domenica 7 novembre 2021

INFORMAZIONI UNIVERSITARIE N. 2 2021 10.05.2021

LE PROFESSIONALITÀ E L’UNIVERSITÀ DEL FUTURO. INTERVISTA ALLA MINISTRA MESSA

L’Università italiana è in grado di preparare i giovani a quelle che l’Ue ha definito le professionalità del futuro?

“Occorre che i percorsi della formazione superiore soddisfino sempre più adeguatamente il fabbisogno di competenze espresso, oggi, dal mercato del lavoro. Per questo, ciò che stiamo facendo è avviare un percorso di cambiamento che parta dall’analisi e dall’ascolto di ciò che la pubblica amministrazione, le aziende, il settore produttivo chiedono e prevedono per il futuro. Abbiamo chiesto ai vari Ministeri competenti, da quello per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale a quello della Transizione ecologica, a quello della Pubblica amministrazione, le figure di cui avranno bisogno per portare avanti, negli anni, le politiche che stiamo promuovendo. Da qui partiremo per rivedere anche l’offerta di corsi universitari. E stiamo dando concretezza ad alcune riforme avviate nei mesi scorsi e pensate per garantire delle competenze interdisciplinari e una maggiore flessibilità dei percorsi di studio per quanto attiene alle attività formative affini o integrative, poiché sempre di più alla conoscenza tecnica si affianca la necessità di saper gestire, mediare e risolvere problemi”.

Come immagina l’Università del futuro?

“L’università che ripartirà dovrà ideare modalità di insegnamento blended, in presenza e a distanza, volta a formare studenti in modo più completo e agevole per loro. Immagino un’Università molto attenta nel dare un ambiente che sia compatibile con ciò che vogliamo oggi, con un’attenzione agli spazi, al verde, al digitale e alla sostenibilità ambientale. L’Università è pronta a essere vissuta in presenza e a costruire un modello inclusivo e innovativo che parta dalla trasformazione digitale ed ecologica. La immagino anche un’Università pronta a interagire sempre di più con il mondo produttivo, con una spinta alla mobilità e all’internazionalizzazione. La Covid ci ha mostrato che i confini non esistono; l’Università deve ritrovare questa sua dimensione che ha sempre avuto, ma che forse ha rischiato di perdere”. (F: P. Penna, qds.it 27.04.21)

 

UNIVERSITÀ DIFFAMATA E RIVALUTATA

Dopo che il 22 aprile u.s. il quotidiano la Repubblica ha pubblicato un articolo dal titolo evocativo, Inchiesta sull’università malata e sulla strage silenziosa del merito, il 26 aprile u.s. sulla rivista Il Mulino è comparso un articolo intitolato In difesa dell’università italiana, del quale si sintetizzano qui i passi salienti.  

Come già nel 2013 aveva argomentato Sabino Cassese su Il Mulino, era prevedibile che un sistema di valutazione congegnato in modo così complicato avrebbe prodotto un aumento dei ricorsi. Non sembra essere chiaro che quanto più la selezione per l’abilitazione diventa strict e rigorosa (resistendo alla tentazione di fare todos caballeros), tanto più aumenta la schiera di coloro che – a torto o a ragione – si sentono oggetto di un’ingiustizia nella valutazione dei titoli e delle pubblicazioni. Forse sfugge che quel sistema di abilitazioni, basato sulle famigerate mediane bibliometriche, per quanto imperfetto e necessario di revisioni, ha favorito proprio una profonda revisione del sistema di reclutamento baronale, producendo una sorta di empowerment dei giovani ricercatori. Per ottenere l’abilitazione più che portare le borse agli ordinari, ora si deve pubblicare (a volte anche troppo) su riviste di prestigio internazionale. Sfugge poi che il reclutamento, prevalentemente locale degli atenei italiani, dipende poco dai baroni ma piuttosto da un sistema di finanziamenti che non favorisce, anzi ostacola, la selezione degli esterni.

Molti dati di pubblico dominio restituiscono un’immagine ben diversa dell’università da quella che alcuni quotidiani diffamano. Ad esempio, una recente inchiesta condotta a partire dai ranking QS e THE sulle 1.000 migliori università a livello mondiale, mostra che vi rientrano il 40% di quelle italiane. Un dato, quest’ultimo, che colloca il nostro Paese davanti a Cina, Francia e Usa. Sul fronte della produzione scientifica, poi, i report forniti dalla banca dati di Scopus mostrano che l’Italia si colloca al 7° posto mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche e all’8° per numero di citazioni. L’ultimo rapporto Anvur disponibile (2018) sul posizionamento internazionale della ricerca italiana evidenzia che la crescita della produzione scientifica italiana è stata nell’ultimo decennio superiore alla media mondiale, e ciò ha consentito al nostro Paese di aumentare la propria quota sul totale, mentre gli altri Paesi europei più importanti (Francia, Germania e Regno Unito) la riducevano. Questi e altri dati indicano che la posizione della ricerca italiana nel complesso è oggi migliore rispetto a quella di grandi Paesi come Francia e Germania e superiore rispetto a quella degli Stati Uniti.

Infine, si può rilevare che la reputazione dei professori universitari presso l’opinione pubblica non è così compromessa come sembra indicare l’inchiesta de «la Repubblica». Almeno a giudicare dai dati di un’indagine pubblicata nel 2019 dallo stesso quotidiano sul «prestigio delle professioni». In una scala da 1 a 10, ben il 66% degli italiani attribuivano ai docenti universitari un voto superiore a 8, collocandoli al secondo posto della graduatoria, subito dopo i medici. I giornalisti, al contrario, si collocavano nelle ultime posizioni, poco sopra i politici, con appena il 47% dei consensi. (F: A. Favole, F. Ramella, R. Sciarrone, Il Mulino 26.04.21)

 

EFFETTI DELLA PANDEMIA SULLA PROPENSIONE PER LA FORMAZIONE TERZIARIA

Effetti della pandemia, con la didattica a distanza e il calo dei redditi familiari, sulla propensione per la formazione terziaria (immatricolazioni all’università): ATENEI PUBBLICI +3,9% - ATENEI PRIVATI (in gran parte telematici) -2,8%. In dettaglio:

ATENEI PUBBLICI +3,9% nell’insieme

MEGA ATENEI (+ di 40.000 iscritti) +3,8%; +4.326

ATENEI GRANDI (tra 20 e 40 mila iscritti) +8,8%; ca. +7.600

ATENEI MEDI (tra 10 e 20 mila iscritti) -4,3%; -2.088

POLITECNICI (PoliTo, PoliMi, PoliBa, Univ. Politecnica Marche) + 0,9%

ATENEI PRIVATI (in gran parte telematici) -2,8% nell’insieme

ATENEI PICCOLI (fino a 5.000 iscritti) ca. -13

ATENEI GRANDI (con più di 10.000 iscritti) -3,3% (salvo Bocconi +2,6%)

ATENEI MEDI (tra 5.000 e 10.000 iscritti) +2,8% (trainati dalla Luiss +10,9%).

(F: Report CRUI)

 

SUL LOCALISMO ACCADEMICO

Ciò che, in linea generale, colpisce della proposta di legge (approvata in data 27 aprile 2021 dalla VII Commissione della Camera dei Deputati - Cultura, Scienza e Istruzione - recante “Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca”) è il fatto che la lotta al localismo accademico sia declinata con misure punitive per i soli giovani aspiranti accademici e limitata al primo gradino della carriera accademica. Per evitare i danni peggiori della norma, sostiene Redazione Roars, si potrebbe prevedere una più ragionevole misura che richieda che il dottorato o almeno 24 mesi di contratti siano svolti in un ateneo o centro di ricerca diversi da quello dove è bandito un concorso – non necessariamente nell’ultimo quinquennio, ma in tutta la carriera. (F: Red.ne Roars 11.05.21)

 

A PROPOSITO DI MOBILITÀ DEI DOCENTI

“Come CUN, siamo convinti che la mobilità sia un valore, a patto che non sia imposta, ma piuttosto incentivata economicamente”. Bisognerebbe smettere di pensare sempre in termini di paletti, che poi significa giocare al ribasso, e invece puntare verso l’alto: chi è disposto a spostarsi, mettendo senz’altro in gioco la propria vita privata, deve essere adeguatamente incentivato, così come la sede che lo ospita. Come ad esempio una living allowance, sul modello Marie Curie. Non è peraltro detto che un giovane, formatosi all’interno di una scuola, debba per forza allontanarsene, magari pregiudicando lo sviluppo delle sue ricerche (in un sistema di mobilità imposta, se io lavoro in un centro leader su una certa tematica non è detto che il posto in cui sono costretto a spostarmi sia altrettanto valido). (F: simonemarcenaro, Roars 11.05.21)

 

ERC CONSOLIDATOR GRANTS 2020

L’Italia ha il numero maggiore di scienziati premiati nel continente con i consolidator grants 2020. I premi furono istituti nel 2013 dal Consiglio europeo della ricerca (ERC), prima emanazione scientifica dell’Unione. Ai nostri ricercatori sono andati, per l’edizione 2020 dei CoG, 47 premi.  I consolidator grants sono vere e proprie borse di studio. Significative – 2 milioni di euro in cinque anni – pensate per consolidare la ricerca sul campo. Nella “classifica per passaporto”, dietro di noi con 47 c’è la Germania con 45 ricercatori; poi la Francia con 27; il Regno Unito con 24, Spagna e Olanda con 21. Il risultato complessivo è ancora più importante se si considera che l’anno scorso eravamo quarti in Europa con 23 “grants”. Nell’edizione di questo dicembre 2020, in un anno di ricerca accelerata dalle esigenze pandemiche, abbiamo più che raddoppiato i riconoscimenti (e le sovvenzioni). Tuttavia, solo 17 (dei 47 grants di nazionalità italiana) sono stati ottenuti da ricercatori che operano in università o centri di ricerca nazionali. Trenta sono stati vinti all’estero, e renderanno migliori università straniere. (F: C. Zunino, La Repubblica 03.09.20)

 

REFERTO SUL SISTEMA UNIVERSITARIO 2021 APPROVATO DALLE SEZIONI RIUNITE DELLA CORTE DEI CONTI

Il referto sul sistema universitario 2021, approvato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti con delibera n. 8/SSRRCO/REF/21, approfondisce finanziamento, composizione, modalità di erogazione della didattica, offerta formativa e ranking delle università italiane (98 atenei di cui 67 statali, che comprendono 3 Scuole Superiori e 3 Istituti di alta formazione, nonché 31 Università non statali, di cui 11 telematiche). Seguono i rilievi salienti del referto. 

Sono ancora poco sviluppati i programmi d’istruzione e formazione professionale, le lauree professionalizzanti in edilizia e ambiente, energia e trasporti, ingegneria, e mancano i laureati in discipline STEM, e questo incide negativamente sul tasso d’occupazione.

La spesa per gli studi terziari, caratterizzata da tasse d’iscrizione più elevate di molti altri Paesi europei, grava quasi per intero sulle famiglie, vista la carenza delle forme di esonero dalle tasse o di prestiti o, comunque, di aiuto economico per gli Studenti Meritevoli Meno Abbienti.

Il numero dei giovani adulti laureati è aumentato costantemente nell’ultimo decennio, ma resta inferiore agli altri Paesi OCSE in quanto riconducibile sia a difficoltà d’entrata nel mercato del lavoro sia alla laurea che non offre, come in area OCSE,  più possibilità d’impiego di chi ha un livello d’istruzione inferiore. E le limitate prospettive occupazionali, con adeguata remunerazione, spingono sempre più laureati a lasciare il Paese (+41,8% rispetto al 2013).

Su collaborazione tra università e settore produttivo privato è positivo quanto svolto da uffici per il trasferimento tecnologico e imprese spin off, con notevole aumento della spesa per la protezione della proprietà intellettuale, più che raddoppiata nel 2016-19, come sono quasi raddoppiati i brevetti da attività di ricerca delle università. (F: Referto su università. Ufficio stampa - comunicato stampa n. 34 del 26/05/2021 della Corte dei conti)i

 

VIA LIBERA ALLA PROPOSTA DI LEGGE SUL RECLUTAMENTO DEI RICERCATORI

La commissione Cultura della Camera ha approvato la proposta di legge sul reclutamento dei ricercatori e del personale universitario, che porterà a una modifica dei concorsi e delle carriere per i ricercatori universitari. Cambia il concorso da ricercatore universitario. Ad oggi abbiamo il ricercatore di tipo A (3+2 e nessuno sbocco), che di solito si fa con anni di esperienza alle spalle, e quello di tipo B: si superano queste due figure e se ne crea una sola, quella di ricercatore universitario, con contratto a tempo determinato per un massimo di 7 anni ma sin dal terzo anno, dietro una valutazione di tipo nazionale, può diventare professore associato. Un terzo dei posti da ricercatore messi a bando sul triennio da un'università sono riservati a ricercatori che abbiano svolto almeno 3 anni in un ateneo diverso da quello che bandisce il concorso. Tutte le commissioni devono essere sorteggiate da un elenco nazionale di professori che afferiscono a quel settore scientifico. Nella composizione della commissione la maggior parte sono esterni. E anche il commissario interno viene sorteggiato.

Con questo progetto si introducono anche le borse di ricerca con una durata massima di 36 mesi e sono riservate ai giovani laureati, senza dottorato di ricerca. Poi è previsto un intervento sul titolo di dottorato di ricerca, il terzo ciclo di istruzione universitaria: un articolo è dedicato alla valorizzazione del titolo del dottorato di ricerca; chi lo prende vedrà il suo titolo con un maggior valore sia nella Pa che nel privato, diventando una risorsa anche per il resto della società; un altro intervento è sugli assegni di ricerca, con la qualificazione dell’assegnista, oggi lo si può fare solo con la laurea e noi prevediamo un dottorato di ricerca per l’accesso, con una durata massima di 4 anni.

