si propone come punto d'incontro digitale di studenti universitari e neolaureati con le aziende, si apprende che nel 2020 i più ricercati dalle aziende sono i laureati in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) con il 49% ed Economia (31%). L'Osservatorio, che ha preso in considerazione i dati raccolti nell'intero anno 2020, si basa sull'attività ad elevato engagement degli oltre 500.000 studenti iscritti alla piattaforma e di 50 grandi aziende e multinazionali, le cui interazioni hanno generato più di 87.000 candidature nell'anno di riferimento per le opportunità di lavoro pubblicate. Secondo l'indagine inoltre un annuncio di lavoro su 3 è relativo all'area Informatica&Tecnologia. Al primo posto tra le competenze ricercate, in 7 settori su 10, è la capacità di teamworking. La soft skill più apprezzata dalle aziende è la capacità di problem solving. (F: ANSA 30.03.21)
CORSI DI LAUREA A N. RO PROGRAMMATO: AMMISSIONE AD ANNI SUCCESSIVI AL 1° Benché il D.M. MIUR n. 218 16.06.20 in alcun modo preveda limitazioni all’iscrizione per i candidati già laureati, ma attualmente iscritti ad alcun corso di laurea universitario, per il TAR Emilia Romagna (sentenza n. 198 03.03.21) risulta del tutto ragionevole che le singole università possano escludere dalla procedura di ammissione al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia per l’anno accademico 2020/2021, ad anni successivi al primo tramite procedura di riconoscimento dei crediti, coloro che abbiano già conseguito la laurea, in modo da consentire detta iscrizione agli anni successivi al primo ai candidati che – pur essendo regolarmente iscritti ad un corso di laurea universitario – non abbiano ancora raggiunto tale obiettivo. (F: Oss. Univ. 03.03.21)
ACCESSO ALLE PROFESSIONI, VERSO L'ABOLIZIONE DELL'ESAME DI STATO
Accesso alle professioni,
verso l'abolizione l'esame di Stato: per il momento riguarda solo medici,
farmacisti, veterinari, odontoiatri, geometri e psicologi ma in futuro potrebbe
interessare molte più professioni. La possibilità di accedere alla professione
senza passare per l’esame di stato, in un futuro non molto lontano, potrà essere
applicato anche ai laureati in legge, in economia e commercio o in ingegneria.
Il DDL che rende la laurea valida come esame di Stato, il cui iter è iniziato
in Commissione alla Camera il 12 aprile scorso e per il quale il termine degli
emendamenti è fissato al 4 maggio, non lo prevede ancora perché riguarda solo
le professioni sanitarie, ma la strada sembra segnata. «Mi auguro ci possa
essere un percorso simile anche per altre lauree anche se al momento non è
previsto - dice Valentina Aprea, FI, membro della commissione Istruzione della
Camera - è giusto invece prevedere subito tirocini e lauree abilitanti per le
professioni mediche, come si fa già all’estero». (F: Gazz. Sud 24.’5.21)
ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE ISTITUZIONALE
PROGRAMMI TERZIARI DI CICLO BREVE IN ITALIA E OCSE
I programmi terziari di ciclo breve sono generalmente concepiti per
un orientamento di tipo
professionale e rappresentano
il secondo percorso più diffuso di accesso all’istruzione terziaria in media
nei Paesi dell’OCSE, dopo i programmi di laurea di primo livello. Se le attuali
tendenze dovessero continuare, si prevede che in Italia l’1% degli adulti
dovrebbero iniziare un ciclo breve dell’istruzione terziaria (Istituti Tecnici
Superiori) prima di aver compiuto 25 anni di età rispetto a una media del 10%
nei Paesi dell’OCSE.
L’ ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE ISTITUZIONALE DEVE PARTIRE DAGLI ITS
Nell’intervista a Tuttoscuola
sul tema dell’istruzione tecnica superiore, Valerio Ricciardelli, ingegnere e
Maestro del Lavoro, suggerisce di attivare gli “Stati Generali” per discutere
su come l’Istruzione Tecnica (nel quadro dell’Istruzione terziaria a ciclo
breve. Livello ISCED 5 – vedi Tabella)
possa essere leva strategica per supportare una crescita economica sostenibile
e immediata di una parte importante del nostro sistema industriale (siamo il
secondo Paese manifatturiero in Europa), e nel contempo generare nuova
occupazione qualificata e stabile e prevenire perdite occupazionali conseguenti
a Industry 4.0. Se non ci fossero le condizioni per gli Stati Generali sostiene
che si potrebbe optare su un gruppo ristretto di esperti di riconosciuta
competenza, a cui dare l’incarico di scrivere, in brevissimo tempo, un piano
concreto delle cose da fare e di come farle, partendo dalla priorità
dell’istruzione tecnica terziaria, quindi degli ITS.
A suo giudizio il nostro
sistema Paese ha bisogno di una Technical
Education che si articola su tre livelli: low (equivalente della formazione
professionale), medium (equivalente dell’istruzione tecnica quinquennale) e
high (equivalente degli ITS, annuali e biennali). Il Paese ha bisogno di questi
tre livelli perché se si osserva l’organizzazione delle imprese industriali,
dei loro processi chiave, dei trend in atto nel sistema competitivo del
manufacturing mondiale, si osserva che i profili professionali del prossimo
futuro (perché bisogna guardare a quelli, non ai profili di oggi) si articolano
sui tre livelli citati. Se si analizza l’offerta di formazione tecnica di molte
società private, ci si accorge che più del 50% dei loro corsi riguarda
argomenti che dovrebbero far parte dell’offerta istituzionale, dove i curricoli
non sono stati aggiornati. Poi è chiaro che c’è una percentuale di nuovi
contenuti innovativi che dovranno sempre essere erogati dai know how owner, ma
un conto sono i contenuti innovativi che competeranno sempre a loro, un conto
sono i contenuti che ormai sono diventati la piattaforma di base
dell’istruzione tecnica istituzionale. La quale deve partire dagli ITS. A
regime servono almeno 40.000 diplomati l’anno. E occorre andare a regime in
due, tre anni al massimo. Qui il problema non è la progettazione dei profili ma
la costruzione del sistema. I profili nell’ambito industriale potrebbero essere
una decina o poco più, tra settore industria e settore terziario avanzato. La
logica è sempre la stessa: fare delle figure “madri” che poi le aziende
“curvano” o “customizzano” sulla base delle loro necessità. (F: O. Niceforo,
tuttoscuola 05.03.21)
INDIRE: LE IMPRESE CERCANO 20MILA DIPLOMATI MA NE TROVANO SOLO 5MILA
Ogni anno le imprese cercano
20mila diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori, ma ne trovano
solo 5 mila. Sono ancora bassi, quindi, i numeri dei diplomati in queste vere e
proprie Accademie del Made in Italy. Un segmento dell’istruzione
professionalizzante terziaria in cui, grazie al contatto diretto con il mondo
produttivo, i ragazzi maturano competenze nell’innovazione tecnologica
multidisciplinare e digitale.
Un investimento sul futuro che
è necessario promuovere attraverso un percorso di informazione e orientamento
dedicato ai giovani e alle loro famiglie. È questo il senso degli ITS POP DAYS,
la prima fiera virtuale degli Istituti Tecnici Superiori, organizzata da
Confindustria e Umana, in collaborazione con Indire. Un viaggio di tre giorni
che consentirà di vedere da vicino le peculiarità e le potenzialità di queste
realtà formative. Le linee guida del Recovery Fund indicano tra i primi driver
proprio la formazione e l’occupazione giovanile e il PNRR ha destinato 1,5 mld
in 5 anni agli ITS. Un’occasione da non perdere per promuovere la scelta degli
Istituti Tecnici Superiori come leva per creare occupazione e rispondere al
fabbisogno delle imprese. (F: Comunicato Indire. https://www.orizzontescuola.it
05.05.21)
GLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI PILASTRO EDUCATIVO DELL’ISTRUZIONE
TECNICA SUPERIORE
Nel suo discorso
d'insediamento il presidente del Consiglio Mario Draghi parla degli ISTITUTI
TECNICI SUPERIORI (ITS) come del "pilastro educativo" della rinascita
nazionale. La nicchia sta per diventare mainstream, tanto che il Recovery Plan
prevede di quintuplicare le risorse per questi istituti in cui la competenza
tecnologica segue passo passo la pratica aziendale. Guai a chiamarli
"scuole": gli Its sono istituti di istruzione post diploma, ovvero
imparentati con le università. Non danno lauree, non ti fanno dottore, ma
affinano alte competenze tecnologiche e garantiscono la quasi certezza di un
posto di lavoro: dopo due anni passati tra aule, laboratori e impianti
industriali, l'80 per cento dei ragazzi è assunto in azienda, nel 90 per cento
dei casi con funzioni coerenti al percorso appena concluso. Se poi i ragazzi
sono quelli dei corsi in meccatronica e tecnologie digitali dell'Its Umbria,
gli stessi numeri tendono a scavallare quota 100 per cento. "Questi
istituti funzionano se rispondono a un bisogno reale del territorio" dice
Antonella Zuccaro, a capo del team di ricerca Indire, che stila la graduatoria
nazionale. "In Umbria, come in altri Its dedicati all'aerospazio, alla
nautica, alla meccanica o ad altre filiere produttive, l'osmosi con il mondo
imprenditoriale espone da subito i ragazzi alla dimensione pratica della
conoscenza". "La nostra vera forza è la flessibilità" spiega il
direttore Modugno. "A stabilire il piano di studi è un comitato
scientifico dove siedono manager, imprenditori e docenti universitari, mentre a
tradurlo in pratica sono decine di accademici, professori, tecnici o manager
che si trasformano in docenti Its solo per il tempo necessario a raggiungere i
nostri obiettivi". Non per nulla in dieci anni gli Its sono rimasti una
scelta per pochi, con 18 mila studenti a fronte di 1.650.000 iscritti
all'Università e 2.700.000 alunni delle superiori: "Nonostante l'alto
tasso di abbandoni, le famiglie italiane hanno ancora il mito
dell'Università" spiega Antonella Zuccaro. "Ma a frenare la crescita
degli Istituti tecnici superiori è anche un cronico deficit di programmazione:
prima del diploma i ragazzi sono in grado di valutare l'offerta universitaria
ma non i corsi Its che farebbero per loro". Poi però venne Draghi, e prima
di lui la ministra Azzolina, che già a settembre affidava al Recovery Plan il
compito di strappare gli Its alla marginalità. La seconda vita degli Its parte
da un miliardo e mezzo di fondi straordinari in cinque anni: si tratta di
iniettare solidità senza togliere flessibilità. Non semplice: "Vogliamo
moltiplicare le classi, ampliare i laboratori, creare un campus per i
fuorisede" sogna Modugno. Passare dalla nicchia per pochi all'eccellenza
di massa. (F: R. Oriani, Rep Venerdì 09.04.21)
GLI ITS (ISTITUTI TECNICI SUPERIORI) VERSIONE ITALIANA
DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALIZZANTE DOPO LE SCUOLE SECONDARIE
Gli ITS (Istituti tecnici
superiori), nati nel 2010, sono la versione italiana dell’istruzione
professionalizzante dopo le scuole secondarie, ampiamente presente in Europa.