Per saperne di più https://tinyurl.com/56w39u37 (F: fanpage.it 28.05.21)

 

 

CLASSIFICAZIONI DEGLI ATENEI

 

RANKING GREENMETRIC

Ranking GreenMetric valuta le politiche e le azioni “verdi” delle università. Nell’edizione 2020 del ranking l’UniBo conquista per il 4°anno consecutivo la prima posizione tra gli atenei italiani, e scala 4 posizioni nel mondo, passando dal 14° al 10°posto. Sono aumentate anche le università italiane presenti, passate da 29 a 31. Di queste, 5 sono nella top 50 mondiale: oltre all’Università di Bologna ci sono l’Università degli Studi di Torino (22/ma in classifica), il Politecnico di Torino (25), l’Università degli Studi dell’Aquila (40) e la Luiss Guido Carli di Roma (43). (F: euronews 09.05.21)

 

BEST MASTER'S AND PHD PROGRAMS IN THE ECONOMICS FIELD

A selection of the very best master's and phd programs in the economics field 2021-22 and offered by european universities:

University of Rome Tor Vergata, Rome, Italy

UB School of Economics, University of Barcelona, Barcelona, Spain

University of Luxembourg, Kirchberg, Luxembourg

University of Surrey, Guildford, UK

Paris School of Economics, Paris, France

University of Neuchâtel, Neuchâtel, Switzerland

Autonomous University of Barcelona, Barcelona, Spain

CERGE-EI, Prague, Czech Republic

NOVA School of Business and Economics, Carcavelos, Portugal

CEMFI, Madrid, Spain

Ruhr Graduate School in Economics (RGS Econ), Essen, Germany

Economics School of Louvain, Louvain-la-Neuve, Belgium

Barcelona Graduate School of Economics, Barcelona, Spain

University Carlos III of Madrid, Madrid, Spain

Adam Smith Business School, University of Glasgow, Glasgow, UK

Collegio Carlo Alberto, University of Torino, Turin, Italy

ISCTE – University Institute of Lisbon, Lisbon, Portugal

University of St. Gallen, St. Gallen, Switzerland

(F: INOMICS.com 26.04.21)

 

 

CRISI PANDEMICA DA CORONAVIRUS SARS-COV-2

 

VIRUS PANDEMICI GENERATI IN LABORATORIO

Risaputo che alcuni laboratori del mondo hanno la tecnologia per alterare virus naturali più o meno innocui e trasformarli in stipiti virali potenzialmente pandemici, l'ipotesi che Sars-Cov-2 possa essere figlio di un virus generato in laboratorio è ritenuta plausibile. Questi esperimenti detti Gof (Gain of function, acquisizione di funzioni) mirano a far acquisire a virus naturali o di laboratorio alcune caratteristiche come la virulenza o la trasmissibilità per poi studiarne i meccanismi in sistemi di ricerca artificiali. (F: I. Capua, CorSera  01.04.21)

 

SARS-COV-2 FORTHCOMING TRAJECTORIES: KEEP AN EYE ON ANIMALS!

To the best of my knowledge, mink is thus far the only species, apart from the human one, in which SARS-CoV-2, once acquired from man (so-called "spillover"), is able to undergo a series of mutational events leading to a virus subsequently re-transmitted to humans (so-called "spillback"), which is different from the one originally caught from their breeders and keepers. In light of the above, why not consider the possibility of vaccinating animals against SARS-CoV-2, with special emphasis on those living in close contact with humans and, overall, on intensely reared animals, such as minks and pigs?  As a matter fact, by encountering more and more susceptible (and non-immunized) animal hosts along its way, the possibility that SARS-CoV-2 will continue to "mutate" - independently from human mass vaccination against CoViD-19 - should be adequately taken into account, thereby utilizing a simultaneous "One Health" and "evidence-based" approach, the former of which reminds us that human, animal and environmental health are indissolubly linked to each other. (F: G. Di Guardo, Letter to BMJ may 2021)

References

1) Di Guardo G. (2020) - Animal models and pathogenetic insights to CoViD-19. Journal of Comparative Pathology 179: e1.

2) Shi J., et al. (2020) - Susceptibility of ferrets, cats, dogs, and other domesticated animals to SARS-coronavirus 2. Science 368: 1016-1020.

 

 

CULTURA DEL DIGITALE, DAD, INNOVAZIONE TECNOLOGICA

 

MASSIVE OPEN ONLINE COURSES (MOOC). II PANORAMA INTERNAZIONALE

La crescita mondiale vede in testa Coursera, con 31 milioni di nuovi iscritti nel 2020 (76 milioni in totale) e un raddoppio di fatturato, che ha portato la piattaforma made in Stanford ad avviare la quotazione in borsa. Seguono il provider di Harvard&Mit, edX, con 35 milioni di utenti, e il leader britannico FutureLearn con 15 milioni, entrambi in crescita del 30 per cento. Due le tendenze principali in termini di offerta: l'aumento di percorsi completi di laurea e master in formato Mooc e la moltiplicazione delle cosiddette "microcredenziali", più brevi e flessibili, con certificazioni delle competenze richieste dal mercato del lavoro. A oggi sono oltre 1.200 i programmi di questo tipo tra programs (FutureLearn), professional certificates (edX), specializations eguided projects (Coursera). (F: E. Bruno, V. Reda, IlSole 24Ore 29.03.21)

 

MASSIVE OPEN ONLINE COURSES (MOOC). II PANORAMA ITALIANO

Alla corsa ai MOOC si è iscritta anche l'Italia che vede sempre più atenei in campo grazie al ritmo impresso dai "pionieri". Prima per produzione, con oltre 160 corsi, resta la Federico II di Napoli con la sua "Federica Web Learning", unica compresa tra le prime 15 al mondo. Federica.eu è anche la prima piattaforma Mooc universitaria in Europa, con 300 corsi al suo attivo indusi quelli prodotti da altri atenei. Sono in sette ad averla scelta come partner per la produzione e la distribuzione dei propri corsi. Segue nella classifica di ClassCentral, hub di riferimento del settore, "Pok" del Politecnico di Milano, con 75 programmi dedicati al supporto della didattica curricolare e alla formazione permanente di professionisti e insegnanti: un settore in pieno sviluppo. Come dimostrano il corso "Introduzione al Debate" (che è tra i 30 più apprezzati nella classifica di ClassCentral 2020) e le varie iniziative di Pok Scuola Digitale. PoliMi e Federico II sono presenti anche sulle due principali piattaforme internazionali, edXe Coursera. A completare il podio italiano delle istituzioni con più di 20 Mooc è l'università di Modena e Reggio Emilia, con 23 corsi erogati su EduOpen la piattaforma consortile italiana che eroga oggi più di 300 corsi realizzati da 26 atenei. Chiudono la panoramica italiana l'Alma Mater di Bologna con 13 corsi erogati attraverso la piattaforma Book e l'Università Bocconi con 12 Mooc distribuiti da Coursera. (F: E. Bruno, V. Reda, IlSole 24Ore 29.03.21) V. tabella con gli ateni con più di 20 MOOC In EU.

 

RIGHTS DATA: MIGLIORARE LA GESTIONE DEI DATI SUI DIRITTI D’AUTORE

Il percorso che ha portato all’approvazione della direttiva europea sul diritto d’autore e il mercato unico digitale (Direttiva DSM) è stato punteggiato di scontri accesi tra posizioni più o meno favorevoli al rafforzamento del diritto d’autore in Internet. In fase di attuazione della direttiva, l’auspicio è che molte di queste posizioni possano conciliarsi attraverso l’innovazione digitale nella gestione dei diritti. È quanto proposto dalla Presidenza finlandese del Consiglio europeo con l’iniziativa denominata Copyright infrastructure che ha l’obiettivo di migliorare la gestione dei dati sui diritti d’autore, così da renderla più spedita e quindi meno costosa. In altri termini: in Internet gli utenti sono abituati a ottenere informazioni o accedere a servizi “in un click”; lo stesso deve essere possibile per ottenere un permesso di riutilizzo di un testo, o conoscere lo stato dei diritti di una foto, o per le azioni di contrasto della pirateria digitale. (F: agenda digitale 30.04.21)

 

 

DOCENTI. RICERCATORI

 

LO STAFF ACCADEMICO NELLE UNIVERSITÀ STATALI

Il personale accademico (misurato come numero di professori ordinari, associati e ricercatori a tempo indeterminato e a tempo determinato) nel sistema universitario italiano è nettamente inferiore dal punto di vista numerico rispetto a quello degli altri Paesi analizzati. Lo staff accademico impiegato nelle università statali italiane secondo gli ultimi dati disponibili sul sito del Miur conta circa 50.000 unità, mentre sono rispettivamente più di 80.000 in Francia, 95.000 in Spagna e addirittura più di 200.000 nel Regno Unito e più di 250.000 in Germania.

Come si rileva nella tabella scaricabile Teachers - Teaching staff - OECD Data  i dati sullo STAFF ACCADEMICO forniti dall’OECD** sono assai diversi da quelli del MUR in quanto i dati dell’OECD riguardano anche le università private mentre quelli del MUR riguardavano solo le università pubbliche (67 in Italia).

**ACADEMIC STAFF include personnel whose primary assignment is instruction, research or public service, holding an academic rank with such titles as professor, associate professor, assistant professor, instructor, lecturer, or the equivalent of any of these academic ranks. The category includes personnel with other titles (e.g. dean, director, associate dean, assistant dean, chair or head of department), if their principal activity is instruction or research. (F: MUR, OECD)

 

 

“RINGIOVANIRE IL CORPO DOCENTE”. LA CRUI APPROVA LA RIFORMA DELLA CARRIERA UNIVERSITARIA

L’assemblea della CRUI ha approvato all’unanimità la proposta di riordino della prima parte della carriera accademica (il cosiddetto pre-ruolo). Ovvero quel percorso che dal conseguimento del dottorato di ricerca conduce all’entrata nel ruolo di professore universitario. Il testo, frutto di mesi di lavoro collettivo di tutti i rettori, intende fornire un supporto alla discussione sul tema in corso presso il MUR e le Camere. Una proposta, spiega la CRUI, che vuole “ringiovanire il corpo docente, armonizzare il sistema di reclutamento italiano con gli standard europei e internazionali, rispondere al precariato attraendo i giovani di talenti, superare la dicotomia tra fra ricercatore di tipo A e ricercatore di tipo B e, grazie a una pianificazione di risorse, migliorare il rapporto studenti/docenti per raggiungere la media europea”. Il documento della CRUI, rispondendo alle esigenze di riforma previste dal Next Generation Europe, “nasce dalla volontà di rendere sempre più attrattive le carriere di ricerca nel nostro paese, in un momento storico in cui abbiamo preso coscienza del valore della ricerca e dell’alta formazione per affrontare la complessità delle sfide di domani”. (F: Corriere Università 24.04.21)

 

SERVONO PIÙ DOCENTI PER MIGLIORARE LE PERFORMANCE DEGLI ATENEI

Il nostro Paese ha (2018) un investimento pubblico nell’università di poco più di 7 miliardi (più o meno lo stesso, in valori nominali, del 2010), contro i 25 della Francia (+10%, 2010-18) e i 31 della Germania (+38%; dati European University Association). Ci vorrebbe una «union sacrée» su un’agenda semplice: molta più università, per molti più ragazzi e ragazze (e adulti) italiani. In tutto il Paese. Contrariamente a quanto si sente ancora ripetere, il numero di università in Italia è minore che in tutti gli altri Paesi europei (anche tenendo conto della differenza dei sistemi nazionali; si veda Whed). E’ ben articolato territorialmente. Ed è benissimo che sia così: perché le università svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo regionale: sia perché consentono una frequenza molto maggiore, anche a quanti non sono in grado di migrare; sia perché interagiscono profondamente con il sistema culturale in senso lato (con la cosiddetta terza missione), sia con il sistema economico (con le fondamentali attività di ricerca collaborativa e di trasferimento, specie se tarate su realtà e bisogni locali) dei territori. Cosa ancora più importante nelle regioni più deboli: nelle cui università dovrebbe essere favorita l’assegnazione e la circolazione di docenti; e non penalizzata, come avviene in Italia grazie ad indicatori per cui il «merito» corrisponde alla ricchezza dei territori. A riguardo, occorrerà massima chiarezza sui «campioni territoriali di ricerca» ipotizzati dal PNRR. Nella complessità delle norme tecniche, in fin dei conti quella universitaria è questione politica. In cui si contrappongono due visioni. Una «oligarchica»: poche sedi eccellenti con pochi, ben noti e autodefinitisi docenti eccellenti e per pochi studenti eccellenti. Una «democratica»; come suggerisce la senatrice Cattaneo: «strategie e programmi per rinforzare le capacità diffuse di ricerca in ogni ambito del sapere», favorendo «l’innovazione e lo sviluppo dei territori». E’ questa la scelta da compiere. (F: G. Viesti, CorSera Università 22-03.21)

 

ASSENZA PER MALATTIA DEI DOCENTI

Corte Costituzionale (sentenza 03.03.21 n. 28). É illegittimo, in riferimento all'art. 3 Cost., l’art. 68, comma 3, del D.P.R. n. 3 del 1957 (Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato), relativo perciò al personale docente in particolare nella parte in cui, per il caso di gravi patologie che richiedano terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti, non esclude, dal computo dei consentiti diciotto mesi di assenza per malattia, i giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital e quelli di assenza dovuti alle conseguenze certificate delle terapie. (F: Oss. Univ. 03.03.21)

 

FAVORIRE LA MOBILITÀ DEI DOCENTI E DEGLI STUDENTI

La Consulta (sent. n. 42 19.03.21) ha ribadito “la naturale vocazione dell’istituzione universitaria a favorire la mobilità, oltre che dei docenti, anche degli studenti, al fine di incentivare e valorizzare le attività sue proprie e la loro tendenziale universalità”. Ma solo i docenti e i ricercatori che animano la comunità universitaria italiana, costretti a vivere le proprie prospettive di carriera nel recinto di un intollerabile e strutturale localismo, sanno quanto distante sia il sistema lasciatoci in eredità dalla legge Gelmini dalla possibilità di dare concreta attuazione dell’importantissimo principio (della mobilità) che la Consulta ha avuto il merito di scandire a chiare lettere. (F: Red.ne Roars 30.03.21)

 

RICERCA & SVILUPPO. NUMERO DI RICERCATORI

L’Italia rimane ancora distante dalle performance di altri Paesi, facendo registrare una intensità delle spese in R&S rispetto al PIL (nel 2018 pari all’1,4%) decisamente più bassa della media OCSE (2,4%), tanto nel settore pubblico quanto nel privato (0,9% contro una media OCSE dell’1,7%). Una barriera importante allo sviluppo e alla competitività del sistema economico è rappresentata dalla limitata disponibilità di competenze, con un numero di ricercatori pubblici e privati più basso rispetto alla media degli altri Paesi avanzati (il numero di ricercatori per persone attive occupate dalle imprese è pari solo alla metà della media UE: 2,3 % contro 4,3% nel 2017). In aggiunta si registra il fenomeno, consistente e duraturo, della perdita di talento scientifico tecnico, soprattutto dei giovani. Un esodo di capitale umano altamente qualificato dovuto anche a una ridotta domanda di innovazione da parte del mondo delle imprese. (F: G. Ruggiero, agenda digitale 01-05.21)

 

 

DOTTORATO

 