L’orientamento è laboratoriale, con classi piccole (25-30 allievi), stage e
docenti provenienti direttamente dal mondo del lavoro. A febbraio 2021
esistevano 109 istituti, con 723 corsi attivi. Molti media si sono limitati a
ricordare che i nostri ITS sono ispirati dal sistema tedesco (delle
Fachhochschulen), ma manca una corretta prospettiva temporale. Le
Fachhochschulen sono il risultato ultimo di riforme basate su un
"innalzamento di livello" degli Istituti tecnici (Fachschulen), in un
percorso di circa mezzo secolo. Intorno al 2015 esse avevano circa 900.000
studenti (contro 1,7 milioni di studenti universitari) su cicli formativi ben
superiori ai due anni. Gli ITS
sono una esperienza di successo, ma si
tratta di una realtà esigua (i diplomati intorno al 2020 erano di poco
superiori ai 5000). (F: A. Gavosto e M. Turi, lavoce.info 24.05.21)
CINQUANT’ANNI D’INIZIATIVE PER ARRIVARE AGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI
IN ITALIA
Risalgono a 50 anni fa le
iniziative intraprese in Europa, e anche in Italia, per varare un sistema di
formazione tecnica superiore applicata alternativo rispetto ai percorsi
universitari. Ma mentre la Germania varava le Fachhochschulen (1968), e
decisioni simili venivano prese in Francia (gli IUT triennali nascono nel 1966,
e si aggiungono ai corsi biennali BTS, Brevet de Technicien Superieur,
introdotti nel 1962) e nel Regno Unito (i Polytechnics nascono nel 1965),
l’Italia vedeva arenarsi nel giro di un anno il suo tentativo di avviare
analoghi percorsi in via sperimentale in sette istituti tecnici d’eccellenza,
capeggiati dall’ITIS Malignani di Udine. Fu la Corte dei Conti a bloccare
l’iniziativa nel 1970 con una motivazione tipicamente burocratica:
l’incompetenza del MPI a rilasciare titoli al di là del diploma di maturità
(era previsto il rilascio del diploma di “tecnologo”). Ma il sistema politico
di allora, anche per responsabilità delle potenti lobbies universitarie, ostili
al progetto, non ebbe la forza di imporre quella che sarebbe stata una svolta
decisiva per la scuola e l’istruzione superiore italiana. Vent’anni dopo, per
iniziativa del ministro Ruberti, le università furono invitate a istituire al proprio
interno Diplomi universitari, di durata triennale, che andarono incontro a un
rapido fallimento perché le università si dimostrarono incapaci di gestire
percorsi di formazione superiore applicata, troppo distanti dalle loro
tradizioni accademiche. E anche perché Ruberti dovette cedere alla pretesa del
mondo universitario di porre i trienni in sequenza con le lauree (mentre l’idea
giusta sarebbe stata quella di metterli in parallelo). Anche il tentativo della
ministra Moratti di promuovere l’istituzione di almeno 60 istituti superiori,
denominati Istituti Superiori di Tecnologia (IST) fu anch’esso bloccato, a
distanza di pochi mesi, dalla mancanza di certezze finanziarie e giuridiche,
oltre che dalla ribadita ostilità del mondo universitario (facoltà di
Ingegneria in testa) ad attribuire il titolo di “Ingegnere diplomato” a chi
completava questo percorso: lo stesso titolo, si noti, riconosciuto in Germania
a chi esce dalle Fachhochschulen, mentre il titolo di “Ingegnere” senza
ulteriori specificazioni è riservato a chi esce dalla Universität.
In Italia bisognerà attendere
il 2010 per vedere nascere un ristretto numero di ITS (Istituti Tecnici
Superiori, biennali e in qualche caso triennali), che in dieci anni hanno
diplomato poche migliaia di studenti all’anno restando lontanissimi dai numeri
(centinaia di migliaia) registrati nelle corrispondenti istituzioni dei Paesi
prima indicati. (F: tuttoscuola 03-03.21)
COME SOSTENERE L’AFFERMAZIONE DEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI
Gli ITS hanno avuto finora una
modesta affermazione dal punto di vista quantitativo, e, come ha sostenuto
Alessandro Mele in un articolo pubblicato nel supplemento ‘Buone Notizie’ del
Corriere della Sera, una prima spiegazione potrebbe essere collegata al loro
insufficiente finanziamento. Ma non basterebbe un più adeguato finanziamento se
non accompagnato da altre misure che avvicinino il sistema ITS ai modelli
europei. Mele suggerisce, in questa direzione, “in primo luogo
l’istituzionalizzazione dell’attività degli ITS, attraverso la stabilizzazione
delle risorse e il superamento della logica del finanziamento per bandi a
favore del merito, sulla base dell’analisi dei risultati (in termini di
occupazione, coerenza dell’impiego con il percorso, iscrizioni, etc). In
secondo luogo, l’aumento del numero di corsi e non del numero di fondazioni”
perché “diversamente dalla formazione di base, cui è richiesta una capillarità
territoriale molto spinta, quella specialistica deve poter aggregare le
migliori competenze attorno a qualificati centri per la formazione, la ricerca
applicata e il trasferimento tecnologico”. E infine una modalità di
investimento che sia nel tempo “decrescente in conto capitale per le strutture
(sedi, laboratori, studentati), crescente per l’auspicato incremento degli allievi
nei prossimi 5 anni di attuazione del piano, fino a raggiungere gli obiettivi
previsti dal piano stesso”. Servirà anche un efficace e capillare lavoro di
orientamento (già dalla scuola media, preceduto da attività di formazione dei
docenti), una robusta campagna di comunicazione verso le famiglie e un lavoro
di raccordo degli attuali Istituti tecnici e professionali con questa fascia
dell’istruzione superiore.
Il ministro dell’istruzione
Patrizio Bianchi (“ITS, una riflessione dieci anni dopo”, Tuttoscuola marzo
2021).
ha rilevato che “l’offerta di
una formazione tecnica superiore si deve aggiungere e non sostituire alle
attuali offerte secondarie e universitarie, per contribuire a colmare quel
deficit educativo, sia in termini di dispersione scolastica, che di basso
livello di istruzione, che il nostro Paese ha rispetto a tutti gli altri paesi
avanzati e che rischia di essere il vero freno a una ripresa successiva non
solo alla crisi pandemica, ma anche all’uscita da trenta anni di stagnazione e
bassa crescita”. (F: tuttoscuola 03.03.21)
UNA STRETTA INTEGRAZIONE DEI CANALI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALIZZANTE
UNIVERSITARIA ED EXTRA-UNIVERSITARIA, COME GLI ITS, POTRÀ COLMARE IL DIVARIO
CON IL RESTO D’EUROPA SULL’ISTRUZIONE PROFESSIONALIZZANTE?
Il PNRR si propone di investire
€1,5 MLD, con l’obiettivo di raddoppiare i frequentanti degli ITS nel 2026 e di
formare 42 mila diplomati nel 2021-26, obiettivo nettamente inferiore alla
domanda di qualificati professionali da parte delle imprese italiane di qui al
2024 (137 mila unità), secondo l’indagine Excelsior di Unioncamere. Per colmare
il divario con il resto d’Europa sull’istruzione professionalizzante
occorrerebbe, secondo Gavosto e Turi, mettere in campo la “capacità produttiva”
dell’università, potenziando le lauree triennali professionalizzanti. E,
d’altra parte, le esperienze
europee vanno nella direzione di integrare in modo stretto i canali della
formazione professionalizzante universitaria ed extra-universitaria, come gli
Its. Il tema del coordinamento fra Its e università e del mutuo riconoscimento
dei crediti formativi è appena sfiorato nel PNRR. Il riferimento alla recente
positiva decisione degli atenei emiliani di collaborare con gli istituti
superiori della regione è incoraggiante, ma le note difficoltà del mondo
accademico ad attivare percorsi professionalizzanti rendono arduo il
percorso. (F: A. Gavosto e M. Turi,
lavoce.info 24.05.21)
Grafico. Diplomati degli Istituti tecnici
superiori (ITS) e tasso d’occupazione a un anno dal titolo.