DOTTORATO. STATISTICHE EUROSTAT E ISTAT. RIFORMA DELLA DISCIPLINA DEI DOTTORATI. DOTTORATI INNOVATIVI

In Italia il numero di dottorati di ricerca conseguiti è attualmente tra i più bassi nella UE, con una costante riduzione negli ultimi anni (circa 40% in dieci anni tra il 2008 e il 2019). Secondo le statistiche armonizzate di EUROSTAT, in Italia solo 1 persona su 1.000 nella fascia di età da 25 a 34 anni completa ogni anno un corso di dottorato, rispetto a una media UE di 1,5 (2,1 in Germania).  L’ISTAT rileva, inoltre, che quasi il 20% delle persone che completano ogni anno un dottorato di ricerca si trasferisce all’estero, mentre chi rimane in Italia soffre di un profondo disallineamento tra l’alto livello di competenze avanzate che possiede e il basso contenuto professionale che trova sul lavoro. Nelle intenzioni del governo c’è di riformare, attraverso un Decreto Ministeriale entro il 2021, la disciplina dei dottorati di ricerca, semplificando le procedure per il coinvolgimento di imprese e centri di ricerca (aprendo i percorsi al coinvolgimento di soggetti esterni all’università), nonché di finanziare l’ampliamento del numero delle borse per i dottorati di ricerca e per i dottorati collegati alla qualificazione dell’azione della pubblica amministrazione e nel campo dei beni culturali. La riforma mira, infatti, a rafforzare le misure dedicate alla costruzione di percorsi di dottorato innovativo, non finalizzati alla carriera accademica, che serviranno ad aumentare l’efficacia delle azioni delle Amministrazioni pubbliche. In collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica, sono previsti 3.000 dottorati in più, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse di studio. (F: G. Ruggiero, agenda digitale 01-05.21)

 

 

FINANZIAMENTI. SPESE

 

LA DISTRIBUZIONE DELLA QUOTA PREMIALE DEL FFO AI DIPARTIMENTI

A parte i fattori correttivi previsti sulla quota premiale del FFO in modo che non generi troppa disuguaglianza (che credo influenzino non poco il risultato finale in termini di Gini), sollevo un ulteriore spunto di riflessione. Eccezion fatta per i Dipartimenti di Eccellenza non mi risulta che ci sia nessun meccanismo che leghi il contributo di un dipartimento al risultato finale in termini di VQR e quindi di quota premiale ai fondi che riceve dall'Ateneo. Al contrario molti atenei credo distribuiscano in maniera più o meno equilibrata la quota premiale ai dipartimenti in base ad algoritmi che spesso premiamo la numerosità delle teste (dopo tutto i voti contano uno e non pesano per dove pubblichi). Per cui non solo tutti gli Atenei ricevono più o meno lo stesso, ma anche i dipartimenti dentro gli Atenei ricevono più o meno lo stesso.  Non si vede allora come questo possa motivare o contribuire alla qualità della ricerca. (F: Max, lavoce.info 17.03.21)

 

ATENEI DI SERIE A. A-, B+ e B?

«La ricerca ad alto livello non può essere distribuita uniformemente tra università» e i finanziamenti vanno concentrati sulle università migliori o «eccellenti». E’ la sintesi della tesi di Tito Boeri e Roberto Perotti (lavoce.info). In Italia i prodotti di qualità scientifica più elevata non sono concentrati in pochi atenei di punta (come quelli del Golden Triangle inglese), ma sono relativamente dispersi fra molte sedi. Il fatto che la migliore ricerca sia frammentata fra diversi atenei ci aiuta a spiegare come mai le università italiane risultino pressoché assenti fra le top 100 in tutti i ranking internazionali basati su produttività e impatto della ricerca, mentre sono molto numerose (più di quelle francesi e spagnole) fra le top 500 o le top 1.000. Una possibile spiegazione sta appunto nell’elevata dispersione dei migliori ricercatori italiani fra atenei diversi, che fa sì che molti atenei risultino di buona qualità scientifica, ma (quasi) nessuno «eccellente» attività. Come si può fare allora a costruire dei poli di attrazione senza rinunciare alla buona qualità scientifica media dei nostri atenei? La risposta è che si può cercare di valorizzare (anziché appiattire) le differenze esistenti all’interno di uno stesso ateneo. Un primo modo per farlo è quello di riconoscere e incentivare una specializzazione di ciascuna università in alcune aree scientifiche, cioè una differenziazione interna a ciascun ateneo per quanto riguarda l’intensità e la qualità della ricerca. Un secondo è quello di prendere atto della pluralità di funzioni che le università sono oggi chiamate a svolgere (dalla formazione di base a quella specialistica, dalla ricerca pura a quella applicata, dal contributo allo sviluppo territoriale alla presenza in network internazionali) e di valorizzare questa pluralità premiando quelle strutture universitarie che svolgono al meglio alcune di queste funzioni anche a scapito di altre, anziché quelle che hanno una performance media su tutte. Nessun ateneo, del resto, può svolgere tutte quelle funzioni allo stesso livello di qualità in tutti i campi del sapere. Mentre la possibilità di dare vita ad alcuni poli di specializzazione è aperta alla maggior parte degli atenei, in cui esistono nicchie potenzialmente molto competitive. La pluralità ed eterogeneità delle aree scientifiche su cui ciascun ateneo può provare a costruire dei poli di attrazione consentirebbe una certa distribuzione su tutto il territorio nazionale, frenando la tendenza a creare pochi atenei di serie A collocati nelle aree più dinamiche del Paese e una maggioranza di teaching universities nelle zone più periferiche. (F: M. Regoni, CorSera q18.03.21)

Risposta a Regini di Boeri e Perotti: “Gli atenei e i dipartimenti non d’eccellenza avranno sempre un ruolo importante”. Quindi tutto quello che scriviamo è consistente con la proposta di Regini, che vuole dipartimenti (e non atenei) di serie A e B. Anche noi. Questo risulterà presumibilmente in atenei di serie A. A-, B+ e B».

 

IT vs. UK. LA QUOTA PREMIALE DEL FINANZIAMENTO STATALE

IT vs. UK. Le entrate del sistema universitario statale IT sono poco meno di 1/3 di quelle delle. top-57 università UK. Il finanziamento statale per studente in UK è quasi doppio di quello italiano. La quota premiale in Italia (23.8% delle entrate totali degli. atenei) è ca. il triplo di quella inglese (7,9%). in Italia la quota premiale pesa ormai per un ammontare medio per docente di circa €40 mila. In Inghilterra la quota premiale è pari all’’ammontare medio per docente di circa €14 mila. (F: Roars maggio 2021)

 

 

LAUREE – DIPLOMI - FORMAZIONE POST-LAUREA – OCCUPAZIONE

 

IL QUADRO IN CUI I PERCORSI UMANISTICI DEBBONO IMPEGNARSI

L’ultimo decennio ha fatto registrare una certa flessione nell’appeal delle lauree umanistiche, in un processo che ha coinvolto anche gli studi giuridici. Oggi stiamo assistendo a un cambio di tendenza. Come si trasformerà nel prossimo futuro la figura del giurista? Alla domanda ha risposto la prof.ssa Serena Quattrocolo: “La qualità e la solidità della preparazione tecnico-giuridica si devono sposare con la capacità di preparare professionisti che opereranno in contesti interculturali, nei quali sarà essenziale la capacità di individuare e analizzare problemi nuovi, per poi provare a immaginare opportune soluzioni. Questo mi pare il quadro in cui tutti i percorsi umanistici possono e debbono impegnarsi: la profondità dell’analisi e del pensiero non deve essere una qualità a sé stante, bensì lo strumento per interpretare e migliorare la realtà che viviamo”.  (F: alessandria24.com 20.03.21)

 

OLTRE CHE SULLE STEM POTENZIARE LE COMPETENZE ANCHE SUL FRONTE DELLE AREE UMANISTICHE E SOCIALI

La transizione digitale e ambientale orienta la formazione e la ricerca verso la costruzione di competenze nell’ambito delle discipline STEM che garantiranno maggiori possibilità di carriera e condizioni economiche più elevate. Ma è altrettanto vero che affinché l’evoluzione tecnologica e digitale possa svilupparsi a servizio del progresso sociale, in termini di uguaglianza, inclusione, accessibilità ai servizi universali ed effettività dei diritti fondamentali, è necessario potenziare le competenze anche sul fronte delle aree umanistiche e sociali. In questo scenario, l’università è destinata ad assumere un ruolo strategico, non solo nella ricerca e nell’alta formazione, ma anche, e soprattutto, come soggetto istituzionale che dialoga con la società contribuendo al suo sviluppo sociale, culturale ed economico, e ponendosi, quindi, come punto di raccordo tra imprese, società civile e territorio. (F: M. Interlandi,  Linkiesta 21.03.21)

 

I LAUREATI PIÙ RICERCATI DALLE AZIENDE

Dalla prima edizione dell'Osservatorio Nazionale annuale sul recruitment online di giovani neolaureati in Italia, realizzata da Tutored lstartup, che si propone come punto d'incontro digitale di studenti universitari e neolaureati con le aziende, si apprende che nel 2020 i più ricercati dalle aziende sono i laureati in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) con il 49% ed Economia (31%).  L'Osservatorio, che ha preso in considerazione i dati raccolti nell'intero anno 2020, si basa sull'attività ad elevato engagement degli oltre 500.000 studenti iscritti alla piattaforma e di 50 grandi aziende e multinazionali, le cui interazioni hanno generato più di 87.000 candidature nell'anno di riferimento per le opportunità di lavoro pubblicate. Secondo l'indagine inoltre un annuncio di lavoro su 3 è relativo all'area Informatica&Tecnologia. Al primo posto tra le competenze ricercate, in 7 settori su 10, è la capacità di teamworking. La soft skill più apprezzata dalle aziende è la capacità di problem solving. (F: ANSA 30.03.21)

 

CORSI DI LAUREA A N. RO PROGRAMMATO: AMMISSIONE AD ANNI SUCCESSIVI AL 1° Benché il D.M. MIUR n. 218 16.06.20 in alcun modo preveda limitazioni all’iscrizione per i candidati già laureati, ma attualmente iscritti ad alcun corso di laurea universitario, per il TAR Emilia Romagna (sentenza n. 198 03.03.21) risulta del tutto ragionevole che le singole università possano escludere dalla procedura di ammissione al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia per l’anno accademico 2020/2021, ad anni successivi al primo tramite procedura di riconoscimento dei crediti, coloro che abbiano già conseguito la laurea, in modo da consentire detta iscrizione agli anni successivi al primo ai candidati che – pur essendo regolarmente iscritti ad un corso di laurea universitario – non abbiano ancora raggiunto tale obiettivo. (F: Oss. Univ. 03.03.21)

 

ACCESSO ALLE PROFESSIONI, VERSO L'ABOLIZIONE DELL'ESAME DI STATO

Accesso alle professioni, verso l'abolizione l'esame di Stato: per il momento riguarda solo medici, farmacisti, veterinari, odontoiatri, geometri e psicologi ma in futuro potrebbe interessare molte più professioni. La possibilità di accedere alla professione senza passare per l’esame di stato, in un futuro non molto lontano, potrà essere applicato anche ai laureati in legge, in economia e commercio o in ingegneria. Il DDL che rende la laurea valida come esame di Stato, il cui iter è iniziato in Commissione alla Camera il 12 aprile scorso e per il quale il termine degli emendamenti è fissato al 4 maggio, non lo prevede ancora perché riguarda solo le professioni sanitarie, ma la strada sembra segnata. «Mi auguro ci possa essere un percorso simile anche per altre lauree anche se al momento non è previsto - dice Valentina Aprea, FI, membro della commissione Istruzione della Camera - è giusto invece prevedere subito tirocini e lauree abilitanti per le professioni mediche, come si fa già all’estero». (F: Gazz. Sud 24.’5.21)

 

 

ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE ISTITUZIONALE

 

PROGRAMMI TERZIARI DI CICLO BREVE IN ITALIA E OCSE

I programmi terziari di ciclo breve sono generalmente concepiti per un orientamento di tipo

professionale e rappresentano il secondo percorso più diffuso di accesso all’istruzione terziaria in media nei Paesi dell’OCSE, dopo i programmi di laurea di primo livello. Se le attuali tendenze dovessero continuare, si prevede che in Italia l’1% degli adulti dovrebbero iniziare un ciclo breve dell’istruzione terziaria (Istituti Tecnici Superiori) prima di aver compiuto 25 anni di età rispetto a una media del 10% nei Paesi dell’OCSE.

 

L’ ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE ISTITUZIONALE DEVE PARTIRE DAGLI ITS

Nell’intervista a Tuttoscuola sul tema dell’istruzione tecnica superiore, Valerio Ricciardelli, ingegnere e Maestro del Lavoro, suggerisce di attivare gli “Stati Generali” per discutere su come l’Istruzione Tecnica (nel quadro dell’Istruzione terziaria a ciclo breve. Livello ISCED 5 – vedi Tabella) possa essere leva strategica per supportare una crescita economica sostenibile e immediata di una parte importante del nostro sistema industriale (siamo il secondo Paese manifatturiero in Europa), e nel contempo generare nuova occupazione qualificata e stabile e prevenire perdite occupazionali conseguenti a Industry 4.0. Se non ci fossero le condizioni per gli Stati Generali sostiene che si potrebbe optare su un gruppo ristretto di esperti di riconosciuta competenza, a cui dare l’incarico di scrivere, in brevissimo tempo, un piano concreto delle cose da fare e di come farle, partendo dalla priorità dell’istruzione tecnica terziaria, quindi degli ITS.

A suo giudizio il nostro sistema Paese ha bisogno di una Technical Education che si articola su tre livelli: low (equivalente della formazione professionale), medium (equivalente dell’istruzione tecnica quinquennale) e high (equivalente degli ITS, annuali e biennali). Il Paese ha bisogno di questi tre livelli perché se si osserva l’organizzazione delle imprese industriali, dei loro processi chiave, dei trend in atto nel sistema competitivo del manufacturing mondiale, si osserva che i profili professionali del prossimo futuro (perché bisogna guardare a quelli, non ai profili di oggi) si articolano sui tre livelli citati. Se si analizza l’offerta di formazione tecnica di molte società private, ci si accorge che più del 50% dei loro corsi riguarda argomenti che dovrebbero far parte dell’offerta istituzionale, dove i curricoli non sono stati aggiornati. Poi è chiaro che c’è una percentuale di nuovi contenuti innovativi che dovranno sempre essere erogati dai know how owner, ma un conto sono i contenuti innovativi che competeranno sempre a loro, un conto sono i contenuti che ormai sono diventati la piattaforma di base dell’istruzione tecnica istituzionale. La quale deve partire dagli ITS. A regime servono almeno 40.000 diplomati l’anno. E occorre andare a regime in due, tre anni al massimo. Qui il problema non è la progettazione dei profili ma la costruzione del sistema. I profili nell’ambito industriale potrebbero essere una decina o poco più, tra settore industria e settore terziario avanzato. La logica è sempre la stessa: fare delle figure “madri” che poi le aziende “curvano” o “customizzano” sulla base delle loro necessità. (F: O. Niceforo, tuttoscuola 05.03.21)

 

 

INDIRE: LE IMPRESE CERCANO 20MILA DIPLOMATI MA NE TROVANO SOLO 5MILA

Ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori, ma ne trovano solo 5 mila. Sono ancora bassi, quindi, i numeri dei diplomati in queste vere e proprie Accademie del Made in Italy. Un segmento dell’istruzione professionalizzante terziaria in cui, grazie al contatto diretto con il mondo produttivo, i ragazzi maturano competenze nell’innovazione tecnologica multidisciplinare e digitale.