Gli
Its forniscono un ottimo sbocco lavorativo: oltre l’80 per cento dei diplomati
trova occupazione entro un anno, valori superiori ai corsi di laurea triennali
in economia (68 per cento) e ingegneria (77 per cento). La principale debolezza
è data dalla loro scarsa diffusione. Il numero di diplomati nel 2018 è stato di
3.536: davvero pochi se confrontati agli altri paesi europei e alle esigenze
del nostro sistema produttivo. Come si può osservare nel grafico, il ritmo di
sviluppo non è mai stato particolarmente vivace. Per il 2019, il Piano
nazionale anticipava un numero superiore ai 5.200 diplomati. (F: Indire)
RICERCA
ISTRUZIONE E RICERCA NEL RECOVERY PLAN
Ministra Messa: «Nel Recovery plan c'è un capitolo dedicato a
istruzione e ricerca con 14 MLD d’investimento. È l'occasione per migliorare la
ricerca ed eliminare i suoi gap mettendo in campo maggiori risorse e riforme
per portare un profondo cambiamento nel sistema». Inoltre «Occorre una
semplificazione normativa molto importante nell'ambito della ricerca e poi una
riforma sulla formazione data agli studenti, che deve essere più flessibile,
deve permettere alle università di aprire in modo più semplice corsi e
dottorati innovativi». (F: LaStampa 30.03.21)
LA RICERCA NEL PNRR. PARTENARIATI ALLARGATI
L’investimento, implementato
dal MUR, mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca e
innovazione, realizzati da partenariati allargati a Università, centri di
ricerca e imprese. L’investimento medio in ogni programma sarà circa di €100
milioni, con un contributo per ogni progetto di importo compreso tra €5 e 20
milioni e un contributo per l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di
importo compreso tra €15 e 25 milioni per ogni programma e un numero medio di 100
ricercatori per programma. I programmi verranno selezionati sulla base della
rispondenza a tre criteri: adesione agli obiettivi e alle priorità del PNR,
livello di TRL e di SRL (Society Readiness Level) e coerenza con i programmi
europei. Tra i target significativi vi è la percentuale di ricercatrici a tempo
determinato, che, per effetto dell’attuazione di questa misura, dovrebbe
salire, dall’attuale 34%, al 40%. (F: G. Ruggiero, agenda digitale 28.04.21)
LA RICERCA NEL PNRR. ECOSISTEMI DELL’INNOVAZIONE E COSTRUZIONE DI
“LEADER TERRITORIALI DI R&S”
La misura, attuata dal MUR, si
concretizza attraverso il finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni
territoriali di R&S” selezionati sulla base di procedure competitive con
attenzione alla capacità di promuovere progetti di sostenibilità sociale. Ogni
progetto dovrà presentare in misura significativa i seguenti elementi: attività formative innovative condotte in
sinergia dalle Università e dalle imprese e finalizzate a ridurre il mismatch
tra competenze richieste dalle imprese e competenze fornite dalle università,
nonché dottorati industriali; attività di ricerca condotte e/o infrastrutture
di ricerca realizzate congiuntamente dalle Università e dalle IMPRESE, in
particolare le PMI, operanti sul territorio; supporto alle startup;
coinvolgimento delle comunità locale sulle tematiche dell’innovazione e della
sostenibilità. F: agenda digitale 28.04.21)
LA POLVERE SI DEPOSITA SUL PIANO AMALDI PER LA RICERCA SCIENTIFICA
Il piano Amaldi x la ricerca,
all’attenzione mediatica per gran parte del 2020, ha raccolto più di 33mila
firme in una lettera al governo, e chiede il raddoppio degli investimenti
pubblici per arrivare all'1% del PIL in 6 anni, mantenendo il rapporto 2:1 tra
ricerca di base e applicata. A oggi investiamo solo lo 0,5% del PIL, ossia 9
miliardi di euro, mentre la Francia spende lo 0,8% e la Germania è già all’1%
del PIL (30 MLD). Il Piano Amaldi non è una semplice richiesta di "più
soldi", ma nei suoi 4 punti articola una proposta di riforma del sistema della ricerca e prevede, oltre a
finanziamenti una tantum, anche investimenti strutturali.
Al momento però la situazione
appare statica: anzi la polvere si deposita sul Piano Amaldi che viene diluito
in una cacofonia di appelli e proposte che invece di "fare quadrato"
attorno al piano mirano a spartirsi le briciole, scrive F. Ronchetti su Domani,
e pone tre quesiti: “1°. Perché il Mur non riceve e fa suo il Piano Amaldi come
proposta base per la riforma del sistema della ricerca e non si avvale del
contributo delle personalità che hanno portato avanti e sviluppato in dettaglio
il piano? 2°. Perché continua con una logica compromissoria nei confronti di
accademia ed enti di ricerca, così come verso gli interessi industriali, invece
di dispiegare un modello ‘Fraunhofer italiano’ (punto n. 4 del Piano Amaldi)
per il trasferimento tecnologico verso le industrie? 3°. Perché il Piano Amaldi
non è oggetto di interesse anche dei ministeri delle Attività produttive, della
Transizione ecologica, della Digitalizzazione e anche del ministero del Sud?”.
(F: F. Ronchetti, Domani 09.04.21)
ALTRI 7 PIÙ 20 CENTRI DI RICERCA?
Nella bozza del PNRR vi è
l’intenzione d’introdurre, nel già diffuso, complesso e sottofinanziato sistema
della ricerca pubblica del Paese, altri 7 più 20 centri di ricerca: 7 campioni
nazionali di ricerca e sviluppo e 20 campioni territoriali di ricerca e
sviluppo. Si chiede Elena Cattaneo, intervenendo al senato, se non sia proprio
la mancanza di conoscenza di ciò che già abbiamo il motivo per cui ciclicamente
viene proposta la creazione di centri e strutture ex novo. E crede che, oltre a
non avventurarsi nella creazione di nuovi centri che non discendano da
un’analisi della loro necessità, sia importante lavorare per valorizzare le
eccellenze diffuse nel Paese. Ad es. la Germania, nel promuovere il programma
della sua strategia d’eccellenza, non ha creato nuovi enti, ma ha aperto bandi
e ha messo in competizione gli enti esistenti. Nella prima fase, per gli anni
2006-2011, prevedeva infatti un investimento di €1,9 miliardi e nella seconda
fase, per gli anni 2012-2017, visto l’esito positivo, ha messo in gioco €2,7
miliardi. Si potrebbe veramente fare così. (F: E. Cattaneo, Roars 04.04.21)
UN SISTEMA TRASVERSALE DELLA RICERCA TRA MUR
E MISA
Secondo la
ministra Messa “il nostro sistema ricerca sarebbe più forte se si creasse un
SISTEMA TRASVERSALE DELLA RICERCA attraverso i ministeri di competenza”, come
Mur e MiSa. “Basterebbe fare bandi congiunti, mettere insieme in maniera
ottimale fondi Mur con fondi Salute”, non un fondo comune, “ma basterebbero dei
tavoli tecnici che mettano a fattore comune le principali linee di ricerca e
poi ogni ministero potrebbe lavorare ognuno con le proprie linee di ricerca”.
La RICERCA ha bisogno di fondi, di collegamenti fra i vari settori, di
ricercatori che possano fare ricerche in tempi non biblici, e che ci si
concentri sul PASSAGGIO “DALLA RICERCA AL BUSINESS”, su cui stiamo cercando di
introdurre riforme e risorse finanziarie per facilitare questo sistema al
momento molto frammentato”. (F: C. Messa, corriere università 09.04.21)
COME PREMIARE CHI FA LA RICERCA
MIGLIORE
La ricerca ad alto livello non può essere distribuita uniformemente tra atenei e dipartimenti; non tutti gli atenei possono essere “eccellenti”. E questo per almeno due motivi. Il primo è l’esternalità da aggregazione: due buoni cervelli nello stesso posto si stimolano a vicenda e producono ricerca ancora migliore, lasciati separati a interagire con colleghi mediocri languono. Il secondo sono i costi fissi: soprattutto nelle scienze “dure”, il costo di laboratori e attrezzature all’avanguardia può essere sopportato solo dagli atenei più grandi. Meglio avere un’attrezzatura costosa, ma all’avanguardia in un solo ateneo che un’attrezzatura più a buon mercato distribuita su due atenei.
La conseguenza di tutto questo è duplice: almeno una parte dei finanziamenti all’università deve premiare la ricerca migliore; e questa quota premiale, se assegnata seriamente, sarà necessariamente concentrata. (F: T. Boeri, R. Perotti, lavoce.info 17.03.21)
SISTEMA
UNIVERSITARIO
LE LINEE-GUIDA DEL MINISTERO DELLA RICERCA E DELL’UNIVERSITÀ
La ministra Messa, che si prepara a presentare in Parlamento le linee guida del ministero, spiega che «ci saranno tre aree» di intervento. La prima è «investire sul capitale umano per avvicinarci dall’1,4% del Pil in ricerca di oggi al 2,1% della media europea, perché i ricercatori che devono avere un aumento sia qualitativo che quantitativo dei riconoscimenti». Il secondo è «risolvere la discontinuità e la frammentazione dei progetti e portare il mondo della ricerca e dell’innovazione verso la soluzione delle problematiche e farli lavorare insieme». Il terzo è «rendere competitivo l’intero sistema, favorire lo scambio tra Università ed enti di ricerca pubblici e tra pubblico e privato e la mobilità delle persone in Italia e all’estero per far parlare a tutti la stessa lingua». (F: CorSera Economia 16.03.21
IL CUN (PARERE 24.02.21) SU “LINEE GENERALI D’INDIRIZZO DELLA PROGRAMMAZIOME DELLE UNIVERSITÀ 2021-23”
Il CUN ha auspicato uno snellimento dell’eccessiva complessità del processo e vigilanza sulla costituzione di società commerciali di Università non statali legalmente riconosciute . Il CUN ribadisce la raccomandazione di semplificare l’impianto dei programmi d’Ateneo che appaiono troppo articolati sia da progettare sia da monitorare nel tempo, anche alla luce delle limitate risorse dedicate. Il parere elenca, inoltre, una serie di questioni legate ai singoli articoli, come il peso della quota premiale, il monitoraggio degli indicatori e le eventuali compensazioni in caso di mancato raggiungimento degli stessi, il Fondo per il sostegno giovani e l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi. (F: Oss Univ 24.02.21)
ALLE UNIVERSITÀ NON COMPETE PIÙ LA QUALITÀ DI ORGANI DELLO STATO, BENSÌ
QUELLA DI ENTI PUBBLICI AUTONOMI
I giudici del Tar Calabria
(sentenza n. 238 del 01-02-21) rilevano che “alle università statali, dopo la
riforma della l. 168/1989 sull’autonomia universitaria, non compete più la
qualità di organi dello Stato, bensì quella di enti pubblici autonomi”; ne
consegue che, ai fini della rappresentanza e difesa da parte dell’Avvocatura
dello Stato, non opera il patrocinio obbligatorio previsto dagli artt. da 1 a
11 del r. d. 30 ottobre 1933, n. 1611, bensì, in virtù dell’art. 56 del r. d. 31 agosto 1933, n. 1592, non abrogato
dalla legge n. 168 del 1989, il patrocinio c.d. autorizzato (o facoltativo)
disciplinato dagli artt. 43 e 45 del r. d. n. 1611 del 1933, con facoltà per
l’Ateneo di non avvalersi dell’Avvocatura dello Stato con apposita e motivata
delibera. (F. diritto.it aprile 21)
STUDENTI
LE IMMATRICOLAZIONI
UNIVERSITARIE. L’IMPATTO DELLA PANDEMIA E DELLA CORRELATA CRISI
ECONOMICA
Nel primo anno accademico post
Covid-19 il sistema universitario non registra, infatti, drastici contraccolpi:
i nuovi immatricolati sono poco più di 7.000, pari a un incremento del 2,3%.
Gli atenei di Perugia e Bergamo si posizionano agli estremi della
polarizzazione: il primo aumenta il numero degli immatricolati del 37,5%
(+1.658 studenti), il secondo lo riduce del 35,4% (-1.913). Il complesso degli
atenei pubblici vanta una crescita apprezzabile delle immatricolazioni (+3,9%),
mentre gli atenei privati, in gran parte telematici, subiscono una contrazione
(-2,8%). L’adozione, anche da parte degli atenei pubblici, della didattica a
distanza in maniera generalizzata ha di fatto scardinato il punto di forza
dell’attrattività delle università telematiche private. I quattro politecnici mostrano
una sostanziale stabilità degli immatricolati, appena 134 unità in più (+0.9%).
la Bocconi è l’unica università privata di grandi dimensioni a segnalare un
leggero incremento degli immatricolati (+71, pari al +2,6%). Riassumendo. La
pandemia smorza ma non arresta la crescita degli immatricolati. Varia,
tuttavia, la dinamica dell’attrattività, differenziata tra tipologie e
territori. Com’era ragionevole attendersi, gli atenei localizzati nelle città
più duramente colpite dal Covid-19 lo scorso anno risultano in
ridimensionamento e il loro bacino di reclutamento accentua il carattere
locale. (F: D. Cersosimo, R. Nisticò, Il Mulino 12.04.21)
UN FOCUS SUL DIRITTO ALLO
STUDIO PUBBLICATO DAL MINISTERO DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA. AUMENTANO
BORSE E IDONEI, MA RIMANGONO GLI ESCLUSI
I dati contenuti nel “Focus sul diritto allo studio universitario”,
aggiornati al 31 gennaio 2021, dicono che nel 2019/2020 sono state 223.299 le
borse di studio messe al servizio degli studenti universitari italiani idonei
al conseguimento, con una copertura di €714 milioni. Oltre ad aumentare il
numero di borse di studio (+58,3% negli ultimi 5 anni) aumenta anche il numero degli studenti idonei
beneficiari che, sempre con riferimento al 2019/2020, si attesta al 97,6%,
crescendo rispetto al 93,7% del biennio 2015/2016.
Il
Nord-Est e il Centro hanno una copertura totale e quasi totale delle borse, ma
si rileva un forte divario rispetto alle Isole, dove la copertura degli
studenti idonei è dell’85,6%.
Per le borse v. grafico.
Quanto ai
posti letto, se da un lato i posti convenzionati per borsisti, studenti Erasmus
e altre categorie sono cresciuti dell’1,3% dal 2015/16 al 2019/20, è
altrettanto vero che solo nell’ultimo anno la dotazione totale è calata da
43.021 a 42.732. La necessità di assegnare stanze doppie per uso singolo al
fine di rispettare le norme di sicurezza anti-pandemia ha costretto le
università ad accantonare 3.900 letti. E lo stesso vale per i posti messi a
disposizione nelle mense che rispetto a 5 anni fa si sono ridotti di oltre il
26 per cento. (F: M. Di Ruggiero, liveunict 09.04.21; E. Bruno, IlSole24Ore
09.04.21)
PRESTITI
AGLI STUDENTI
Nella maggior parte dell’UE gli Stati finanziano gli studenti per mantenersi all’università, che restituiscono poi il prestito a tasso fisso sulla busta paga dopo la laurea. In Germania il 12% degli studenti ricorre ai prestiti statali, in DK il 19%, nei Paesi Bassi il 54% e in GB addirittura il 94%. In Italia, invece, gli studenti che usufruiscono dei «prestiti d’onore» sono meno dell’1%, anche perché queste forme di finanziamento sono erogate da banche o finanziarie e la garanzia del Fondo pubblico per il credito ai giovani è del 70%. (F: MB FT dataroom@rcs.it 23.03.21)
LA RESIDENZA DEI CANDIDATI AI TEST D’INGRESSO NON PUÒ ESSERE CRITERIO
SOVRAPPONIBILE AL MERITO
Legge stabilità 2019. Nei test
d’ingresso ai corsi universitari la Provincia (di Trento) ... può promuovere: (…) una riserva di un numero
di posti non interiore al 10% per candidati residenti in provincia di Trento,
nell’ipotesi di parità di merito con candidati non residenti. Ma con la recente
sentenza del 19 marzo 2021, n. 42, i Giudici della Corte costituzionale hanno
dichiarato incostituzionale l’idea che al criterio del merito possa essere
sovrapposta la volontà politica di favorire l’accesso all’istruzione
universitaria degli studenti italiani ed europei sulla base della residenza dei
candidati. “L’operatività della riserva di posti introdotta dalla disposizione
impugnata ... si presta ad assumere infatti una portata lesiva del principio di
uguaglianza”. (F: Red.ne Roars 30.03.21)
VARIE
GIUSTIZIA: I GIUDICI AMMINISTRATIVI CON DOPPI E TRIPLI LAVORI E
MIGLIAIA DI SENTENZE PENDENTI
Il mestiere per cui sono stati assunti i magistrati è quello di occuparsi dei ricorsi. Nel 2020 erano 22.600 i procedimenti pendenti al Consiglio di Stato, e 135.400 al Tar. L’arretrato è un mostro che divora le legittime aspettative di giustizia dei cittadini. Ma i magistrati non possono fare di più, perché si sono dati un tetto massimo di sentenze al mese, anche a tutela della qualità. Ma poi hanno fatto una norma sullo smaltimento dell’arretrato. Chi si offre volontario viene pagato in più a sentenza. Uno schema perfetto per proteggere chi fa altro. (F: M. Gabanelli, V. Piccolillo, CorSera 02.04.21)
PROGRAMMA DI STAGE CORTE COSTITUZIONALE –
UNIVERSITÀ
Il
programma offre l’opportunità di svolgere presso gli Uffici dei Giudici
costituzionali e/o presso il Servizio Studi dei tirocini indirizzati a sei
laureati in giurisprudenza iscritti a un percorso di studi post lauream. Il
periodo di formazione mira a far approfondire le tematiche del diritto
costituzionale e della giustizia costituzionale. Inoltre, è finalizzato
all’acquisizione di una conoscenza diretta e concreta dell’attività della
Corte.
VARIE INFO IN BREVE DI MARZO
- Cassazione civile, pronuncia n. 15173/2019: il dipendente pubblico che viene ammesso a frequentare i CORSI DI DOTTORATO DI RICERCA, che non usufruisca di borse di studio, può conservare il trattamento economico di cui gode presso l'amministrazione di appartenenza. StudioCataldi
- Lo studio Altems. Ogni euro investito dalle
aziende in STUDI CLINICI su efficacia e sicurezza delle terapie produce un
ritorno di 2,77 euro. Tra i benefici per il SSN la fornitura gratuita delle
cure da erogare ai pazienti e le entrate per le strutture pubbliche circa
15mila. REP
-
In 2020, five countries led in COVID-19 RESEARCH efforts: the UNITED KINGDOM,
THE UNITED STATES, CHINA, INDIA and ITALY.
-
As of March 2021, RESEARCH&DEVELOPMENT BUDGETS in the OECD are estimated to
have increased in real terms by 6.2% in 2020. This estimate represents a marked
increase over 2019, when R&D budgets increased by 3.2% on the previous
year.
- Borse di studio. Importi minimi, ogni anno, stabiliti da decreto del Miur: quello per il 2020/21 è di 1.981 euro per gli studenti in sede, 2.898 euro per i pendolari e 5.257 per i fuorisede. Nell’anno 2019/2020 hanno ottenuto la BORSA DI STUDIO 224.177 STUDENTI su 231.258 aventi diritto. CdS
- A 5 anni dal lancio il MASTER MBA della Business school del PoliMi in modalità totalmente telematica e in inglese, conferma il suo prestigio anche nella classifica del Financial Times: ha raggiunto la top 10 (8° posto) ed è prima in Italia e quinta in Europa. skuolanet
- Dal 2007-2008 negli Stati Uniti le iscrizioni ai CORSI DI HUMANITIES, le discipline umanistiche sono crollate. In alcuni dipartimenti sono state dimezzate. In media è un calo che va dal 15% al 30%. E le ragioni sono numerose, come dimostra questo articolo https://tinyurl.com/jtbt2tp3 lk
- La SPESA PUBBLICA NELL’UNIVERSITÀ italiana raggiungeva nel 2019
appena lo 0,4% del Pil, molto più bassa non solo rispetto a Francia (1,1%),
Germania (1%), Spagna (0,8%), ma anche alla media Ue 0,9%). dataroom
- Nell’atto d’indirizzo del Ministro della PA si legge che in fase di concertazione si discuterà di una NUOVA AREA PROFESSIONALE dove si dovrebbe collocare il personale apicale con funzioni organizzative e gestionali, in possesso di LAUREA e di elevate capacità “professionali, tecniche e organizzative”. money
- Massive open online courses (MOOC). Il successo, almeno quantitativo, della formula è nei numeri: oltre 180 milioni di iscritti (quasi il doppio dei 2020) ai 17mila corsi online gratuiti sulle principali piattaforme internazionali, con l'italiana Federico II di Napoli che si conferma leader europea. Sole
- La DaD ha rivoluzionato gli istituti scolastici. Il 1° decreto "Cura Italia" del 2020 ha permesso d’acquistare oltre 432mila device e supporti didattici e stabilire 100mila connessioni al web. Altri 331 milioni sono stati stanziati in settembre e il 27.09 altri 85 milioni alle singole scuole. Sole
- Gli ATENEI LUISS e LUMSA hanno inaugurato lauree magistrali e master dedicati alla GREEN ECONOMY. Il polo intitolato a Guido Carli ha puntato su un corso biennale utile a interpretare la transizione ecologica partendo da basi giuridiche e approcci interdisciplinari. CdS Roma
- Unioncamere e Anpal. L’ICT (INFORMATION AND COMMUNICATIONS TECHNOLOGY) in controtendenza: +36,5% di assunzioni entro maggio. Si tratta dell’unico settore, insieme alle costruzioni, con curva in salita. Quasi 37mila i lavoratori ricercati dalle aziende. CorCom
- INERZIE MUUR. Inerzia 1: ritardo di oltre 200 giorni del Bando speciale x progetti di ricerca a contrasto dell’emergenza COVID. Inerzia 2: condotta dilatoria della ministra UR nella nomina del presidente del CNR. inerzia 3: nel bandire elezioni per nuovi rappresentanti del CUN in alcune aree. da Roars
- R&D SPENDING. ITALY registers a LOW INTENSITY OF R&D EXPENDITURE compared to GDP (in 2018 equal to 1.4%) much lower than the OECD average (2.4%), in both public and private sector. Public R&D spending reached 0.5% of GDP in 2018, the second lowest level among the EU-15 countries. OECD
- Nel 2020 i più ricercati dalle aziende sono stati i LAUREATI in (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, STEM) con il 49% ed Economia (31%). Al 1° posto tra le competenze ricercate in 7/10 settori la capacità di teamworking. Soft skill più apprezzata la capacità di problem solving. ANSA
- INDOOR SPACES. Spending a lot of money on disinfecting surfaces is useless, because it is rare for SARS-CoV-2 to pass from one person to another through contaminated surfaces. Inexpensive CO2 monitors can provide a rough measure of whether or not ventilation is adequate. Nature Br
- All’incontro online "Per il futuro della ricerca in Italia. Storie, profilo e criticità dei protagonisti: gli ASSEGNISTI DI RICERCA" (ca. 15.500 in IT), organizzato dalla Scuola Sup. Sant’Anna di Pisa, la ministra Messa: "Sistema da rivedere", la rettrice Nuti: "Sono loro l’Italia del domani". lanaz
- Il Governo ha emanato il Decreto Legge 22.03 n. 41 (cd. DECRETO SOSTEGNI), il cui art. 33 detta “Misure a sostegno delle UNIVERSITÀ, delle istituzioni AFAM e degli enti di ricerca“ aumentando
il Fondo per le esigenze emergenziali specialmente digitali di €78,5 mln per il 2021. Oss. Univ.