Un investimento sul futuro che è necessario promuovere attraverso un percorso di informazione e orientamento dedicato ai giovani e alle loro famiglie. È questo il senso degli ITS POP DAYS, la prima fiera virtuale degli Istituti Tecnici Superiori, organizzata da Confindustria e Umana, in collaborazione con Indire. Un viaggio di tre giorni che consentirà di vedere da vicino le peculiarità e le potenzialità di queste realtà formative. Le linee guida del Recovery Fund indicano tra i primi driver proprio la formazione e l’occupazione giovanile e il PNRR ha destinato 1,5 mld in 5 anni agli ITS. Un’occasione da non perdere per promuovere la scelta degli Istituti Tecnici Superiori come leva per creare occupazione e rispondere al fabbisogno delle imprese. (F: Comunicato Indire. https://www.orizzontescuola.it 05.05.21)

 

GLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI PILASTRO EDUCATIVO DELL’ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE

Nel suo discorso d'insediamento il presidente del Consiglio Mario Draghi parla degli ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (ITS) come del "pilastro educativo" della rinascita nazionale. La nicchia sta per diventare mainstream, tanto che il Recovery Plan prevede di quintuplicare le risorse per questi istituti in cui la competenza tecnologica segue passo passo la pratica aziendale. Guai a chiamarli "scuole": gli Its sono istituti di istruzione post diploma, ovvero imparentati con le università. Non danno lauree, non ti fanno dottore, ma affinano alte competenze tecnologiche e garantiscono la quasi certezza di un posto di lavoro: dopo due anni passati tra aule, laboratori e impianti industriali, l'80 per cento dei ragazzi è assunto in azienda, nel 90 per cento dei casi con funzioni coerenti al percorso appena concluso. Se poi i ragazzi sono quelli dei corsi in meccatronica e tecnologie digitali dell'Its Umbria, gli stessi numeri tendono a scavallare quota 100 per cento. "Questi istituti funzionano se rispondono a un bisogno reale del territorio" dice Antonella Zuccaro, a capo del team di ricerca Indire, che stila la graduatoria nazionale. "In Umbria, come in altri Its dedicati all'aerospazio, alla nautica, alla meccanica o ad altre filiere produttive, l'osmosi con il mondo imprenditoriale espone da subito i ragazzi alla dimensione pratica della conoscenza". "La nostra vera forza è la flessibilità" spiega il direttore Modugno. "A stabilire il piano di studi è un comitato scientifico dove siedono manager, imprenditori e docenti universitari, mentre a tradurlo in pratica sono decine di accademici, professori, tecnici o manager che si trasformano in docenti Its solo per il tempo necessario a raggiungere i nostri obiettivi". Non per nulla in dieci anni gli Its sono rimasti una scelta per pochi, con 18 mila studenti a fronte di 1.650.000 iscritti all'Università e 2.700.000 alunni delle superiori: "Nonostante l'alto tasso di abbandoni, le famiglie italiane hanno ancora il mito dell'Università" spiega Antonella Zuccaro. "Ma a frenare la crescita degli Istituti tecnici superiori è anche un cronico deficit di programmazione: prima del diploma i ragazzi sono in grado di valutare l'offerta universitaria ma non i corsi Its che farebbero per loro". Poi però venne Draghi, e prima di lui la ministra Azzolina, che già a settembre affidava al Recovery Plan il compito di strappare gli Its alla marginalità. La seconda vita degli Its parte da un miliardo e mezzo di fondi straordinari in cinque anni: si tratta di iniettare solidità senza togliere flessibilità. Non semplice: "Vogliamo moltiplicare le classi, ampliare i laboratori, creare un campus per i fuorisede" sogna Modugno. Passare dalla nicchia per pochi all'eccellenza di massa. (F: R. Oriani, Rep Venerdì 09.04.21)

 

GLI ITS (ISTITUTI TECNICI SUPERIORI) VERSIONE ITALIANA DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALIZZANTE DOPO LE SCUOLE SECONDARIE

Gli ITS (Istituti tecnici superiori), nati nel 2010, sono la versione italiana dell’istruzione professionalizzante dopo le scuole secondarie, ampiamente presente in Europa. L’orientamento è laboratoriale, con classi piccole (25-30 allievi), stage e docenti provenienti direttamente dal mondo del lavoro. A febbraio 2021 esistevano 109 istituti, con 723 corsi attivi. Molti media si sono limitati a ricordare che i nostri ITS sono ispirati dal sistema tedesco (delle Fachhochschulen), ma manca una corretta prospettiva temporale. Le Fachhochschulen sono il risultato ultimo di riforme basate su un "innalzamento di livello" degli Istituti tecnici (Fachschulen), in un percorso di circa mezzo secolo. Intorno al 2015 esse avevano circa 900.000 studenti (contro 1,7 milioni di studenti universitari) su cicli formativi ben superiori ai due anni. Gli ITS sono una esperienza di successo, ma si tratta di una realtà esigua (i diplomati intorno al 2020 erano di poco superiori ai 5000). (F: A. Gavosto e M. Turi, lavoce.info 24.05.21)

 

CINQUANT’ANNI D’INIZIATIVE PER ARRIVARE AGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI IN ITALIA

Risalgono a 50 anni fa le iniziative intraprese in Europa, e anche in Italia, per varare un sistema di formazione tecnica superiore applicata alternativo rispetto ai percorsi universitari. Ma mentre la Germania varava le Fachhochschulen (1968), e decisioni simili venivano prese in Francia (gli IUT triennali nascono nel 1966, e si aggiungono ai corsi biennali BTS, Brevet de Technicien Superieur, introdotti nel 1962) e nel Regno Unito (i Polytechnics nascono nel 1965), l’Italia vedeva arenarsi nel giro di un anno il suo tentativo di avviare analoghi percorsi in via sperimentale in sette istituti tecnici d’eccellenza, capeggiati dall’ITIS Malignani di Udine. Fu la Corte dei Conti a bloccare l’iniziativa nel 1970 con una motivazione tipicamente burocratica: l’incompetenza del MPI a rilasciare titoli al di là del diploma di maturità (era previsto il rilascio del diploma di “tecnologo”). Ma il sistema politico di allora, anche per responsabilità delle potenti lobbies universitarie, ostili al progetto, non ebbe la forza di imporre quella che sarebbe stata una svolta decisiva per la scuola e l’istruzione superiore italiana. Vent’anni dopo, per iniziativa del ministro Ruberti, le università furono invitate a istituire al proprio interno Diplomi universitari, di durata triennale, che andarono incontro a un rapido fallimento perché le università si dimostrarono incapaci di gestire percorsi di formazione superiore applicata, troppo distanti dalle loro tradizioni accademiche. E anche perché Ruberti dovette cedere alla pretesa del mondo universitario di porre i trienni in sequenza con le lauree (mentre l’idea giusta sarebbe stata quella di metterli in parallelo). Anche il tentativo della ministra Moratti di promuovere l’istituzione di almeno 60 istituti superiori, denominati Istituti Superiori di Tecnologia (IST) fu anch’esso bloccato, a distanza di pochi mesi, dalla mancanza di certezze finanziarie e giuridiche, oltre che dalla ribadita ostilità del mondo universitario (facoltà di Ingegneria in testa) ad attribuire il titolo di “Ingegnere diplomato” a chi completava questo percorso: lo stesso titolo, si noti, riconosciuto in Germania a chi esce dalle Fachhochschulen, mentre il titolo di “Ingegnere” senza ulteriori specificazioni è riservato a chi esce dalla Universität.

In Italia bisognerà attendere il 2010 per vedere nascere un ristretto numero di ITS (Istituti Tecnici Superiori, biennali e in qualche caso triennali), che in dieci anni hanno diplomato poche migliaia di studenti all’anno restando lontanissimi dai numeri (centinaia di migliaia) registrati nelle corrispondenti istituzioni dei Paesi prima indicati. (F: tuttoscuola 03-03.21)

 

COME SOSTENERE L’AFFERMAZIONE DEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI

Gli ITS hanno avuto finora una modesta affermazione dal punto di vista quantitativo, e, come ha sostenuto Alessandro Mele in un articolo pubblicato nel supplemento ‘Buone Notizie’ del Corriere della Sera, una prima spiegazione potrebbe essere collegata al loro insufficiente finanziamento. Ma non basterebbe un più adeguato finanziamento se non accompagnato da altre misure che avvicinino il sistema ITS ai modelli europei. Mele suggerisce, in questa direzione, “in primo luogo l’istituzionalizzazione dell’attività degli ITS, attraverso la stabilizzazione delle risorse e il superamento della logica del finanziamento per bandi a favore del merito, sulla base dell’analisi dei risultati (in termini di occupazione, coerenza dell’impiego con il percorso, iscrizioni, etc). In secondo luogo, l’aumento del numero di corsi e non del numero di fondazioni” perché “diversamente dalla formazione di base, cui è richiesta una capillarità territoriale molto spinta, quella specialistica deve poter aggregare le migliori competenze attorno a qualificati centri per la formazione, la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico”. E infine una modalità di investimento che sia nel tempo “decrescente in conto capitale per le strutture (sedi, laboratori, studentati), crescente per l’auspicato incremento degli allievi nei prossimi 5 anni di attuazione del piano, fino a raggiungere gli obiettivi previsti dal piano stesso”. Servirà anche un efficace e capillare lavoro di orientamento (già dalla scuola media, preceduto da attività di formazione dei docenti), una robusta campagna di comunicazione verso le famiglie e un lavoro di raccordo degli attuali Istituti tecnici e professionali con questa fascia dell’istruzione superiore.

Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi (“ITS, una riflessione dieci anni dopo”, Tuttoscuola marzo 2021).

ha rilevato che “l’offerta di una formazione tecnica superiore si deve aggiungere e non sostituire alle attuali offerte secondarie e universitarie, per contribuire a colmare quel deficit educativo, sia in termini di dispersione scolastica, che di basso livello di istruzione, che il nostro Paese ha rispetto a tutti gli altri paesi avanzati e che rischia di essere il vero freno a una ripresa successiva non solo alla crisi pandemica, ma anche all’uscita da trenta anni di stagnazione e bassa crescita”. (F: tuttoscuola 03.03.21)

 

UNA STRETTA INTEGRAZIONE DEI CANALI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALIZZANTE UNIVERSITARIA ED EXTRA-UNIVERSITARIA, COME GLI ITS, POTRÀ COLMARE IL DIVARIO CON IL RESTO D’EUROPA SULL’ISTRUZIONE PROFESSIONALIZZANTE?

Il PNRR si propone di investire €1,5 MLD, con l’obiettivo di raddoppiare i frequentanti degli ITS nel 2026 e di formare 42 mila diplomati nel 2021-26, obiettivo nettamente inferiore alla domanda di qualificati professionali da parte delle imprese italiane di qui al 2024 (137 mila unità), secondo l’indagine Excelsior di Unioncamere. Per colmare il divario con il resto d’Europa sull’istruzione professionalizzante occorrerebbe, secondo Gavosto e Turi, mettere in campo la “capacità produttiva” dell’università, potenziando le lauree triennali professionalizzanti. E, d’altra parte, le esperienze europee vanno nella direzione di integrare in modo stretto i canali della formazione professionalizzante universitaria ed extra-universitaria, come gli Its. Il tema del coordinamento fra Its e università e del mutuo riconoscimento dei crediti formativi è appena sfiorato nel PNRR. Il riferimento alla recente positiva decisione degli atenei emiliani di collaborare con gli istituti superiori della regione è incoraggiante, ma le note difficoltà del mondo accademico ad attivare percorsi professionalizzanti rendono arduo il percorso.  (F: A. Gavosto e M. Turi, lavoce.info 24.05.21)

 

Grafico. Diplomati degli Istituti tecnici superiori (ITS) e tasso d’occupazione a un anno dal titolo.

Gli Its forniscono un ottimo sbocco lavorativo: oltre l’80 per cento dei diplomati trova occupazione entro un anno, valori superiori ai corsi di laurea triennali in economia (68 per cento) e ingegneria (77 per cento). La principale debolezza è data dalla loro scarsa diffusione. Il numero di diplomati nel 2018 è stato di 3.536: davvero pochi se confrontati agli altri paesi europei e alle esigenze del nostro sistema produttivo. Come si può osservare nel grafico, il ritmo di sviluppo non è mai stato particolarmente vivace. Per il 2019, il Piano nazionale anticipava un numero superiore ai 5.200 diplomati. (F: Indire)

 

 

RICERCA

 

ISTRUZIONE E RICERCA NEL RECOVERY PLAN

Ministra Messa: «Nel Recovery plan c'è un capitolo dedicato a istruzione e ricerca con 14 MLD d’investimento. È l'occasione per migliorare la ricerca ed eliminare i suoi gap mettendo in campo maggiori risorse e riforme per portare un profondo cambiamento nel sistema». Inoltre «Occorre una semplificazione normativa molto importante nell'ambito della ricerca e poi una riforma sulla formazione data agli studenti, che deve essere più flessibile, deve permettere alle università di aprire in modo più semplice corsi e dottorati innovativi». (F: LaStampa 30.03.21)

 

LA RICERCA NEL PNRR. PARTENARIATI ALLARGATI

L’investimento, implementato dal MUR, mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca e innovazione, realizzati da partenariati allargati a Università, centri di ricerca e imprese. L’investimento medio in ogni programma sarà circa di €100 milioni, con un contributo per ogni progetto di importo compreso tra €5 e 20 milioni e un contributo per l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di importo compreso tra €15 e 25 milioni per ogni programma e un numero medio di 100 ricercatori per programma. I programmi verranno selezionati sulla base della rispondenza a tre criteri: adesione agli obiettivi e alle priorità del PNR, livello di TRL e di SRL (Society Readiness Level) e coerenza con i programmi europei. Tra i target significativi vi è la percentuale di ricercatrici a tempo determinato, che, per effetto dell’attuazione di questa misura, dovrebbe salire, dall’attuale 34%, al 40%. (F: G. Ruggiero, agenda digitale 28.04.21)

 

LA RICERCA NEL PNRR. ECOSISTEMI DELL’INNOVAZIONE E COSTRUZIONE DI “LEADER TERRITORIALI DI R&S”

La misura, attuata dal MUR, si concretizza attraverso il finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni territoriali di R&S” selezionati sulla base di procedure competitive con attenzione alla capacità di promuovere progetti di sostenibilità sociale. Ogni progetto dovrà presentare in misura significativa i seguenti elementi:  attività formative innovative condotte in sinergia dalle Università e dalle imprese e finalizzate a ridurre il mismatch tra competenze richieste dalle imprese e competenze fornite dalle università, nonché dottorati industriali; attività di ricerca condotte e/o infrastrutture di ricerca realizzate congiuntamente dalle Università e dalle IMPRESE, in particolare le PMI, operanti sul territorio; supporto alle startup; coinvolgimento delle comunità locale sulle tematiche dell’innovazione e della sostenibilità. F: agenda digitale 28.04.21)

 

LA POLVERE SI DEPOSITA SUL PIANO AMALDI PER LA RICERCA SCIENTIFICA

Il piano Amaldi x la ricerca, all’attenzione mediatica per gran parte del 2020, ha raccolto più di 33mila firme in una lettera al governo, e chiede il raddoppio degli investimenti pubblici per arrivare all'1% del PIL in 6 anni, mantenendo il rapporto 2:1 tra ricerca di base e applicata. A oggi investiamo solo lo 0,5% del PIL, ossia 9 miliardi di euro, mentre la Francia spende lo 0,8% e la Germania è già all’1% del PIL (30 MLD). Il Piano Amaldi non è una semplice richiesta di "più soldi", ma nei suoi 4 punti articola una proposta di riforma del sistema della ricerca e prevede, oltre a finanziamenti una tantum, anche investimenti strutturali.

Al momento però la situazione appare statica: anzi la polvere si deposita sul Piano Amaldi che viene diluito in una cacofonia di appelli e proposte che invece di "fare quadrato" attorno al piano mirano a spartirsi le briciole, scrive F. Ronchetti su Domani, e pone tre quesiti: “1°. Perché il Mur non riceve e fa suo il Piano Amaldi come proposta base per la riforma del sistema della ricerca e non si avvale del contributo delle personalità che hanno portato avanti e sviluppato in dettaglio il piano? 2°. Perché continua con una logica compromissoria nei confronti di accademia ed enti di ricerca, così come verso gli interessi industriali, invece di dispiegare un modello ‘Fraunhofer italiano’ (punto n. 4 del Piano Amaldi) per il trasferimento tecnologico verso le industrie? 3°. Perché il Piano Amaldi non è oggetto di interesse anche dei ministeri delle Attività produttive, della Transizione ecologica, della Digitalizzazione e anche del ministero del Sud?”. (F:  F. Ronchetti, Domani 09.04.21)

 

ALTRI 7 PIÙ 20 CENTRI DI RICERCA?

Nella bozza del PNRR vi è l’intenzione d’introdurre, nel già diffuso, complesso e sottofinanziato sistema della ricerca pubblica del Paese, altri 7 più 20 centri di ricerca: 7 campioni nazionali di ricerca e sviluppo e 20 campioni territoriali di ricerca e sviluppo. Si chiede Elena Cattaneo, intervenendo al senato, se non sia proprio la mancanza di conoscenza di ciò che già abbiamo il motivo per cui ciclicamente viene proposta la creazione di centri e strutture ex novo. E crede che, oltre a non avventurarsi nella creazione di nuovi centri che non discendano da un’analisi della loro necessità, sia importante lavorare per valorizzare le eccellenze diffuse nel Paese. Ad es. la Germania, nel promuovere il programma della sua strategia d’eccellenza, non ha creato nuovi enti, ma ha aperto bandi e ha messo in competizione gli enti esistenti. Nella prima fase, per gli anni 2006-2011, prevedeva infatti un investimento di €1,9 miliardi e nella seconda fase, per gli anni 2012-2017, visto l’esito positivo, ha messo in gioco €2,7 miliardi. Si potrebbe veramente fare così. (F: E. Cattaneo, Roars 04.04.21)

 

UN SISTEMA TRASVERSALE DELLA RICERCA TRA MUR E MISA

Secondo la ministra Messa “il nostro sistema ricerca sarebbe più forte se si creasse un SISTEMA TRASVERSALE DELLA RICERCA attraverso i ministeri di competenza”, come Mur e MiSa. “Basterebbe fare bandi congiunti, mettere insieme in maniera ottimale fondi Mur con fondi Salute”, non un fondo comune, “ma basterebbero dei tavoli tecnici che mettano a fattore comune le principali linee di ricerca e poi ogni ministero potrebbe lavorare ognuno con le proprie linee di ricerca”. La RICERCA ha bisogno di fondi, di collegamenti fra i vari settori, di ricercatori che possano fare ricerche in tempi non biblici, e che ci si concentri sul PASSAGGIO “DALLA RICERCA AL BUSINESS”, su cui stiamo cercando di introdurre riforme e risorse finanziarie per facilitare questo sistema al momento molto frammentato”. (F: C. Messa, corriere  università 09.04.21)

 

COME PREMIARE CHI FA LA RICERCA MIGLIORE

La ricerca ad alto livello non può essere distribuita uniformemente tra atenei e dipartimenti; non tutti gli atenei possono essere “eccellenti”. E questo per almeno due motivi. Il primo è l’esternalità da aggregazione: due buoni cervelli nello stesso posto si stimolano a vicenda e producono ricerca ancora migliore, lasciati separati a interagire con colleghi mediocri languono. Il secondo sono i costi fissi: soprattutto nelle scienze “dure”, il costo di laboratori e attrezzature all’avanguardia può essere sopportato solo dagli atenei più grandi. Meglio avere un’attrezzatura costosa, ma all’avanguardia in un solo ateneo che un’attrezzatura più a buon mercato distribuita su due atenei.

La conseguenza di tutto questo è duplice: almeno una parte dei finanziamenti all’università deve premiare la ricerca migliore; e questa quota premiale, se assegnata seriamente, sarà necessariamente concentrata. (F: T. Boeri, R. Perotti, lavoce.info 17.03.21)

 

 

SISTEMA UNIVERSITARIO

 

LE LINEE-GUIDA DEL MINISTERO DELLA RICERCA E DELL’UNIVERSITÀ

La ministra Messa, che si prepara a presentare in Parlamento le linee guida del ministero, spiega che «ci saranno tre aree» di intervento. La prima è «investire sul capitale umano per avvicinarci dall’1,4% del Pil in ricerca di oggi al 2,1% della media europea, perché i ricercatori che devono avere un aumento sia qualitativo che quantitativo dei riconoscimenti». Il secondo è «risolvere la discontinuità e la frammentazione dei progetti e portare il mondo della ricerca e dell’innovazione verso la soluzione delle problematiche e farli lavorare insieme». Il terzo è «rendere competitivo l’intero sistema, favorire lo scambio tra Università ed enti di ricerca pubblici e tra pubblico e privato e la mobilità delle persone in Italia e all’estero per far parlare a tutti la stessa lingua». (F: CorSera Economia 16.03.21

 

IL CUN (PARERE 24.02.21) SU “LINEE GENERALI D’INDIRIZZO DELLA PROGRAMMAZIOME DELLE UNIVERSITÀ 2021-23”

Il CUN ha auspicato uno snellimento dell’eccessiva complessità del processo e vigilanza sulla costituzione di società commerciali di Università non statali legalmente riconosciute . Il CUN ribadisce la raccomandazione di semplificare l’impianto dei programmi d’Ateneo che appaiono troppo articolati sia da progettare sia da monitorare nel tempo, anche alla luce delle limitate risorse dedicate. Il parere elenca, inoltre, una serie di questioni legate ai singoli articoli, come il peso della quota premiale, il monitoraggio degli indicatori e le eventuali compensazioni in caso di mancato raggiungimento degli stessi, il Fondo per il sostegno giovani e l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi. (F: Oss Univ 24.02.21)

 

ALLE UNIVERSITÀ NON COMPETE PIÙ LA QUALITÀ DI ORGANI DELLO STATO, BENSÌ QUELLA DI ENTI PUBBLICI AUTONOMI

I giudici del Tar Calabria (sentenza n. 238 del 01-02-21) rilevano che “alle università statali, dopo la riforma della l. 168/1989 sull’autonomia universitaria, non compete più la qualità di organi dello Stato, bensì quella di enti pubblici autonomi”; ne consegue che, ai fini della rappresentanza e difesa da parte dell’Avvocatura dello Stato, non opera il patrocinio obbligatorio previsto dagli artt. da 1 a 11 del r. d. 30 ottobre 1933, n. 1611, bensì, in virtù dell’art. 56 del  r. d. 31 agosto 1933, n. 1592, non abrogato dalla legge n. 168 del 1989, il patrocinio c.d. autorizzato (o facoltativo) disciplinato dagli artt. 43 e 45 del r. d. n. 1611 del 1933, con facoltà per l’Ateneo di non avvalersi dell’Avvocatura dello Stato con apposita e motivata delibera. (F. diritto.it aprile 21)

 

 

STUDENTI

 

LE IMMATRICOLAZIONI UNIVERSITARIE. L’IMPATTO DELLA PANDEMIA E DELLA CORRELATA CRISI ECONOMICA

Nel primo anno accademico post Covid-19 il sistema universitario non registra, infatti, drastici contraccolpi: i nuovi immatricolati sono poco più di 7.000, pari a un incremento del 2,3%. Gli atenei di Perugia e Bergamo si posizionano agli estremi della polarizzazione: il primo aumenta il numero degli immatricolati del 37,5% (+1.658 studenti), il secondo lo riduce del 35,4% (-1.913). Il complesso degli atenei pubblici vanta una crescita apprezzabile delle immatricolazioni (+3,9%), mentre gli atenei privati, in gran parte telematici, subiscono una contrazione (-2,8%). L’adozione, anche da parte degli atenei pubblici, della didattica a distanza in maniera generalizzata ha di fatto scardinato il punto di forza dell’attrattività delle università telematiche private. I quattro politecnici mostrano una sostanziale stabilità degli immatricolati, appena 134 unità in più (+0.9%). la Bocconi è l’unica università privata di grandi dimensioni a segnalare un leggero incremento degli immatricolati (+71, pari al +2,6%). Riassumendo. La pandemia smorza ma non arresta la crescita degli immatricolati. Varia, tuttavia, la dinamica dell’attrattività, differenziata tra tipologie e territori. Com’era ragionevole attendersi, gli atenei localizzati nelle città più duramente colpite dal Covid-19 lo scorso anno risultano in ridimensionamento e il loro bacino di reclutamento accentua il carattere locale. (F: D. Cersosimo, R. Nisticò, Il Mulino 12.04.21)

 

UN FOCUS SUL DIRITTO ALLO STUDIO PUBBLICATO DAL MINISTERO DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA. AUMENTANO BORSE E IDONEI, MA RIMANGONO GLI ESCLUSI

I dati contenuti nel “Focus sul diritto allo studio universitario”, aggiornati al 31 gennaio 2021, dicono che nel 2019/2020 sono state 223.299 le borse di studio messe al servizio degli studenti universitari italiani idonei al conseguimento, con una copertura di €714 milioni. Oltre ad aumentare il numero di borse di studio (+58,3% negli ultimi 5 anni) aumenta anche il numero degli studenti idonei beneficiari che, sempre con riferimento al 2019/2020, si attesta al 97,6%, crescendo rispetto al 93,7% del biennio 2015/2016.

Il Nord-Est e il Centro hanno una copertura totale e quasi totale delle borse, ma si rileva un forte divario rispetto alle Isole, dove la copertura degli studenti idonei è dell’85,6%. Per le borse v. grafico.

Quanto ai posti letto, se da un lato i posti convenzionati per borsisti, studenti Erasmus e altre categorie sono cresciuti dell’1,3% dal 2015/16 al 2019/20, è altrettanto vero che solo nell’ultimo anno la dotazione totale è calata da 43.021 a 42.732. La necessità di assegnare stanze doppie per uso singolo al fine di rispettare le norme di sicurezza anti-pandemia ha costretto le università ad accantonare 3.900 letti. E lo stesso vale per i posti messi a disposizione nelle mense che rispetto a 5 anni fa si sono ridotti di oltre il 26 per cento. (F: M. Di Ruggiero, liveunict 09.04.21; E. Bruno, IlSole24Ore 09.04.21)

 

PRESTITI AGLI STUDENTI

Nella maggior parte dell’UE gli Stati finanziano gli studenti per mantenersi all’università, che restituiscono poi il prestito a tasso fisso sulla busta paga dopo la laurea. In Germania il 12% degli studenti ricorre ai prestiti statali, in DK il 19%, nei Paesi Bassi il 54% e in GB addirittura il 94%. In Italia, invece, gli studenti che usufruiscono dei «prestiti d’onore» sono meno dell’1%, anche perché queste forme di finanziamento sono erogate da banche o finanziarie e la garanzia del Fondo pubblico per il credito ai giovani è del 70%. (F: MB FT dataroom@rcs.it 23.03.21)

 

LA RESIDENZA DEI CANDIDATI AI TEST D’INGRESSO NON PUÒ ESSERE CRITERIO SOVRAPPONIBILE AL MERITO

Legge stabilità 2019. Nei test d’ingresso ai corsi universitari la Provincia (di Trento) ...  può promuovere: (…) una riserva di un numero di posti non interiore al 10% per candidati residenti in provincia di Trento, nell’ipotesi di parità di merito con candidati non residenti. Ma con la recente sentenza del 19 marzo 2021, n. 42, i Giudici della Corte costituzionale hanno dichiarato incostituzionale l’idea che al criterio del merito possa essere sovrapposta la volontà politica di favorire l’accesso all’istruzione universitaria degli studenti italiani ed europei sulla base della residenza dei candidati. “L’operatività della riserva di posti introdotta dalla disposizione impugnata ... si presta ad assumere infatti una portata lesiva del principio di uguaglianza”. (F: Red.ne Roars 30.03.21)

 

 

VARIE

 

GIUSTIZIA: I GIUDICI AMMINISTRATIVI CON DOPPI E TRIPLI LAVORI E MIGLIAIA DI SENTENZE PENDENTI

Il mestiere per cui sono stati assunti i magistrati è quello di occuparsi dei ricorsi. Nel 2020 erano 22.600 i procedimenti pendenti al Consiglio di Stato, e 135.400 al Tar. L’arretrato è un mostro che divora le legittime aspettative di giustizia dei cittadini. Ma i magistrati non possono fare di più, perché si sono dati un tetto massimo di sentenze al mese, anche a tutela della qualità. Ma poi hanno fatto una norma sullo smaltimento dell’arretrato. Chi si offre volontario viene pagato in più a sentenza. Uno schema perfetto per proteggere chi fa altro. (F: M. Gabanelli,  V. Piccolillo, CorSera 02.04.21)

 

PROGRAMMA DI STAGE CORTE COSTITUZIONALE – UNIVERSITÀ

Il programma offre l’opportunità di svolgere presso gli Uffici dei Giudici costituzionali e/o presso il Servizio Studi dei tirocini indirizzati a sei laureati in giurisprudenza iscritti a un percorso di studi post lauream. Il periodo di formazione mira a far approfondire le tematiche del diritto costituzionale e della giustizia costituzionale. Inoltre, è finalizzato all’acquisizione di una conoscenza diretta e concreta dell’attività della Corte.