- Esame d’ACCESSO AI CORSI UNIVERSITARI: la Corte costituzionale (sentenza 19.03.21 n. 42) dichiara discriminatorie le riserve d’ammissione previste per l’Università di Trento a favore degli studenti della provincia, in caso di parità di punti con studenti provenienti da altre regioni. Oss. Univ.
- Con sentenza 24.03.21 n. 1974 il TAR Campania ha affermato che, nell’ambito di una procedura di CHIAMATA, i CRITERI DI VALUTAZIONE devono “essere stabiliti prima che siano noti i nominativi dei candidati, e, ovviamente, prima dello svolgimento delle prove cui si riferiscono”. Oss Univ
- TAR Lazio (sent. n. 2467 01.03.21). Devono prevalere i divieti di cui all’art. 9, c. 4, D.M. 218/20, ove si prevede che, per la PROVA D’AMMISSIONE AI CDL IN MEDICINA E CHIRURGIA e in Odontoiatria, non sia consentito in ogni caso l’uso della calcolatrice scientifica né della tavola periodica degli elementi. Oss Univ
- RE-EDUCATION. Gli UIGURI sono una minoranza turcofona musulmana che vive nello Xinjiang, Regione autonoma nel Nord-Ovest della Cina strategica per risorse e posizione. Si stima che dal 2017 in centinaia di campi di RIEDUCAZIONE ne siano stati rinchiusi oltre un milione. CorSera
VARIE INFO IN BREVE DI APRILE
- University presidents from 30
countries have signed a ‘JOINT STATEMENT OF GLOBAL UNIVERSITY LEADERS ON THE
2030 AGENDA FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT’, witnessed by United Nations
officials, committing themselves to collaborate to address global challenges
caused by climate change, natural disasters, pandemics, inequality, and
unemployment. UWN
- Da Next generation EU maggiori
risorse possono colmare il divario sul n. ro di DOTTORATI DI RICERCA l’anno
(9.000 in IT contro 15.000 in Francia e 28.000 in Germania) o quello sul n. ro
di RICERCATORI PUBBLICI: 75.000 in IT contro 110.000 in Francia e 160.000 in
Germania. EC Roars
- Con la recente sentenza del 19
marzo 2021, n. 42, i Giudici delle leggi hanno dichiarato incostituzionale
l’idea che al criterio del merito possa essere sovrapposta la volontà politica
di favorire l’accesso all’istruzione universitaria degli studenti italiani ed
europei sulla base della residenza dei
candidati.
-
Aggiornamenti ANVUR a VQR 2015-19: Posticipo data per indicazione
prodotti attesi a livello Dipartimento; Comunicazione sugli indicatori
citazionali internazionali di fonte WOS; Integrazione informazioni sugli indici
citazionali per GEV 13b; Nota d’accomp.to a pubbl.ne informazioni sugli indici
citazionali intern.li del GEV 13a. Oss Univ
- L'Italia
non è stato il Paese più prudente del Vecchio continente. Le sue 29,7 settimane
di CHIUSURA DELLE SCUOLE sono state battute, nell'ordine, da Repubblica Ceca
(33,9 settimane), Slovacchia (32,7), Lettonia (32,4), Romania (31,9) e Polonia
(30,6).
- Quale l’impatto di pandemia
e correlata crisi economica sulle immatricolazioni universitarie in IT? Il complesso degli atenei pubblici vanta una
crescita delle immatricolazioni (+3,9%), mentre gli atenei privati, in gran
parte telematici, subiscono una contrazione (-2,8%). Il Mulino
- Parisi (Lincei): “Non ha molto senso creare
NUOVI ENTI DI RICERCA, mentre ne ha dare vita a nuove iniziative di ricerca per
collegare professionalità già esistenti e acquisirne di nuove. Messa (Min. UR):
" ... non convinceva la proposta di istituire 7 nuovi Istituti Nazionali
di ricerca". askanews
- Le ASSUNZIONI DEI PROFESSORI secondo ministra
Messa: “Penso a una TERNA DI CANDIDATI selezionati dalla commissione
all'interno della quale l'università possa scegliere il docente che, a parità
di qualità, meglio risponde alla propria offerta formativa”. ItaOggi Min.
Messa:
- “Rivedrò il DECRETO SUL DOTTORATO
per facilitare l'interlocuzione con l'esterno, in modo tale che i dottorati
restino in capo all'università che li promuove, e che deve garantirne la
qualità, ma prevedendo che possano essere condivisi da altri atenei, enti di
ricerca, imprese”. AR ItaOggi
- La FONDAZIONE PER LA
FORMAZIONE UNIVERSITARIA A ORIENTAMENTO PROFESSIONALE (FUP) costituitasi in
Emilia-Romagna è un partenariato pubblico-privato finalizzato alla
progettazione, promozione e gestione delle NUOVE LAUREE AD ORIENTAMENTO
PROFESSIONALE. RdC
- Alle ORIGINI DEL CORONAVIRUS ci sono 3
IPOTESI in campo: la PRIMA è quella del “contadino di Wuhan” che avendo
mangiato carne di pipistrello ed essendo stato ammorbato dal virus animale per
zoogenesi, avrebbe poi trasmesso la malattia alla moglie e di lì a tutto il
pianeta. FP mentepolitica
- Italian universities have been
among the world leaders in leading the research response to COVID-19.
Elsevier’s Scopus database, which QS uses to track university research
production, identifies Italy as the
world’s fourth-largest contributor to COVID-related research output.
- DATI DEL 2020 DEL CENSIMENTO PERMANENTE
DELL’ISTAT e di TRUENUMBERS.
Parlamentari italiani laureati:
60% nella legislatura 2018-2023, non ha un titolo di laurea il restante 40%
(375 su 950 del totale di deputati e senatori). Hanno la laurea alla Camera 441
su 630 deputati, al Senato 219 su 320 senatori. 23 su 21 i ministri laureati
del governo Draghi.
- PNRR. Investimenti raggruppati in 16
componenti e organizzati in 6 missioni, oltre metà assorbiti da
digitalizzazione (22% dei fondi) e “rivoluzione verde” (30%). Seguono
ISTRUZIONE e RICERCA (17%), infrastrutture (13%), inclusione e coesione (10%),
salute (8%). wired
- Con il RECOVERY PLAN l’esame di Stato
coinciderà con quello di laurea per l’ABILITAZIONE ALLE PROFESSIONI di
odontoiatra farmacista veterinario psicologo geometra agrotecnico perito
agrario perito industriale. Il tirocinio abilitante sarà svolto durante gli
anni universitari.
- Il sistema di abilitazioni, basato su mediane
bibliometriche ... ha favorito una profonda revisione del reclutamento
baronale. Per ottenere l’ASN più che portare le borse agli ordinari, ora si
deve pubblicare (a volte anche troppo) su riviste di prestigio internazionale.
AF FR RS Il Mulino
- In un’indagine pubblicata nel 2019 da “La
Repubblica” sul «prestigio delle professioni», in una scala da 1 a 10, ben il
66% degli italiani attribuivano ai DOCENTI UNIVERSITARI un voto superiore a 8,
collocandoli al 2° posto della graduatoria, subito dopo i medici. AF FR RS Il
Mulino
- Un’inchiesta condotta a partire dai ranking QS
e THE sulle 1.000 MIGLIORI UNIVERSITÀ a livello mondiale, mostra che vi
rientrano il 40% di quelle italiane. Un dato, quest’ultimo, che colloca il
nostro Paese davanti a Cina, Francia e Usa. AF FR RS Il Mulino
- Sul fronte della PRODUZIONE SCIENTIFICA, i
report forniti dalla banca dati di Scopus mostrano che l’Italia si colloca al
7° posto mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche e all’8° per numero
di citazioni. AF FR RS Il Mulino
- L’ultimo rapporto Anvur (2018) sul
posizionamento internazionale della ricerca italiana evidenzia che la crescita
della PRODUZIONE SCIENTIFICA italiana è stata nell’ultimo decennio superiore
alla media mondiale. AF FR RS Il Mulino
- I 10 PAESI più economici in Europa per
conseguire il DOTTORATO DI RICERCA: 1.