 

 

VARIE INFO IN BREVE DI MARZO

 

- Cassazione civile, pronuncia n. 15173/2019: il dipendente pubblico che viene ammesso a frequentare i CORSI DI DOTTORATO DI RICERCA, che non usufruisca di borse di studio, può conservare il trattamento economico di cui gode presso l'amministrazione di appartenenza. StudioCataldi

 

- Lo studio Altems. Ogni euro investito dalle aziende in STUDI CLINICI su efficacia e sicurezza delle terapie produce un ritorno di 2,77 euro. Tra i benefici per il SSN la fornitura gratuita delle cure da erogare ai pazienti e le entrate per le strutture pubbliche circa 15mila. REP

 

- In 2020, five countries led in COVID-19 RESEARCH efforts: the UNITED KINGDOM, THE UNITED STATES, CHINA, INDIA and ITALY.

 

- As of March 2021, RESEARCH&DEVELOPMENT BUDGETS in the OECD are estimated to have increased in real terms by 6.2% in 2020. This estimate represents a marked increase over 2019, when R&D budgets increased by 3.2% on the previous year.

 

- Borse di studio. Importi minimi, ogni anno, stabiliti da decreto del Miur: quello per il 2020/21 è di 1.981 euro per gli studenti in sede, 2.898 euro per i pendolari e 5.257 per i fuorisede. Nell’anno 2019/2020 hanno ottenuto la BORSA DI STUDIO 224.177 STUDENTI su 231.258 aventi diritto. CdS

 

- A 5 anni dal lancio il MASTER MBA della Business school del PoliMi in modalità totalmente telematica e in inglese, conferma il suo prestigio anche nella classifica del Financial Times: ha raggiunto la top 10 (8° posto) ed è prima in Italia e quinta in Europa. skuolanet

 

- Dal 2007-2008 negli Stati Uniti le iscrizioni ai CORSI DI HUMANITIES, le discipline umanistiche sono crollate. In alcuni dipartimenti sono state dimezzate. In media è un calo che va dal 15% al 30%. E le ragioni sono numerose, come dimostra questo articolo https://tinyurl.com/jtbt2tp3 lk

 

- La SPESA PUBBLICA NELL’UNIVERSITÀ italiana raggiungeva nel 2019 appena lo 0,4% del Pil, molto più bassa non solo rispetto a Francia (1,1%), Germania (1%), Spagna (0,8%), ma anche alla media Ue 0,9%). dataroom

- Nell’atto d’indirizzo del Ministro della PA si legge che in fase di concertazione si discuterà di una NUOVA AREA PROFESSIONALE dove si dovrebbe collocare il personale apicale con funzioni organizzative e gestionali, in possesso di LAUREA e di elevate capacità “professionali, tecniche e organizzative”. money

 

- Massive open online courses (MOOC). Il successo, almeno quantitativo, della formula è nei numeri: oltre 180 milioni di iscritti (quasi il doppio dei 2020) ai 17mila corsi online gratuiti sulle principali piattaforme internazionali, con l'italiana Federico II di Napoli che si conferma leader europea. Sole

 

- La DaD ha rivoluzionato gli istituti scolastici. Il 1° decreto "Cura Italia" del 2020 ha permesso d’acquistare oltre 432mila device e supporti didattici e stabilire 100mila connessioni al web. Altri 331 milioni sono stati stanziati in settembre e il 27.09 altri 85 milioni alle singole scuole. Sole

 

- Gli ATENEI LUISS e LUMSA hanno inaugurato lauree magistrali e master dedicati alla GREEN ECONOMY. Il polo intitolato a Guido Carli ha puntato su un corso biennale utile a interpretare la transizione ecologica partendo da basi giuridiche e approcci interdisciplinari. CdS Roma

 

- Unioncamere e Anpal. L’ICT (INFORMATION AND COMMUNICATIONS TECHNOLOGY) in controtendenza: +36,5% di assunzioni entro maggio. Si tratta dell’unico settore, insieme alle costruzioni, con curva in salita. Quasi 37mila i lavoratori ricercati dalle aziende. CorCom

 

- INERZIE MUUR. Inerzia 1: ritardo di oltre 200 giorni del Bando speciale x progetti di ricerca a contrasto dell’emergenza COVID. Inerzia 2: condotta dilatoria della ministra UR nella nomina del presidente del CNR. inerzia 3: nel bandire elezioni per nuovi rappresentanti del CUN in alcune aree. da Roars

 

- R&D SPENDING. ITALY registers a LOW INTENSITY OF R&D EXPENDITURE compared to GDP (in 2018 equal to 1.4%) much lower than the OECD average (2.4%), in both public and private sector. Public R&D spending reached 0.5% of GDP in 2018, the second lowest level among the EU-15 countries. OECD

 

- Nel 2020 i più ricercati dalle aziende sono stati i LAUREATI in (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, STEM) con il 49% ed Economia (31%). Al 1° posto tra le competenze ricercate in 7/10 settori la capacità di teamworking. Soft skill più apprezzata la capacità di problem solving. ANSA

 

- INDOOR SPACES. Spending a lot of money on disinfecting surfaces is useless, because it is rare for SARS-CoV-2 to pass from one person to another through contaminated surfaces. Inexpensive CO2 monitors can provide a rough measure of whether or not ventilation is adequate. Nature Br

 

- All’incontro online "Per il futuro della ricerca in Italia. Storie, profilo e criticità dei protagonisti: gli ASSEGNISTI DI RICERCA" (ca. 15.500 in IT), organizzato dalla Scuola Sup. Sant’Anna di Pisa,  la ministra Messa: "Sistema da rivedere", la rettrice Nuti: "Sono loro l’Italia del domani". lanaz

 

- Il Governo ha emanato il Decreto Legge 22.03 n. 41 (cd. DECRETO SOSTEGNI), il cui art. 33 detta “Misure a sostegno delle UNIVERSITÀ, delle istituzioni AFAM e degli enti di ricerca“ aumentando

il Fondo per le esigenze emergenziali specialmente digitali di €78,5 mln per il 2021. Oss. Univ.

 

- Esame d’ACCESSO AI CORSI UNIVERSITARI: la Corte costituzionale (sentenza 19.03.21 n. 42) dichiara discriminatorie le riserve d’ammissione previste per l’Università di Trento a favore degli studenti della provincia, in caso di parità di punti con studenti provenienti da altre regioni. Oss. Univ.

 

- Con sentenza 24.03.21 n. 1974 il TAR Campania ha affermato che, nell’ambito di una procedura di CHIAMATA, i CRITERI DI VALUTAZIONE devono “essere stabiliti prima che siano noti i nominativi dei candidati, e, ovviamente, prima dello svolgimento delle prove cui si riferiscono”. Oss Univ 

 

- TAR Lazio (sent. n. 2467 01.03.21). Devono prevalere i divieti di cui all’art. 9, c. 4, D.M. 218/20, ove si prevede che, per la PROVA D’AMMISSIONE AI CDL IN MEDICINA E CHIRURGIA e in Odontoiatria, non sia consentito in ogni caso l’uso della calcolatrice scientifica né della tavola periodica degli elementi. Oss Univ

 

- RE-EDUCATION. Gli UIGURI sono una minoranza turcofona musulmana che vive nello Xinjiang, Regione autonoma nel Nord-Ovest della Cina strategica per risorse e posizione. Si stima che dal 2017 in centinaia di campi di RIEDUCAZIONE ne siano stati rinchiusi oltre un milione. CorSera

 

 

VARIE INFO IN BREVE DI APRILE

 

-  University presidents from 30 countries have signed a ‘JOINT STATEMENT OF GLOBAL UNIVERSITY LEADERS ON THE 2030 AGENDA FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT’, witnessed by United Nations officials, committing themselves to collaborate to address global challenges caused by climate change, natural disasters, pandemics, inequality, and unemployment. UWN

 

-  Da Next generation EU maggiori risorse possono colmare il divario sul n. ro di DOTTORATI DI RICERCA l’anno (9.000 in IT contro 15.000 in Francia e 28.000 in Germania) o quello sul n. ro di RICERCATORI PUBBLICI: 75.000 in IT contro 110.000 in Francia e 160.000 in Germania. EC Roars

-  Con la recente sentenza del 19 marzo 2021, n. 42, i Giudici delle leggi hanno dichiarato incostituzionale l’idea che al criterio del merito possa essere sovrapposta la volontà politica di favorire l’accesso all’istruzione universitaria degli studenti italiani ed europei sulla base  della residenza dei candidati.

-  Aggiornamenti ANVUR a VQR 2015-19: Posticipo data per indicazione prodotti attesi a livello Dipartimento; Comunicazione sugli indicatori citazionali internazionali di fonte WOS; Integrazione informazioni sugli indici citazionali per GEV 13b; Nota d’accomp.to a pubbl.ne informazioni sugli indici citazionali intern.li del GEV 13a. Oss Univ

- L'Italia non è stato il Paese più prudente del Vecchio continente. Le sue 29,7 settimane di CHIUSURA DELLE SCUOLE sono state battute, nell'ordine, da Repubblica Ceca (33,9 settimane), Slovacchia (32,7), Lettonia (32,4), Romania (31,9) e Polonia (30,6).

 

- Quale l’impatto di pandemia e correlata crisi economica sulle immatricolazioni universitarie in IT? Il complesso degli atenei pubblici vanta una crescita delle immatricolazioni (+3,9%), mentre gli atenei privati, in gran parte telematici, subiscono una contrazione (-2,8%). Il Mulino

 

-  Parisi (Lincei): “Non ha molto senso creare NUOVI ENTI DI RICERCA, mentre ne ha dare vita a nuove iniziative di ricerca per collegare professionalità già esistenti e acquisirne di nuove. Messa (Min. UR): " ... non convinceva la proposta di istituire 7 nuovi Istituti Nazionali di ricerca". askanews

 

-  Le ASSUNZIONI DEI PROFESSORI secondo ministra Messa: “Penso a una TERNA DI CANDIDATI selezionati dalla commissione all'interno della quale l'università possa scegliere il docente che, a parità di qualità, meglio risponde alla propria offerta formativa”. ItaOggi Min. Messa:

-  “Rivedrò il DECRETO SUL DOTTORATO per facilitare l'interlocuzione con l'esterno, in modo tale che i dottorati restino in capo all'università che li promuove, e che deve garantirne la qualità, ma prevedendo che possano essere condivisi da altri atenei, enti di ricerca, imprese”. AR ItaOggi

- La FONDAZIONE PER LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA A ORIENTAMENTO PROFESSIONALE (FUP) costituitasi in Emilia-Romagna è un partenariato pubblico-privato finalizzato alla progettazione, promozione e gestione delle NUOVE LAUREE AD ORIENTAMENTO PROFESSIONALE. RdC

 

-  Alle ORIGINI DEL CORONAVIRUS ci sono 3 IPOTESI in campo: la PRIMA è quella del “contadino di Wuhan” che avendo mangiato carne di pipistrello ed essendo stato ammorbato dal virus animale per zoogenesi, avrebbe poi trasmesso la malattia alla moglie e di lì a tutto il pianeta. FP mentepolitica

 

-  Italian universities have been among the world leaders in leading the research response to COVID-19. Elsevier’s Scopus database, which QS uses to track university research production, identifies Italy as the world’s fourth-largest contributor to COVID-related research output.

 

-  DATI DEL 2020 DEL CENSIMENTO PERMANENTE DELL’ISTAT e di TRUENUMBERS.

Parlamentari italiani laureati: 60% nella legislatura 2018-2023, non ha un titolo di laurea il restante 40% (375 su 950 del totale di deputati e senatori). Hanno la laurea alla Camera 441 su 630 deputati, al Senato 219 su 320 senatori. 23 su 21 i ministri laureati del governo Draghi.

 

-  PNRR. Investimenti raggruppati in 16 componenti e organizzati in 6 missioni, oltre metà assorbiti da digitalizzazione (22% dei fondi) e “rivoluzione verde” (30%). Seguono ISTRUZIONE e RICERCA (17%), infrastrutture (13%), inclusione e coesione (10%), salute (8%). wired

 

-  Con il RECOVERY PLAN l’esame di Stato coinciderà con quello di laurea per l’ABILITAZIONE ALLE PROFESSIONI di odontoiatra farmacista veterinario psicologo geometra agrotecnico perito agrario perito industriale. Il tirocinio abilitante sarà svolto durante gli anni universitari.

 

-  Il sistema di abilitazioni, basato su mediane bibliometriche ... ha favorito una profonda revisione del reclutamento baronale. Per ottenere l’ASN più che portare le borse agli ordinari, ora si deve pubblicare (a volte anche troppo) su riviste di prestigio internazionale. AF FR RS Il Mulino

 

-  In un’indagine pubblicata nel 2019 da “La Repubblica” sul «prestigio delle professioni», in una scala da 1 a 10, ben il 66% degli italiani attribuivano ai DOCENTI UNIVERSITARI un voto superiore a 8, collocandoli al 2° posto della graduatoria, subito dopo i medici. AF FR RS Il Mulino

 

-  Un’inchiesta condotta a partire dai ranking QS e THE sulle 1.000 MIGLIORI UNIVERSITÀ a livello mondiale, mostra che vi rientrano il 40% di quelle italiane. Un dato, quest’ultimo, che colloca il nostro Paese davanti a Cina, Francia e Usa. AF FR RS Il Mulino

 

-  Sul fronte della PRODUZIONE SCIENTIFICA, i report forniti dalla banca dati di Scopus mostrano che l’Italia si colloca al 7° posto mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche e all’8° per numero di citazioni. AF FR RS Il Mulino

 

-  L’ultimo rapporto Anvur (2018) sul posizionamento internazionale della ricerca italiana evidenzia che la crescita della PRODUZIONE SCIENTIFICA italiana è stata nell’ultimo decennio superiore alla media mondiale. AF FR RS Il Mulino

 

-  I 10 PAESI più economici in Europa per conseguire il DOTTORATO DI RICERCA:  1. Germania 2. Danimarca 3. Francia 4. Finlandia 5. Svezia 6. Belgio 7. Ungheria 8. Italia 9. Norvegia 10. Ucraina - G. Torbet, INOMICS

 

-  PNRR. Sulla scelta di allocare le risorse vi sono critiche da varie parti al governo, per esempio per gli SCARSI FONDI ALLOCATI SULLA RICERCA e la totale dimenticanza del piano Amaldi (per portare entro il 2026 all’1,1% del pil la quota di fondi destinati alla RICERCA). wired

 

-  La classifica russa ROUND UNIVERSITY RANKING (Rur) confronta prestazioni (teaching, research, international diversity and financial sustainability) di 867 università di 85 Paesi. Anche l’edizione 2021 mette in classifica 15/867 UNIVERSITÀ ITALIANE ma UniBo è ancora ignorata (?)