Germania 2. Danimarca 3. Francia 4. Finlandia 5. Svezia 6. Belgio 7. Ungheria
8. Italia 9. Norvegia 10. Ucraina - G. Torbet, INOMICS
- PNRR. Sulla scelta di allocare le risorse vi
sono critiche da varie parti al governo, per esempio per gli SCARSI FONDI
ALLOCATI SULLA RICERCA e la totale dimenticanza del piano Amaldi (per portare
entro il 2026 all’1,1% del pil la quota di fondi destinati alla RICERCA). wired
- La classifica russa ROUND UNIVERSITY RANKING
(Rur) confronta prestazioni (teaching, research, international diversity and
financial sustainability) di 867 università di 85 Paesi. Anche l’edizione 2021
mette in classifica 15/867 UNIVERSITÀ ITALIANE ma UniBo è ancora ignorata (?)
- INTELLIGENZA ARTIFICIALE, all’UNIVERSITÀ di
Padova. Sulla nuova piattaforma, abilitata da Watson e basata sul cloud, un
ASSISTENTE VIRTUALE online risponde alle richieste di informazioni sulle pratiche
di segreteria 24 ore su 24 e sette giorni su sette. corcom DN
- Recovery Plan. Gli ITS (Istituti tecnici
superiori, Istruzione terziaria) hanno l’’obiettivo di raddoppiare a breve gli
iscritti incrementando l’offerta degli enti che s’occupano di questo settore
attraverso la creazione di network con aziende, università e centri di ricerca.
tgcom24
- Recovery Plan. Agli studenti del 4° e del 5° anno delle scuole superiori dovranno
essere offerti dei MODULI DI ORIENTAMENTO da circa 30 ore annue insieme alla
realizzazione di una piattaforma nazionale per far conoscere le opportunità
offerte dal sistema dopo il diploma. tgcom24
- Recovery Plan. RIFORMA DEI DOTTORATI con l’aggiornamento attraverso un DM entro il 2021, semplificando le
procedure per coinvolgere imprese e centri di ricerca, e rafforzando percorsi
di dottorato non finalizzati solamente alla carriera accademica. tgcom24
- Recovery Plan. Un progetto ha come obiettivo
finale l’AUMENTO DEI DOTTORATI di 3.600 unità, attivando tre cicli di reclutamento
a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio. Con sempre più
dottorati innovativi con alte specializzazioni in materie STEM. tgcom24
- Recovery plan. Per gli ITS (ISTITUTI TECNICI
SUPERIORI) confermati 1,5 MLD. Per messa in sicurezza degli edifici 3,9
miliardi. Per rafforzamento dei DOTTORATI 430 milioni. Quasi 1,5 MLD al
potenziamento alloggi e borse di studio per l’ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ. Sole
- Ungheria. Colpo ai trattati e ai valori
dell'Ue e dello Stato di diritto. Il Parlamento ha approvato una legge che
liquida l'autonomia delle università pubbliche, che passeranno sotto il
controllo di fondazioni. Cioè di istituzioni dominate dagli oligarchi amici e
vassalli del premier. Rep
- #NEXTGENERATIONITALY. 1,4 miliardi per STEM e
imprenditoria femminile. Le risorse andranno a finanziare percorsi di
FORMAZIONE TECNOLOGICO-SCIENTIFICA dedicati alle studentesse. Entro giugno la
Strategia nazionale per la parità di genere. CorCom
- Al MIT Schwarzman College of Computing tutti
i corsi di studio sono affiancati da un corso in SCIENZE COMPUTAZIONALI, perché
tutti i lavori del futuro saranno svolti col supporto delle tecnologie ed è
quindi fondamentale imparare a conoscerle e a usarle. agendadigit
- L’EDITORIA LIBRARIA è l’unico settore
culturale dove l’Europa è leader globale: 6 dei maggiori 10 gruppi editoriali
al mondo e 4 dei “big five” dell’editoria USA sono di proprietà di editori
europei. L’Italia è ben posizionata: la FIERA DI BOLOGNA è, dopo Francoforte,
la più importante al mondo. agdig
- Eleven Hungarian universities
and their assets have been handed over to foundations, all but completing a
privatisation of the country’s higher education system that observers fear will
entrench the power of the authoritarian ruling party and risks opening the door
to corruption. THE
- Report Excelsior da Unioncamere e Anpal e su
base studio del Miur: nel 2019-2023 il totale dei NEO-LAUREATI sarà di ca.
893.600, per cui l’offerta di lavoro aumenterà. Tra i neolaureati e laureati,
saranno assunti, entro il 2023, tra le 959mila e le 1.014 unità. 2Anews
- Secondo un’indagine recente, la LAUREA IN
INGEGNERIA risulta essere, insieme a MEDICINA, quella più redditizia. Anche i
neolaureati in ingegneria percepiscono, infatti, uno stipendio medio più alto
rispetto ai colleghi che hanno appena conseguito titoli in altre facoltà.
2Anews
- Anche la LAUREA IN ECONOMIA è una sorta di
evergreen, in termini lavorativi. Tutte le aziende, nazionali o internazionali,
necessitano di consulenti finanziari, consulenti di gestione aziendale o
manager. Pertanto una delle opzioni da prendere in considerazione, per i nuovi
studenti, è il CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE da conseguire sia nelle università
tradizionali che negli atenei telematici. 2Anews
- Nell’ambito di una procedura di selezione per
un posto da RTDA, il Consiglio di Stato ha escluso l’incompatibilità dei
commissari per il fatto che gli stessi avessero formato parte della commissione
relativa alla discussione della tesi di dottorato del candidato. Oss. Univ.
- Il TAR Lazio (sent. 22.04.21 n. 4739) sulla
CHIAMATA DIRETTA DI STUDIOSI PER CHIARA FAMA aventi ricoperto “incarichi
direttivi in qualificati istituti di ricerca internazionali” ha chiarito la
valenza dell’aggettivo “internazionale”. Il giudice amministrativo ha annullato
provvedimenti ministeriali che avevano dichiarato inammissibile la proposta di
chiamata diretta di un Ateneo, chiarendo che l’aggettivo “internazionale” non
delineerebbe il carattere straniero o sovranazionale dell’Istituto, quanto il
semplice rilievo internazionale della struttura, con la conseguenza che
ricomprenderebbe, nell’alveo della norma, anche gli istituti di ricerca
nazionali. Oss. Univ.
- Il TAR Lazio (sent. 22.04.21) ha chiarito che
per i professori universitari collocati a riposo per limiti d’età sussiste
l’inammissibilità dell’istanza di trattenimento in servizio ai sensi dell’art.
1, c. 257, della L. n. 208/2015, essendo destinato il provvedimento al
“personale della scuola”. Oss Univ
- Il TAR Lombardia (sent. 07.04.21 n. 899) si è
espresso sulla produzione della documentazione dei titoli dei candidati alle
procedure di reclutamento di ricercatori TDA: la mera indicazione dei titoli
posseduti nel curriculum non può sostituire la mancata produzione dei titoli
stessi. Oss Univ
- Negli ultimi tre mesi in Myanmar sono stati
uccisi 782 manifestanti. Lo rende noto l’ONU. Nelle ultime settimane, inoltre, più di 3 mila funzionari statali di cui
il 70% donne, sono stati licenziati o sospesi dal lavoro. Tra loro figurano 990
PROFESSORI UNIVERSITARI. Corr Ticino
- La Commissione sull’efficacia della
giustizia, del Consiglio d’Europa, ha valutato che per concludere un processo
civile nei tre gradi sono necessari più di 7 anni e per un processo penale più
di 3. Così imprenditori stranieri non investono nel timore dell’incertezza del
diritto.
VARIE INFO IN BREVE DI MAGGIO
- La ricerca nel PNRR. Finanziamento di progetti presentati da GIOVANI RICERCATORI.
Misura applicata dal MUR prevede di sostenere le attività di ricerca di un
massimo di 2.100 giovani ricercatori – sul modello dei bandi European Research
Council – ERC. ag dig
- Il n. ro di DOTTORATI DI RICERCA conseguiti
in IT, tra i più bassi in UE, si è ridotto di ca. il 40% tra 2008 e 2019; solo
1/1.000 giovani completa ogni anno un corso di dottorato (media UE di
1,5/1.000 - 2,1 in Germania) e quasi il
20% emigra. Eurostat, Istat
- Aumentando la RICERCA si alimenta la SCIENZA,
che diventa TECNOLOGIA e INNOVAZIONE, che
diventa azienda, che alimenta occupazione, che diventa possibilità di
spesa in nuova formazione, ricerca e sviluppo. M. Sideri CorSera
- ll Fondo di finanz. to ordinario (Ffo) nel
2017 è stato di 6,9 miliardi, mentre le rette universitarie sono ca. 1,8
miliardi l’anno. Sono i fondi essenziali per il funzionamento di didattica e
ricerca, il cui costo principale sono gli stipendi, ca. 7,4 miliardi l’anno.
Sole
- Nella 1a tornata di ASN, 2012-13,
siamo riusciti a chiamare in cattedra il 50% degli idonei. Nella 2a
solo il 25%, nella 3a il 4%. 40 mila abilitati non riescono a essere
chiamati. Dobbiamo instaurare chiamate dirette per prof. ri e ricercatori da
un'università all'altra e dall'estero. C. Messa
- Nell’A.A. 20-21, 1.034 STUDENTI DETENUTI
ISCRITTI ALL’UNIVERSITÀ, 10,5% in regime di esecuzione penale esterna, 53,1 e
34,3% risp. te in carcere di media e alta sicurezza e 2,1% al regime 41bis.