 

-  INTELLIGENZA ARTIFICIALE, all’UNIVERSITÀ di Padova. Sulla nuova piattaforma, abilitata da Watson e basata sul cloud, un ASSISTENTE VIRTUALE online risponde alle richieste di informazioni sulle pratiche di segreteria 24 ore su 24 e sette giorni su sette. corcom DN

 

Recovery Plan. Gli ITS (Istituti tecnici superiori, Istruzione terziaria) hanno l’’obiettivo di raddoppiare a breve gli iscritti incrementando l’offerta degli enti che s’occupano di questo settore attraverso la creazione di network con aziende, università e centri di ricerca. tgcom24

 

Recovery Plan. Agli studenti del 4° e del 5° anno delle scuole superiori dovranno essere offerti dei MODULI DI ORIENTAMENTO da circa 30 ore annue insieme alla realizzazione di una piattaforma nazionale per far conoscere le opportunità offerte dal sistema dopo il diploma. tgcom24

 

Recovery Plan.  RIFORMA DEI DOTTORATI con l’aggiornamento attraverso un DM entro il 2021, semplificando le procedure per coinvolgere imprese e centri di ricerca, e rafforzando percorsi di dottorato non finalizzati solamente alla carriera accademica. tgcom24

 

Recovery Plan. Un progetto ha come obiettivo finale l’AUMENTO DEI DOTTORATI di 3.600 unità, attivando tre cicli di reclutamento a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio. Con sempre più dottorati innovativi con alte specializzazioni in materie STEM. tgcom24

 

Recovery plan. Per gli ITS (ISTITUTI TECNICI SUPERIORI) confermati 1,5 MLD. Per messa in sicurezza degli edifici 3,9 miliardi. Per rafforzamento dei DOTTORATI 430 milioni. Quasi 1,5 MLD al potenziamento alloggi e borse di studio per l’ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ. Sole

 

-  Ungheria. Colpo ai trattati e ai valori dell'Ue e dello Stato di diritto. Il Parlamento ha approvato una legge che liquida l'autonomia delle università pubbliche, che passeranno sotto il controllo di fondazioni. Cioè di istituzioni dominate dagli oligarchi amici e vassalli del premier. Rep

 

-  #NEXTGENERATIONITALY. 1,4 miliardi per STEM e imprenditoria femminile. Le risorse andranno a finanziare percorsi di FORMAZIONE TECNOLOGICO-SCIENTIFICA dedicati alle studentesse. Entro giugno la Strategia nazionale per la parità di genere. CorCom

 

-  Al MIT Schwarzman College of Computing tutti i corsi di studio sono affiancati da un corso in SCIENZE COMPUTAZIONALI, perché tutti i lavori del futuro saranno svolti col supporto delle tecnologie ed è quindi fondamentale imparare a conoscerle e a usarle. agendadigit

 

-  L’EDITORIA LIBRARIA è l’unico settore culturale dove l’Europa è leader globale: 6 dei maggiori 10 gruppi editoriali al mondo e 4 dei “big five” dell’editoria USA sono di proprietà di editori europei. L’Italia è ben posizionata: la FIERA DI BOLOGNA è, dopo Francoforte, la più importante al mondo. agdig

 

-  Eleven Hungarian universities and their assets have been handed over to foundations, all but completing a privatisation of the country’s higher education system that observers fear will entrench the power of the authoritarian ruling party and risks opening the door to corruption. THE

 

-  Report Excelsior da Unioncamere e Anpal e su base studio del Miur: nel 2019-2023 il totale dei NEO-LAUREATI sarà di ca. 893.600, per cui l’offerta di lavoro aumenterà. Tra i neolaureati e laureati, saranno assunti, entro il 2023, tra le 959mila e le 1.014 unità. 2Anews

 

-  Secondo un’indagine recente, la LAUREA IN INGEGNERIA risulta essere, insieme a MEDICINA, quella più redditizia. Anche i neolaureati in ingegneria percepiscono, infatti, uno stipendio medio più alto rispetto ai colleghi che hanno appena conseguito titoli in altre facoltà. 2Anews

 

-  Anche la LAUREA IN ECONOMIA è una sorta di evergreen, in termini lavorativi. Tutte le aziende, nazionali o internazionali, necessitano di consulenti finanziari, consulenti di gestione aziendale o manager. Pertanto una delle opzioni da prendere in considerazione, per i nuovi studenti, è il CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE da conseguire sia nelle università tradizionali che negli atenei telematici. 2Anews

 

-  Nell’ambito di una procedura di selezione per un posto da RTDA, il Consiglio di Stato ha escluso l’incompatibilità dei commissari per il fatto che gli stessi avessero formato parte della commissione relativa alla discussione della tesi di dottorato del candidato. Oss. Univ.

 

-  Il TAR Lazio (sent. 22.04.21 n. 4739) sulla CHIAMATA DIRETTA DI STUDIOSI PER CHIARA FAMA aventi ricoperto “incarichi direttivi in qualificati istituti di ricerca internazionali” ha chiarito la valenza dell’aggettivo “internazionale”. Il giudice amministrativo ha annullato provvedimenti ministeriali che avevano dichiarato inammissibile la proposta di chiamata diretta di un Ateneo, chiarendo che l’aggettivo “internazionale” non delineerebbe il carattere straniero o sovranazionale dell’Istituto, quanto il semplice rilievo internazionale della struttura, con la conseguenza che ricomprenderebbe, nell’alveo della norma, anche gli istituti di ricerca nazionali. Oss. Univ.

 

-  Il TAR Lazio (sent. 22.04.21) ha chiarito che per i professori universitari collocati a riposo per limiti d’età sussiste l’inammissibilità dell’istanza di trattenimento in servizio ai sensi dell’art. 1, c. 257, della L. n. 208/2015, essendo destinato il provvedimento al “personale della scuola”. Oss Univ

 

-  Il TAR Lombardia (sent. 07.04.21 n. 899) si è espresso sulla produzione della documentazione dei titoli dei candidati alle procedure di reclutamento di ricercatori TDA: la mera indicazione dei titoli posseduti nel curriculum non può sostituire la mancata produzione dei titoli stessi. Oss Univ

 

-  Negli ultimi tre mesi in Myanmar sono stati uccisi 782 manifestanti. Lo rende noto l’ONU. Nelle ultime settimane, inoltre, più di 3 mila funzionari statali di cui il 70% donne, sono stati licenziati o sospesi dal lavoro. Tra loro figurano 990 PROFESSORI UNIVERSITARI. Corr Ticino

 

-  La Commissione sull’efficacia della giustizia, del Consiglio d’Europa, ha valutato che per concludere un processo civile nei tre gradi sono necessari più di 7 anni e per un processo penale più di 3. Così imprenditori stranieri non investono nel timore dell’incertezza del diritto.

 

 

VARIE INFO IN BREVE DI MAGGIO

 

-  La ricerca nel PNRR. Finanziamento di progetti presentati da GIOVANI RICERCATORI. Misura applicata dal MUR prevede di sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2.100 giovani ricercatori – sul modello dei bandi European Research Council – ERC. ag dig

 

-  Il n. ro di DOTTORATI DI RICERCA conseguiti in IT, tra i più bassi in UE, si è ridotto di ca. il 40% tra 2008 e 2019; solo 1/1.000 giovani completa ogni anno un corso di dottorato (media UE di 1,5/1.000  - 2,1 in Germania) e quasi il 20% emigra. Eurostat, Istat

 

-  Aumentando la RICERCA si alimenta la SCIENZA, che diventa TECNOLOGIA e INNOVAZIONE, che  diventa azienda, che alimenta occupazione, che diventa possibilità di spesa in nuova formazione, ricerca e sviluppo. M. Sideri CorSera

 

-  ll Fondo di finanz. to ordinario (Ffo) nel 2017 è stato di 6,9 miliardi, mentre le rette universitarie sono ca. 1,8 miliardi l’anno. Sono i fondi essenziali per il funzionamento di didattica e ricerca, il cui costo principale sono gli stipendi, ca. 7,4 miliardi l’anno. Sole

 

-  Nella 1a tornata di ASN, 2012-13, siamo riusciti a chiamare in cattedra il 50% degli idonei. Nella 2a solo il 25%, nella 3a il 4%. 40 mila abilitati non riescono a essere chiamati. Dobbiamo instaurare chiamate dirette per prof. ri e ricercatori da un'università all'altra e dall'estero. C. Messa

 

-  Nell’A.A. 20-21, 1.034 STUDENTI DETENUTI ISCRITTI ALL’UNIVERSITÀ, 10,5% in regime di esecuzione penale esterna, 53,1 e 34,3% risp. te in carcere di media e alta sicurezza e 2,1% al regime 41bis. Dati da Conf.za naz.le univ.ria dei poli penitenziari (Cnupp)

 

-  European Research Council (ERC) quest’anno ha una nuova classifica per premiare 15 progetti del 2021 che mostrano “15 WAYS IN WHICH THE ERC TRANSFORMED SCIENCE”, una sorta dell’1% delle migliori proposte finanziate. Sapienza è presente in questo ranking con 2 progetti

 

-  La CRUI ha approvato una PROPOSTA DI RIORDINO della prima parte della CARRIERA ACCADEMICA (il cosiddetto pre-ruolo). Ovvero il percorso che dal conseguimento del dottorato di ricerca conduce all'entrata nel ruolo di professore universitario. La proposta si propone di superare la dicotomia tra fra RICERCATORE di tipo A e ricercatore di tipo B e, grazie a una pianificazione di risorse, migliorare il rapporto studenti/docenti per raggiungere la media europea. ANSA 22.04.21

 

-  In Italia la spesa pubblica per la RICERCA negli ultimi decenni è stata tagliata del 21%, per ca. €2 MLD. L’Italia investe oggi in ricerca ca. tra l’1,2 e l’1,3% del PIL al pari di Spagna, Paesi Balcanici ed Est-Europa, contro media EU del 2% e media dei Paesi Ocse del 2,4%. ass spazio aperto 14.4.21

 

-  Il CNR, con ca. 5.300 tra Ricercatori e Tecnologi, riporta sul proprio sito di aver generato 477 BREVETTI e creato 61 SPIN-OFF (di cui attivi 55), mentre il POLITECNICO DI MILANO, con 3.400 addetti alla RICERCA tra professori e ricercatori, ha generato 2.084 BREVETTI e creato 85 SPIN-OFF (di cui 77 attivi nel 2019). ass. spazioaperto 14.4.21

 

-  RICERCA. Rispetto all’obiettivo dell’Eu per il 2020 di raggiungere per gli stati membri un investimento in ricerca pari al 3% del PIL, l’Italia s’è attestata nel 2019 all’1,53% del PIL (rispetto all’1,43% del 2018 (€25,2 MLD ca.) contro media EU del 2% e media Paesi Ocse del 2,4%. ass spazio aperto 14.4.21

 

 -   L’Italia per investimenti in ISTRUZIONE ha una spesa percentuale annua che si attesta al 3,6%

  del PIL a fronte di una media EU del 4,4% o addirittura del 6,2% per gli Stati Uniti ed il Regno Unito.

  -  Ricerca & Sviluppo. L’Italia al 2018 impiegava complessivamente 482.703 unità di personale dedicate a  RICERCA E SVILUPPO (di cui 96.126 afferenti al mondo dell’Università) contro le 618.612 unità di personale della Francia, e le 971.157 unità della Germania. spazioaperto 14.04.21

 

-  L’Italia per numero di RICERCATORI ogni 1000 occupati si attesta su un valore pari a 5,4 contro una media Europea di 8,3 (con punte di 10,4 come per la Francia) o Paesi che arrivano addirittura ad avere 17,4 impegnati ogni 1000 in ricerca e sviluppo come nel caso di Israele. spazio aperto 14.04.21

 

-  Capacità della RICERCA PUBBLICA e delle UNIVERSITÀ di attrarre INVESTIMENTI rispetto al programma europeo Horizon2020: l’Italia ha ottenuto €3,7 MLD di finanziamenti a fronte di 11.291 progetti contro i €7 MLD ottenuti dalla Germania, i €6 MLD del Regno Unito e i €5 MLD della Francia. spazio aperto 14.05.21

 

-  Nel «discorso della regina», ossia nel programma del governo di Boris Johnson, “per la prima volta - spiega il Daily Express - ai sindacati studenteschi sarà richiesto di prendere misure per assicurare la libertà di espressione legittima per i membri dell'università e per gli speaker invitati a parlare”. CorSera

 

-  I 43 ISTITUTI TECNICI SUPERIORI ITS hanno non più di 20mila studenti, sebbene oltre l’80% trovi lavoro nel proprio settore, dopo il diploma. I corsi biennali (1.200 ore di lezione e 800 di stage in azienda) conferiscono il DIPLOMA DI TECNICO SUPERIORE, equivalente a ISCED 5 dell’istruzione terziaria a ciclo breve. iltirreno

 

-  Gli iscritti agli ITS sono in media 19.000 l’anno, contro i >300mila francesi e i 900mila tedeschi in simili percorsi terziari. Ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati degli ISTITUTI TECNICI SUPERIORI, ma ne trovano solo 5mila. Per la nuova vita degli ITS: €1,5 MLD di fondi straordinari in 5 anni dal Recovery Plan.

 

-  Il 1° laboratorio dedicato all'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PERVASIVA (PAI Lab) nasce a Pisa per iniziativa congiunta del dipt. di Informatica dell'UniPi e dell'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione "Faedo" del CNR (Isti-Cnr) e mette insieme le competenze di oltre 13 gruppi di ricerca. Gaz Mantova

 

-  Diverse UNIVERSITÀ BRITANNICHE sono pronte a sospendere i corsi di laurea in DISCIPLINE UMANISTICHE. Sarebbe un piano governativo dovuto al fatto che i laureati in materia umanistica guadagnano in GB ca. €l4mila l'anno insufficienti per un totale rimborso dei prestiti erogati a studenti. FM

 

-  Lo scorso anno in GB il ministero del Tesoro aveva espresso una crescente preoccupazione per il programma di prestiti a favore degli studenti universitari. Le stime prevedevano un costo che si aggirava intorno ai 1.000 miliardi di sterline entro il 2040 e quasi l'83% dei prestiti erogati non sarebbe mai stato rimborsato (e dopo trent'anni, vengono cancellati del tutto). FM il Messaggero

 

-  La posizione Ministro della Giustizia Marta Cartabia in merito alla riforma della Giustizia è stata resa nota lo scorso 11 maggio: elaborare proposte per snellire i processi civili, penali e tributari; rivedere - almeno in parte - la riforma della prescrizione di Bonafede. Money

 

-  How Supervisors Perceive PhD SUPERVISION. The data show that it has become more complex to be a PhD supervisor. Three knowledge production perspectives are identified: (1) High quality research; (2) Economically viable and efficient research; and (3) Internationally adapted research.