Dati da Conf.za naz.le univ.ria dei poli penitenziari (Cnupp)
- European Research Council (ERC) quest’anno ha
una nuova classifica per premiare 15 progetti del 2021 che mostrano “15 WAYS IN
WHICH THE ERC TRANSFORMED SCIENCE”, una sorta dell’1% delle migliori proposte
finanziate. Sapienza è presente in questo ranking con 2 progetti
- La CRUI ha approvato una PROPOSTA DI RIORDINO
della prima parte della CARRIERA ACCADEMICA (il cosiddetto pre-ruolo). Ovvero
il percorso che dal conseguimento del dottorato di ricerca conduce all'entrata
nel ruolo di professore universitario. La proposta si propone di superare la
dicotomia tra fra RICERCATORE di tipo A e ricercatore di tipo B e, grazie a una
pianificazione di risorse, migliorare il rapporto studenti/docenti per
raggiungere la media europea. ANSA 22.04.21
- In Italia la spesa pubblica per la RICERCA
negli ultimi decenni è stata tagliata del 21%, per ca. €2 MLD. L’Italia investe
oggi in ricerca ca. tra l’1,2 e l’1,3% del PIL al pari di Spagna, Paesi
Balcanici ed Est-Europa, contro media EU del 2% e media dei Paesi Ocse del
2,4%. ass spazio aperto 14.4.21
- Il CNR, con ca. 5.300 tra Ricercatori e
Tecnologi, riporta sul proprio sito di aver generato 477 BREVETTI e creato 61
SPIN-OFF (di cui attivi 55), mentre il POLITECNICO DI MILANO, con 3.400 addetti
alla RICERCA tra professori e ricercatori, ha generato 2.084 BREVETTI e creato
85 SPIN-OFF (di cui 77 attivi nel 2019). ass. spazioaperto 14.4.21
- RICERCA. Rispetto all’obiettivo dell’Eu per
il 2020 di raggiungere per gli stati membri un investimento in ricerca pari al
3% del PIL, l’Italia s’è attestata nel 2019 all’1,53% del PIL (rispetto
all’1,43% del 2018 (€25,2 MLD ca.) contro media EU del 2% e media Paesi Ocse
del 2,4%. ass spazio aperto 14.4.21
-
L’Italia per investimenti in ISTRUZIONE ha una spesa percentuale annua
che si attesta al 3,6%
del PIL a fronte di una media EU del 4,4% o
addirittura del 6,2% per gli Stati Uniti ed il Regno Unito.
-
Ricerca & Sviluppo. L’Italia al 2018 impiegava complessivamente
482.703 unità di personale dedicate a
RICERCA E SVILUPPO (di cui 96.126 afferenti al mondo dell’Università)
contro le 618.612 unità di personale della Francia, e le 971.157 unità della
Germania. spazioaperto 14.04.21
- L’Italia per numero di RICERCATORI ogni 1000
occupati si attesta su un valore pari a 5,4 contro una media Europea di 8,3
(con punte di 10,4 come per la Francia) o Paesi che arrivano addirittura ad
avere 17,4 impegnati ogni 1000 in ricerca e sviluppo come nel caso di Israele.
spazio aperto 14.04.21
- Capacità della RICERCA PUBBLICA e delle
UNIVERSITÀ di attrarre INVESTIMENTI rispetto al programma europeo Horizon2020:
l’Italia ha ottenuto €3,7 MLD di finanziamenti a fronte di 11.291 progetti
contro i €7 MLD ottenuti dalla Germania, i €6 MLD del Regno Unito e i €5 MLD
della Francia. spazio aperto 14.05.21
- Nel «discorso della regina», ossia nel
programma del governo di Boris Johnson, “per la prima volta - spiega il Daily
Express - ai sindacati studenteschi sarà richiesto di prendere misure per
assicurare la libertà di espressione legittima per i membri dell'università e
per gli speaker invitati a parlare”. CorSera
- I 43 ISTITUTI TECNICI SUPERIORI ITS hanno non
più di 20mila studenti, sebbene oltre l’80% trovi lavoro nel proprio settore,
dopo il diploma. I corsi biennali (1.200 ore di lezione e 800 di stage in
azienda) conferiscono il DIPLOMA DI TECNICO SUPERIORE, equivalente a ISCED 5 dell’istruzione
terziaria a ciclo breve. iltirreno
- Gli iscritti agli ITS sono in media 19.000
l’anno, contro i >300mila francesi e i 900mila tedeschi in simili percorsi
terziari. Ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati degli ISTITUTI TECNICI
SUPERIORI, ma ne trovano solo 5mila. Per la nuova vita degli ITS: €1,5 MLD di
fondi straordinari in 5 anni dal Recovery Plan.
- Il 1° laboratorio dedicato all'INTELLIGENZA
ARTIFICIALE PERVASIVA (PAI Lab) nasce a Pisa per iniziativa congiunta del dipt.
di Informatica dell'UniPi e dell'Istituto di scienza e tecnologie
dell'informazione "Faedo" del CNR (Isti-Cnr) e mette insieme le
competenze di oltre 13 gruppi di ricerca. Gaz Mantova
- Diverse UNIVERSITÀ BRITANNICHE sono pronte a
sospendere i corsi di laurea in DISCIPLINE UMANISTICHE. Sarebbe un piano
governativo dovuto al fatto che i laureati in materia umanistica guadagnano in
GB ca. €l4mila l'anno insufficienti per un totale rimborso dei prestiti erogati a studenti. FM
- Lo scorso anno in GB il ministero del Tesoro
aveva espresso una crescente preoccupazione per il programma di prestiti a
favore degli studenti universitari. Le stime prevedevano un costo che si
aggirava intorno ai 1.000 miliardi di sterline entro il 2040 e quasi l'83% dei
prestiti erogati non sarebbe mai stato rimborsato (e dopo trent'anni, vengono
cancellati del tutto). FM il Messaggero
- La posizione Ministro della Giustizia Marta
Cartabia in merito alla riforma della Giustizia è stata resa nota lo scorso 11
maggio: elaborare proposte per snellire i processi civili, penali e tributari;
rivedere - almeno in parte - la riforma della prescrizione di Bonafede. Money
- How Supervisors Perceive PhD
SUPERVISION. The data show that it has become more complex to be a PhD
supervisor. Three knowledge production perspectives are identified: (1) High
quality research; (2) Economically viable and efficient research; and (3)
Internationally adapted research.
- Almost a third of UNIVERSITY
EMPLOYEES globally are on contracts lasting less than 2 years, according to
analysis of data underlying our Impact Rankings, while staff at universities in
Italy, New Zealand, Portugal and the UK were most likely to have job security
going into the Covid-19 crisis.
- Illudere uno STUDENTE meridionale di potersi
iscrivere a un ateneo del Centro o del Nord restando a casa sua è un inganno
... perché gli toglie la possibilità di cogliere tutte le opportunità che
un’università offre: spazi, biblioteche, incontri che solo in presenza possono
essere davvero fruiti. T Greco Roars
- Se l’UNIVERSITÀ la si vuole davvero inclusiva
non può essere “senza oneri aggiunti” per lo Stato. Si devono fare le residenze
per studenti, le mense, le borse di studio, le sale studio, ecc. ecc. Qualsiasi
altra soluzione equivale de facto a creare una comunità di serie A, che si può
permettere di frequentare in presenza, che vede e parla con i professori, che
vive una comunità accademica, ed una non-comunità di serie B che sta a casa. E.
M. Roars
- Sostiene T. Montanari su Roars che Il sogno
proibito dei liberisti all’amatriciana che popolano i giornali italiani è di
costruire una SUPERLEGA DI ATENEI (del Nord) che abbiano i soldi per fare
ricerca, distinta per legge da una pletora di università di serie B che
facciano solo didattica.
- Nell’ambito di una procedura di selezione per
un posto da RTDA, il Consiglio di Stato ha escluso l’incompatibilità dei
commissari per il fatto che agli stessi fossero rivolti ringraziamenti di stile
all’interno di alcune pubblicazioni del candidato e che gli stessi avessero
formato parte della commissione relativa alla discussione della tesi di
dottorato di quello stesso candidato. Oss Univ
- Considerato che la normativa di cui all’art.
18 Legge 240/2010 non prevede l’esclusione dall’accesso al concorso pubblico
per i componenti del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ATENEO, sarà di
difficile dimostrazione la volontà di tacere questa circostanza descrittiva con
la consapevolezza di violare la norma. Codau OSS UNIV
- Al CUN la ministra Messa ha posto l’accento
sulla mobilità come elemento per favorire lo scambio tra atenei e con enti di
ricerca e ha confermato l’interesse del ministero verso una nuova
CLASSIFICAZIONE DEI SAPERI SCIENTIFICI, orientati verso una semplificazione e
flessibilità dell’attuale sistema. oss univ
- Nella riforma, in iter al Parlamento, ci sarà
un RICERCATORE UNICO in regime di TENURE TRACK, fino a un massimo di 7 anni,
che dal 4° anno in poi può diventare associato. In secondo luogo, viene
previsto che l’accesso al tenure track deve avvenire entro 6 anni dalla fine
del dottorato. corr univ
UNIVERSITÀ IN
ITALIA
UNIBO. L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
DEI DOTTORATI DI RICERCA
L’internazionalizzazione dei dottorati di ricerca è obiettivo strategico dell’Università di Bologna e il progetto “International PhD College” parte dall’esperienza dello schema “PhD@ISA” (avviato nel 2007 come “Brains in”) riservato a PhD internazionali, particolarmente brillanti e motivati. Questa attività ha portato nell’Istituto una cinquantina di PhD internazionali, che oggi sono professionalmente impegnati all’estero. Il progetto punta a raggiungere, a regime, un numero di 60 PhD internazionali sul turnover triennale: il primo gruppo di 10 PhD da reclutare con il bando del 37° ciclo, andrà ad aggiungersi agli 8 PhD ISA già presenti e costituirà il nucleo di partenza per l’espansione progressiva del progetto formativo dell’International PhD College. (F: unibomagazine 24.03.21)
UE. ESTERO
EU. UNA EUROPA. MAIN CHALLENGES UNA EUROPA HAS TO ADDRESS WHEN
BUILDING EUROPEAN DEGREES
Which are the main challenges Una Europa has to address when
building European degrees?
Maria Gravari Barbas https://www.una-europa.eu/about/about-us
: The real difficulties are not content-related, but stem from the existing
national and European regulations. While it makes perfect sense to develop
European, disciplinary or multidisciplinary, transnational and multilingual
degrees, national regulations are very heterogeneous. The creation of a common
bachelor's, master's or doctoral degree between all Una Europa universities
implies the prior and in-depth harmonization of eight national systems. Today,
there is no real framework at European level to allow for the creation of true
European degrees. This requires a real willingness by the Member States and the
EU. The route taken by the first 17 European Universities funded under Erasmus+
is very bottom-up and implies ad-hoc solutions. It will undoubtedly be
necessary in the years to come to think about an adequate European framework
allowing for the implementation of real European diplomas. F: Manifesto in italiano |
Una Europa (una-europa.eu)
L’EUROPA È LEADER GLOBALE NEL SETTORE DELL’EDITORIA LIBRARIA
L’editoria libraria è l’unico
settore culturale dove l’Europa è leader globale: 6 dei maggiori 10 gruppi
editoriali al mondo e 4 dei “big five” dell’editoria USA sono di proprietà di
editori europei. Essendo il mercato globale frammentato in ragione delle aree
linguistiche, l’internazionalizzazione passa da traduzioni e coedizioni,
abilitate dalla compra-vendita di diritti d’autore. Un ruolo chiave è svolto
dalle Fiere internazionali del libro e da quelle nazionali, utili vetrine
dell’editoria di un paese per gli editori stranieri.
In questo contesto, l’Italia è
ben posizionata: la Fiera di Bologna è, dopo Francoforte, la più importante al
mondo, e ha accordi per la gestione delle sezioni diritti nelle fiere di
Shanghai, New York e Mosca. Le fiere nazionali di Roma e Torino hanno
importanti programmi di visite di operatori stranieri e di promozione del libro
italiano all’estero. Non è un caso che l’Italia coordini la rete europea delle
fiere del libro Aldus. (F: agenda digitale 30.04.21)
FRANCIA. L’ENA DIVENTA ISTITUTO DEL SERVIZIO PUBBLICO (ISP)
La Francia trasforma la scuola
nazionale d’amministrazione pubblica, l’ENA, nell’ISTITUTO DEL SERVIZIO
PUBBLICO (ISP). Molti titoli di giornale dicono che chiude, ma non è proprio
così: è una riforma forse profonda della scuola, ma pur sempre una riforma.
Nascerà l’Istituto del servizio pubblico (ISP) che
assorbirà le scuole della funzione pubblica (Ena compresa) con un periodo di
formazione comune a tutti gli indirizzi, anche quelli politecnici, in provincia
e sul campo, impedendo la formazione di gruppi chiusi, con gli inizi di
carriera fuori Parigi, favorendo la formazione continua, l’emersione di
talenti, superando le posizioni di rendita con ruoli più elastici e di
funzione, con il ricambio nei territori, il reclutamento dalla provincia e
dalle classi popolari, con classi preparatorie e aiuti finanziari. (F: E. Martial,
startmag 12.04.21)
UNGHERIA. ORBÁN LIQUIDA L'AUTONOMIA DELLE UNIVERSITÀ PUBBLICHE
Nuovo colpo del
premier-autocrate ungherese Viktor Orbán ai trattati e ai valori dell'Ue e
dello Stato di diritto. Il Parlamento di Budapest, dominato da Fidesz, il partito
del presidente del consiglio, ha approvato con la consueta procedura d'urgenza
- chiamata "legislazione fast food" da opposizioni e voci critiche -
il testo di legge che di fatto liquida l'autonomia delle università pubbliche
del Paese. Gli atenei, finora controllati direttamente dallo Stato e che
godevano di un'autonomia garantita per legge, passeranno sotto il controllo di
fondazioni. Cioè di istituzioni dominate dagli oligarchi amici e vassalli del
premier. (F: La Repubblica 30.04.21)
UK. GALLES. UN PROGRAMMA PER
RIMPIAZZARE L’ERASMUS
Drakeford, primo ministro del Galles, ha stanziato fino a 65 milioni di sterline (circa 73 milioni di euro) per finanziare un programma che non ha ancora un nome ufficiale ma che dal 2022 e almeno fino al 2026 rimpiazzerà in Galles l’Erasmus, che non è stato rinnovato dal governo britannico nell’accordo Brexit dello scorso dicembre. Un programma, quello di Cardiff, che coinvolge anche gli studenti e giovani lavoratori europei, ed è questa la grande differenza con il “Programma Turing” annunciato da Boris Johnson in sostituzione dell’Erasmus: perché le borse di studio previste dal Galles saranno un vero programma di scambio destinate sia ai ragazzi gallesi (circa 15mila, secondo le stime di Cardiff) sia a quelli europei (oltre 10mila). Mentre il nuovo programma Turing fa fare esperienza all’estero esclusivamente agli studenti e giovani tirocinanti britannici, ma non coinvolge in alcun modo i loro pari europei. (F: Rep 22.03.21)
LIBRI - RAPPORTI – SAGGI
VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA
Rapporto edito da Associazione
Spazio Aperto – www.spazioaperto.org – 14.04.2021.
Lo sviluppo di una civiltà è
da sempre legato alla capacità di trasformare un’intuizione “scientifica”
–anche nella sua forma più arcaica e rudimentale – in un’innovazione
tecnologica capace di indirizzare il corso degli eventi. Questo legame tra
ricerca scientifica ed avanzamento culturale è quanto mai attuale in
considerazione del fatto che il progresso tecnologico di un paese – ora più che
mai – è in grado di determinarne il benessere collettivo, nonché il suo peso
socio-economico a livello internazionale. L’Italia, storicamente, ha più volte
giocato un ruolo predominante, non solo nell’antichità e nel Rinascimento, ma
anche in tempi più recenti, esprimendo alcune delle menti e dei gruppi di
ricerca più all’avanguardia in molte discipline scientifiche.
Il processo attraverso il
quale avviene il trasferimento dalla conoscenza scientifica all’innovazione
tecnologica, pur non essendo
sempre lineare, soprattutto in contesti di profonda mutazione degli
scenari geo-politici e di
congiunture socio-economiche particolarmente complesse ed in evoluzione, come
quelle che conseguono e conseguiranno all’attuale crisi sanitaria, costituisce
un percorso che va incentivato, assistito, accompagnato. Nella disamina che
segue, si vedrà come l’Italia disponga tutt’oggi di un potenziale altissimo in
termini di qualità della ricerca scientifica sia essa pubblica che privata;
tuttavia, si potrà notare, anche, come all’atto pratico, ricerca e industria
vivano una separazione sostanziale che ha comportato, e ancora oggi determina,
una incapacità nella valorizzazione dei migliori risultati della ricerca per il
nostro Paese. Si sottolinea sin da ora come il lavoro qui presentato si
riferisca principalmente al mondo delle discipline scientifiche, e non – o solo
parzialmente – alle scienze socio-umanistiche. Oggi, pur essendo stato
intrapreso un percorso teso a colmare il divario rispetto a Paesi storicamente
considerati “Start-up Nations” (Israele, Gran Bretagna, USA, Germania, Svezia)
– così come fatto da Francia e Cina che, in pochissimi anni, sono riuscite ad
entrare a pieno titolo in questo ristretto club di nazioni “innovatrici” – per
l’Italia il cammino è ancora lungo, nonostante talune iniziative di successo, a
causa soprattutto dell’assenza di un attore nazionale capace di coordinare i
tanti sforzi messi in campo,
che troppo spesso si
vanificano in mille iniziative finanziate, ma non coordinate. La disamina e la
proposta qui descritte nascono da un lavoro di analisi avviata già prima della
pandemia COVID-19 e sono finalizzate: (i) ad analizzare le iniziative presenti
sul panorama italiano nel delicato
ambito dell’innovazione, (ii)
a compararle con le migliori pratiche internazionali, (iii) a suggerire alcune
linee guida che possano contribuire a restituire all’Italia un posizionamento
tra le economie a più alta “produttività scientifica”, capace di favorire la
nascita di imprese ad alto contenuto tecnologico attraverso le quali garantire
la nascita di nuovi posti di lavoro ad alta qualifica professionale. (F:
Dall’Introduzione al Rapporto 14.04.21)
RIFORMA UNIVERSITARIA E RESPONSABILITÀ DISCIPLINARE DEI DOCENTI:
PROBLEMI E CRITICITÀ
Autore: Loredana Ferluga. Rivista Il lavoro nella giurisprudenza, pag.
362-368, 2021.
Con riferimento alla materia
disciplinare la legge di riforma dell’Università, pur non intervenendo sui
profili sostanziali degli illeciti e delle sanzioni disciplinari applicabili ai
docenti universitari, introduce due rilevanti novità, rappresentate dal
decentramento del potere disciplinare presso i singoli Atenei e
dall’introduzione dell’obbligo per tutte le Università di adottare codici
etici, la cui violazione può assumere rilievo disciplinare. Nel saggio si
evidenzia la necessità di un coordinamento tra le disposizioni contenute nel
codice etico e le norme disciplinari, che rappresenta l’occasione per le
Università di rimediare alla indeterminatezza del quadro degli illeciti e delle
sanzioni. (F: Abstract del saggio)
DIRITTO E AMMINISTRAZIONE DELLA SANITÀ - Approfondimenti a.a.
2019-2020. Il SSN alla prova dell'emergenza COVID-19. Profili problematici e
prime riflessioni sull'anno della pandemia.
A cura di: M. Gola, D. Donati, C. Tubertini. DOI 10.6092/unibo/amsacta/6628 .
Il presente volume raccoglie i risultati dei progetti di ricerca
elaborati dagli allievi del Master Universitario di I Livello in Diritto e
amministrazione della sanità, giunto nell'A.A. 2019/2020 alla 29° edizione,
presso la Scuola di Specializzazione in Studi sull'Amministrazione Pubblica
dell’Alma Mater Studiorum- Università di Bologna. Gli studi redatti si
concentrano tutti sulla situazione di emergenza legata alla pandemia da
Coronavirus, affrontata da tutti i più rilevanti profili istituzionali,
organizzativi e operativi, analizzati con uno sguardo anche al futuro per
cercare di valorizzare questa esperienza non prevista e di evidenziare quali
delle misure adottate si potranno stabilizzare, in prospettiva del rinnovamento
del sistema sanitario messo alla prova. (15.03.21)
USA. SWIMMING IN
THE SHOALS OF ACADEMIC RACISM IN US STEM
A new book examines
the psychological struggle under-represented, racially minoritised students
suffer in United States science, technology, engineering and mathematics or
STEM programs and provides searing analysis of the failure of what is often
touted by liberals as the gold standard of interacting with these groups of
students, the claim to being ‘colour blind’.
37% of American
colleges and universities have no black faculty in science, technology,
engineering and mathematics (STEM) programs, while 28% have one black faculty
in these programs. 53% of the full-time STEM professors in the historically
black colleges and universities (HBCU), such as Howard University in
Washington, DC, were white men. Of the nation’s 203 engineering faculties, half
reported having not a single black student. (F: N. M. Greenfield, UWN 21.03.21)
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