 

-  Almost a third of UNIVERSITY EMPLOYEES globally are on contracts lasting less than 2 years, according to analysis of data underlying our Impact Rankings, while staff at universities in Italy, New Zealand, Portugal and the UK were most likely to have job security going into the Covid-19 crisis.

 

-  Illudere uno STUDENTE meridionale di potersi iscrivere a un ateneo del Centro o del Nord restando a casa sua è un inganno ... perché gli toglie la possibilità di cogliere tutte le opportunità che un’università offre: spazi, biblioteche, incontri che solo in presenza possono essere davvero fruiti. T Greco Roars

 

-  Se l’UNIVERSITÀ la si vuole davvero inclusiva non può essere “senza oneri aggiunti” per lo Stato. Si devono fare le residenze per studenti, le mense, le borse di studio, le sale studio, ecc. ecc. Qualsiasi altra soluzione equivale de facto a creare una comunità di serie A, che si può permettere di frequentare in presenza, che vede e parla con i professori, che vive una comunità accademica, ed una non-comunità di serie B che sta a casa. E. M. Roars

 

-  Sostiene T. Montanari su Roars che Il sogno proibito dei liberisti all’amatriciana che popolano i giornali italiani è di costruire una SUPERLEGA DI ATENEI (del Nord) che abbiano i soldi per fare ricerca, distinta per legge da una pletora di università di serie B che facciano solo didattica.

 

-  Nell’ambito di una procedura di selezione per un posto da RTDA, il Consiglio di Stato ha escluso l’incompatibilità dei commissari per il fatto che agli stessi fossero rivolti ringraziamenti di stile all’interno di alcune pubblicazioni del candidato e che gli stessi avessero formato parte della commissione relativa alla discussione della tesi di dottorato di quello stesso candidato. Oss Univ

 

-  Considerato che la normativa di cui all’art. 18 Legge 240/2010 non prevede l’esclusione dall’accesso al concorso pubblico per i componenti del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ATENEO, sarà di difficile dimostrazione la volontà di tacere questa circostanza descrittiva con la consapevolezza di violare la norma. Codau OSS UNIV

 

-  Al CUN la ministra Messa ha posto l’accento sulla mobilità come elemento per favorire lo scambio tra atenei e con enti di ricerca e ha confermato l’interesse del ministero verso una nuova CLASSIFICAZIONE DEI SAPERI SCIENTIFICI, orientati verso una semplificazione e flessibilità dell’attuale sistema. oss univ

 

-  Nella riforma, in iter al Parlamento, ci sarà un RICERCATORE UNICO in regime di TENURE TRACK, fino a un massimo di 7 anni, che dal 4° anno in poi può diventare associato. In secondo luogo, viene previsto che l’accesso al tenure track deve avvenire entro 6 anni dalla fine del dottorato. corr univ

 

 

UNIVERSITÀ IN ITALIA

 

UNIBO. L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI DOTTORATI DI RICERCA

L’internazionalizzazione dei dottorati di ricerca è obiettivo strategico dell’Università di Bologna e il progetto “International PhD College” parte dall’esperienza dello schema “PhD@ISA” (avviato nel 2007 come “Brains in”) riservato a PhD internazionali, particolarmente brillanti e motivati. Questa attività ha portato nell’Istituto una cinquantina di PhD internazionali, che oggi sono professionalmente impegnati all’estero. Il progetto punta a raggiungere, a regime, un numero di 60 PhD internazionali sul turnover triennale: il primo gruppo di 10 PhD da reclutare con il bando del 37° ciclo, andrà ad aggiungersi agli 8 PhD ISA già presenti e costituirà il nucleo di partenza per l’espansione progressiva del progetto formativo dell’International PhD College. (F: unibomagazine 24.03.21)

 

 

UE. ESTERO

 

EU. UNA EUROPA. MAIN CHALLENGES UNA EUROPA HAS TO ADDRESS WHEN BUILDING EUROPEAN DEGREES

Which are the main challenges Una Europa has to address when building European degrees?

Maria Gravari Barbas https://www.una-europa.eu/about/about-us : The real difficulties are not content-related, but stem from the existing national and European regulations. While it makes perfect sense to develop European, disciplinary or multidisciplinary, transnational and multilingual degrees, national regulations are very heterogeneous. The creation of a common bachelor's, master's or doctoral degree between all Una Europa universities implies the prior and in-depth harmonization of eight national systems. Today, there is no real framework at European level to allow for the creation of true European degrees. This requires a real willingness by the Member States and the EU. The route taken by the first 17 European Universities funded under Erasmus+ is very bottom-up and implies ad-hoc solutions. It will undoubtedly be necessary in the years to come to think about an adequate European framework allowing for the implementation of real European diplomas. F: Manifesto in italiano | Una Europa (una-europa.eu)

 

L’EUROPA È LEADER GLOBALE NEL SETTORE DELL’EDITORIA LIBRARIA

L’editoria libraria è l’unico settore culturale dove l’Europa è leader globale: 6 dei maggiori 10 gruppi editoriali al mondo e 4 dei “big five” dell’editoria USA sono di proprietà di editori europei. Essendo il mercato globale frammentato in ragione delle aree linguistiche, l’internazionalizzazione passa da traduzioni e coedizioni, abilitate dalla compra-vendita di diritti d’autore. Un ruolo chiave è svolto dalle Fiere internazionali del libro e da quelle nazionali, utili vetrine dell’editoria di un paese per gli editori stranieri.

In questo contesto, l’Italia è ben posizionata: la Fiera di Bologna è, dopo Francoforte, la più importante al mondo, e ha accordi per la gestione delle sezioni diritti nelle fiere di Shanghai, New York e Mosca. Le fiere nazionali di Roma e Torino hanno importanti programmi di visite di operatori stranieri e di promozione del libro italiano all’estero. Non è un caso che l’Italia coordini la rete europea delle fiere del libro Aldus. (F: agenda digitale 30.04.21)

 

FRANCIA. L’ENA DIVENTA ISTITUTO DEL SERVIZIO PUBBLICO (ISP)

La Francia trasforma la scuola nazionale d’amministrazione pubblica, l’ENA, nell’ISTITUTO DEL SERVIZIO PUBBLICO (ISP). Molti titoli di giornale dicono che chiude, ma non è proprio così: è una riforma forse profonda della scuola, ma pur sempre una riforma. Nascerà l’Istituto del servizio pubblico (ISP) che assorbirà le scuole della funzione pubblica (Ena compresa) con un periodo di formazione comune a tutti gli indirizzi, anche quelli politecnici, in provincia e sul campo, impedendo la formazione di gruppi chiusi, con gli inizi di carriera fuori Parigi, favorendo la formazione continua, l’emersione di talenti, superando le posizioni di rendita con ruoli più elastici e di funzione, con il ricambio nei territori, il reclutamento dalla provincia e dalle classi popolari, con classi preparatorie e aiuti finanziari. (F: E. Martial, startmag 12.04.21)

 

UNGHERIA. ORBÁN LIQUIDA L'AUTONOMIA DELLE UNIVERSITÀ PUBBLICHE

Nuovo colpo del premier-autocrate ungherese Viktor Orbán ai trattati e ai valori dell'Ue e dello Stato di diritto. Il Parlamento di Budapest, dominato da Fidesz, il partito del presidente del consiglio, ha approvato con la consueta procedura d'urgenza - chiamata "legislazione fast food" da opposizioni e voci critiche - il testo di legge che di fatto liquida l'autonomia delle università pubbliche del Paese. Gli atenei, finora controllati direttamente dallo Stato e che godevano di un'autonomia garantita per legge, passeranno sotto il controllo di fondazioni. Cioè di istituzioni dominate dagli oligarchi amici e vassalli del premier. (F: La Repubblica 30.04.21)

 

UK. GALLES. UN PROGRAMMA PER RIMPIAZZARE L’ERASMUS

Drakeford, primo ministro del Galles, ha stanziato fino a 65 milioni di sterline (circa 73 milioni di euro) per finanziare un programma che non ha ancora un nome ufficiale ma che dal 2022 e almeno fino al 2026 rimpiazzerà in Galles l’Erasmus, che non è stato rinnovato dal governo britannico nell’accordo Brexit dello scorso dicembre. Un programma, quello di Cardiff, che coinvolge anche gli studenti e giovani lavoratori europei, ed è questa la grande differenza con il “Programma Turing” annunciato da Boris Johnson in sostituzione dell’Erasmus: perché le borse di studio previste dal Galles saranno un vero programma di scambio destinate sia ai ragazzi gallesi (circa 15mila, secondo le stime di Cardiff) sia a quelli europei (oltre 10mila). Mentre il nuovo programma Turing fa fare esperienza all’estero esclusivamente agli studenti e giovani tirocinanti britannici, ma non coinvolge in alcun modo i loro pari europei. (F: Rep 22.03.21)

 

 

LIBRI - RAPPORTI – SAGGI

 

VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA

Rapporto edito da Associazione Spazio Aperto – www.spazioaperto.org  – 14.04.2021.

Lo sviluppo di una civiltà è da sempre legato alla capacità di trasformare un’intuizione “scientifica” –anche nella sua forma più arcaica e rudimentale – in un’innovazione tecnologica capace di indirizzare il corso degli eventi. Questo legame tra ricerca scientifica ed avanzamento culturale è quanto mai attuale in considerazione del fatto che il progresso tecnologico di un paese – ora più che mai – è in grado di determinarne il benessere collettivo, nonché il suo peso socio-economico a livello internazionale. L’Italia, storicamente, ha più volte giocato un ruolo predominante, non solo nell’antichità e nel Rinascimento, ma anche in tempi più recenti, esprimendo alcune delle menti e dei gruppi di ricerca più all’avanguardia in molte discipline scientifiche.

Il processo attraverso il quale avviene il trasferimento dalla conoscenza scientifica all’innovazione

tecnologica, pur non essendo sempre lineare, soprattutto in contesti di profonda mutazione degli

scenari geo-politici e di congiunture socio-economiche particolarmente complesse ed in evoluzione, come quelle che conseguono e conseguiranno all’attuale crisi sanitaria, costituisce un percorso che va incentivato, assistito, accompagnato. Nella disamina che segue, si vedrà come l’Italia disponga tutt’oggi di un potenziale altissimo in termini di qualità della ricerca scientifica sia essa pubblica che privata; tuttavia, si potrà notare, anche, come all’atto pratico, ricerca e industria vivano una separazione sostanziale che ha comportato, e ancora oggi determina, una incapacità nella valorizzazione dei migliori risultati della ricerca per il nostro Paese. Si sottolinea sin da ora come il lavoro qui presentato si riferisca principalmente al mondo delle discipline scientifiche, e non – o solo parzialmente – alle scienze socio-umanistiche. Oggi, pur essendo stato intrapreso un percorso teso a colmare il divario rispetto a Paesi storicamente considerati “Start-up Nations” (Israele, Gran Bretagna, USA, Germania, Svezia) – così come fatto da Francia e Cina che, in pochissimi anni, sono riuscite ad entrare a pieno titolo in questo ristretto club di nazioni “innovatrici” – per l’Italia il cammino è ancora lungo, nonostante talune iniziative di successo, a causa soprattutto dell’assenza di un attore nazionale capace di coordinare i tanti sforzi messi in campo,

che troppo spesso si vanificano in mille iniziative finanziate, ma non coordinate. La disamina e la proposta qui descritte nascono da un lavoro di analisi avviata già prima della pandemia COVID-19 e sono finalizzate: (i) ad analizzare le iniziative presenti sul panorama italiano nel delicato

ambito dell’innovazione, (ii) a compararle con le migliori pratiche internazionali, (iii) a suggerire alcune linee guida che possano contribuire a restituire all’Italia un posizionamento tra le economie a più alta “produttività scientifica”, capace di favorire la nascita di imprese ad alto contenuto tecnologico attraverso le quali garantire la nascita di nuovi posti di lavoro ad alta qualifica professionale. (F: Dall’Introduzione al Rapporto 14.04.21)

 

RIFORMA UNIVERSITARIA E RESPONSABILITÀ DISCIPLINARE DEI DOCENTI: PROBLEMI E CRITICITÀ

Autore: Loredana Ferluga. Rivista Il lavoro nella giurisprudenza, pag. 362-368, 2021.

Con riferimento alla materia disciplinare la legge di riforma dell’Università, pur non intervenendo sui profili sostanziali degli illeciti e delle sanzioni disciplinari applicabili ai docenti universitari, introduce due rilevanti novità, rappresentate dal decentramento del potere disciplinare presso i singoli Atenei e dall’introduzione dell’obbligo per tutte le Università di adottare codici etici, la cui violazione può assumere rilievo disciplinare. Nel saggio si evidenzia la necessità di un coordinamento tra le disposizioni contenute nel codice etico e le norme disciplinari, che rappresenta l’occasione per le Università di rimediare alla indeterminatezza del quadro degli illeciti e delle sanzioni. (F: Abstract del saggio)

 

DIRITTO E AMMINISTRAZIONE DELLA SANITÀ - Approfondimenti a.a. 2019-2020. Il SSN alla prova dell'emergenza COVID-19. Profili problematici e prime riflessioni sull'anno della pandemia.

A cura di: M. Gola, D. Donati, C. Tubertini. DOI 10.6092/unibo/amsacta/6628 .

Il presente volume raccoglie i risultati dei progetti di ricerca elaborati dagli allievi del Master Universitario di I Livello in Diritto e amministrazione della sanità, giunto nell'A.A. 2019/2020 alla 29° edizione, presso la Scuola di Specializzazione in Studi sull'Amministrazione Pubblica dell’Alma Mater Studiorum- Università di Bologna. Gli studi redatti si concentrano tutti sulla situazione di emergenza legata alla pandemia da Coronavirus, affrontata da tutti i più rilevanti profili istituzionali, organizzativi e operativi, analizzati con uno sguardo anche al futuro per cercare di valorizzare questa esperienza non prevista e di evidenziare quali delle misure adottate si potranno stabilizzare, in prospettiva del rinnovamento del sistema sanitario messo alla prova. (15.03.21)

 

USA. SWIMMING IN THE SHOALS OF ACADEMIC RACISM IN US STEM

A new book examines the psychological struggle under-represented, racially minoritised students suffer in United States science, technology, engineering and mathematics or STEM programs and provides searing analysis of the failure of what is often touted by liberals as the gold standard of interacting with these groups of students, the claim to being ‘colour blind’.

37% of American colleges and universities have no black faculty in science, technology, engineering and mathematics (STEM) programs, while 28% have one black faculty in these programs. 53% of the full-time STEM professors in the historically black colleges and universities (HBCU), such as Howard University in Washington, DC, were white men. Of the nation’s 203 engineering faculties, half reported having not a single black student. (F: N. M. Greenfield, UWN 21.03.21)

 

  

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